Centro storico di Vienna
Austria

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2001 - SITO PATRIMONIO IN PERICOLO
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Albertina

Sullo sperone di uno degli antichi bastioni della città si trova il palazzo che contiene una collezione di arte grafica davvero unica al mondo, dal Medioevo ai giorni nostri. 

L'edificio risale al 1781, ma fu ampliato dal 1801 al 1804 da Louis von Montoyen per l'arciduca Albrecht von Sachsen-Teschen, genero di Maria Teresa.  

Gli acquerelli, le incisioni e i disegni formano la celebre Collezione grafica (Graphische Sammlung) suddivisa in 4 punti di riferimento tematico: Antichi maestri, Arte del XIX secolo, Arte contemporanea, Fotografia.

I pezzi più famosi della collezione sono le opere grafiche del Dürer (la più vasta raccolta al mondo), Cranach il Vecchio, Brueghel, Beato Angelico, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Rubens, Klimt, Matisse, Picasso, Chagall, Schiele e Kubin.

Si segnalano i 18 ambienti di rappresentanza di epoca asburgica come il Salone delle Muse con grandi statue del ‘700, opera di Josef Klieber, e le toilette in stile Luigi XIV arredate con mobili originali. Nei sotterranei sono ospitati la libreria, laboratori di restauro e un centro di ricerca.

L’edificio è stato intensamente restauro, restituendo così all’Albertina l’antico fascino come il colore albicocca del palazzo e usando per gli ambienti d’onore tappezzerie di una seteria italiana che ha tessuto secondo i campioni originali. Sono stati inoltre inseriti elementi architettonici moderni per rinnovare gli spazi espositivi e migliorare l’accesso alla sale.

Sulla terrazza è posta la statua equestre di un altro Albrecht di Teschen: il vincitore delle truppe italiane a Custoza durante la III guerra d'indipendenza e praticamente l'ultimo dei grandi capi militari che la dinastia degli Asburgo abbia avuto.

Sullo sperone di sostegno della terrazza è addossata la neo-barocca Fontana del Danubio (Danubius-Brunnen), costruita nel 1869 da Moritz von Lòhr con statue allegoriche di Johann Meixner, fra cui quella che rappresenta il fiume Danubio con la protetta Vindobona.  

Chiesa degli Agostiniani (Augustinerkirche)

Notevoli restauri hanno purtroppo snaturato il carattere originariamente gotico di questa chiesa, per lungo tempo parrocchia di corte e sede di numerose cerimonie. Costruita fra il 1330 e il 1339 su progetto di Dietrich Ladtner von Pirn come chiesa del monastero degli Agostiniani, subì la stratificazione di numerose decorazioni, tanto che alla fine del Settecento ben poco aveva a che fare con l'austero spirito di un ordine mendicante. Fu allora che un intervento di Ferdinand von Hohenberg (1784-1785) la spogliò della decorazione barocca restituendole, almeno in parte, la semplicità primitiva.

Tra le cerimonie che vi si svolsero, tralasciando i numerosi funerali, fra cui quello dell'imperatore Francesco Giuseppe I, possiamo ricordare i famosi matrimoni di Maria Teresa e Francesco Stefano di Lorena (1736); di Maria Antonietta e Luigi XVI, celebrato per procura nel 1770; di Maria Luisa e Napoleone, rappresentato per procura dall'ex nemico arciduca Carlo (1810); di Francesco Giuseppe I ed Elisabetta di Wittelsbach (1854) ed, infine, quello di Rodolfo con Stefania del Belgio (1881).  

Ha una struttura gotica, a cui fu aggiunta la torre neogotica alla metà del 1800. L'interno a tre navate è molto semplice e spoglio con alti pilastri. Nella navata destra della chiesa c'è la Loretokapelle, la Cappella dei Lorena. 

Dietro all'altare c'è la famosa Cripta dei cuori. In 54 urne d'argento sono conservati i cuori degli Asburgo morti fino al 1864. Con una scelta un po' macabra, i cuori venivano conservati qui mentre i corpi venivano portati nella Cripta dei Cappuccini. 

Sempre dalla navata destra si accede alla cappella gotica di San Giorgio costruita nel 1337. Qui si incontravano un tempo i Cavalieri di San Giorgio.

Oltre ad essere un luogo storico per le dinastie asburgiche, la Chiesa degli Agostiniani è da sempre un tempio della musica classica europea. I due organi ospitati dalla chiesa, furono usati da Franz Schubert per la sua messa in Fa Maggiore e da Anton Bruckner per la prima mondiale della sua messa in Fa Minore. Una tradizione che non si è mai fermata: ancora oggi, la Chiesa degli Agostiniani ha un ricchissimo calendario di concerti.

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Il monumento più importante della chiesa è la tomba dell'arciduchessa Maria Cristina, moglie del duca Albrecht von Sachsen-Teschen e figlia di Maria Teresa, che Antonio Canova eresse fra il 1797 e il 1805. Semplice, di contenuta malinconia e di sereno dolore, esprime il meglio dello stile neoclassico del grande scultore italiano: in una bianca piramide in marmo di Carrara, entrano in mesto pellegrinaggio la Virtù, la Felicità e la Carità. 

A fianco della chiesa fu costruita nel 1634 la Cripta dei cuori (Herzgruft), che custodisce in 54 urne i cuori di altrettanti personaggi della casa imperiale.   Ballhausplatz

Su questa piazza, il cui nome deriva dalla sala imperiale in cui si svolgeva un gioco di palla, si affacciano oltre all'Amalientrakt due dei più importanti edifici amministrativi dello Stato: l'antica Geheime Hofkanzlei, che ospita il Bundeskanzleramt (Cancelleria Federale), e la residenza del Presidente della Repubblica Federale, che si trova nel lato breve del Leopoldinischertrakt (l'Ala Leopoldina). 

L'edificio della Cancelleria fu eretto nel 1717-1719 su progetto di Johann Lukas von Hildebrandt e successivamente (1766) trasformato da Nikolaus Pacassi. Nel corso degli anni, utilizzando gli spazi resi liberi dalla demolizione degli edifici conventuali dei Frati Minori, vi si apportarono aggiunte fino ad arrivare al blocco odierno che occupa - con l'Archivio di Stato - tutto un isolato. In questo palazzo lavorarono grandi statisti come Kaunitz e Metternich, vi si tennero storiche riunioni in occasione del Congresso di Vienna (1814-1815), vi fu assassinato nel 1934 il cancelliere Dollfuss.

Heldenplatz

La grandiosa Piazza degli Eroi (Heldenplatz), una volta suggestivo scenario di imponenti parate, fu creata per volontà di Francesco Giuseppe I, che fece abbattere il bastione delle antiche fortificazioni davanti all'Ala Leopoldina per realizzare un Kaiserforum - Foro imperiale - come ampliamento della Hofburg. Il progetto, affidato a Gottfried Semper, prevedeva due ali ad emiciclo che, partendo dal blocco della Hofburg, si spingevano fino al Ring, allora in via di realizzazione. Due grandi statue completavano l'insieme, che prevedeva anche l'utilizzazione di un portale costruito al tempo di Francesco I. 

Tuttavia la complessità, l'alto costo della realizzazione e la caduta dell'Impero asburgico ne impedirono l'ultimazione: l'ala ovest non venne mai realizzata. I lavori di costruzione della Nuova Hofburg (Neue Hofburg) iniziarono nel 1881, sotto la direzione di Semper e di Cari Hasenauer e furono portati a compimento da Friedrich Ohmann, Emil Fòrster e Ludwig Baumann nel 1913. 

La facciata sul lato della Heldenplatz è formata da un alto zoccolo a bugnato aperto da finestroni ad arcate che si alternano a statue rievocanti la storia dell'Austria, e al di sopra del quale si imposta l'alta loggia di colonne binate. La monumentalità, l'imponenza di tutta quanta la costruzione è aumentata dalla vastità della piazza, oggi coperta da aiuole. 

Dominano lo spazio aperto le due bronzee statue equestri dell'Arciduca Carlo, avversario di Napoleone ad Aspern e a Wagram, eretta ad ovest da Anton Dominik Fernkorn nel 1859, e quella di Eugenio di Savoia, vittorioso sui Turchi, ad est, opera del 1865 dello stesso scultore. Del loro autore, Anton Fernkorn, i viennesi dicono che si uccise perché, dopo essere riuscito a costruire il cavallo dell'arciduca che si impenna mediante l'unico sostegno delle zampe posteriori, non riuscì ad ottenere lo stesso risultato con il cavallo del principe Eugenio e dovette farlo appoggiare sulla pesante e fluente coda. Ma è solamente una leggenda che gli abitanti di Vienna amano raccontare al turista curioso ed avido di notizie. Probabilmente fu lo stesso artista che volle i due cavalli diversi per dar prova della propria abilità nei due monumenti che si fronteggiano.

Nella Neue Hofburg sono ospitati alcuni importanti musei: la Waffensammlung, raccolta di armi, la Musikinstrumentensammlung, raccolta di strumenti musicali (secoli XVI-XIX), il Museo di Efeso, con i rilievi provenienti dal Mausoleo di Lucio Verus, e il Museo Etnografico.

Il nucleo più cospicuo del Museo Waffensammlung è costituito dalla collezione di armi dell'arciduca Ferdinando del Tirolo che aveva raccolto nel suo castello di Ambras nel Cinquecento. Appassionato collezionista di cose preziose di ogni genere, ma soprattutto interessato alle armi, l'arciduca utilizzava due segretari, per organizzare le ricerche dei numerosi agenti incaricati di reperire gli oggetti. Così oggi ci resta un voluminoso carteggio che documenta le richieste, le pressioni, le lusinghe esercitate da Ferdinando, per ottenere armi ed armature appartenute a regali personaggi o ad illustri condottieri. In tal modo è stato possibile attribuire quasi ogni pezzo della raccolta all'originario proprietario. Contro il volere dell'arciduca, dopo la sua morte, le collezioni vennero in massima parte trasferite a Vienna e smembrate in varie raccolte. Particolarmente interessanti sono le armature appartenute a regnanti, come quelle di Massimiliano I 1550 ca.), Carlo V e Rodolfo (1575 ca.). Oggi la collezione, ampliata e arricchita, fa parte delle raccolte del Kunsthistorisches Museum, pur essendo ordinata nelle sale della Neue Hofburg.

Heldentor

Detta anche Burgtor, chiude la scenografica Heldenplatz verso il Ring. Concepita come monumentale accesso ai palazzi imperiali da Luigi Gagnola e Pietro Nobile, che la realizzarono fra il 1821 e il 1824, sorge al posto del più piccolo bastione dell'antica cinta muraria. Nel 1933 fu trasformata in sacrario degli Eroi Austriaci caduti nella guerra del 1914-1918 secondo un progetto di Rudolf Wondracek e assunse l'odierna denominazione.  

Chiesa dei Cappuccini (Kaisergruft)
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La chiesa di Santa Maria degli Angeli, comunemente chiamata chiesa dei Cappuccini è una chiesa con annesso monastero dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, fondata nel 1617 e dedicata nel 1632. Si affaccia sulla piazza del Neuer Markt, a poca distanza dal Palazzo imperiale Hofburg ed è conosciuta soprattutto per la Cripta Imperiale.

L'edificio, pur essendo nato in epoca barocca, presenta una facciata molto semplice, ricostruita negli anni trenta del XX secolo; a sinistra presenta una grande nicchia con la statua di Marco d'Aviano.

L'imperatore Ferdinando d'Asburgo lo scelse come luogo di esequie e di sepoltura dei membri della dinastia imperiale, degli Imperatori del Sacro Romano Impero e dei loro discendenti. Pertanto, nei suoi sotterranei si sviluppa un complesso di ambienti detto Cripta Imperiale che costituisce il mausoleo nel quale sono custoditi i sarcofagi di circa 150 appartenenti alla casa d'Asburgo.

La Cripta Imperiale di Vienna è stata dal 1633 il principale luogo di sepoltura della dinastia asburgica, tra imperatori del Sacro Romano Impero, imperatori d'Austria, e loro discendenti. 

Entrare nella Cripta degli Imperatori (Kaisergrujt), sotto la chiesa dei Cappuccini, significa camminare attraverso più di trecento anni di storia: qui sono infatti custoditi i corpi di 142 aristocratici, più alcune urne contenenti i cuori o le ceneri di altre quattro persone, sono depositate qui (al 2005). Essi includono 12 imperatori e 18 imperatrici. La più recente sepoltura risale al 16 luglio 2011, quando vi è stato tumulato l'Arciduca Ottone, figlio dell'ultimo Imperatore Carlo I. In essa fu sepolta, nel 1989, l'ultima Imperatrice Zita di Borbone-Parma, morta all'età di 97 anni. Oltre un quarto delle persone qui sepolte morì al momento della nascita o prima di compiere i 5 anni di età.

Delle altre famiglie ci sono 32 spose, più altri quattro, di cui sono stati trovati i resti ivi deposti. Tutti gli altri presenti nella Cripta Imperiale presentano solo il titolo asburgico di arciduca o arciduchessa.

I 103 sarcofagi metallici visibili e le 5 urne che contengono altrettanti cuori variano da uno stile semplice ad un solenne barocco. La Cripta Imperiale è uno dei monumenti di Vienna più visitati dai turisti.

Attualmente, alcune decine di frati Cappuccini continuano il loro tradizionale ruolo di custodi e guardiani della cripta insieme al loro lavoro pastorale.

L'imperatrice Anna del Tirolo 1, moglie dell'Imperatore Mattia II concepì l'idea di un chiostro cappuccino e di una cripta sepolcrale per lei e per suo marito, da costruire nelle vicinanze del castello di Hofburg a Vienna.

Si procurò i fondi per la costruzione, che iniziò il 10 novembre 1617, e così come fece in fretta a recuperare i fondi, così se ne andò l'anno successivo. Il suo sposo la seguì l'anno dopo.

La prima pietra venne posata l'8 settembre 1622 alla presenza dell'Imperatore Ferdinando II e dopo un rallentamento causato dalle vicende della Guerra dei trent'anni la chiesa fu dedicata il 25 luglio 1632 e durante la Pasqua dell'anno successivo, il semplice sarcofago contenente i resti dell'Imperatore Mattia IIe dell'Imperatrice Anna furono trasferiti con una grande cerimonia in quella che attualmente viene chiamato Sepolcro dei Fondatori.

L'Imperatore Leopoldo I allargò la cripta nel 1657 nell'area sotto la navata della chiesa e suo figlio l'Imperatore Giuseppe I lo estese ulteriormente verso ovest nel 1710, ma in modo maldestro, iniziando la cappella che suo fratello, l'Imperatore Carlo VI continuò a ovest nel 1720 per estenderlo sotto il presbiterio e il coro dell'abside. Per la prima volta, un architetto molto conosciuto Johann Lucas von Hildebrandt, viene coinvolto nell'allargamento della cripta.

Nel 1754, sua figlia l'Imperatrice Maria Teresa ampliò ulteriormente verso ovest, superando completamente la soprastante chiesa e finendo nel giardino del monastero con la costruzione della cupola che permetteva l'ingresso della luce naturale. La cripta e l'imponente cupola sono lavoro dell'architetto Jean Jadot de Ville-Issey. Durante il regno di suo nipote Francesco II l'architetto Johann Aman si diresse verso nord per le sue aggiunte nel 1824.

Il monastero circostante la chiesa si ridusse in cattivo stato dopo 200 anni di costante utilizzo, così durante il regno dell'Imperatore Ferdinando I nel 1840 il monastero (ma non la chiesa) fu demolito e ricostruito. Come parte del progetto, l'architetto Johann Höhne costruì il Sepolcro di Ferdinando e il Sepolcro Toscano come base della nuova struttura.

Durante le celebrazioni del giubileo per i suoi 60 anni sul trono nel 1908, l'Imperatore Francesco Giuseppe I chiamò l'architetto Cajo Perisic per costruire un mausoleo e una cappella ad oriente delle tombe di Francesco II e di Ferdinando I . Allo stesso tempo, le nuove aggiunte per gli ospiti furono create su tutti i lati della chiesa.

Dopo il 1960 è ovvio che, con il deterioramento delle condizioni delle tombe (causato dal cambio di temperatura e di umidità dell'ambiente), si rese necessario un controllo costante per conservarli per le future generazioni. I Nuovi Sepolcri, a nord di quelli Toscani, di Ferdinando e di Francesco Giuseppe, furono costruiti dall'architetto Karl Schwanzer, con porte metalliche dello scultore Rudolf Hoflehner. Si aggiunse circa il 20% allo spazio della cripta, e fu attuata una generale riorganizzazione delle tombe.

La piccola cappella originale fu conservata, insieme alle tombe dei due fondatori, a quelle di una decina di bambini e fu chiamata la Cappella degli Angeli. Questi furono spostati verso alcune nuove nicchie aperte nel muro contrastante il Sepolcro di Leopoldo.

Le sopracitate tombe furono spostate nella Nuova Cappella e riunite in settori, come Vescovi, discendenti diretti dell'imperatore regnante, e la famiglia dell'Arciduca Carlo vincitore di Apern.

Trentasette altre tombe di membri secondari della famiglia regnante, furono murate dentro quattro pilastri creati nella Cappella di Ferdinando.

Così più della metà delle tombe furono spostate dai sepolcri originali verso posti più ordinati come parte della grande riorganizzazione.

Nel 2003 con un altro progetto si rese la cripta accessibile alle persone con handicap, aprendo porte precedentemente inutilizzate in modo da non rendere il percorso del visitatore durante il ritorno più lungo del necessario. L'intera cripta è fornita di un sistema di aria condizionata per prevenire il deterioramento delle tombe.

Nel corso del ventennio di regno di Ferdinando III (1608-1657) si affermò a Vienna un nuovo concetto della figura dell'Imperatore della dinastia d'Asburgo, incentrato sulla "sacralità" del ruolo e della figura stessa dell’uomo che quel ruolo veniva chiamato a ricoprire. Tale concetto discendeva dalla convinzione che gli Asburgo fossero non soltanto i difensori della fede cattolica, ma anche la guida delle Nazioni che quella fede professavano.

Queste convinzioni portarono, tra l’altro, ad una revisione di tutte le manifestazioni cui tradizionalmente la chiesa cattolica dà luogo in occasione delle proprie celebrazioni liturgiche. Manifestazioni, come ad esempio quelle che avevano luogo in occasione dei riti della Settimana Santa, del santo Natale o del Corpus Domini, che assunsero un aspetto molto più enfatico, ampolloso e magniloquente, abbandonando quel tono tradizionalmente più sobrio che i cugini Asburgo, sovrani di Spagna, continuavano invece a mantenere nelle loro cerimonie.

Anche la cerimonia della sepoltura dell’Imperatore ebbe a subire, quindi, una variazione, incentrata sul concetto che persino la maestà imperiale, per quanto grande e potente possa essere, si annulla completamente all’atto del trapasso dalla vita terrena alla vita ultraterrena, rimettendosi alla misericordia divina con la stessa umiltà di qualunque altro essere vivente.

Il nuovo cerimoniale, molto rigido nella propria struttura e rigorosamente eseguito, si è tramandato in modo pressoché uguale per oltre due secoli fino alla morte dell'imperatore Francesco Giuseppe nel 1916. Esso fu messo in atto per la prima volta proprio in occasione della sepoltura di Ferdinando III che fu il primo imperatore ad essere sepolto nella Kapuzinergruft.

Il corpo dell'imperatore defunto, vestito in abiti di stile spagnolo, il capo coperto dal cappello e le spalle dal mantello, spada al fianco e un crocefisso tra le mani, veniva esposto al pubblico, la sera precedente la sepoltura, nella Rittersaal del palazzo imperiale della Hofburg, tutto drappeggiato di nastri di colore nero. La salma, circondata da una guardia d'onore formata da otto familiari e cinta da candelabri d'argento con ceri sempre accesi, era fatta oggetto di incessanti preghiere di suffragio per la sua anima, da parte dei monaci agostiniani, la cui chiesa era custode dei cuori dei membri della dinastia.

Nel giorno della sepoltura, le campane di tutte le chiese della città intonavano, incessantemente, rintocchi funebri a sottolineare la partecipazione della chiesa e del popolo all’ultimo atto del sovrano.

Aveva luogo, quindi, il corteo funebre che si apriva con le insegne della casa d'Asburgo, seguite dai membri della famiglia dell'imperatore e dai rappresentanti di tutti gli ordini religiosi. Venivano, poi, i funzionari della pubblica amministrazione e i rappresentanti dei territori che costituivano il granducato austriaco. Ciascuno di essi recava in mano un cero acceso. Di seguito trovavano posto i cavalieri del Toson d'oro, rigorosamente in abiti protocollari, quindi i musicisti imperiali e il coro.

Sorretta da ventiquattro nobili della Chiave d'oro avanzava la bara, sulla quale erano posti la corona imperiale, il globo, lo scettro e il collare di cavaliere del Toson d'oro. Un po’ più in basso, adagiate su due cuscini, vi erano le corone di Ungheria e di Boemia.

Il feretro era seguito dai dignitari di corte e dal corpo diplomatico accreditato a Vienna, dopo di che veniva la famiglia imperiale tutta, con a capo il nuovo imperatore. Chiudevano il corteo la guardia personale e la guarnigione della città con armi rovesciate e tamburi. Molta attenzione veniva posta ai tamburi, che, ricoperti di panno per attutirne il suono, scandivano un battito lento e costante all’unisono con i rintocchi delle campane.

Particolarmente suggestiva e significativa era la cerimonia d’ingresso nella cripta per l'atto finale della sepoltura. Dopo aver recitato le ultime orazioni nella piccola Kapuzinerkirche alla presenza soltanto dei più illustri esponenti del seguito, la bara, senza alcun seguito e preceduta soltanto dal ciambellano di corte, discendeva l'angusta scala che conduce alla cripta. Tutte le porte presenti lungo il percorso, all’avanzare del corteo, venivano man mano chiuse e sbarrate alle spalle del feretro, fino a che si giungeva alla porta d’ingresso della cripta che doveva essere rigorosamente chiusa e innanzi alla quale si osservava il più assoluto silenzio.

Il ciambellano, con molta decisione, bussava quindi alla porta dietro cui si trovava il priore dei cappuccini, il quale chiedeva in latino: "Chi è?". Il ciambellano, con voce ferma e imperiosa, rispondeva elencando la lunga serie di titoli che spettavano di diritto al defunto Asburgo. Al termine dell'elenco, il priore replicava risoluto "noi non lo conosciamo". Il ciambellano bussava una seconda volta, e alla domanda del priore annunciava la presenza di "Sua Maestà Imperiale". Nuovamente il frate rispondeva "noi non lo conosciamo". Dopo una breve pausa il ciambellano bussava ancora, questa volta lievemente. Il priore chiedeva per la terza volta: Chi è?'". Risposta: Un povero e miserabile peccatore'". Al che il priore apriva la porta e consentiva alle spoglie mortali dell’imperatore di accedere alla sua ultima dimora.

Le tombe indipendenti sono generalmente una variazione di una cassa con copertura piatta, oppure una vasca con i lati inclinati e un coperchio convesso con candele decorate. Gli ornamenti spaziano da quelli semplici a quelli più elaborati.

Fino al settecento, il materiale più comune per un sarcofago era simile al bronzo, una lega di stagno, ricoperta di Gommalacca. Le splendide tombe del periodo barocco e rococò sono fatte di vero bronzo, un materiale più nobile e quindi più costoso. Riformando l'Imperatore Giuseppe II semplificò i costumi per la sepoltura delle persone, e introducendo l'uso nella Cripta Imperiale del rame, più leggero ed economico, dove fu usato nell'800. Alla fine del 1800 fu adottato un misto di ottone e bronzo, conosciuto come rame argento-bronzeo. Altri materiali furono usati solo raramente, eccetto le placche d'argento e d'oro per le decorazioni.

Varie tecniche metallurgiche furono usate: fusione piena per i sarcofagi; fusione cava per le sculture decorative; intaglio, incisione, e rilievo lavorato per la decorazione superficiale. Le parti per le casse e i coperchi sono lavorate insieme, gli ornamenti e le figure decorative sono avvitate sopra.

Lo scultore responsabile di molte tombe elaborate è Balthasar Ferdinand Moll.

Per garantire la stabilità delle enormi tombe esposte, esse hanno maniglie in ferro e rivestimenti di legno all'interno. Questo evita sia lo sprofondamento sia l'inarcamento delle pareti laterali sotto il peso del coperchio. (Il coperchio della tomba doppia dell'Imperatrice Maria Teresa d'Asburgo e di suo marito, pesa approssimativamente 1700 kg - 3,800 lb!).

All'interno della cassa viene posta una bara ricoperta di seta (nera con bordi dorati per i regnanti, rossa con bordi argentati per gli altri). La bara ha solitamente due serrature, la chiave di una è custodita dal Padre Guardiano Cappuccino della cripta, l'altra si trova nella Tesoro del Palazzo Hofburg di Vienna.

All'interno della bara, il corpo di solito presenta gli organi rimossi come procedura necessaria del processo di imbalsamazione per l'esposizione prima del funerale. Per circa un terzo dei corpi, il cuore fu posto in un'urna dorata in un posto separato (generalmente l'Herzgruft (la Cappella dei Cuori) nella Chiesa degli Agostiniani), e alcuni intestini e altri organi sono stati messi in urne di rame e depositate nella Cripta Ducale nelle catacombe della cattedrale di Vienna, la chiesa di Santo Stefano.

Durante i secoli, l'umidità costante, le variazioni di temperatura, e il viavai dei turisti hanno influito pesantemente sullo stato dei sarcofagi. Il deterioramento ha provocato crepe, buchi e rotture nei materiali. Gli strati superficiali si sono consumati, le basi si sono rotte, le finiture decorative sono state rotte o rubate dai visitatori, le strutture metalliche hanno assorbito troppa umidità e si sono gonfiate, e le pesanti coperture hanno portato alcune pareti a piegarsi o a cedere.

Il primo importante sforzo per il restauro fu intrapreso nel 1852, ma ulteriori lavori si resero necessari nel 1956 quando la Gesellschaft zur Rettung der Kapuzinergruft (Associazione per Salvare la Cripta dei Cappuccini) rese di pubblico dominio il problema, raccolse fondi, curò e sistemò le tombe.

Fu necessario prima trovare nuovi spazi e deumidificare la cripta. Dopo il completamento della Nuova Cappella nel 1960 e il trasferimento di 26 tombe dalla sovraffollata Cappella Toscana, il lavoro di deumidificazione poté avere inizio. Inoltre, un laboratorio fu creato nell'ala sud della Cappella Toscana dove artigiani molto esperti possono lavorare su tombe prelevate temporaneamente da altre zone per il restauro.

Nel 2003 il rinnovamento delle attrezzature del piano terra per i visitatori portarono alla creazione di una nuova entrata e permisero l'accesso alla cripta per le persone con handicap. Il percorso per i turisti fu inoltre modificato in modo da permettere ai visitatori di vedere le tombe nella loro sequenza storica entrando da un lato ed uscendo dall'altro, invece di entrare ed uscire da un unico punto situato in mezzo al tragitto. Cosa più importante, l'intera cripta è dotata da un sistema di aria condizionata in modo da poter controllare il grado di umidità.

Il lavoro di riparazione e di conservazione delle opere artistiche avviene in stretta collaborazione con i monaci, con l'Associazione, l'Ufficio Austriaco per i Monumenti e il Fondo per la Conservazione della Vecchia Vienna.

Il vasto complesso della cripta si compone di più ambienti che sono stati, col tempo, creati e ampliati dal 1633 fino al 1909. Nella vecchia cripta troviamo le tombe di Leopoldo I, di Giuseppe I e quella assai suggestiva di Carlo VI, ideata da Balthasar Ferdinand Moli, con la bella scultura di Johann Nikolaus Moli che rappresenta l'Austria dolente. 

Sempre di B. E Moli è l'imponente doppio sarcofago di stagno che contiene i corpi di Maria Teresa e di suo marito Francesco I di Lorena. I due sposi sono raffigurati distesi sopra la tomba: agli angoli le corone del Sacro Romano Impero, di Boemia, d'Ungheria e di Gerusalemme. Il sarcofago venne eseguito nel 1753 mentre la coppia imperiale era ancora in vita. Rimasta vedova, Maria Teresa passò molte notti sola accanto a questa tomba che conteneva il suo Francesco. Poche donne avrebbero potuto rimanere in questa cripta vagamente illuminata dalle torce e piena di bare senza nessuna paura. Ma l'imperatrice probabilmente sentiva solo il dolore per la perdita del consorte sinceramente amato. 

Nella nuova cripta troviamo le tombe di Francesco II e di Maria Luisa, seconda moglie di Napoleone, imperatrice di Francia e duchessa di Parma.

Vi sono anche, affiancate l'una all'altra in maniera tragicamente simbolica, le tombe di Francesco Giuseppe I, morto nel 1916, quella della moglie Elisabetta, assassinata a Ginevra nel 1898 dall'anarchico Luccheni, e quella di uno dei loro figli, Rodolfo, l'erede al trono suicida a Mayerling nel 1889.

Fra tutti questi augusti personaggi c'è una sola tomba che non appartiene ad una testa coronata: è quella della contessa Fuchs, governante di Maria Teresa. Fu desiderio dell'imperatrice che la sua fedele amica potesse riposare vicino alla sua più illustre padrona.  

Dopo la sepoltura dell'ultima Imperatrice regnante, Zita di Borbone-Parma 147, avvenuta nel 1989, è difficile che qualche altro membro della Casa Imperiale possa ricevere in futuro il permesso per venire sepolto qui, anche se il corpo dell'ultimo Imperatore regnante, Carlo I, potrebbe venirvi tumulato, se la famiglia desidererà trasferirlo qui da Madeira.

Dal 1971 i membri della famiglia che muoiono durante l'esilio sono sepolti nella cripta della Cappella Loreto del Monastero benedettino a Muri, in Svizzera.

Alla fine del 2007 vi è stato sepolto, accanto alla madre, l'arciduca Carlo Ludovico, figlio di Carlo e Zita. La più recente sepoltura risale al 16 luglio 2011, quando vi è stato tumulato l'arciduca Ottone d'Asburgo-Lorena, figlio dell'ultimo Imperatore Carlo I d'Austria.

Piazza del Mercato Nuovo (Neuer Markt)

La piazza del "Mercato Nuovo", anticamente detta Mehlmarkt, cioè mercato della farina, è una delle più antiche di Vienna risalendo al 1200. Circondata da eleganti case di tipico gusto borghese, fra cui fa bella mostra di sé la caratteristica facciata di un'abitazione costruita nella prima metà del Settecento, oggi appare purtroppo modificata in seguito ai gravi danni subiti durante la guerra. 

Al centro della piazza, si trova quella che è universalmente ritenuta la più bella fontana della città, la Donner-brunnen, o Fontana della Provvidenza. Fu realizzata nel 1739 da Georg Raphael Donner; nel corso dei restauri del 1873 si sostituirono le sculture di piombo con copie in bronzo. Gli originali sono oggi nel Museo di Arte Barocca al Belvedere Inferiore. Al centro, quattro putti giocano intorno al piedistallo, su cui si trova la statua della Provvidenza; lungo il bordo della vasca, si trovano le raffigurazioni allegoriche dei quattro affluenti del Danubio: Enns, March, Traun e Ybbs. Nonostante che le figure cronologicamente appartengano ancora al barocco, si deve dire che esse sono superbamente contenute, scolpite con magistrale eleganza, con l'occhio e la mente di chi ha ben assimilato la lezione classica.  

31 Maggio 2015

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