Centro storico di Vienna
Austria

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2001 - SITO PATRIMONIO IN PERICOLO
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Staatsoper (Teatro dell'Opera)

La costruzione del Teatro dell'Opera, uno dei principali teatri lirici del mondo, ebbe inizio subito dopo l'apertura del Ring. Il concorso per il progetto fu vinto dagli architetti Eduard van der Nüli e August Siccardsburg, che si ispirarono alle forme del primo Rinascimento francese, aggiungendovi un carattere più tipicamente viennese e monumentale. Iniziata nel 1861 l'Opera si inaugurò solennemente il 25 maggio 1869, con il "Don Giovanni" di Mozart. L'inaugurazione ebbe un tragico risvolto: durante la cerimonia l'imperatore Francesco Giuseppe I si lasciò sfuggire un commento blandamente negativo sulle proporzioni della facciata. Van der Nüli ne fu talmente colpito che si impiccò; Siccardsburg morì dopo due mesi, sopraffatto dal dolore. Quasi completamente distrutto dai bombardamenti aerei del marzo 1945, l'edificio fu ricostruito sotto la direzione di Erich Boltenstern. In seguito ai restauri, l'esterno del teatro rimase inalterato, con la facciata a portico, mentre l'interno subì sostanziali modifiche e fu dotato dei più moderni impianti tecnici. L'Opera riaprì, quasi contemporaneamente al Burgtheater, nel 1955, con il "Fidelio" di Beethoven.

L'interno è magnificamente ornato: si possono ammirare la sala, capace di oltre 2200 posti; la doppia scalinata con le statue delle Muse, opera di Joseph Gasser; le lunette del soffitto con affreschi di Moritz von Schwind del 1867, in cui sono raffigurate scene del "Flauto magico" di Mozart.

In questo teatro si tiene anche il celebre Ballo dell'Opera (Opernball): allora la platea viene trasformata in un'unica, grandiosa sala da ballo. Per quella sera, magicamente rivive in tutto il suo fasto e il suo splendore la Vienna imperiale.  

Minoritenkirche (Chiesa dei Minoriti)
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La Chiesa dei Minoriti, il cui nome ufficiale è "Italienische Nationalkirche Maria Schnee" cioè "Chiesa Nazionale Italiana Maria della neve", è una chiesa costruita in stile gotico francese che si trova nel Primo Distretto a Vienna.

Il duca Leopoldo VI di Babenberg, detto il "Glorioso", tornando dalla crociata nel 1219, si fermò ad Assisi per esprimere a san Francesco il desiderio di avere dei frati francescani, già presenti in Germania, anche a Vienna.

I frati francescani Alberto da Pisa, Giovanni da Carpi, Martino da Milano e Giacomo da Treviso presero allora la via per la città dove decisero di trapiantare il loro ordine, stabilendosi presso una chiesa precedentemente dedicata ad una santa italiana, Santa Caterina da Siena, nella piazza am Hof, dove risiedeva il duca.

Nel 1260 la chiesa era ormai conosciuta, grazie ai suoi fondatori, come la chiesa degli Italiani e venne dotata di un convento che contava già 150 frati. Il francescanesimo ebbe dunque molti seguaci, soprattutto tra le famiglie nobili, dai principi del Liechtenstein alle famiglie italiane che abitavano a Vienna, quali i Medici, i Ricasoli, i Cavalcanti, gli Stampa e molte altre che spesso facevano tumulare qui i propri defunti, riconoscibili tramite gli stemmi appesi alle pareti.

Ai frati Francescani vennero anche affidate cattedre all’università.

Un incendio nel 1276 diede la possibilità di ricostruire interamente la chiesa, la cui prima pietra fu posta da re Ottocaro II di Boemia e signore d’Austria.

Buona parte della costruzione fu affidata a padre Giacomo di Parigi, realizzatore del portale maggiore, splendida opera in gotico francese.

Nel corso dei secoli la chiesa subì incendi e distruzioni, soprattutto durante le guerre Austro-Turche.

La duchessa Bianca volle la costruzione di un coro, il coro di San Luigi (in onore del suo santo zio re di Francia), che venne realizzato solo più tardi per volere dell’Imperatrice Elisabetta, ma poi tra incendi e guerre andò distrutto e oggi ne sono visibili solo le fondamenta.

La chiesa venne chiamata ufficialmente "degli Italiani" quando Giuseppe II d'Asburgo la donò alla comunità Italiana ad aeternum. Nella chiesa si può scorgere un simbolo di italianità: un mosaico, copia dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, opera di Giacomo Raffaelli, commissionata da Napoleone Bonaparte durante il suo soggiorno a Vienna.

Oggi si celebrano ancora le messe in italiano di Domenica e nelle feste principali, per tutti quegli Italiani che come i frati nel 1200 si sono trasferiti per lavoro o per piacere nella città di Vienna.  

Maria am Gestade 
(Chiesa di Santa Maria sulla Riva)

Il suo nome significa "Maria sulla riva": la riva era quella del Danubio che scorreva qui sotto e la chiesa fu costruita al di sopra di un attracco di barcaioli. Già nominata in alcuni documenti del 1158 come santuario romanico, fu rinnovata più volte. 

La chiesa attuale fu costruita in più fasi: fra il 1330 e il 1369 sorsero il coro e la torre; fra il 1394 e il 1414 la navata. 

La caratteristica e bella torre poligonale alta 56 metri, che termina con una guglia a traforo, fu realizzata dall'architetto ducale Michael Knab fra il 1394 e il 1427; danneggiata durante i due assedi turchi del 1529 e del 1683 venne restaurata nel XIX secolo quando, per ordine dell'imperatore Francesco I, si dette mano ad un cospicuo intervento. 

La chiesa era stata ridotta in misere condizioni durante l'occupazione francese del 1809, quando venne adibita a deposito e stalla militare. Le statue, che ornano il timpano della facciata e l'intradosso del portale, opere dello scultore Joseph Beyer, furono aggiunte all'inizio di questo secolo.

Le colonne della navata sono decorate con baldacchini gotici, che racchiudono sculture appartenenti a vari periodi, da quello medievale a quello moderno. 

Il Coro ha due pannelli gotici risalenti al 1460, raffiguranti uno l'Annunciazione e al'altro la Crocefissione

L'altare maggiore è invece una notevole realizzazione neogotica di Thomas Marzik (1846).

Jesuitenkirche (Chiesa dei Gesuiti)

La Chiesa dei Gesuiti fu eretta dal 1627 al 1631 per volere dell'imperatore Ferdinando II che, in piena Guerra dei Trent'anni, desiderava sottolineare il ruolo della Compagnia di Gesù, vero e proprio simbolo della Controriforma. Poiché alla congregazione era stata affidata la cura dell'Università viennese, la chiesa è nota anche come chiesa dell'Università. 

Dal 1703 al 1705 Andrea Pozzo ne trasformò radicalmente l'interno ed aggiunse i campanili dando all'edificio l'aspetto che ancor'oggi conserva. Tipicamente barocca all'esterno, con le due alte torri che serrano la facciata, la chiesa è, all'interno, un vero e proprio trionfo dello stile controriformistico. Ad una sola navata, aperta da arcate con colonne e trabeazione, è fastosamente decorata. Allo stesso Andrea Pozzo si devono la pala dell'altare maggiore, che raffigura l'Assunzione di Maria, e la decorazione della volta con un grande affresco prospettico che simula la presenza di una cupola. 

La Dr. Ignaz-Seipel Platz, su cui prospetta la facciata della Chiesa dei Gesuiti, è stata per secoli il cuore della cultura ufficiale austriaca. Nel complesso edificio che occupa l'intero isolato racchiuso fra la piazza, la Bàckerstrasse e la Postgasse, aveva sede l'Antica Università (Alte Universitàt), la più antica di lingua germanica, dopo la chiusura di quella di Praga, derivando dallo Studio fondato da Rodolfo IV nel 1365.

Di fronte all'Alte Universitàt si eleva un elegante palazzo, unico esempio di classicismo francese a Vienna, commissionato nel 1753 da Maria Teresa all'architetto Jean Nicolas Jadot, con lo scopo di fornire all'istituzione una nuova capace aula. L'ambiente - oggi Salone delle Feste - era decorato con affreschi del romano Gregorio Guglielmi che vennero distrutti da un incendio nel 1961 e rimpiazzati da copie di Paul Reckendorfer.

Chiesa Santa Maria Rotonda

La Chiesa di Santa Maria Rotonda, è una chiesa di Vienna, Basilica minore dal 1927.

In luogo dell'attuale edificio sacro esisteva inizialmente una chiesa eretta nel 1237 dai Domenicani, poi ampliata nel corso del secolo. Tale struttura subì degli incendi, che costrinsero l'ordine a edificarne una nuova tra 1283 e 1302 poi ingrandita nel Rinascimento, in stile gotico, con la navata coronata da cinque volte a crociera.

Nel 1529 la chiesa subì gravi saccheggi per mano turca, cadendo dunque in degrado per tutto il secolo. Nel XVII secolo, però, con la Controriforma, per l'ordine domenicano si aprì una nuova stagione, nella quale fu inaugurata la nuova Dominikanerkirche, iniziata il 29 maggio 1631, con la deposizione della prima pietra da parte di Ferdinando II d'Asburgo, e completata nel 1634, in stile barocco, espressione della nuova epoca.

 Il 1º ottobre 1634 fu consacrata e, solo nel 1927, elevata al grado di basilica minore.

Struttura tipicamente barocca, la chiesa dei Domenicani si presenta con una facciata a salienti completata da ampie volute e decorata da elementi scultorei, secondo un l'impianto delle facciate primo-barocche italiane. Essa, sovrastata da un grande frontone, si presenta tripartita da lesene e paraste di ordine composito.

Sul portale, affiancato da colonne corinzie, timpanato e dotato di un grande stemma dell'ordine, poggiano tre statue: lateralmente Santa Caterina da Siena e Sant'Agnese da Montepulciano, centralmente una Madonna col Bambino, inserita in una nicchia.

Altre due nicchie sono posizionate lateralmente al portale, rispettivamente contenenti le rappresentazioni scultoree di Ludwig Bertrand e Santa Rosa da Lima.

Gli interni sono a tre navate, con le pareti ornate da stucchi e rilievi e il soffitto impreziosito da affreschi. In particolare l'abside contiene opere a fresco di Carpoforo Tencalla, con Battaglia di Muret e Battaglia di Lepanto.

Degno di nota il pulpito settecentesco, opera di Matthias Steinl.

Lateralmente, le navate hanno tre cappelle per lato, ciascuna dedicata a un santo: Cappella di Santa Caterina da Siena, con affreschi di François Roettiers; Cappella di San Tommaso d'Aquino, con affreschi di Frans Leuyx; Cappella di Santa Rosa da Lima; Cappella di Sant'Anna; Cappella di San Vincenzo Ferreri, con affreschi di François Roettiers; Cappella di Santa Caterina d'Alessandria, con affreschi di Frans Leuyx

Stadtpark

Questo parco venne progettato seguendo un'idea del pittore Joseph Selleny e realizzato - per volontà del sindaco A. Zelinka - durante il periodo di espansione che coincise con la costruzione del Ring. Attraversato da un caratteristico corso d'acqua, il Wienfluss, con un piccolo lago artificiale popolato di cigni e pavoni, lo Stadtpark, aperto nel 1862, è uno dei parchi più belli della città.

L'apparato architettonico che orna lo sbocco all'aperto del Wienfluss e, per un breve tratto, le sue sponde, venne realizzato fra il 1899 e il 1907 su progetto di Friedrich Ohmann e Joseph Hackhofer. I   L'idea era di attrezzare il piccolo corso d'acqua - nel momento in cui si decideva di unire allo Stadtpark l'adiacente Kinderpark - in modo da creare una vera e propria passeggiata. 

Il parco è abbellito da numerose statue e monumenti commemorativi, fra cui quello a Franz Schubert e quello al "re del walzer" Johann Strauss figlio, opera di Edmund Hellmer, del 1923. La figura in bronzo del grande compositore viennese, ritratto in atto di suonare il violino, è posta sotto un arco di marmo bianco, ornato da rilievi che rappresentano le ondine del suo famoso "Danubio blu", che danzano. Il commovente omaggio della città al suo più celebre ed amato figlio: Strauss fu un autentico idolo delle masse e la sua fama superava perfino quella dell'imperatore. 

Sempre nello Stadtpark, si trova il Kursalon, un massiccio padiglione costruito da Johann Garben fra il 1865 e il 1867, occupato da un caffè-ristorante. Il Kursalon è una sorta di tempio del walzer viennese: le gare di questa danza vi sono così frequenti da legittimare il sospetto che si tratti di spettacoli per turisti piuttosto che di vere e proprie manifestazioni popolari.

La tradizione del caffè, come locale di tranquillo riposo, ove leggere il giornale sorseggiando la calda bevanda, è una delle caratteristiche di Vienna che affascinano il visitatore.

Resselpark  

I giardini antistanti la maestosa Karlskirche furono realizzati a partire dal 1862 nell'ambito delle grandi iniziative urbanistiche collegate al progetto della Ringstrasse. La vicinanza del Politecnico suggerì di intitolarli a Josef Ressel (1793-1857), inventore dell'elica navale, di cui fu collocato nel parco un monumento, opera di Anton Dominik Fernkorn. A

ltri monumenti dedicati ad eminenti uomini, soprattutto inventori, vi trovarono posto nel corso del tempo: fra questi il busto di Josef Madersperger (1768-1850), ideatore della macchina da cucire, opera di Karl Philipp.

Ai bordi del parco, lungo la Karlsplatz, si trova il bianco monumento al compositore Johannes Brahms (1833-1897), eseguito dallo scultore Rudolf Weyr e inaugurato il 7 maggio 1908. Il grande musicista tedesco, stabilitosi definitivamente a Vienna nel 1878, abitò per quindici anni a poca distanza da qui, al n. 4 della Karlsgasse e sempre in questa zona lavorò come direttore dell'orchestra del Musikverein dal 1871 al 1875. Coscienzioso e tenace, ma sarcastico e scostante, interpretò sul finire del secolo, con la sua musica, a tendenza profonda della società viennese verso un crepuscolare decadentismo.

Karlskirche

È una delle più eminenti chiese barocche d'oltralpe e vanta una imponente cupola dalla forma ellittica. Restaurata sul finire degli anni ottanta del Novecento, è nota grazie alla sua cupola e alle sue due colonne poste ai lati, decorate con bassorilievi, come pure grazie al suo ruolo di contrappeso architettonico del Musikverein e dell'Università viennese di tecnologia.

La Karlskirche sorse in onore di San Carlo Borromeo in seguito ad un voto fatto dall'imperatore Carlo VI durante la pestilenza del 1713 e fu in questa occasione che il sovrano fece apporre sul frontone l'iscrizione "Vota mea reddam conspectu timentium Deum" (Il mio voto è compiuto al cospetto dei timorati di Dio). 

La costruzione ebbe inizio nel 1716 su progetto di J. B. Fischer von Erlach, vincitore su Galli Bibiena e Hildebrandt del concorso indetto da Carlo VI. All'epoca la chiesa si trovava al di là del fiume Wien e al termine di una strada che iniziava dalla Hofburg, così che la facciata avrebbe costituito una sorta di quinta prospettica in contrapposizione al palazzo imperiale.

Si dice che l'idea della originalissima facciata, con quelle due enormi colonne isolate davanti alla chiesa, fosse venuta a von Erlach dopo avere osservato dal Pincio San Pietro e la colonna Traiana come un unico insieme al tramonto. Qualunque sia stata l'ispirazione del grande architetto, è certo che poche facciate al mondo sono così caratteristiche: essa consta di un corpo centrale, con un pronao classico al centro, un'alta cupola ovoidale e due tozze torri ai lati. 

Davanti alla facciata, alte quasi quanto la cupola, come a ribadire la solennità e l'originalità della concezione, stanno le due colonne trionfali, con rilievi a spirale. Alte 33 metri, eseguite fra il 1724 e il 1730 da J. B. Mader, J. Schletterer e J. B. Straub, rappresentano Scene della vita di San Carlo Borromeo. Il timpano della facciata è ornato con un bassorilievo di G. Stanetti che simboleggia la fine della peste.

Nel 1722 J. B. Fischer von Erlach interruppe la costruzione della chiesa; essa fu proseguita dal figlio Joseph Emanuel che cominciò a lavorarvi nel 1724 e la terminò nel 1737. L'interno, privo delle rutilanti cromie del più esasperato barocco, è sobrio e armonioso: un'unica vasta aula ovale, coperta dalla cupola e circondata da cappelle laterali (un'Assunzione della Vergine, di Sebastiano Ricci e  una Santa Elisabetta di Daniel Gran. Da notare anche i pregevoli banchi intagliati, realizzati ad andamento curvo, per seguire la pianta della chiesa.  

L'altare maggiore è decorato con rilievi in stucco, opera di Alberto Camesina, raffiguranti l'Ascensione di San Carlo Borromeo. La cupola è affrescata ad opera di Johann Michael Rottmayr e vi è raffigurata l'Apoteosi di San Carlo Borromeo.

L'organo a canne della chiesa è stato costruito nel 1989 da Gerhard Hradetzky. A trasmissione meccanica, ha due tastiere e pedaliera.

Karlsplatz

L'architetto e urbanista Otto Wagner (1841-1918) fu senza dubbio l'iniziatore del rinnovamento architettonico austriaco e le sue idee influenzarono grandemente il movimento della Secessione. Affermatosi subito come professionista di solida preparazione e di grande qualità, Wagner eseguì importanti studi per l'ampliamento della città. Purtroppo di tutto questo lavoro ebbe pratica attuazione solo il progetto della ferrovia metropolitana che l'architetto considerava la chiave di volta di ogni pianificazione urbana.

Il sistema ferroviario venne realizzato fra il 1894 e il 1901 e Wagner, nominato ingegnere capo del progetto, disegnò oltre trenta stazioni, occupandosi anche della collocazione di viadotti e gallerie e non tralasciando di definire personalmente anche i piccoli dettagli quali i lampioni, le ringhiere e perfino le scritte. Per tutto questo la vecchia Metropolitana viene considerata, globalmente, il capolavoro dell'architetto. 

Wagner colse inoltre l'occasione per sperimentare tecniche costruttive d'avanguardia ed utilizzò largamente il ferro anche in funzione decorativa. Arrivò ad impiegarlo perfino nella stazione di Schònbrunn (riservata esclusivamente alla famiglia imperiale per consentirle di raggiungere il castello omonimo) dove questo materiale povero viene nobilitato nella realizzazione della cupola. 

Anche nei due padiglioni gemelli della Karlsplatz, veri gioielli del complesso, il ferro è presente in buona misura. Costruiti in tipico Jugendstil con rivestimento in lastre di marmo decorate da motivi floreali in oro, sono stati smontati e restaurati completamente nel 1978. Mentre uno di essi ha ancora la funzione di ingresso alle linee, l'altro viene utilizzato, d'estate, come caffè. La sistemazione attuale della piazza si deve all'architetto danese S. I. Andersson.  

Secession

Nell'ultimo decennio del secolo i giovani che volevano studiare pittura dovevano frequentare la conservatrice Accademia Imperiale. Diciannove studenti, capeggiati da Gustav Klimt, abbandonarono nel 1897 l'Accademia, fondando la Vereinigung bildender Kùnstler Òsterreich Secession (Associazione dei pittori e scultori della Secessione). I secessionisti, inserendosi nell'ambito sia dell'Art Nouveau francese che del simbolismo europeo, affermavano che traguardo dell'artista non poteva più essere l'imitazione del passato, ma la creazione di un nuovo stile. Questo pensiero si sintetizzò nel motto del movimento: "ad ogni tempo la sua arte, ad ogni arte la sua libertà" ("Der Zeit ihre Kunst, der Kunst ihre Freiheit"). 

Klimt, che fu il personaggio di maggior rilievo del movimento, pose sempre l'accento sulla libertà dell'artista mantenendo un atteggiamento antidottrinario; è per questo motivo che le opere dei cosiddetti "artisti della Secessione" sono prive di caratteristiche comuni. Questo non significava la mancanza di un programma, tanto è vero che fu rono fondati una sede e un periodico per la diffusione delle idee del gruppo (il Ver Sacrum, Primavera Sacra). 

Dal punto di vista tematico, la Secessione viennese non presenta intenti naturalistici o realisti, ma affronta tematiche più complesse come il rapporto tra amore e morte, il senso del destino e il mistero della vita umana. Dal punto di vista formale, tipica è la stilizzazione delle figure, il ricorso a elementi floreali e l'appiattimento delle immagini. Uno degli aspetti fondamentali di questo movimento è la funzione decorativa dell'arte. Cadono le barriere tra i diversi settori dell'arte: gli artisti sperimentano mezzi espressivi diversi e li applicano in ambiti artistici differenti. 

Oltre a Klimt fecero parte della Secessione pittori come Josef Engelhart, Oskar Moli, Koloman Moser. Il movimento annovera anche importanti esponenti dell'architettura viennese come Otto Wagner, Josef Hoffmann e Joseph Maria Olbrich. Questo architetto, uno dei membri di spicco del movimento artistico, ideò nel 1897-1898 l'edificio della Secessione per le esposizioni del gruppo, basandosi anche su alcuni schizzi di Klimt. In questo edificio si manifesta pienamente l'armoniosa grafica architettonica di Olbrich e il suo particolare gusto per il cromatismo, che rendono la costruzione eterea. Da notare soprattutto la cupola traforata, in ferro dorato, che imita un cespo di foglie di lauro. Accanto al padiglione, il monumento in bronzo a Marco Antonio, eseguito nel 1899-1900 da Arthur Strasser. Quest'opera di un artista estraneo al movimento, collocata accanto al tempio della Secession, testimonia la straordinaria capacità di assimilazione che il vecchio impero aveva nei confronti dei suoi oppositori; non a caso all'inaugurazione della sede della Secession presenziò l'imperatore in persona.  

Hundertwasserhaus

Vienna ha una grande tradizione nell'edilizia popolare. È stato quindi naturale ingaggiare un artista moderno,  Friedensreich Hundertwasser, che in piena libertà ha potuto progettare secondo le sue concezioni un edificio di abitazioni in affitto. 

HundertwasserVillage9.jpg (167965 byte)HundertwasserVillage2.jpg (159850 byte)HundertwasserVillage3.jpg (242407 byte)HundertwasserVillage4.jpg (271257 byte)La Casa Hundertwasser (Hundertwasserhaus) nella 3° circoscrizione, all'angolo tra Kegelgasse e Lòwengasse, rappresenta un contributo originale al rinnovamento urbano della città. 

HundertwasserVillage8.jpg (221326 byte)HundertwasserVillage5.jpg (197013 byte)HundertwasserVillage7.jpg (213065 byte)La casa, completata nel 1985 dopo venti anni di costruzione, affascina per l'audacia della sperimentazione e le molte divertenti soluzioni del suo  architetto: la policromia, la parete esterna viva, non perfettamente liscia, con numerose varianti di finestra, l'impiego dei materiali decorativi più diversi. 

A cinque minuti di distanza a piedi, al n. 13 di Unteren Weissgerberstrasse, si trova la Kunsthaus Wien, che ospita un museo di Hundertwasser con numerosi dipinti del Maestro. 

Questo museo viene presentato come un "baluardo contro il falso ordine delle linee rette"; il suo pavi mento diseguale sarebbe una "melodia per i piedi".  

Prater

Il Prater (più propriamente Wiener Prater) è un parco pubblico fra i più grandi e famosi di Vienna. Al suo interno è situato il Wurstelprater (talvolta chiamato anch'esso Prater), celebre parco divertimenti con attrazioni, fra la quali la più nota è la ruota panoramica Riesenrad.

Il giardino è delimitato in larghezza dal Danubio e dal Donaukanal, ramo del Danubio stesso, ed è attraversato dalla Hauptallee, largo viale alberato chiuso al traffico e ritrovo di turisti e amanti degli sport all'aperto.

Oltre al parco divertimenti, all'interno del Prater si trovano un museo (Pratermuseum) ed un planetario. Sempre al suo interno si trova inoltre la Kugelmugel: una costruzione sferica realizzata dall'artista austriaco Edwin Lipburger e da questi autodichiarata micronazione indipendente nel 1984.

Dal punto di vista storico, l'area corrispondente al Prater è stata per lungo tempo un parco di caccia, fin da quando l'imperatore Massimiliano II la rese tale nel 1560. Nel 1766 l'imperatore Giuseppe II riaprì il parco al pubblico - in precedenza, per scoraggiare i bracconieri, l'ingresso era negato alla gente comune - e vi permise anzi la costruzione di caffetterie e sale da the. Da allora il parco ha iniziato ad assumere l'aspetto odierno, sebbene la caccia abbia continuato ad esservi consentita fino al 1920.

Il nome "prater" deriva dal latino pratum, attraverso lo spagnolo prado, e significa appunto "prato".

Donaupark

Moderno parco realizzato inizialmente come sede dell'lnternational Garden Show di Vienna del 1964, sfrutta una vasta area compresa fra un braccio del vecchio corso del Danubio e l'ampio canale artificiale in cui il fiume oggi scivola. La disastrosa inondazione del 1862 che colpì la parte orientale della città, compresi il Prater e Leopoldstadt, convinse il consiglio comunale ad approntare un progetto di canalizzazione. 

Realizzata tra il 1870 ed il 1875, la sistemazione prevedeva un ampio bacino di ritenuta, un largo canale adatto alla navigazione e un canale più piccolo che, ricalcando l'originario percorso, avrebbe toccato la città conservandone almeno in parte l'antico aspetto; la vecchia ansa principale sarebbe rimasta isolata ad oriente.

Immersi nel verde di piante d'alto fusto di grande varietà, si trovano spazi attrezzati per lo sport, giochi per i bambini, piste ciclabili e per il pattinaggio sul ghiaccio, minigolf, posti di ristoro. Non manca la musica, grazie ad un'orchestrina che si esibisce all'aperto. 

Sul parco si erge la Torre sul Danubio (Donauturm) realizzata nel 1964 sull'esempio delle torri televisive diffuse in tante altre città. 

Con un'altezza di 252 metri, la torre è uno dei più alti edifici di Vienna. 779 scalini immettono nella sua piattaforma panoramica, la quale è ad un'altezza di 150 metri e può essere raggiunta mediante due ascensori che portano i turisti in alto in soli 35 secondi. Un giro turistico completo della torre dura 26, 39 o 52 minuti. 

La piattaforma è usata talvolta durante l'estate per il bungee jumping. Due ristoranti girevoli (ad un'altezza di 160 e 170 metri) offrono una vista varia sopra la capitale austriaca. Fa parte della World Federation of Great Towers.

La Torre sul Danubio è inoltre una radio-stazione privata e sede di diversi servizi di radiotrasmissione. Nonostante assomigli ad una torre TV, la Donauturm non è usata per le trasmissioni TV.

31 Maggio 2015

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