Albertina
Sullo
sperone di uno degli antichi
bastioni della città si
trova il palazzo che
contiene una collezione di
arte grafica davvero unica
al mondo, dal Medioevo ai
giorni nostri.
L'edificio
risale al 1781,
ma fu ampliato dal 1801 al
1804 da Louis von Montoyen
per l'arciduca Albrecht von
Sachsen-Teschen, genero di
Maria Teresa.
Gli
acquerelli, le incisioni e i
disegni formano la celebre
Collezione grafica
(Graphische Sammlung)
suddivisa in 4 punti di
riferimento tematico: Antichi
maestri, Arte del XIX
secolo, Arte contemporanea,
Fotografia.
I
pezzi più famosi della
collezione sono le opere
grafiche del Dürer (la più
vasta raccolta al mondo),
Cranach il Vecchio,
Brueghel, Beato Angelico,
Leonardo, Michelangelo,
Raffaello, Tiziano, Rubens,
Klimt, Matisse, Picasso,
Chagall, Schiele e Kubin.
Si segnalano i 18 ambienti
di rappresentanza di epoca
asburgica come il Salone
delle Muse con grandi statue
del ‘700, opera di Josef
Klieber, e le toilette in
stile Luigi XIV arredate con
mobili originali. Nei
sotterranei sono ospitati la
libreria, laboratori di
restauro e un centro di
ricerca.
L’edificio è stato
intensamente restauro,
restituendo così
all’Albertina l’antico
fascino come il colore
albicocca del palazzo e
usando per gli ambienti
d’onore tappezzerie di una
seteria italiana che ha
tessuto secondo i campioni
originali. Sono stati
inoltre inseriti elementi
architettonici moderni per
rinnovare gli spazi
espositivi e migliorare
l’accesso alla sale.
Sulla
terrazza è posta la statua equestre di un altro
Albrecht
di Teschen: il vincitore
delle truppe italiane a
Custoza durante la III
guerra d'indipendenza e
praticamente l'ultimo dei
grandi capi militari che la
dinastia degli Asburgo abbia
avuto.
Sullo
sperone di sostegno della
terrazza è addossata la neo-barocca
Fontana del Danubio
(Danubius-Brunnen),
costruita nel 1869 da Moritz
von Lòhr con statue
allegoriche di Johann
Meixner, fra cui quella che
rappresenta il fiume Danubio
con la protetta Vindobona.

Chiesa
degli Agostiniani
(Augustinerkirche)
Notevoli
restauri hanno purtroppo
snaturato il carattere
originariamente gotico di
questa chiesa, per lungo tempo
parrocchia di corte e sede di
numerose cerimonie. Costruita
fra il 1330 e il 1339 su
progetto di Dietrich Ladtner
von Pirn come chiesa del
monastero degli Agostiniani,
subì
la stratificazione di numerose
decorazioni, tanto che alla
fine del Settecento ben poco
aveva a che fare con l'austero
spirito di un ordine
mendicante. Fu allora che un
intervento di Ferdinand von
Hohenberg (1784-1785) la
spogliò della decorazione
barocca restituendole, almeno
in parte, la semplicità
primitiva.
Tra
le cerimonie che vi si
svolsero, tralasciando i
numerosi funerali, fra cui
quello dell'imperatore
Francesco Giuseppe I, possiamo
ricordare i famosi matrimoni
di Maria Teresa e Francesco
Stefano di Lorena (1736); di
Maria Antonietta e Luigi XVI,
celebrato per procura nel
1770; di Maria Luisa e
Napoleone, rappresentato per
procura dall'ex nemico
arciduca Carlo (1810); di
Francesco Giuseppe I ed
Elisabetta di Wittelsbach
(1854) ed, infine, quello di
Rodolfo con Stefania del
Belgio (1881).
Ha
una struttura gotica, a cui fu
aggiunta la torre neogotica
alla metà del 1800. L'interno
a tre navate è molto semplice
e spoglio con alti pilastri.
Nella navata destra della
chiesa c'è la Loretokapelle,
la Cappella dei Lorena.
Dietro
all'altare c'è la famosa
Cripta dei cuori. In 54 urne
d'argento sono conservati i
cuori degli Asburgo morti fino
al 1864. Con una scelta un po'
macabra, i cuori venivano
conservati qui mentre i corpi
venivano portati nella Cripta
dei Cappuccini.
Sempre
dalla navata destra si accede
alla cappella gotica di San
Giorgio costruita nel 1337.
Qui si incontravano un tempo i
Cavalieri di San Giorgio.
Oltre
ad essere un luogo storico per
le dinastie asburgiche, la
Chiesa degli Agostiniani è da
sempre un tempio della musica
classica europea. I due organi
ospitati dalla chiesa, furono
usati da Franz Schubert per la
sua messa in Fa Maggiore e da
Anton Bruckner per la prima
mondiale della sua messa in Fa
Minore. Una tradizione che non
si è mai fermata: ancora
oggi, la Chiesa degli
Agostiniani ha un ricchissimo
calendario di concerti.

Il
monumento più
importante della chiesa è la
tomba dell'arciduchessa Maria
Cristina, moglie del duca
Albrecht von Sachsen-Teschen e
figlia di Maria Teresa, che
Antonio Canova eresse fra il
1797 e il 1805. Semplice, di
contenuta malinconia e di
sereno dolore, esprime il
meglio dello stile neoclassico
del grande scultore italiano:
in una bianca piramide in
marmo di Carrara, entrano in
mesto pellegrinaggio la Virtù,
la Felicità e la Carità.
A
fianco della chiesa fu
costruita nel 1634 la Cripta
dei cuori (Herzgruft), che
custodisce in 54 urne i cuori
di altrettanti personaggi
della casa imperiale.
Ballhausplatz
Su
questa piazza, il cui nome
deriva dalla sala imperiale in
cui si svolgeva un gioco di
palla, si affacciano oltre
all'Amalientrakt due dei più
importanti edifici
amministrativi dello Stato:
l'antica Geheime Hofkanzlei,
che ospita il Bundeskanzleramt
(Cancelleria Federale), e la
residenza del Presidente della
Repubblica Federale, che si
trova nel lato breve del
Leopoldinischertrakt (l'Ala
Leopoldina).
L'edificio
della Cancelleria fu eretto
nel 1717-1719 su progetto di
Johann Lukas von Hildebrandt e
successivamente (1766)
trasformato da Nikolaus
Pacassi. Nel corso degli anni,
utilizzando gli spazi resi
liberi dalla demolizione degli
edifici conventuali dei Frati
Minori, vi si apportarono
aggiunte fino ad arrivare al
blocco odierno che occupa -
con l'Archivio di Stato -
tutto un isolato. In questo
palazzo lavorarono grandi
statisti come Kaunitz e
Metternich, vi si tennero
storiche riunioni in occasione
del Congresso di Vienna
(1814-1815), vi fu assassinato
nel 1934 il cancelliere
Dollfuss.

Heldenplatz
La
grandiosa Piazza degli Eroi
(Heldenplatz), una volta
suggestivo scenario di
imponenti parate, fu creata
per volontà
di Francesco Giuseppe I, che
fece abbattere il bastione
delle antiche fortificazioni
davanti all'Ala Leopoldina per
realizzare un Kaiserforum -
Foro imperiale - come
ampliamento della Hofburg. Il
progetto, affidato a Gottfried
Semper, prevedeva due ali ad
emiciclo che, partendo dal
blocco della Hofburg, si
spingevano fino al Ring,
allora in via di
realizzazione. Due grandi
statue completavano l'insieme,
che prevedeva anche
l'utilizzazione di un portale
costruito al tempo di
Francesco I.
Tuttavia
la complessità, l'alto costo
della realizzazione e la
caduta dell'Impero asburgico
ne impedirono l'ultimazione:
l'ala ovest non venne mai
realizzata. I lavori di
costruzione della Nuova
Hofburg (Neue Hofburg)
iniziarono nel 1881, sotto la
direzione di Semper e di Cari
Hasenauer e furono portati a
compimento da Friedrich
Ohmann, Emil Fòrster e Ludwig
Baumann nel 1913.

La
facciata sul lato della
Heldenplatz è formata da un
alto zoccolo a bugnato aperto
da finestroni ad arcate che si
alternano a statue rievocanti
la storia dell'Austria, e al
di sopra del quale si imposta
l'alta loggia di colonne
binate. La monumentalità,
l'imponenza di tutta quanta la
costruzione è aumentata dalla
vastità della piazza, oggi
coperta da aiuole.
Dominano
lo spazio aperto le due
bronzee statue equestri
dell'Arciduca Carlo,
avversario di Napoleone ad
Aspern e a Wagram, eretta ad
ovest da Anton Dominik
Fernkorn nel 1859, e quella di
Eugenio di Savoia, vittorioso
sui Turchi, ad est, opera del
1865 dello stesso scultore.
Del loro autore, Anton
Fernkorn, i viennesi dicono
che si uccise perché, dopo
essere riuscito a costruire il
cavallo dell'arciduca che si
impenna mediante l'unico
sostegno delle zampe
posteriori, non riuscì ad
ottenere lo stesso risultato
con il cavallo del principe
Eugenio e dovette farlo
appoggiare sulla pesante e
fluente coda. Ma è solamente
una leggenda che gli abitanti
di Vienna amano raccontare al
turista curioso ed avido di
notizie. Probabilmente fu lo
stesso artista che volle i due
cavalli diversi per dar prova
della propria abilità nei due
monumenti che si fronteggiano.
Nella
Neue Hofburg sono ospitati
alcuni importanti musei: la
Waffensammlung, raccolta di
armi, la
Musikinstrumentensammlung,
raccolta di strumenti musicali
(secoli XVI-XIX), il Museo di
Efeso, con i rilievi
provenienti dal Mausoleo di
Lucio Verus, e il Museo
Etnografico.
Il
nucleo più cospicuo del Museo Waffensammlung è costituito dalla collezione di armi
dell'arciduca Ferdinando del
Tirolo che aveva raccolto nel
suo castello di Ambras nel
Cinquecento. Appassionato
collezionista di cose preziose
di ogni genere, ma soprattutto
interessato alle armi,
l'arciduca utilizzava due
segretari, per organizzare le
ricerche dei numerosi agenti
incaricati di reperire gli
oggetti. Così oggi ci resta
un voluminoso carteggio che
documenta le richieste, le
pressioni, le lusinghe
esercitate da Ferdinando, per
ottenere armi ed armature
appartenute a regali
personaggi o ad illustri
condottieri. In tal modo è
stato possibile attribuire
quasi ogni pezzo della
raccolta all'originario
proprietario. Contro il volere
dell'arciduca, dopo la sua
morte, le collezioni vennero
in massima parte trasferite a
Vienna e smembrate in varie
raccolte. Particolarmente
interessanti sono le armature
appartenute a regnanti, come
quelle di Massimiliano I 1550
ca.), Carlo V e Rodolfo (1575
ca.). Oggi la collezione,
ampliata e arricchita, fa
parte delle raccolte del
Kunsthistorisches Museum, pur
essendo ordinata nelle sale
della Neue Hofburg.
Heldentor
Detta
anche Burgtor, chiude la
scenografica Heldenplatz verso
il Ring. Concepita come
monumentale accesso ai palazzi
imperiali da Luigi Gagnola e
Pietro Nobile, che la
realizzarono fra il 1821 e il
1824, sorge al posto del più piccolo bastione dell'antica cinta muraria. Nel
1933 fu trasformata in
sacrario degli Eroi Austriaci
caduti nella guerra del
1914-1918 secondo un progetto
di Rudolf Wondracek e assunse
l'odierna denominazione.

- Chiesa
dei Cappuccini
(Kaisergruft)
La
chiesa di Santa Maria degli
Angeli, comunemente chiamata
chiesa dei Cappuccini è una
chiesa con annesso monastero
dell'Ordine dei Frati Minori
Cappuccini, fondata nel 1617 e
dedicata nel 1632. Si affaccia
sulla piazza del Neuer Markt,
a poca distanza dal Palazzo
imperiale Hofburg ed è
conosciuta soprattutto per la
Cripta Imperiale.
L'edificio,
pur essendo nato in epoca
barocca, presenta una facciata
molto semplice, ricostruita
negli anni trenta del XX
secolo; a sinistra presenta
una grande nicchia con la
statua di Marco d'Aviano.
L'imperatore
Ferdinando d'Asburgo lo scelse
come luogo di esequie e di
sepoltura dei membri della
dinastia imperiale, degli
Imperatori del Sacro Romano
Impero e dei loro discendenti.
Pertanto, nei suoi sotterranei
si sviluppa un complesso di
ambienti detto Cripta
Imperiale che costituisce il
mausoleo nel quale sono
custoditi i sarcofagi di circa
150 appartenenti alla casa
d'Asburgo.
La
Cripta Imperiale di Vienna è
stata dal 1633 il principale
luogo di sepoltura della
dinastia asburgica, tra
imperatori del Sacro Romano
Impero, imperatori d'Austria,
e loro discendenti.
Entrare
nella Cripta degli Imperatori
(Kaisergrujt), sotto la chiesa
dei Cappuccini, significa
camminare attraverso più
di trecento anni di storia:
qui sono infatti custoditi i
corpi di 142 aristocratici, più
alcune urne contenenti i cuori
o le ceneri di altre quattro
persone, sono depositate qui
(al 2005). Essi includono 12
imperatori e 18 imperatrici.
La più recente sepoltura
risale al 16 luglio 2011,
quando vi è stato tumulato
l'Arciduca Ottone, figlio
dell'ultimo Imperatore Carlo
I. In essa fu sepolta, nel
1989, l'ultima Imperatrice
Zita di Borbone-Parma, morta
all'età di 97 anni. Oltre un
quarto delle persone qui
sepolte morì al momento della
nascita o prima di compiere i
5 anni di età.
Delle
altre famiglie ci sono 32
spose, più altri quattro, di
cui sono stati trovati i resti
ivi deposti. Tutti gli altri
presenti nella Cripta
Imperiale presentano solo il
titolo asburgico di arciduca o
arciduchessa.
I
103 sarcofagi metallici
visibili e le 5 urne che
contengono altrettanti cuori
variano da uno stile semplice
ad un solenne barocco. La
Cripta Imperiale è uno dei
monumenti di Vienna più
visitati dai turisti.
Attualmente,
alcune decine di frati
Cappuccini continuano il loro
tradizionale ruolo di custodi
e guardiani della cripta
insieme al loro lavoro
pastorale.

L'imperatrice
Anna del Tirolo 1, moglie
dell'Imperatore Mattia II
concepì l'idea di un chiostro
cappuccino e di una cripta
sepolcrale per lei e per suo
marito, da costruire nelle
vicinanze del castello di
Hofburg a Vienna.
Si
procurò i fondi per la
costruzione, che iniziò il 10
novembre 1617, e così come
fece in fretta a recuperare i
fondi, così se ne andò
l'anno successivo. Il suo
sposo la seguì l'anno dopo.
La
prima pietra venne posata l'8
settembre 1622 alla presenza
dell'Imperatore Ferdinando II
e dopo un rallentamento
causato dalle vicende della
Guerra dei trent'anni la
chiesa fu dedicata il 25
luglio 1632 e durante la
Pasqua dell'anno successivo,
il semplice sarcofago
contenente i resti
dell'Imperatore Mattia IIe
dell'Imperatrice Anna furono
trasferiti con una grande
cerimonia in quella che
attualmente viene chiamato Sepolcro
dei Fondatori.
L'Imperatore
Leopoldo I allargò la cripta
nel 1657 nell'area sotto la
navata della chiesa e suo
figlio l'Imperatore Giuseppe I
lo estese ulteriormente verso
ovest nel 1710, ma in modo
maldestro, iniziando la
cappella che suo fratello,
l'Imperatore Carlo VI continuò
a ovest nel 1720 per
estenderlo sotto il
presbiterio e il coro
dell'abside. Per la prima
volta, un architetto molto
conosciuto Johann Lucas von
Hildebrandt, viene coinvolto
nell'allargamento della
cripta.
Nel
1754, sua figlia l'Imperatrice
Maria Teresa ampliò
ulteriormente verso ovest,
superando completamente la
soprastante chiesa e finendo
nel giardino del monastero con
la costruzione della cupola
che permetteva l'ingresso
della luce naturale. La cripta
e l'imponente cupola sono
lavoro dell'architetto Jean
Jadot de Ville-Issey. Durante
il regno di suo nipote
Francesco II l'architetto
Johann Aman si diresse verso
nord per le sue aggiunte nel
1824.
Il
monastero circostante la
chiesa si ridusse in cattivo
stato dopo 200 anni di
costante utilizzo, così
durante il regno
dell'Imperatore Ferdinando I
nel 1840 il monastero (ma non
la chiesa) fu demolito e
ricostruito. Come parte del
progetto, l'architetto Johann
Höhne costruì il Sepolcro
di Ferdinando e il Sepolcro
Toscano come base della
nuova struttura.
Durante
le celebrazioni del giubileo
per i suoi 60 anni sul trono
nel 1908, l'Imperatore
Francesco Giuseppe I chiamò
l'architetto Cajo Perisic per
costruire un mausoleo e una
cappella ad oriente delle
tombe di Francesco II e di
Ferdinando I . Allo stesso
tempo, le nuove aggiunte per
gli ospiti furono create su
tutti i lati della chiesa.
Dopo
il 1960 è ovvio che, con il
deterioramento delle
condizioni delle tombe
(causato dal cambio di
temperatura e di umidità
dell'ambiente), si rese
necessario un controllo
costante per conservarli per
le future generazioni. I Nuovi
Sepolcri, a nord di quelli
Toscani, di Ferdinando e di
Francesco Giuseppe, furono
costruiti dall'architetto Karl
Schwanzer, con porte
metalliche dello scultore
Rudolf Hoflehner. Si aggiunse
circa il 20% allo spazio della
cripta, e fu attuata una
generale riorganizzazione
delle tombe.
La
piccola cappella originale fu
conservata, insieme alle tombe
dei due fondatori, a quelle di
una decina di bambini e fu
chiamata la Cappella degli
Angeli. Questi furono
spostati verso alcune nuove
nicchie aperte nel muro
contrastante il Sepolcro di
Leopoldo.
Le
sopracitate tombe furono
spostate nella Nuova
Cappella e riunite in
settori, come Vescovi,
discendenti diretti
dell'imperatore regnante, e la
famiglia dell'Arciduca Carlo
vincitore di Apern.
Trentasette
altre tombe di membri
secondari della famiglia
regnante, furono murate dentro
quattro pilastri creati nella
Cappella di Ferdinando.
Così
più della metà delle tombe
furono spostate dai sepolcri
originali verso posti più
ordinati come parte della
grande riorganizzazione.
Nel
2003 con un altro progetto si
rese la cripta accessibile
alle persone con handicap,
aprendo porte precedentemente
inutilizzate in modo da non
rendere il percorso del
visitatore durante il ritorno
più lungo del necessario.
L'intera cripta è fornita di
un sistema di aria
condizionata per prevenire il
deterioramento delle tombe.

Nel
corso del ventennio di regno
di Ferdinando III (1608-1657)
si affermò a Vienna un nuovo
concetto della figura
dell'Imperatore della dinastia
d'Asburgo, incentrato sulla
"sacralità" del
ruolo e della figura stessa
dell’uomo che quel ruolo
veniva chiamato a ricoprire.
Tale concetto discendeva dalla
convinzione che gli Asburgo
fossero non soltanto i
difensori della fede
cattolica, ma anche la guida
delle Nazioni che quella fede
professavano.
Queste
convinzioni portarono, tra
l’altro, ad una revisione di
tutte le manifestazioni cui
tradizionalmente la chiesa
cattolica dà luogo in
occasione delle proprie
celebrazioni liturgiche.
Manifestazioni, come ad
esempio quelle che avevano
luogo in occasione dei riti
della Settimana Santa, del
santo Natale o del Corpus
Domini, che assunsero un
aspetto molto più enfatico,
ampolloso e magniloquente,
abbandonando quel tono
tradizionalmente più sobrio
che i cugini Asburgo, sovrani
di Spagna, continuavano invece
a mantenere nelle loro
cerimonie.
Anche
la cerimonia della sepoltura
dell’Imperatore ebbe a
subire, quindi, una
variazione, incentrata sul
concetto che persino la maestà
imperiale, per quanto grande e
potente possa essere, si
annulla completamente
all’atto del trapasso dalla
vita terrena alla vita
ultraterrena, rimettendosi
alla misericordia divina con
la stessa umiltà di qualunque
altro essere vivente.
Il
nuovo cerimoniale, molto
rigido nella propria struttura
e rigorosamente eseguito, si
è tramandato in modo pressoché
uguale per oltre due secoli
fino alla morte
dell'imperatore Francesco
Giuseppe nel 1916. Esso fu
messo in atto per la prima
volta proprio in occasione
della sepoltura di Ferdinando
III che fu il primo imperatore
ad essere sepolto nella
Kapuzinergruft.
Il
corpo dell'imperatore defunto,
vestito in abiti di stile
spagnolo, il capo coperto dal
cappello e le spalle dal
mantello, spada al fianco e un
crocefisso tra le mani, veniva
esposto al pubblico, la sera
precedente la sepoltura, nella
Rittersaal del palazzo
imperiale della Hofburg, tutto
drappeggiato di nastri di
colore nero. La salma,
circondata da una guardia
d'onore formata da otto
familiari e cinta da
candelabri d'argento con ceri
sempre accesi, era fatta
oggetto di incessanti
preghiere di suffragio per la
sua anima, da parte dei monaci
agostiniani, la cui chiesa era
custode dei cuori dei membri
della dinastia.
Nel
giorno della sepoltura, le
campane di tutte le chiese
della città intonavano,
incessantemente, rintocchi
funebri a sottolineare la
partecipazione della chiesa e
del popolo all’ultimo atto
del sovrano.
Aveva
luogo, quindi, il corteo
funebre che si apriva con le
insegne della casa d'Asburgo,
seguite dai membri della
famiglia dell'imperatore e dai
rappresentanti di tutti gli
ordini religiosi. Venivano,
poi, i funzionari della
pubblica amministrazione e i
rappresentanti dei territori
che costituivano il granducato
austriaco. Ciascuno di essi
recava in mano un cero acceso.
Di seguito trovavano posto i
cavalieri del Toson d'oro,
rigorosamente in abiti
protocollari, quindi i
musicisti imperiali e il coro.
Sorretta
da ventiquattro nobili della
Chiave d'oro avanzava la bara,
sulla quale erano posti la
corona imperiale, il globo, lo
scettro e il collare di
cavaliere del Toson d'oro. Un
po’ più in basso, adagiate
su due cuscini, vi erano le
corone di Ungheria e di
Boemia.
Il
feretro era seguito dai
dignitari di corte e dal corpo
diplomatico accreditato a
Vienna, dopo di che veniva la
famiglia imperiale tutta, con
a capo il nuovo imperatore.
Chiudevano il corteo la
guardia personale e la
guarnigione della città con
armi rovesciate e tamburi.
Molta attenzione veniva posta
ai tamburi, che, ricoperti di
panno per attutirne il suono,
scandivano un battito lento e
costante all’unisono con i
rintocchi delle campane.
Particolarmente
suggestiva e significativa era
la cerimonia d’ingresso
nella cripta per l'atto finale
della sepoltura. Dopo aver
recitato le ultime orazioni
nella piccola Kapuzinerkirche
alla presenza soltanto dei più
illustri esponenti del
seguito, la bara, senza alcun
seguito e preceduta soltanto
dal ciambellano di corte,
discendeva l'angusta scala che
conduce alla cripta. Tutte le
porte presenti lungo il
percorso, all’avanzare del
corteo, venivano man mano
chiuse e sbarrate alle spalle
del feretro, fino a che si
giungeva alla porta
d’ingresso della cripta che
doveva essere rigorosamente
chiusa e innanzi alla quale si
osservava il più assoluto
silenzio.
Il
ciambellano, con molta
decisione, bussava quindi alla
porta dietro cui si trovava il
priore dei cappuccini, il
quale chiedeva in latino:
"Chi è?". Il
ciambellano, con voce ferma e
imperiosa, rispondeva
elencando la lunga serie di
titoli che spettavano di
diritto al defunto Asburgo. Al
termine dell'elenco, il priore
replicava risoluto "noi
non lo conosciamo". Il
ciambellano bussava una
seconda volta, e alla domanda
del priore annunciava la
presenza di "Sua Maestà
Imperiale". Nuovamente il
frate rispondeva "noi non
lo conosciamo". Dopo una
breve pausa il ciambellano
bussava ancora, questa volta
lievemente. Il priore chiedeva
per la terza volta: Chi è?'".
Risposta: Un povero e
miserabile peccatore'".
Al che il priore apriva la
porta e consentiva alle
spoglie mortali
dell’imperatore di accedere
alla sua ultima dimora.

Le
tombe indipendenti sono
generalmente una variazione di
una cassa con copertura
piatta, oppure una vasca con i
lati inclinati e un coperchio
convesso con candele decorate.
Gli ornamenti spaziano da
quelli semplici a quelli più
elaborati.
Fino
al settecento, il materiale più
comune per un sarcofago era
simile al bronzo, una lega di
stagno, ricoperta di
Gommalacca. Le splendide tombe
del periodo barocco e rococò
sono fatte di vero bronzo, un
materiale più nobile e quindi
più costoso. Riformando
l'Imperatore Giuseppe II
semplificò i costumi per la
sepoltura delle persone, e
introducendo l'uso nella
Cripta Imperiale del rame, più
leggero ed economico, dove fu
usato nell'800. Alla fine del
1800 fu adottato un misto di
ottone e bronzo, conosciuto
come rame argento-bronzeo.
Altri materiali furono usati
solo raramente, eccetto le
placche d'argento e d'oro per
le decorazioni.
Varie
tecniche metallurgiche furono
usate: fusione piena per i
sarcofagi; fusione cava per le
sculture decorative; intaglio,
incisione, e rilievo lavorato
per la decorazione
superficiale. Le parti per le
casse e i coperchi sono
lavorate insieme, gli
ornamenti e le figure
decorative sono avvitate
sopra.
Lo
scultore responsabile di molte
tombe elaborate è Balthasar
Ferdinand Moll.
Per
garantire la stabilità delle
enormi tombe esposte, esse
hanno maniglie in ferro e
rivestimenti di legno
all'interno. Questo evita sia
lo sprofondamento sia
l'inarcamento delle pareti
laterali sotto il peso del
coperchio. (Il coperchio della
tomba doppia dell'Imperatrice
Maria Teresa d'Asburgo e di
suo marito, pesa
approssimativamente 1700 kg
- 3,800 lb!).
All'interno
della cassa viene posta una
bara ricoperta di seta (nera
con bordi dorati per i
regnanti, rossa con bordi
argentati per gli altri). La
bara ha solitamente due
serrature, la chiave di una è
custodita dal Padre Guardiano
Cappuccino della cripta,
l'altra si trova nella Tesoro
del Palazzo Hofburg di Vienna.
All'interno
della bara, il corpo di solito
presenta gli organi rimossi
come procedura necessaria del
processo di imbalsamazione per
l'esposizione prima del
funerale. Per circa un terzo
dei corpi, il cuore fu posto
in un'urna dorata in un posto
separato (generalmente
l'Herzgruft (la Cappella
dei Cuori) nella Chiesa
degli Agostiniani), e alcuni
intestini e altri organi sono
stati messi in urne di rame e
depositate nella Cripta Ducale
nelle catacombe della
cattedrale di Vienna, la
chiesa di Santo Stefano.

Durante
i secoli, l'umidità costante,
le variazioni di temperatura,
e il viavai dei turisti hanno
influito pesantemente sullo
stato dei sarcofagi. Il
deterioramento ha provocato
crepe, buchi e rotture nei
materiali. Gli strati
superficiali si sono
consumati, le basi si sono
rotte, le finiture decorative
sono state rotte o rubate dai
visitatori, le strutture
metalliche hanno assorbito
troppa umidità e si sono
gonfiate, e le pesanti
coperture hanno portato alcune
pareti a piegarsi o a cedere.
Il
primo importante sforzo per il
restauro fu intrapreso nel
1852, ma ulteriori lavori si
resero necessari nel 1956
quando la Gesellschaft zur
Rettung der Kapuzinergruft
(Associazione per Salvare la
Cripta dei Cappuccini) rese di
pubblico dominio il problema,
raccolse fondi, curò e sistemò
le tombe.
Fu
necessario prima trovare nuovi
spazi e deumidificare la
cripta. Dopo il completamento
della Nuova Cappella nel 1960
e il trasferimento di 26 tombe
dalla sovraffollata Cappella
Toscana, il lavoro di
deumidificazione poté avere
inizio. Inoltre, un
laboratorio fu creato nell'ala
sud della Cappella Toscana
dove artigiani molto esperti
possono lavorare su tombe
prelevate temporaneamente da
altre zone per il restauro.
Nel
2003 il rinnovamento delle
attrezzature del piano terra
per i visitatori portarono
alla creazione di una nuova
entrata e permisero l'accesso
alla cripta per le persone con
handicap. Il percorso per i
turisti fu inoltre modificato
in modo da permettere ai
visitatori di vedere le tombe
nella loro sequenza storica
entrando da un lato ed uscendo
dall'altro, invece di entrare
ed uscire da un unico punto
situato in mezzo al tragitto.
Cosa più importante, l'intera
cripta è dotata da un sistema
di aria condizionata in modo
da poter controllare il grado
di umidità.
Il
lavoro di riparazione e di
conservazione delle opere
artistiche avviene in stretta
collaborazione con i monaci,
con l'Associazione, l'Ufficio
Austriaco per i Monumenti e il
Fondo per la Conservazione
della Vecchia Vienna.

Il
vasto complesso della cripta
si compone di più ambienti
che sono stati, col tempo,
creati e ampliati dal 1633
fino al 1909. Nella vecchia
cripta troviamo le tombe di
Leopoldo I, di Giuseppe I e
quella assai suggestiva di
Carlo VI, ideata da Balthasar
Ferdinand Moli, con la bella
scultura di Johann Nikolaus
Moli che rappresenta l'Austria
dolente.
Sempre
di B. E Moli è l'imponente
doppio sarcofago di stagno che
contiene i corpi di Maria
Teresa e di suo marito
Francesco I di Lorena. I due
sposi sono raffigurati distesi
sopra la tomba: agli angoli le
corone del Sacro Romano
Impero, di Boemia, d'Ungheria
e di Gerusalemme. Il sarcofago
venne eseguito nel 1753 mentre
la coppia imperiale era ancora
in vita. Rimasta vedova, Maria
Teresa passò molte notti sola
accanto a questa tomba che
conteneva il suo Francesco.
Poche donne avrebbero potuto
rimanere in questa cripta
vagamente illuminata dalle
torce e piena di bare senza
nessuna paura. Ma
l'imperatrice probabilmente
sentiva solo il dolore per la
perdita del consorte
sinceramente amato.
Nella
nuova cripta troviamo le tombe
di Francesco II e di Maria
Luisa, seconda moglie di
Napoleone, imperatrice di
Francia e duchessa di Parma.
Vi
sono anche, affiancate l'una
all'altra in maniera
tragicamente simbolica, le
tombe di Francesco Giuseppe I,
morto nel 1916, quella della
moglie Elisabetta, assassinata
a Ginevra nel 1898
dall'anarchico Luccheni, e
quella di uno dei loro figli,
Rodolfo, l'erede al trono
suicida a Mayerling nel 1889.
Fra
tutti questi augusti
personaggi c'è una sola tomba che non
appartiene ad una testa
coronata: è quella della
contessa Fuchs, governante di
Maria Teresa. Fu desiderio
dell'imperatrice che la sua
fedele amica potesse riposare
vicino alla sua più illustre padrona.
Dopo
la sepoltura dell'ultima
Imperatrice regnante, Zita di
Borbone-Parma 147, avvenuta
nel 1989, è difficile che
qualche altro membro della
Casa Imperiale possa ricevere
in futuro il permesso per
venire sepolto qui, anche se
il corpo dell'ultimo
Imperatore regnante, Carlo I,
potrebbe venirvi tumulato, se
la famiglia desidererà
trasferirlo qui da Madeira.
Dal
1971 i membri della famiglia
che muoiono durante l'esilio
sono sepolti nella cripta
della Cappella Loreto del
Monastero benedettino a Muri,
in Svizzera.
Alla
fine del 2007 vi è stato
sepolto, accanto alla madre,
l'arciduca Carlo Ludovico,
figlio di Carlo e Zita. La più
recente sepoltura risale al 16
luglio 2011, quando vi è
stato tumulato l'arciduca
Ottone d'Asburgo-Lorena,
figlio dell'ultimo Imperatore
Carlo I d'Austria.

Piazza
del Mercato Nuovo (Neuer
Markt)
La
piazza del "Mercato
Nuovo", anticamente detta
Mehlmarkt, cioè mercato della farina, è una delle più antiche
di Vienna risalendo al 1200.
Circondata da eleganti case di
tipico gusto borghese, fra cui
fa bella mostra di sé la
caratteristica facciata
di un'abitazione costruita
nella prima
metà
del Settecento, oggi appare purtroppo
modificata in seguito ai
gravi danni subiti durante la
guerra.
Al
centro della piazza, si trova
quella che è universalmente ritenuta la più bella fontana
della città, la
Donner-brunnen, o Fontana
della Provvidenza. Fu
realizzata nel 1739 da Georg
Raphael Donner; nel corso dei
restauri del 1873 si
sostituirono le sculture di
piombo con copie in bronzo.
Gli originali sono oggi nel
Museo di Arte Barocca al
Belvedere Inferiore. Al
centro, quattro putti giocano
intorno al piedistallo, su cui
si trova la statua della
Provvidenza; lungo il bordo
della vasca, si trovano le
raffigurazioni allegoriche dei
quattro affluenti del Danubio:
Enns, March, Traun e Ybbs.
Nonostante che le figure
cronologicamente appartengano
ancora al barocco, si deve
dire che esse sono
superbamente contenute,
scolpite con magistrale
eleganza, con l'occhio e la
mente di chi ha ben assimilato
la lezione classica.
31
Maggio 2015
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