Sansa, monasteri buddhisti di montagna in Corea
(Corea del Sud)

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2018

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Tempio Bongjeongsa

Precedentemente conosciuto come tempio Gyeonseongsa, il tempio di Bongeunsa si trova a nord del palazzo COEX, ed è stato costruito nel 10° anno del regno di Shilla dal Re Weongseong (794) dal monaco Yeon-hoe. Originariamente situato vicino al mausoleo Reale, il tempio è stato trasferito nella sede attuale durante il regno di re Joseon Myeongjong.

A causa della politica repressiva attuata durante la dinastia Chosun nel XV secolo, molti templi buddisti furono smantellati e il loro numero totale fu ridotto a 242. Nonostante ciò il tempio venne fortunatamente ricostruito nel 1498, con il patrocinio della regina Munjeong, che permise al buddismo di rivivere e prosperare per un breve periodo. Grazie a questa politica, Bongeunsa divenne persino il tempio principale della setta buddista coreana Seon dal 1551 al 1936.

Nel 1548 il monaco Bo-wu venne nominato capo del tempio dalla regina Munjeong, ma fu ucciso poco dopo dalle fazioni anti- buddiste che nel frattempo avevano riacquistato potere in Corea.

Nel corso del tempio, Bongeunsa ha subito molte ristrutturazioni, che lo hanno portato ad essere il tempio che è oggi.

Nel 1850 Namho Yeoungki Sunim ha portato nuova energia al tempio, completando i 3.438 fogli del Sutra Abatamsaka.

Negli ultimi anni, Chongho Sunim e Yeongam Sunim si sono adoperati per ristrutturare il tempio e far si che esso possa diventare un luogo di utilità sociale e diffusione dei valori buddisti.

Nel 1902 Bongeunsa è stato designato come uno dei 14 grandi templi della Corea. Durante l’occupazione giapponese il tempio divenne il quartier generale di 80 piccoli templi buddisti vicino a Seoul . Nel 1922 e nel 1929 , il capo monaco Cheong-ho salvò oltre 700 persone dall’annegamento nel fiume Ha , un atto che gli procurò enormi riconoscimenti.

Nel 1939 un incendio distrusse gran parte degli edifici, mentre altre parti andarono distrutte durante la guerra di Corea. Fortunatamente, una delle pochissime sale che si è salvata dalla distruzione riporta ancora le incisioni xilografiche del Flower Garland Sutra , completato nel 1855 dal monaco Young- ki.

Il tempio è una delle mete turistiche più amati da coloro che si recano in visita a Seoul e offre inoltre un programma speciale pensato per coloro che desiderano sperimentare per un giorno la vita del monaco buddista.

All’interno del tempio sono conservate 3479 scritture buddiste di 13 tipi, comprese le opere di Kim Jeong-hee.

Ogni 9 settembre del calendario lunare, si svolge la cerimonia buddista chiamata Jeongdaebulsa, durante la quale i monaci sfilano sostenendo sul loro capo le scritture e recitando il Beopseongge, un rito buddisti.

Bongeunsa è uno dei più tradizionali templi buddisti di tutta la Corea e rappresenta l’aspirazione a diffondere e far si che il buddismo possa prosperare il Corea.

Di fronte al cancello principale si trova un piccolo monumento in pietra che reca la scritta Seongkwa – pyung’on, che indica che proprio in quel luogo si è svolto l’Esame Buddista Nazionale dal 1552 al 1564. Questo luogo ha un significato importante nella storia del buddismo coreano: attraverso questo esame furono selezionati molti maestri buddisti, grazie al cui sforzo il tempio è ancora oggi vivo e attivo.

Nel corso della sua storia millenaria Bongeunsa ha raccolto molti tesori. Ad esempio, il Koryŏ Cheongdongrueunhyangno, un bruciatore di incenso in bronzo, è stato designato come tesoro della Corea. Un altro tesoro riguarda un’opera calligrafica presente nella Sala Panjeon, eseguita dal famoso calligrafo della dinastia Joseon Kim Jeong-hui, da questi realizzata tre giorni prima della sua morte, e particolarmente apprezzata per la sua purezza e semplicità. La sala Panjeon è una delle poche a non essere stata distrutta dal grande incendio del 1939 e al suo interno custodisce inoltre pregevoli incisioni xilografiche di sutra buddisti.

Tempio Beopjusa

Il tempio Pŏpchusa, situato sul monte Songnisan nella regione Ch'ungch'ŏng-pukto, fu fondato nel 553, 24 anni dopo che il buddismo fu introdotto nel regno di Silla (57 a.C. - 935 d.C.).

Nell'anno 720, durante il regno del re Sŏngdŏk, Pŏpchusa subì un importante rifacimento, di cui sono testimonianza la maggior parte dei monumenti di pietra giunti fino a noi. Da allora in poi, il tempio ha subìto molti rinnovamenti e riparazioni. La maggior parte delle attuali strutture in legno furono costruite nell'ultima parte del periodo Chosŏn (1392-1910).

Gli antichi testi Tongguk yŏji sŭngnam e Chosŏn pulgyo t'ongsa contengono la storia che segue circa la fondazione del tempio Pŏpchusa.

Nel 553, 14º anno di regno del re Chinhŭng di Silla, un monaco buddista chiamato Ŭisin, dopo aver studiato in India, tornò in patria con un carico di scritture buddiste trasportate da un mulo bianco. Non appena tornato, però, il monaco si mise di nuovo in marcia alla ricerca di un luogo adatto per costruire un tempio dove egli intendeva istruire dei giovani studiosi. Un giorno, quando Ŭisin e il suo mulo raggiunsero il luogo dove ora si trova il tempio Pŏpchusa, il mulo si fermò all'improvviso e cominciò a ragliare.

Con una strana sensazione, il monaco si guardò attorno ammirando il bel paesaggio del monte Songnisan. Rendendosi conto che questo era il posto perfetto per un tempio, vi costruì Pŏpchusa. Il nome significa “tempio dove si sono fermate le scritture buddiste”.

A Pŏpchusa si trova un certo numero di proprietà culturali nazionali, fra cui la pagoda P'alsangjŏn, tesoro nazionale numero 55, la lanterna in pietra con una coppia di leoni Ssangsa sŏktŭng, tesoro nazionale numero 5, il bacino per l'acqua Sŏngnyŏnji, tesoro nazionale numero 64, la lanterna di pietra Sach'ŏnwang sŏktŭng, tesoro numero 15, e la figura del Budda Maae yŏraeŭisang, tesoro numero 216.

Vi sono anche proprietà culturali locali come la sala Wŏnt'ong pojŏn, la pagoda Sejon sarit'ap, il portale Sach'ŏnwangmun, la statua Huigyŏn posalsang, il tempietto Pokch'ŏnam e la statua Suam hwasang.

La pagoda P'alsangjŏn, una pagoda di legno a cinque piani, è una preziosa proprietà culturale dal momento che è l'unica pagoda in legno esistente in Corea da quando la pagoda in legno a tre piani del tempio Ssangyongsa fu distrutta da un incendio nel 1984.

Costruita quando Ŭisin stabilì il tempio durante il regno del re Chinhŭng, fu riparata nel 776. Incendiata durante l'invasione giapponese del 1597, fu restaurata nel 1605. Alta 22,7 metri, questa è la pagoda più alta della Corea.

Ssangsa sŏktŭng, una delle più belle lanterne di pietra pervenuteci dal regno di Silla, si pensa che sia stata creata nel 720, 19º anno di regno del re Sŏngdŏk. L'uso dei leoni si trova di frequente nell'arte buddista proveniente dal periodo dei Tre Regni (57 a.C. - 668 d.C.). Tuttavia la scultura dei leoni della lanterna Ssangsa sŏktŭng è di gran lunga il più notevole esempio di resti in pietra con motivi di leoni. La lanterna è unica in quanto, in questo caso, la lucerna è sorretta da due leoni invece che da una colonna come si trova di solito nelle altre lanterne di pietra. Inoltre la lucerna e la pietra sovrastante che le fa da tetto sono più grandi di quelle delle altre.

D'altronde, l'altra lanterna in pietra, la Sach'ŏnwang sŏktŭng, segue il tipico stile ottagonale delle lanterne in pietra del periodo Silla. Date le tecniche di scultura impiegate, si ritiene che questa lanterna sia stata creata quando il tempio Pŏpchusa venne riparato durante il regno del re Hyegong.

Costruito nell'ottavo secolo durante il periodo di Silla Unificato, il bacino a forma di loto Sŏngnyŏnji è un capolavoro artistico. Un sostegno a tre piani su un piedestallo ottagonale sostiene il bacino che è scolpito a immagine di un bocciolo di loto mezzo aperto. Il piedestallo che costituisce il gambo del fior di loto è inciso con disegni a forma di nuvole per dare l'impressione che il bacino sia un fiore di loto che galleggia sulle nuvole.

Sull'orlo del bacino sono scolpiti piccoli fiori di loto e nel mezzo ve ne sono di più grandi. Lo stile architetturale complessivo è unico, ma la forma del corto pilastro che costituisce il piedestallo è simile a quello dei pilastri della balaustra della pagoda Tabot'ap del tempio Pulguksa. Questo bacino per l'acqua a immagine di un bocciolo di loto è uno dei resti storici rappresentativi della Corea.

La figura chiamata Maae yŏraesang è un'immagine del Budda seduto alta 6 metri incisa su una roccia. La scultura è rara in quanto il Budda, che è Maitreya il Budda del futuro, è seduto su una sedia. 

Assieme a Ksitigarbha, il Bodhisattva degli inferi inciso sulla roccia adiacente, questa scultura dimostra la natura del tempio Pŏpchusa.

Il volto tondeggiante del Budda, il sorriso gentile, il naso lungo e grande, le sopracciglia rotonde, le evidenti palpebre superiori, le spesse labbra strettamente chiuse, le lunghe orecchie e le tre pieghe orizzontali sul collo sono tutte caratteristiche delle immagini del Budda scolpite sulla roccia nei primi tempi del regno di Koryŏ (918-1392).

Il Budda ha un giro vita stretto in modo inusuale, se confrontato con le ampie spalle, e il vestito scende dalla spalla sinistra sul petto e fra le gambe, formando morbide curve.

Pŏpchusa è costituito da 30 edifici, fra cui 8 padiglioni, 5 grandi sale di preghiera e 3 monasteri. Il santuario principale, Taeung pojŏn, tesoro numero 915, è uno dei tre più grandi santuari buddisti della Corea. La sala di preghiera contiene le immagini di tre Budda. L'idea di una triade di Budda ha origine dal buddismo Mahayana e si riferisce ai tre corpi di Sakyamuni, il Budda storico: il corpo del Budda dopo aver praticato l'ascetismo, il corpo di Sakyamuni rinato nelle scritture buddiste dopo essere entrato nel nirvana, e il corpo di Sakyamuni quale è rivelato in varie apparizioni per la salvezza dell'umanità.

Oggi il tempio Pŏpchusa sta cercando di attirare un maggior numero di visitatori ospitando vari festival culturali. Questi comprendono Il Festival Songnisan, che si tiene nel quarto mese lunare, e il Festival degli aceri di Songnisan per il canto e la danza, che si tiene in ottobre.

Tempio Magoksa

Magoksa è il tempio principale dell'Ordine Jogye del buddismo coreano a Gongju e si trova sul versante orientale di Taehwasan, su un'ansa nel torrente Taegeukcheon.

Il tempio Magoksa fu fondato nel 640 dal maestro Vinaya Jajang Yulsa, che costruì anche il tempio Tongdosa al suo ritorno dalla Cina. La regina Seondeok di Silla gli diede quindi 200 gyeol (un'antica misura di terra stimata in circa 6.800 metri quadrati) di terreno su cui costruì una pagoda di mattoni e il tempio Magoksa. 

Il nome "Magoksa" (letteralmente "Tempio della Valle della Canapa") ha avuto origine con Bocheol Hwasang, un monaco che visse lì in seguito, perché il modo in cui molte persone si riunivano per ascoltare i suoi discorsi di Dharma gli ricordavano gli steli di canapa strettamente ammassati tra loro.

Il tempio di Magoksa fu chiuso durante il turbolento periodo di transizione tra la dinastia Goryeo e la dinastia Joseon. Da allora il tempio divenne un covo di ladri per circa 200 anni. Infine, nel 1172, Jinul (anche Chinul o Bojo Guksa) scacciò i ladri e rinnovò il tempio con l'aiuto del suo discepolo Su-u. Il re Sejo di Joseon visitò il tempio e scrisse personalmente la targa per la Yeongsanjeon Hall. Il re, inoltre, lasciò anche il palanchino con cui si era recato al tempio di Magoksa.

Durante l'invasione giapponese (1592-1597), la maggior parte degli edifici del tempio furono bruciati. Nel 1651 furono ricostruiti alcuni edifici, Daeungjeon, Yeongsanjeon e Daejeok-gwangjeon. 

Durante il periodo dell'impero coreano (1897-1910), Kim Gu giunse al tempio Magoksa dopo essere fuggito dalla prigione di Incheon e visse temporaneamente una vita monastica sotto il nome di Dharma Wonjong. Kim Gu era stato imprigionato dopo aver ucciso un ufficiale militare giapponese che aveva cospirato con gli assassini dell'imperatrice Myeongseong. Si dice che l'albero di ginepro che cresce davanti alla Daegwang-bojeon Hall sia stato piantato dallo stesso Kim Gu. 

Tempio Seonamsa

Il tempio di Seonam, o Seonamsa , è un tempio buddista coreano sul versante orientale, all'estremità occidentale del Parco provinciale di Jogyesan, nel distretto settentrionale di Seungjumyeon della città di Suncheon. Appartiene all'Ordine Taego anche se l'Ordine Jogye ne rivendica il possesso. 

A circa 1 chilometro dall'ingresso, verso il parco principale del tempio, compaiono due ponti a forma di arcobaleno; il secondo, il più grande, è il ponte Seungseon. Appena oltre il ponte Seungseon c'è il Gangseon Pavilion, oltre il quale si trova un piccolo stagno di forma ovale chiamato Samindang. All'interno dello stagno c'è un piccolo isolotto con un sempreverde, che crea un ambiente attraente.

Proseguendo si trova la Porta di Ilju, oltre la quale emergono i vari edifici del tempio. Le grandi travi degli edifici principali del tempio sono impressionanti, si fondono elegantemente con le montagne Jogye circostanti e si armonizzano con la natura che li circonda.

Un sentiero a sinistra del tempio di Seonam conduce a Maaeburi, una scultura alta 17 metri incisa su una roccia. Seonamsa è bella tutto l'anno, soprattutto in primavera quando tutti i fiori sono sbocciati, così come in autunno con tutti i colori autunnali.

La leggenda narra che nel 529 il monaco missionario costruì un eremo in questo sito sul versante orientale di Jogyesan e lo chiamò Biroam. 350 anni dopo, nell'861, Doseon costruì qui un grande tempio e lo chiamò Seonamsa. Seonamsa ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del Buddismo Seon.

Durante le invasioni giapponesi della Corea (1592-98), molti degli edifici di Seonamsa furono distrutti, insieme a gran parte del paese. Il restauro è avvenuto dopo la guerra e dal 1992 è in corso un nuovo piano per riportare il tempio alla configurazione originale dell'XI secolo. 

Seungseon Bridge, è un ponte in pietra di granito costruito con una configurazione ad arco semicircolare lungo 14 metri e largo 3,5 metri.

Il monaco Hoan costruì questo ponte nell'era Joseon per un periodo di sei anni a partire dal 1713. Seungseongyo è considerato tra i più belli dei vecchi ponti di pietra in Corea.

La scultura sporgente di una testa di drago sotto la sezione centrale del ponte, rivolta a monte, ha lo scopo di allontanare gli spiriti maligni. L'arco del ponte proietta un magico riflesso nel ruscello sottostante con l'immagine del Gangseonru (padiglione) che fa capolino al di sotto, a breve distanza. Poiché questo incantevole ponte si fonde così bene con la vallata sottostante, viene spesso utilizzato come location per le riprese di film e programmi TV.

Iljumun è il primo cancello all'ingresso di molti templi buddisti coreani. Chiamato "Porta a un pilastro", perché visto di lato il cancello sembra essere sostenuto da un unico pilastro. Questo simboleggia l'unico vero sentiero di illuminazione che sostiene il mondo. È il confine tra il tempio buddista e la vita mondana di un essere umano. Il cancello simboleggia la purificazione rituale e bisogna abbandonare tutti i propri desideri mondani prima di entrare nel tempio.

L'Iljumun di Seonamsa risale alla dinastia Joseon. Secondo i documenti del "Messaggio per la cerimonia di innalzamento della struttura della Porta Jogye", l'originale Seonamsa Iljumun fu distrutta da un incendio e restaurata nel 1540. È stato anche registrato che la porta fu nuovamente distrutta durante l' invasione Qing della battaglia di Joseon e ricostruita nel 1719.

L'Iljumun di Seonamsa si armonizza con la foresta vicina, irradiando una morbida eleganza. I muri si estendono da entrambi i lati dell'ingresso e davanti sono disposti gradini in pietra. La sua elaborata lavorazione del legno lo rende straordinariamente magnifico. 

Wontongjeon è il luogo in cui è custodita la dea buddista della misericordia. Il nome "Wontong" significa "juwon-yungtong" ("La verità è onnipresente e attraversa tutto").

Il Wontongjeon di Seonamsa fu costruito nel 1660. Questa struttura è molto diversa dal Wontongjeon che si trova in altri templi buddisti coreani perché ha tre sezioni. L'una sezione nella parte anteriore e le due sezioni sui lati, formano la forma di una "T". Si verificarono due restauri, uno nel 1698 e di nuovo nel 1824.

All'interno di Wontongjeon c'è una tavoletta che recita "Daebokjeon" (Sala della Grande Fortuna), scritta personalmente dal re Jeongjo (1752-1800). Il re aveva chiesto al sommo sacerdote Nuram di Seonamsa di offrire una preghiera per un erede maschio, per 100 giorni. La preghiera fu esaudita con la nascita del figlio del re, Sunjo (1790-1834). In segno di gratitudine, il re ha assegnato al tempio questa tavoletta di sua mano.

La Mahavira Hall (Main Hall) è il fulcro del tempio, che custodisce Gautama Buddha. Sui lati est e ovest del cortile di fronte alla Mahavira Hall si trovano un paio di pagode in pietra a tre piani di quasi le stesse dimensioni e design. Queste pagode di pietra furono erette nello stesso anno.

Le pagode di Seonamsa sono tipiche delle pagode di pietra dell'era di Silla, del IX secolo, che custodiscono śarīra (oggetti a forma di perle o cristalli simili a perle che si presume si trovino tra le ceneri cremate dei maestri spirituali). 

Il corpo principale delle pagode e le pietre del tetto sono tagliate da un unico pezzo di pietra. Il doppio stilobate ha tre pilastri scolpiti a rilievo. Ogni lato del corpo principale è scolpito con due semplici pilastri in rilievo. Le pietre del tetto sono piatte e larghe su supporti a quattro strati con angoli sollevati.

Palsangjeon (Hall of Eight Pictures) è una sala di culto trovata in un complesso di templi buddisti coreani che contiene il "Palsang", la serie di murales dipinti raffiguranti le otto fasi della vita del Buddha storico, Sakyamuni.

Il Palsangjeon di Seonamsa ha cinque sezioni di fronte e tre di lato. La sala è costruita in uno stile che ha le mensole solo su colonne e un tetto a capanna. I documenti indicano che la sala è stata costruita prima del XVIII secolo ed è stata restaurata due volte, una nel 1704 e un'altra nel 1707.

Gakhwangjeon, noto anche come Jangyukjeon, ha una targa davanti che identifica il "gakhwang" come Sakyamuni, che è "due volte più alto delle persone che hanno un'altezza media".

Non si sa quando la sala fu costruita per la prima volta, ma fu rinnovata nell'861 dal monaco Daegak. Gakhwangjeon fu distrutto durante la guerra di Imjinwaeran e ricostruito nel 1660. I lavori di ristrutturazione avvennero nel 1760 e di nuovo nel 1801.

Gakhwangjeon è una piccola sala con un'area nella parte anteriore e un'altra sul lato. Le fondamenta sono in pietra e grandi pietre angolari sostengono le colonne dell'edificio. Il tetto è a capanna con doppia gronda con tre mensole incastonate tra le colonne.  

Monumento alla Restaurazione di Seonamsa - La maggior parte di Seonamsa fu distrutta durante le invasioni giapponesi della Corea (1592-98). Questo monumento fu eretto nel 1707 per commemorare la restaurazione di Seonamsa guidata dal monaco Yakhyu.

Il monumento ha una base a forma di tartaruga con il corpo e la testa della base con gli abbellimenti di un drago. Questo monumento è tipico di quelli dell'era Joseon ed è considerato uno dei migliori esempi di quello stile. Il monumento misura 5 metri (16 piedi), 1,25 metri (4 piedi 1 pollici) di larghezza e 0,3 metri (1 piede 0 pollici) di profondità.

L'iscrizione sul monumento la recita; "Il Tempio di Seonam, distrutto da un incendio durante la seconda invasione giapponese, è stato restaurato dal monaco Yakhyu e altri".

I Seonam mae s, che potevano contare circa 50 alberi, vivono lungo la strada recintata che conduce a Unsouam (eremo).

In assenza di documentii, l'età esatta degli alberi è sconosciuta. Tuttavia, secondo le testimonianze del tempio, gli alberi furono piantati, insieme al Wasong (il pino sdraiato) davanti al Cheonbuljeon (sala), circa 600 anni fa.

Questi alberi di Mume bianchi di Seonam, nella parte posteriore di Wontongjeon (sala) e lungo la strada di recinzione, sono noti per essere i più preziosi alberi di Mume.  

Appena passato il Gangseon Pavilion e prima di raggiungere Ilju Gate c'è un piccolo stagno ovale chiamato Samindang, "lo stagno dei tre segni". Al centro dello stagno c'è un piccolo isolotto ricoperto di vegetazione. Secondo i documenti storici di Seonamsa, Samindang fu creato dal monaco Doseon nell'862.

Una targa presso lo stagno recita: "i tre segni rappresentano gli ideali buddisti: 'Tutto cambia e non c'è essere. Quando le persone se ne rendono conto, entrano nel nirvana '".  

Seonamsa ha un campo di tè selvatico che copre un'area di oltre 18 chilometri quadrati. Ci sono piante di tè che hanno dai 300 ai 400 anni. Fertilizzanti o prodotti chimici non sono mai stati usati. Il campo del tè è stato mantenuto nel suo stato naturale nel corso degli anni.

I monaci raccolgono a mano il raccolto modesto che inizia ad aprile. A causa della ricca fragranza dolce delle foglie di tè, il tè ha un prezzo elevato. La leggenda narra che molto tempo fa le madri che mandavano le loro figlie a sposarsi regalavano loro un pacchetto di questi semi di tè come profumo.

I bacini in pietra di Seonamsa forniscono acqua al tempio utilizzando quattro bacini, uno quadrato e tre circolari. I bacini di pietra sono collegati in sequenza da tubi di bambù .

I quattro bacini hanno una funzione diversa in base all'ordine di scorrimento dell'acqua. Il primo bacino è per l'acqua da offrire al Buddha, il secondo fornisce acqua per pulire il cibo per il Buddha, il terzo è per l'uso da parte degli umani e il quarto bacino è per tutti gli altri scopi.  

Tempio Daeheungsa

Daeheungsa, o Daedunsa , è un tempio principale dell'Ordine Jogye del buddismo coreano . Daeheungsa si trova sulle pendici del Duryunsan (Monte Duryun) nel comune di Samsan, contea di Haenam, nella provincia di Jeollanam-do vicino al limite meridionale della Corea del Sud.  

Si ritiene che Daeheungsa risalga al periodo dei Tre Regni (IV-IX secolo d.C.), sebbene non sia sopravvissuta alcuna traccia esatta della sua fondazione, alcuni pensano che Daeheungsa sia stata fondata da Adohwasang (monaco) nel 514.

In origine questo tempio era chiamato Handeumjeol, dal nome originale della montagna, Mount Handeum. Alla fine furono usati i caratteri cinesi, che lo portarono a chiamarlo Daedum, e da lì il nome cambiò di nuovo in Daeheungsa. Il nome della montagna fu successivamente cambiato in Mount Duryun. 

Daeheungsa ricevette poca attenzione fino al 1592, quando Seosan Daesa (monaco) organizzò e addestrò un esercito di guerriglieri di 5.000 monaci nel tempio, per aiutare a difendere il popolo coreano durante la guerra di Imjin (invasioni giapponesi).

Daeheungsa è molto famosa per la lunga passerella all'ingresso che si snoda attraverso una bellissima foresta ai piedi del monte Duryun.

All'interno di Cheonbuljeon (Sala dei Mille Buddha) si possono vedere 1.000 statue di Buddha sorridenti. I piccoli Buddha rappresentano il Buddha che è onnipresente in qualsiasi momento nel passato, presente e futuro e che chiunque può essere un Buddha in qualsiasi momento e luogo. I registri indicano che Cheonbuljeon fu bruciata nel 1811 e ricostruita nel 1813.

Il tempio è conosciuto come un centro storico della cultura del tè coreana.

Daeheungsabungmireugammaaeyeoraejwasang (Buddha Maitreya seduto nella roccia del nord del tempio di Daeheung) è un Buddha di roccia scavato in una grande parete naturale di roccia, che si ritiene risalga ai primi anni della dinastia Goryeo (918-1392), basato sulla scultura complessiva stile e tra l'altro la parte inferiore del corpo è sproporzionata rispetto alla parte superiore più grande.

Il mudra, o gesto simbolico della mano, è quello di espellere i diavoli. La veste è legata sulla spalla sinistra, cosa piuttosto rara. Una caratteristica distintiva di questa statua del Buddha è il beobeui (abito sacerdotale), tipico di quest'epoca. Le mani sembrano deboli e la forma delle gambe è molto strana.  

La pagoda di pietra a tre piani di Daeheungsa è una pagoda di pietra alta 4,3 metri/14,1 piedi tipica del periodo della dinastia Silla che si trova di fronte a Eungjinjeon (sala). Questa pagoda è molto ordinata ed elegante nella sua costruzione.  

Lo stupa di Seosan Dasae di Daeheungasa è il reliquiario per conservare la sarira (oggetti a forma di perle o cristalli che si presume si trovino tra le ceneri cremate dei maestri spirituali buddisti) del monaco Seosan Dasae. È famoso come il monaco che guidò un esercito che sconfisse le forze d'invasione giapponesi. Si ritiene che questo stupa alto 2,6 metri/8,5 piedi sia stato eretto nel 1648.  

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