- Tempio
Bongjeongsa
Precedentemente
conosciuto come tempio Gyeonseongsa, il tempio di Bongeunsa si trova a
nord del palazzo COEX, ed è stato costruito nel 10° anno del regno di
Shilla dal Re Weongseong (794) dal monaco Yeon-hoe. Originariamente
situato vicino al mausoleo Reale, il tempio è stato trasferito nella
sede attuale durante il regno di re Joseon Myeongjong.
A causa
della politica repressiva attuata durante la dinastia Chosun
nel XV secolo, molti templi buddisti furono smantellati e il loro numero
totale fu ridotto a 242. Nonostante ciò il tempio venne fortunatamente
ricostruito nel 1498, con il patrocinio della regina Munjeong, che
permise al buddismo di rivivere e prosperare per un breve periodo.
Grazie a questa politica, Bongeunsa divenne persino il tempio
principale della setta buddista coreana Seon dal 1551 al 1936.
Nel
1548 il monaco Bo-wu venne nominato capo del tempio dalla regina
Munjeong, ma fu ucciso poco dopo dalle fazioni anti- buddiste che nel
frattempo avevano riacquistato potere in Corea.
Nel
corso del tempio, Bongeunsa ha subito molte ristrutturazioni, che
lo hanno portato ad essere il tempio che è oggi.
Nel
1850 Namho Yeoungki Sunim ha portato nuova energia al tempio,
completando i 3.438 fogli del Sutra Abatamsaka.
Negli
ultimi anni, Chongho Sunim e Yeongam Sunim si sono adoperati per
ristrutturare il tempio e far si che esso possa diventare un luogo di
utilità sociale e diffusione dei valori buddisti.
Nel
1902 Bongeunsa è stato designato come uno dei 14 grandi templi
della Corea. Durante l’occupazione giapponese il tempio divenne il
quartier generale di 80 piccoli templi buddisti vicino a Seoul .
Nel 1922 e nel 1929 , il capo monaco Cheong-ho salvò oltre 700 persone
dall’annegamento nel fiume Ha , un atto che gli procurò enormi
riconoscimenti.
Nel
1939 un incendio distrusse gran parte degli edifici, mentre altre parti
andarono distrutte durante la guerra di Corea. Fortunatamente, una delle
pochissime sale che si è salvata dalla distruzione riporta ancora le
incisioni xilografiche del Flower Garland Sutra , completato nel 1855
dal monaco Young- ki.
Il
tempio è una delle mete turistiche più amati da coloro che si recano
in visita a Seoul e offre inoltre un programma speciale pensato per
coloro che desiderano sperimentare per un giorno la vita del monaco
buddista.
All’interno
del tempio sono conservate 3479 scritture buddiste di 13 tipi,
comprese le opere di Kim Jeong-hee.
Ogni 9
settembre del calendario lunare, si svolge la cerimonia buddista
chiamata Jeongdaebulsa, durante la quale i monaci sfilano
sostenendo sul loro capo le scritture e recitando il Beopseongge,
un rito buddisti.
Bongeunsa
è uno dei più tradizionali templi buddisti di tutta la Corea e
rappresenta l’aspirazione a diffondere e far si che il buddismo possa
prosperare il Corea.
Di
fronte al cancello principale si trova un piccolo monumento in pietra
che reca la scritta Seongkwa – pyung’on, che indica che proprio in
quel luogo si è svolto l’Esame Buddista Nazionale dal 1552 al 1564.
Questo luogo ha un significato importante nella storia del buddismo
coreano: attraverso questo esame furono selezionati molti maestri
buddisti, grazie al cui sforzo il tempio è ancora oggi vivo e attivo.
Nel
corso della sua storia millenaria Bongeunsa ha raccolto molti tesori. Ad
esempio, il Koryŏ Cheongdongrueunhyangno, un bruciatore di incenso
in bronzo, è stato designato come tesoro della Corea. Un altro tesoro
riguarda un’opera calligrafica presente nella Sala Panjeon,
eseguita dal famoso calligrafo della dinastia Joseon Kim Jeong-hui, da
questi realizzata tre giorni prima della sua morte, e particolarmente
apprezzata per la sua purezza e semplicità. La sala Panjeon è una
delle poche a non essere stata distrutta dal grande incendio del 1939 e
al suo interno custodisce inoltre pregevoli incisioni xilografiche di
sutra buddisti.
- Tempio
Beopjusa

Il
tempio Pŏpchusa, situato sul monte Songnisan nella regione Ch'ungch'ŏng-pukto,
fu fondato nel 553, 24 anni dopo che il buddismo fu introdotto nel regno
di Silla (57 a.C. - 935 d.C.).
Nell'anno
720, durante il regno del re Sŏngdŏk, Pŏpchusa subì un importante
rifacimento, di cui sono testimonianza la maggior parte dei monumenti di
pietra giunti fino a noi. Da allora in poi, il tempio ha subìto molti
rinnovamenti e riparazioni. La maggior parte delle attuali strutture in
legno furono costruite nell'ultima parte del periodo Chosŏn
(1392-1910).
Gli
antichi testi Tongguk yŏji sŭngnam e Chosŏn pulgyo t'ongsa
contengono la storia che segue circa la fondazione del tempio Pŏpchusa.
Nel
553, 14º anno di regno del re Chinhŭng di Silla, un monaco buddista
chiamato Ŭisin, dopo aver studiato in India, tornò in patria con un
carico di scritture buddiste trasportate da un mulo bianco. Non appena
tornato, però, il monaco si mise di nuovo in marcia alla ricerca
di un luogo adatto per costruire un tempio dove egli intendeva istruire
dei giovani studiosi. Un giorno, quando Ŭisin e il suo mulo raggiunsero
il luogo dove ora si trova il tempio Pŏpchusa, il mulo si fermò
all'improvviso e cominciò a ragliare.
Con una
strana sensazione, il monaco si guardò attorno ammirando il bel
paesaggio del monte Songnisan. Rendendosi conto che questo era il posto
perfetto per un tempio, vi costruì Pŏpchusa. Il nome significa
“tempio dove si sono fermate le scritture buddiste”.
A Pŏpchusa
si trova un certo numero di proprietà culturali nazionali, fra cui la
pagoda P'alsangjŏn, tesoro nazionale numero 55, la lanterna in
pietra con una coppia di leoni Ssangsa sŏktŭng, tesoro nazionale
numero 5, il bacino per l'acqua Sŏngnyŏnji, tesoro nazionale numero
64, la lanterna di pietra Sach'ŏnwang sŏktŭng, tesoro numero 15,
e la figura del Budda Maae yŏraeŭisang, tesoro numero 216.
Vi sono
anche proprietà culturali locali come la sala Wŏnt'ong pojŏn, la
pagoda Sejon sarit'ap, il portale Sach'ŏnwangmun, la statua Huigyŏn
posalsang, il tempietto Pokch'ŏnam e la statua Suam hwasang.
La
pagoda P'alsangjŏn, una pagoda di legno a cinque piani, è una preziosa
proprietà culturale dal momento che è l'unica pagoda in legno
esistente in Corea da quando la pagoda in legno a tre piani del
tempio Ssangyongsa fu distrutta da un incendio nel 1984.
Costruita
quando Ŭisin stabilì il tempio durante il regno del re Chinhŭng, fu
riparata nel 776. Incendiata durante l'invasione giapponese del 1597, fu
restaurata nel 1605. Alta 22,7 metri, questa è la pagoda più alta
della Corea.
Ssangsa
sŏktŭng, una delle più belle lanterne di pietra pervenuteci dal regno
di Silla, si pensa che sia stata creata nel 720, 19º anno di regno del
re Sŏngdŏk. L'uso dei leoni si trova di frequente nell'arte buddista
proveniente dal periodo dei Tre Regni (57 a.C. - 668 d.C.). Tuttavia la
scultura dei leoni della lanterna Ssangsa sŏktŭng è di gran
lunga il più notevole esempio di resti in pietra con motivi di leoni.
La lanterna è unica in quanto, in questo caso, la lucerna è sorretta
da due leoni invece che da una colonna come si trova di solito nelle
altre lanterne di pietra. Inoltre la lucerna e la pietra sovrastante che
le fa da tetto sono più grandi di quelle delle altre.
D'altronde,
l'altra lanterna in pietra, la Sach'ŏnwang sŏktŭng, segue il
tipico stile ottagonale delle lanterne in pietra del periodo Silla. Date
le tecniche di scultura impiegate, si ritiene che questa lanterna sia
stata creata quando il tempio Pŏpchusa venne riparato durante il regno
del re Hyegong.
Costruito
nell'ottavo secolo durante il periodo di Silla Unificato, il bacino a
forma di loto Sŏngnyŏnji è un capolavoro artistico. Un
sostegno a tre piani su un piedestallo ottagonale sostiene il bacino che
è scolpito a immagine di un bocciolo di loto mezzo aperto. Il
piedestallo che costituisce il gambo del fior di loto è inciso con
disegni a forma di nuvole per dare l'impressione che il bacino sia un
fiore di loto che galleggia sulle nuvole.
Sull'orlo
del bacino sono scolpiti piccoli fiori di loto e nel mezzo ve ne sono di
più grandi. Lo stile architetturale complessivo è unico, ma la forma
del corto pilastro che costituisce il piedestallo è simile a quello dei
pilastri della balaustra della pagoda Tabot'ap del tempio Pulguksa.
Questo bacino per l'acqua a immagine di un bocciolo di loto è uno dei
resti storici rappresentativi della Corea.
La
figura chiamata Maae yŏraesang è un'immagine del Budda seduto
alta 6 metri incisa su una roccia. La scultura è rara in quanto il
Budda, che è Maitreya il Budda del futuro, è seduto su una sedia.
Assieme
a Ksitigarbha, il Bodhisattva degli inferi inciso sulla roccia
adiacente, questa scultura dimostra la natura del tempio Pŏpchusa.
Il
volto tondeggiante del Budda, il sorriso gentile, il naso lungo e
grande, le sopracciglia rotonde, le evidenti palpebre superiori, le
spesse labbra strettamente chiuse, le lunghe orecchie e le tre pieghe
orizzontali sul collo sono tutte caratteristiche delle immagini del
Budda scolpite sulla roccia nei primi tempi del regno di Koryŏ
(918-1392).
Il
Budda ha un giro vita stretto in modo inusuale, se confrontato con le
ampie spalle, e il vestito scende dalla spalla sinistra sul petto e fra
le gambe, formando morbide curve.
Pŏpchusa
è costituito da 30 edifici, fra cui 8 padiglioni, 5 grandi sale di
preghiera e 3 monasteri. Il santuario principale, Taeung pojŏn, tesoro
numero 915, è uno dei tre più grandi santuari buddisti della Corea. La
sala di preghiera contiene le immagini di tre Budda. L'idea di una
triade di Budda ha origine dal buddismo Mahayana e si riferisce ai tre
corpi di Sakyamuni, il Budda storico: il corpo del Budda dopo aver
praticato l'ascetismo, il corpo di Sakyamuni rinato nelle scritture
buddiste dopo essere entrato nel nirvana, e il corpo di Sakyamuni quale
è rivelato in varie apparizioni per la salvezza dell'umanità.
Oggi il
tempio Pŏpchusa sta cercando di attirare un maggior numero di
visitatori ospitando vari festival culturali. Questi comprendono Il
Festival Songnisan, che si tiene nel quarto mese lunare, e il Festival
degli aceri di Songnisan per il canto e la danza, che si tiene in
ottobre.
- Tempio
Magoksa

Magoksa è
il tempio principale dell'Ordine
Jogye del buddismo
coreano a Gongju
e si trova sul versante orientale di Taehwasan, su un'ansa nel torrente
Taegeukcheon.
Il
tempio Magoksa fu fondato nel 640 dal maestro Vinaya Jajang Yulsa, che
costruì anche il tempio Tongdosa al suo ritorno dalla Cina. La regina
Seondeok di Silla gli diede quindi 200 gyeol (un'antica
misura di terra stimata in circa 6.800 metri quadrati) di terreno su cui
costruì una pagoda di mattoni e il tempio Magoksa.
Il nome
"Magoksa" (letteralmente "Tempio della Valle della
Canapa") ha avuto origine con Bocheol Hwasang, un monaco che visse
lì in seguito, perché il modo in cui molte persone si riunivano per
ascoltare i suoi discorsi di Dharma gli ricordavano gli steli di canapa
strettamente ammassati tra loro.
Il
tempio di Magoksa fu chiuso durante il turbolento periodo di transizione
tra la dinastia Goryeo e la dinastia Joseon. Da allora il tempio
divenne un covo di ladri per circa 200 anni. Infine, nel 1172,
Jinul (anche Chinul o Bojo Guksa) scacciò i ladri e rinnovò il tempio
con l'aiuto del suo discepolo Su-u. Il re Sejo di Joseon visitò il
tempio e scrisse personalmente la targa per la Yeongsanjeon Hall. Il
re, inoltre, lasciò anche il palanchino con cui si era recato al tempio
di Magoksa.
Durante
l'invasione giapponese (1592-1597), la maggior parte degli edifici del
tempio furono bruciati. Nel 1651 furono ricostruiti alcuni edifici,
Daeungjeon, Yeongsanjeon e Daejeok-gwangjeon.
Durante
il periodo dell'impero coreano (1897-1910), Kim Gu giunse al tempio
Magoksa dopo essere fuggito dalla prigione di Incheon e visse
temporaneamente una vita monastica sotto il nome di Dharma Wonjong. Kim
Gu era stato imprigionato dopo aver ucciso un ufficiale militare
giapponese che aveva cospirato con gli assassini dell'imperatrice
Myeongseong. Si dice che l'albero di ginepro che cresce davanti
alla Daegwang-bojeon Hall sia stato piantato dallo stesso Kim Gu.
- Tempio
Seonamsa

Il
tempio di Seonam, o Seonamsa , è un tempio buddista
coreano sul versante orientale, all'estremità occidentale del Parco
provinciale di Jogyesan, nel distretto settentrionale di
Seungjumyeon della città di Suncheon. Appartiene all'Ordine
Taego anche se l'Ordine Jogye ne rivendica il possesso.
A circa
1 chilometro dall'ingresso, verso il parco principale del tempio,
compaiono due ponti a forma di arcobaleno; il secondo, il più
grande, è il ponte Seungseon. Appena oltre il ponte Seungseon c'è
il Gangseon Pavilion, oltre il quale si trova un piccolo stagno di forma
ovale chiamato Samindang. All'interno dello stagno c'è un piccolo
isolotto con un sempreverde, che crea un ambiente attraente.
Proseguendo
si trova la Porta di Ilju, oltre la quale emergono i vari edifici del
tempio. Le grandi travi degli edifici principali del tempio sono
impressionanti, si fondono elegantemente con le montagne Jogye
circostanti e si armonizzano con la natura che li circonda.
Un
sentiero a sinistra del tempio di Seonam conduce a Maaeburi, una
scultura alta 17 metri incisa su una roccia. Seonamsa è bella
tutto l'anno, soprattutto in primavera quando tutti i fiori sono
sbocciati, così come in autunno con tutti i colori autunnali.
La
leggenda narra che nel 529 il monaco missionario costruì un eremo in
questo sito sul versante orientale di Jogyesan e lo chiamò Biroam.
350 anni dopo, nell'861, Doseon costruì qui un grande tempio
e lo chiamò Seonamsa. Seonamsa ha svolto un ruolo fondamentale
nello sviluppo del Buddismo Seon.
Durante
le invasioni giapponesi della Corea (1592-98), molti degli edifici
di Seonamsa furono distrutti, insieme a gran parte del paese. Il
restauro è avvenuto dopo la guerra e dal 1992 è in corso un nuovo
piano per riportare il tempio alla configurazione originale dell'XI
secolo.

Seungseon
Bridge, è un ponte in pietra di granito costruito con una
configurazione ad arco semicircolare lungo 14 metri e largo 3,5 metri.
Il
monaco Hoan costruì questo ponte nell'era Joseon per un
periodo di sei anni a partire dal 1713. Seungseongyo è considerato tra
i più belli dei vecchi ponti di pietra in Corea.
La
scultura sporgente di una testa di drago sotto la sezione centrale del
ponte, rivolta a monte, ha lo scopo di allontanare gli spiriti maligni. L'arco
del ponte proietta un magico riflesso nel ruscello sottostante con
l'immagine del Gangseonru (padiglione) che fa capolino al di sotto, a
breve distanza. Poiché questo incantevole ponte si fonde così
bene con la vallata sottostante, viene spesso utilizzato come location
per le riprese di film e programmi TV.

Iljumun è
il primo cancello all'ingresso di molti templi buddisti coreani. Chiamato
"Porta a un pilastro", perché visto di lato il cancello
sembra essere sostenuto da un unico pilastro. Questo simboleggia
l'unico vero sentiero di illuminazione che sostiene il mondo. È
il confine tra il tempio buddista e la vita mondana di un essere umano. Il
cancello simboleggia la purificazione rituale e bisogna
abbandonare tutti i propri desideri mondani prima di entrare nel tempio.
L'Iljumun
di Seonamsa risale alla dinastia Joseon. Secondo i documenti del
"Messaggio per la cerimonia di innalzamento della struttura della
Porta Jogye", l'originale Seonamsa Iljumun fu distrutta da un
incendio e restaurata nel 1540. È stato anche registrato che la porta
fu nuovamente distrutta durante l' invasione Qing della battaglia di
Joseon e ricostruita nel 1719.
L'Iljumun
di Seonamsa si armonizza con la foresta vicina, irradiando una morbida
eleganza. I muri si estendono da entrambi i lati dell'ingresso e
davanti sono disposti gradini in pietra. La sua elaborata
lavorazione del legno lo rende straordinariamente magnifico.

Wontongjeon
è il luogo in cui è custodita la dea buddista della misericordia. Il
nome "Wontong" significa "juwon-yungtong" ("La
verità è onnipresente e attraversa tutto").
Il
Wontongjeon di Seonamsa fu costruito nel 1660. Questa struttura è molto
diversa dal Wontongjeon che si trova in altri templi buddisti coreani
perché ha tre sezioni. L'una sezione nella parte anteriore e le
due sezioni sui lati, formano la forma di una "T". Si
verificarono due restauri, uno nel 1698 e di nuovo nel 1824.
All'interno
di Wontongjeon c'è una tavoletta che recita "Daebokjeon"
(Sala della Grande Fortuna), scritta personalmente dal re Jeongjo (1752-1800). Il
re aveva chiesto al sommo sacerdote Nuram di Seonamsa di offrire una
preghiera per un erede maschio, per 100 giorni. La preghiera fu
esaudita con la nascita del figlio del re, Sunjo (1790-1834). In
segno di gratitudine, il re ha assegnato al tempio questa tavoletta di
sua mano.
La Mahavira
Hall (Main Hall) è il fulcro del tempio, che custodisce
Gautama Buddha. Sui lati est e ovest del cortile di fronte alla
Mahavira Hall si trovano un paio di pagode in pietra a tre
piani di quasi le stesse dimensioni e design. Queste pagode di
pietra furono erette nello stesso anno.
Le
pagode di Seonamsa sono tipiche delle pagode di pietra dell'era di Silla,
del IX secolo, che custodiscono śarīra (oggetti a forma di perle
o cristalli simili a perle che si presume si trovino tra le ceneri
cremate dei maestri spirituali).
Il
corpo principale delle pagode e le pietre del tetto sono tagliate da un
unico pezzo di pietra. Il doppio stilobate ha tre pilastri
scolpiti a rilievo. Ogni lato del corpo principale è scolpito con
due semplici pilastri in rilievo. Le pietre del tetto sono piatte e
larghe su supporti a quattro strati con angoli sollevati.
Palsangjeon (Hall
of Eight Pictures) è una sala di culto trovata in un complesso di
templi buddisti coreani che contiene il "Palsang", la serie di
murales dipinti raffiguranti le otto fasi della vita del Buddha storico,
Sakyamuni.
Il
Palsangjeon di Seonamsa ha cinque sezioni di fronte e tre di lato. La
sala è costruita in uno stile che ha le mensole solo su colonne e un
tetto a capanna. I documenti indicano che la sala è stata
costruita prima del XVIII secolo ed è stata restaurata due volte, una
nel 1704 e un'altra nel 1707.

Gakhwangjeon,
noto anche come Jangyukjeon, ha una targa davanti che identifica il
"gakhwang" come Sakyamuni, che è "due volte più alto
delle persone che hanno un'altezza media".
Non si
sa quando la sala fu costruita per la prima volta, ma fu rinnovata
nell'861 dal monaco Daegak. Gakhwangjeon fu distrutto durante la
guerra di Imjinwaeran e ricostruito nel 1660. I lavori di
ristrutturazione avvennero nel 1760 e di nuovo nel 1801.
Gakhwangjeon
è una piccola sala con un'area nella parte anteriore e un'altra sul
lato. Le fondamenta sono in pietra e grandi pietre angolari
sostengono le colonne dell'edificio. Il tetto è a capanna con
doppia gronda con tre mensole incastonate tra le colonne.
Monumento
alla Restaurazione di Seonamsa - La maggior parte di
Seonamsa fu distrutta durante le invasioni giapponesi della Corea
(1592-98). Questo monumento fu eretto nel 1707 per commemorare la
restaurazione di Seonamsa guidata dal monaco Yakhyu.
Il
monumento ha una base a forma di tartaruga con il corpo e la testa della
base con gli abbellimenti di un drago. Questo monumento è tipico
di quelli dell'era Joseon ed è considerato uno dei migliori esempi di
quello stile. Il monumento misura 5 metri (16 piedi), 1,25 metri (4
piedi 1 pollici) di larghezza e 0,3 metri (1 piede 0 pollici) di
profondità.
L'iscrizione
sul monumento la recita; "Il Tempio di Seonam, distrutto da un
incendio durante la seconda invasione giapponese, è stato restaurato
dal monaco Yakhyu e altri".
I
Seonam mae s, che potevano contare circa 50 alberi, vivono
lungo la strada recintata che conduce a Unsouam (eremo).
In
assenza di documentii, l'età esatta degli alberi è sconosciuta. Tuttavia,
secondo le testimonianze del tempio, gli alberi furono piantati, insieme
al Wasong (il pino sdraiato) davanti al Cheonbuljeon (sala), circa 600
anni fa.
Questi
alberi di Mume bianchi di Seonam, nella parte posteriore di Wontongjeon
(sala) e lungo la strada di recinzione, sono noti per essere i più
preziosi alberi di Mume.
Appena
passato il Gangseon Pavilion e prima di raggiungere Ilju Gate c'è un
piccolo stagno ovale chiamato Samindang, "lo stagno dei tre
segni". Al centro dello stagno c'è un piccolo isolotto
ricoperto di vegetazione. Secondo i documenti storici di Seonamsa,
Samindang fu creato dal monaco Doseon nell'862.
Una
targa presso lo stagno recita: "i tre segni rappresentano gli
ideali buddisti: 'Tutto cambia e non c'è essere. Quando le persone se
ne rendono conto, entrano nel nirvana '".
Seonamsa
ha un campo di tè selvatico che copre un'area di oltre 18
chilometri quadrati. Ci sono piante di tè che hanno dai 300 ai 400
anni. Fertilizzanti o prodotti chimici non sono mai stati usati. Il
campo del tè è stato mantenuto nel suo stato naturale nel corso degli
anni.
I
monaci raccolgono a mano il raccolto modesto che inizia ad aprile. A
causa della ricca fragranza dolce delle foglie di tè, il tè ha un
prezzo elevato. La leggenda narra che molto tempo fa le madri che
mandavano le loro figlie a sposarsi regalavano loro un pacchetto di
questi semi di tè come profumo.
I bacini
in pietra di Seonamsa forniscono acqua al tempio utilizzando quattro
bacini, uno quadrato e tre circolari. I bacini di pietra sono
collegati in sequenza da tubi di bambù .
I
quattro bacini hanno una funzione diversa in base all'ordine di
scorrimento dell'acqua. Il primo bacino è per l'acqua da offrire
al Buddha, il secondo fornisce acqua per pulire il cibo per il Buddha,
il terzo è per l'uso da parte degli umani e il quarto bacino è per
tutti gli altri scopi.
- Tempio
Daeheungsa

Daeheungsa,
o Daedunsa , è un tempio principale dell'Ordine Jogye del buddismo
coreano . Daeheungsa si trova sulle pendici del Duryunsan (Monte
Duryun) nel comune di Samsan, contea di Haenam, nella provincia di Jeollanam-do vicino
al limite meridionale della Corea del Sud.
Si
ritiene che Daeheungsa risalga al periodo dei Tre Regni (IV-IX
secolo d.C.), sebbene non sia sopravvissuta alcuna traccia esatta della
sua fondazione, alcuni pensano che Daeheungsa sia stata fondata da
Adohwasang (monaco) nel 514.
In
origine questo tempio era chiamato Handeumjeol, dal nome originale della
montagna, Mount Handeum. Alla fine furono usati i caratteri cinesi,
che lo portarono a chiamarlo Daedum, e da lì il nome cambiò di nuovo
in Daeheungsa. Il nome della montagna fu successivamente cambiato
in Mount Duryun.
Daeheungsa
ricevette poca attenzione fino al 1592, quando Seosan Daesa (monaco)
organizzò e addestrò un esercito di guerriglieri di 5.000 monaci nel
tempio, per aiutare a difendere il popolo coreano durante la guerra di
Imjin (invasioni giapponesi).
Daeheungsa
è molto famosa per la lunga passerella all'ingresso che si snoda
attraverso una bellissima foresta ai piedi del monte Duryun.
All'interno
di Cheonbuljeon (Sala dei Mille Buddha) si possono vedere 1.000 statue
di Buddha sorridenti. I piccoli Buddha rappresentano il Buddha che
è onnipresente in qualsiasi momento nel passato, presente e futuro e
che chiunque può essere un Buddha in qualsiasi momento e luogo. I
registri indicano che Cheonbuljeon fu bruciata nel 1811 e ricostruita
nel 1813.
Il
tempio è conosciuto come un centro storico della cultura del tè
coreana.

Daeheungsabungmireugammaaeyeoraejwasang (Buddha
Maitreya seduto nella roccia del nord del tempio di Daeheung) è un
Buddha di roccia scavato in una grande parete naturale di roccia, che si
ritiene risalga ai primi anni della dinastia Goryeo (918-1392),
basato sulla scultura complessiva stile e tra l'altro la parte inferiore
del corpo è sproporzionata rispetto alla parte superiore più grande.
Il mudra,
o gesto simbolico della mano, è quello di espellere i diavoli. La
veste è legata sulla spalla sinistra, cosa piuttosto rara. Una
caratteristica distintiva di questa statua del Buddha è il beobeui
(abito sacerdotale), tipico di quest'epoca. Le mani sembrano deboli
e la forma delle gambe è molto strana.
La pagoda
di pietra a tre piani di Daeheungsa è una pagoda di pietra
alta 4,3 metri/14,1 piedi tipica del periodo della dinastia Silla che
si trova di fronte a Eungjinjeon (sala). Questa pagoda è molto
ordinata ed elegante nella sua costruzione.
Lo stupa
di Seosan Dasae di Daeheungasa è il reliquiario per conservare
la sarira (oggetti a forma di perle o cristalli che si presume
si trovino tra le ceneri cremate dei maestri spirituali buddisti) del
monaco Seosan Dasae. È famoso come il monaco che guidò un
esercito che sconfisse le forze d'invasione giapponesi. Si ritiene
che questo stupa alto 2,6 metri/8,5 piedi sia stato
eretto nel 1648.
Pag.
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