Staatsoper
(Teatro dell'Opera)
La
costruzione del Teatro
dell'Opera, uno dei principali
teatri lirici del mondo, ebbe
inizio subito dopo l'apertura
del Ring. Il concorso per il
progetto fu vinto dagli
architetti Eduard van der Nüli
e August Siccardsburg, che si
ispirarono alle forme del
primo Rinascimento francese,
aggiungendovi un carattere più
tipicamente viennese e
monumentale. Iniziata nel 1861
l'Opera si inaugurò
solennemente il 25 maggio
1869, con il "Don
Giovanni" di Mozart.
L'inaugurazione ebbe un
tragico risvolto: durante la
cerimonia l'imperatore
Francesco Giuseppe I si lasciò
sfuggire un commento
blandamente negativo sulle
proporzioni della facciata.
Van der Nüli ne fu talmente
colpito che si impiccò;
Siccardsburg morì dopo due
mesi, sopraffatto dal dolore.
Quasi completamente distrutto
dai bombardamenti aerei del
marzo 1945, l'edificio fu
ricostruito sotto la direzione
di Erich Boltenstern. In
seguito ai restauri, l'esterno
del teatro rimase inalterato,
con la facciata a portico,
mentre l'interno subì
sostanziali modifiche e fu
dotato dei più moderni
impianti tecnici. L'Opera
riaprì, quasi
contemporaneamente al
Burgtheater, nel 1955, con il
"Fidelio" di
Beethoven.
L'interno
è magnificamente ornato: si
possono ammirare la sala,
capace di oltre 2200 posti; la
doppia scalinata con le statue
delle Muse, opera di Joseph
Gasser; le lunette del
soffitto con affreschi di
Moritz von Schwind del 1867,
in cui sono raffigurate scene
del "Flauto magico"
di Mozart.
In
questo teatro si tiene anche
il celebre Ballo dell'Opera
(Opernball): allora la platea
viene trasformata in un'unica,
grandiosa sala da ballo. Per
quella sera, magicamente
rivive in tutto il suo fasto e
il suo splendore la Vienna
imperiale.

- Minoritenkirche
(Chiesa dei Minoriti)
La
Chiesa dei Minoriti, il cui
nome ufficiale è
"Italienische
Nationalkirche Maria
Schnee" cioè
"Chiesa Nazionale
Italiana Maria della
neve", è una chiesa
costruita in stile gotico
francese che si trova nel
Primo Distretto a Vienna.
Il
duca Leopoldo VI di Babenberg,
detto il "Glorioso",
tornando dalla crociata nel
1219, si fermò ad Assisi per
esprimere a san Francesco il
desiderio di avere dei frati
francescani, già presenti in
Germania, anche a Vienna.
I
frati francescani Alberto da
Pisa, Giovanni da Carpi,
Martino da Milano e Giacomo da
Treviso presero allora la via
per la città dove decisero di
trapiantare il loro
ordine, stabilendosi presso
una chiesa precedentemente
dedicata ad una santa
italiana, Santa Caterina da
Siena, nella piazza am Hof,
dove risiedeva il duca.
Nel
1260 la chiesa era ormai
conosciuta, grazie ai suoi
fondatori, come la chiesa
degli Italiani e venne
dotata di un convento che
contava già 150 frati. Il
francescanesimo ebbe dunque
molti seguaci, soprattutto tra
le famiglie nobili, dai
principi del Liechtenstein
alle famiglie italiane che
abitavano a Vienna, quali i
Medici, i Ricasoli, i
Cavalcanti, gli Stampa e molte
altre che spesso facevano
tumulare qui i propri defunti,
riconoscibili tramite gli
stemmi appesi alle pareti.
Ai
frati Francescani vennero
anche affidate cattedre
all’università.
Un
incendio nel 1276 diede la
possibilità di ricostruire
interamente la chiesa, la cui
prima pietra fu posta da re
Ottocaro II di Boemia e
signore d’Austria.
Buona
parte della costruzione fu
affidata a padre Giacomo di
Parigi, realizzatore del
portale maggiore, splendida
opera in gotico francese.
Nel
corso dei secoli la chiesa subì
incendi e distruzioni,
soprattutto durante le guerre
Austro-Turche.
La
duchessa Bianca volle la
costruzione di un coro, il
coro di San Luigi (in onore
del suo santo zio re di
Francia), che venne realizzato
solo più tardi per volere
dell’Imperatrice Elisabetta,
ma poi tra incendi e guerre
andò distrutto e oggi ne sono
visibili solo le fondamenta.
La
chiesa venne chiamata
ufficialmente "degli
Italiani" quando Giuseppe
II d'Asburgo la donò alla
comunità Italiana ad
aeternum. Nella chiesa si
può scorgere un simbolo di italianità:
un mosaico, copia
dell’Ultima Cena di Leonardo
da Vinci, opera di Giacomo
Raffaelli, commissionata da
Napoleone Bonaparte durante il
suo soggiorno a Vienna.
Oggi
si celebrano ancora le messe
in italiano di Domenica e
nelle feste principali, per
tutti quegli Italiani che come
i frati nel 1200 si sono
trasferiti per lavoro o per
piacere nella città di
Vienna.
Maria
am Gestade
- (Chiesa
di Santa Maria sulla
Riva)
Il
suo nome significa "Maria
sulla riva": la riva era
quella del Danubio che
scorreva qui sotto e la chiesa
fu costruita al di sopra di un
attracco di barcaioli. Già
nominata in alcuni documenti
del 1158 come santuario
romanico, fu rinnovata più
volte.
La
chiesa attuale fu costruita in
più fasi: fra il 1330 e il
1369 sorsero il coro e la
torre; fra il 1394 e il 1414
la navata.
La
caratteristica e bella torre
poligonale alta 56 metri, che
termina con una guglia a
traforo, fu realizzata
dall'architetto ducale Michael
Knab fra il 1394 e il 1427;
danneggiata durante i due
assedi turchi del 1529 e del
1683 venne restaurata nel XIX
secolo quando, per ordine
dell'imperatore Francesco I,
si dette mano ad un cospicuo
intervento.
La
chiesa era stata ridotta in
misere condizioni durante
l'occupazione francese del
1809, quando venne adibita a
deposito e stalla militare. Le
statue, che ornano il timpano
della facciata e l'intradosso
del portale, opere dello
scultore Joseph Beyer, furono
aggiunte all'inizio di questo
secolo.
Le
colonne della navata sono
decorate con baldacchini
gotici, che racchiudono
sculture appartenenti a vari
periodi, da quello medievale a
quello moderno.
Il
Coro ha due pannelli gotici
risalenti al 1460,
raffiguranti uno l'Annunciazione
e al'altro la Crocefissione.
L'altare
maggiore è invece una
notevole realizzazione
neogotica di Thomas Marzik
(1846).
Jesuitenkirche
(Chiesa dei
Gesuiti)
La
Chiesa dei Gesuiti fu eretta
dal 1627 al 1631 per volere
dell'imperatore Ferdinando II
che, in piena Guerra dei
Trent'anni, desiderava
sottolineare il ruolo della
Compagnia di Gesù, vero e
proprio simbolo della
Controriforma. Poiché alla
congregazione era stata
affidata la cura
dell'Università viennese, la
chiesa è nota anche come
chiesa dell'Università.
Dal
1703 al 1705 Andrea Pozzo ne
trasformò radicalmente
l'interno ed aggiunse i
campanili dando all'edificio
l'aspetto che ancor'oggi
conserva. Tipicamente barocca
all'esterno, con le due alte
torri che serrano la facciata,
la chiesa è, all'interno, un
vero e proprio trionfo dello
stile controriformistico. Ad
una sola navata, aperta da
arcate con colonne e
trabeazione, è fastosamente
decorata. Allo stesso Andrea
Pozzo si devono la pala
dell'altare maggiore, che
raffigura l'Assunzione di
Maria, e la decorazione della
volta con un grande affresco
prospettico che simula la
presenza di una cupola.
La
Dr. Ignaz-Seipel Platz, su cui
prospetta la facciata della
Chiesa dei Gesuiti, è stata
per secoli il cuore della
cultura ufficiale austriaca.
Nel complesso edificio che
occupa l'intero isolato
racchiuso fra la piazza, la Bàckerstrasse
e la Postgasse, aveva sede
l'Antica Università (Alte
Universitàt), la più antica
di lingua germanica, dopo la
chiusura di quella di Praga,
derivando dallo Studio fondato
da Rodolfo IV nel 1365.
Di
fronte all'Alte Universitàt
si eleva un elegante palazzo,
unico esempio di classicismo
francese a Vienna,
commissionato nel 1753 da
Maria Teresa all'architetto
Jean Nicolas Jadot, con lo
scopo di fornire
all'istituzione una nuova
capace aula. L'ambiente - oggi
Salone delle Feste - era
decorato con affreschi del
romano Gregorio Guglielmi che
vennero distrutti da un
incendio nel 1961 e
rimpiazzati da copie di Paul
Reckendorfer.
Chiesa
Santa Maria Rotonda
La
Chiesa di Santa Maria Rotonda,
è una chiesa di Vienna,
Basilica minore dal 1927.
In
luogo dell'attuale edificio
sacro esisteva inizialmente
una chiesa eretta nel 1237 dai
Domenicani, poi ampliata nel
corso del secolo. Tale
struttura subì degli incendi,
che costrinsero l'ordine a
edificarne una nuova tra 1283
e 1302 poi ingrandita nel
Rinascimento, in stile gotico,
con la navata coronata da
cinque volte a crociera.
Nel
1529 la chiesa subì gravi
saccheggi per mano turca,
cadendo dunque in degrado per
tutto il secolo. Nel XVII
secolo, però, con la
Controriforma, per l'ordine
domenicano si aprì una nuova
stagione, nella quale fu
inaugurata la nuova Dominikanerkirche,
iniziata il 29 maggio 1631,
con la deposizione della prima
pietra da parte di Ferdinando
II d'Asburgo, e completata nel
1634, in stile barocco,
espressione della nuova epoca.
Il
1º ottobre 1634 fu consacrata
e, solo nel 1927, elevata al
grado di basilica minore.
Struttura
tipicamente barocca, la chiesa
dei Domenicani si presenta con
una facciata a salienti
completata da ampie volute e
decorata da elementi
scultorei, secondo un
l'impianto delle facciate
primo-barocche italiane. Essa,
sovrastata da un grande
frontone, si presenta
tripartita da lesene e paraste
di ordine composito.
Sul
portale, affiancato da colonne
corinzie, timpanato e dotato
di un grande stemma
dell'ordine, poggiano tre
statue: lateralmente Santa
Caterina da Siena e
Sant'Agnese da Montepulciano,
centralmente una Madonna col
Bambino, inserita in una
nicchia.
Altre
due nicchie sono posizionate
lateralmente al portale,
rispettivamente contenenti le
rappresentazioni scultoree di
Ludwig Bertrand e Santa Rosa
da Lima.
Gli
interni sono a tre navate, con
le pareti ornate da stucchi e
rilievi e il soffitto
impreziosito da affreschi. In
particolare l'abside contiene
opere a fresco di Carpoforo
Tencalla, con Battaglia
di Muret e Battaglia
di Lepanto.
Degno
di nota il pulpito
settecentesco, opera di
Matthias Steinl.
Lateralmente,
le navate hanno tre cappelle
per lato, ciascuna dedicata a
un santo: Cappella di Santa
Caterina da Siena, con
affreschi di François
Roettiers; Cappella di San
Tommaso d'Aquino, con
affreschi di Frans Leuyx;
Cappella di Santa Rosa da
Lima; Cappella di Sant'Anna;
Cappella di San Vincenzo
Ferreri, con affreschi di François
Roettiers; Cappella di Santa
Caterina d'Alessandria, con
affreschi di Frans Leuyx
Stadtpark
Questo
parco venne progettato
seguendo un'idea del pittore
Joseph Selleny e realizzato -
per volontà del sindaco A.
Zelinka - durante il periodo
di espansione che coincise con
la costruzione del Ring.
Attraversato da un
caratteristico corso d'acqua,
il Wienfluss, con un piccolo
lago artificiale popolato di
cigni e pavoni, lo Stadtpark,
aperto nel 1862, è uno dei
parchi più belli della città.
L'apparato
architettonico che orna lo
sbocco all'aperto del
Wienfluss e, per un breve
tratto, le sue sponde, venne
realizzato fra il 1899 e il
1907 su progetto di Friedrich
Ohmann e Joseph Hackhofer. I
L'idea era di
attrezzare il piccolo corso
d'acqua - nel momento in cui
si decideva di unire allo
Stadtpark l'adiacente
Kinderpark - in modo da creare
una vera e propria
passeggiata.
Il
parco è abbellito da numerose
statue e monumenti
commemorativi, fra cui quello
a Franz Schubert e quello al
"re del walzer"
Johann Strauss figlio, opera
di Edmund Hellmer, del 1923.
La figura in bronzo del grande
compositore viennese, ritratto
in atto di suonare il violino,
è posta sotto un arco di
marmo bianco, ornato da
rilievi che rappresentano le
ondine del suo famoso
"Danubio blu", che
danzano. Il commovente omaggio
della città al suo più
celebre ed amato figlio:
Strauss fu un autentico idolo
delle masse e la sua fama
superava perfino quella
dell'imperatore.
Sempre
nello Stadtpark, si trova il
Kursalon, un massiccio
padiglione costruito da Johann
Garben fra il 1865 e il 1867,
occupato da un caffè-ristorante.
Il Kursalon è una sorta di
tempio del walzer viennese: le
gare di questa danza vi sono
così frequenti da legittimare
il sospetto che si tratti di
spettacoli per turisti
piuttosto che di vere e
proprie manifestazioni
popolari.
La
tradizione del caffè, come
locale di tranquillo riposo,
ove leggere il giornale
sorseggiando la calda bevanda,
è una delle caratteristiche
di Vienna che affascinano il
visitatore.
Resselpark
I
giardini antistanti la
maestosa Karlskirche furono
realizzati a partire dal 1862
nell'ambito delle grandi
iniziative urbanistiche
collegate al progetto della
Ringstrasse. La vicinanza del
Politecnico suggerì di
intitolarli a Josef Ressel
(1793-1857), inventore
dell'elica navale, di cui fu
collocato nel parco un
monumento, opera di Anton
Dominik Fernkorn. A
ltri
monumenti dedicati ad eminenti
uomini, soprattutto inventori,
vi trovarono posto nel corso
del tempo: fra questi il busto
di Josef Madersperger
(1768-1850), ideatore della
macchina da cucire, opera di
Karl Philipp.
Ai
bordi del parco, lungo la
Karlsplatz, si trova il bianco
monumento al compositore
Johannes Brahms (1833-1897),
eseguito dallo scultore Rudolf
Weyr e inaugurato il 7 maggio
1908. Il grande musicista
tedesco, stabilitosi
definitivamente a
Vienna nel 1878, abitò per
quindici anni a poca distanza
da qui, al n. 4 della
Karlsgasse e sempre in questa
zona lavorò come direttore
dell'orchestra del Musikverein
dal 1871 al 1875. Coscienzioso
e tenace, ma sarcastico e
scostante, interpretò sul
finire del secolo, con la sua
musica, a tendenza profonda
della società viennese verso
un crepuscolare decadentismo.

- Karlskirche
È
una delle più eminenti chiese
barocche d'oltralpe e vanta
una imponente cupola dalla
forma ellittica. Restaurata
sul finire degli anni ottanta
del Novecento, è nota grazie
alla sua cupola e alle sue due
colonne poste ai lati,
decorate con bassorilievi,
come pure grazie al suo ruolo
di contrappeso architettonico
del Musikverein e
dell'Università viennese di
tecnologia.
La
Karlskirche sorse in onore di
San Carlo Borromeo in seguito
ad un voto fatto
dall'imperatore Carlo VI
durante la pestilenza del 1713
e fu in questa occasione che
il sovrano fece apporre sul
frontone l'iscrizione
"Vota mea reddam
conspectu timentium Deum"
(Il mio voto è compiuto al
cospetto dei timorati di
Dio).
La
costruzione ebbe inizio nel
1716 su progetto di J. B.
Fischer von Erlach, vincitore
su Galli Bibiena e Hildebrandt
del concorso indetto da Carlo
VI. All'epoca la chiesa si
trovava al di là del fiume
Wien e al termine di una
strada che iniziava dalla
Hofburg, così che la facciata
avrebbe costituito una sorta
di quinta prospettica in
contrapposizione al palazzo
imperiale.
Si
dice che l'idea della
originalissima facciata, con
quelle due enormi colonne
isolate davanti alla chiesa,
fosse venuta a von Erlach dopo
avere osservato dal Pincio San
Pietro e la colonna Traiana
come un unico insieme al
tramonto. Qualunque sia stata
l'ispirazione del grande
architetto, è certo che poche
facciate al mondo sono così
caratteristiche: essa consta
di un corpo centrale, con un
pronao classico al centro,
un'alta cupola ovoidale e due
tozze torri ai lati.
Davanti
alla facciata, alte quasi
quanto la cupola, come a
ribadire la solennità e
l'originalità della
concezione, stanno le due
colonne trionfali,
con rilievi a spirale. Alte 33
metri, eseguite fra il 1724 e
il 1730 da J. B. Mader, J.
Schletterer e J. B. Straub,
rappresentano Scene della vita
di San Carlo Borromeo. Il
timpano della facciata è
ornato con un bassorilievo di
G. Stanetti che simboleggia la
fine della peste.
Nel
1722 J. B. Fischer von Erlach
interruppe la costruzione
della chiesa; essa fu
proseguita dal figlio Joseph
Emanuel che cominciò a
lavorarvi nel 1724 e la terminò
nel 1737. L'interno, privo
delle rutilanti cromie del più
esasperato barocco, è sobrio
e armonioso: un'unica vasta
aula ovale, coperta dalla
cupola e circondata da
cappelle laterali
(un'Assunzione della Vergine,
di Sebastiano
Ricci e
una
Santa Elisabetta di
Daniel Gran. Da notare anche i
pregevoli banchi intagliati,
realizzati ad andamento curvo,
per seguire la pianta della
chiesa.
L'altare
maggiore è decorato con
rilievi in stucco, opera di
Alberto Camesina, raffiguranti
l'Ascensione
di San Carlo Borromeo. La
cupola è affrescata ad opera
di Johann Michael Rottmayr e
vi è raffigurata l'Apoteosi
di San Carlo Borromeo.
L'organo
a canne della chiesa è stato
costruito nel 1989 da Gerhard
Hradetzky. A trasmissione
meccanica, ha due tastiere e
pedaliera.

Karlsplatz
L'architetto
e urbanista Otto Wagner
(1841-1918) fu senza dubbio
l'iniziatore del rinnovamento
architettonico austriaco e le
sue idee influenzarono
grandemente il movimento della
Secessione. Affermatosi subito
come professionista di solida
preparazione e di grande
qualità, Wagner eseguì
importanti studi per
l'ampliamento della città.
Purtroppo di tutto questo
lavoro ebbe pratica attuazione
solo il progetto della
ferrovia metropolitana che
l'architetto considerava la
chiave di volta di ogni
pianificazione urbana.
Il
sistema ferroviario venne
realizzato fra il 1894 e il
1901 e Wagner, nominato
ingegnere capo del progetto,
disegnò oltre trenta
stazioni, occupandosi anche
della collocazione di viadotti
e gallerie e non tralasciando
di definire personalmente
anche i piccoli dettagli quali
i lampioni, le ringhiere e
perfino le scritte. Per tutto
questo la vecchia
Metropolitana viene
considerata, globalmente, il
capolavoro dell'architetto.
Wagner
colse inoltre l'occasione per
sperimentare tecniche
costruttive d'avanguardia ed
utilizzò largamente il ferro
anche in funzione decorativa.
Arrivò ad impiegarlo perfino
nella stazione di Schònbrunn
(riservata esclusivamente alla
famiglia imperiale per
consentirle di raggiungere il
castello omonimo) dove questo
materiale povero viene
nobilitato nella realizzazione
della cupola.
Anche
nei due padiglioni gemelli
della Karlsplatz, veri
gioielli del complesso, il
ferro è presente in buona
misura. Costruiti in tipico
Jugendstil con rivestimento in
lastre di marmo decorate da
motivi floreali in oro, sono
stati smontati e restaurati
completamente nel 1978. Mentre
uno di essi ha ancora la
funzione di ingresso alle
linee, l'altro viene
utilizzato, d'estate, come
caffè. La sistemazione
attuale della piazza si deve
all'architetto danese S. I.
Andersson.
Secession
Nell'ultimo
decennio del secolo i giovani
che volevano studiare pittura
dovevano frequentare la
conservatrice Accademia
Imperiale. Diciannove
studenti, capeggiati da Gustav
Klimt, abbandonarono nel 1897
l'Accademia, fondando la
Vereinigung bildender Kùnstler
Òsterreich Secession
(Associazione dei pittori e
scultori della Secessione). I
secessionisti, inserendosi
nell'ambito sia dell'Art
Nouveau francese che del
simbolismo europeo,
affermavano che traguardo
dell'artista non poteva più
essere l'imitazione del
passato, ma la creazione di un
nuovo stile. Questo pensiero
si sintetizzò nel motto del
movimento: "ad ogni tempo
la sua arte, ad ogni arte la
sua libertà" ("Der
Zeit ihre Kunst, der Kunst
ihre Freiheit").
Klimt,
che fu il personaggio di
maggior rilievo del movimento,
pose sempre l'accento sulla
libertà dell'artista
mantenendo un atteggiamento
antidottrinario; è per questo
motivo che le opere dei
cosiddetti "artisti della
Secessione" sono prive di
caratteristiche comuni. Questo
non significava la mancanza di
un programma, tanto è vero
che fu
rono fondati una sede e un
periodico per la diffusione
delle idee del gruppo (il Ver
Sacrum, Primavera Sacra).
Dal
punto di vista tematico, la
Secessione viennese non
presenta intenti naturalistici
o realisti, ma affronta
tematiche più complesse come
il rapporto tra amore e morte,
il senso del destino e il
mistero della vita umana. Dal
punto di vista formale, tipica
è la stilizzazione delle
figure, il ricorso a elementi
floreali e l'appiattimento
delle immagini. Uno degli
aspetti fondamentali di questo
movimento è la funzione
decorativa dell'arte. Cadono
le barriere tra i diversi
settori dell'arte: gli artisti
sperimentano mezzi espressivi
diversi e li applicano in
ambiti artistici differenti.
Oltre
a Klimt fecero parte della
Secessione pittori come Josef
Engelhart, Oskar Moli, Koloman
Moser. Il movimento annovera
anche importanti esponenti
dell'architettura viennese
come Otto Wagner, Josef
Hoffmann e Joseph Maria
Olbrich. Questo architetto,
uno dei membri di spicco del
movimento artistico, ideò nel
1897-1898 l'edificio della
Secessione per le esposizioni
del gruppo, basandosi anche su
alcuni schizzi di Klimt. In
questo edificio si manifesta
pienamente l'armoniosa grafica
architettonica di Olbrich e il
suo particolare gusto per il
cromatismo, che rendono la
costruzione eterea. Da notare
soprattutto la cupola
traforata, in ferro dorato,
che imita un cespo di foglie
di lauro. Accanto al
padiglione, il monumento in
bronzo a Marco Antonio,
eseguito nel 1899-1900 da
Arthur Strasser. Quest'opera
di un artista estraneo al
movimento, collocata accanto
al tempio della Secession,
testimonia la straordinaria
capacità di assimilazione che
il vecchio impero aveva nei
confronti dei suoi oppositori;
non a caso all'inaugurazione
della sede della Secession
presenziò l'imperatore in
persona.
Hundertwasserhaus
Vienna
ha una grande tradizione
nell'edilizia popolare. È
stato quindi naturale
ingaggiare un artista moderno,
Friedensreich
Hundertwasser, che in piena
libertà ha potuto progettare
secondo le sue concezioni un
edificio di abitazioni in
affitto.
   La
Casa Hundertwasser
(Hundertwasserhaus) nella 3°
circoscrizione, all'angolo tra
Kegelgasse e Lòwengasse,
rappresenta un contributo
originale al rinnovamento
urbano della città.
  La
casa, completata nel 1985 dopo
venti anni di costruzione,
affascina per l'audacia della
sperimentazione e le molte
divertenti soluzioni del
suo architetto: la
policromia, la parete esterna
viva, non perfettamente
liscia, con numerose varianti
di finestra, l'impiego dei
materiali decorativi più
diversi.
A
cinque minuti di distanza a
piedi, al n. 13 di Unteren
Weissgerberstrasse, si trova
la Kunsthaus Wien, che ospita
un museo di Hundertwasser con
numerosi dipinti del Maestro.
Questo
museo viene presentato come un
"baluardo contro il falso
ordine delle linee
rette"; il suo pavi mento
diseguale sarebbe una
"melodia per i
piedi".

Prater
Il
Prater (più propriamente
Wiener Prater) è un parco
pubblico fra i più grandi e
famosi di Vienna. Al suo
interno è situato il
Wurstelprater (talvolta
chiamato anch'esso Prater),
celebre parco divertimenti con
attrazioni, fra la quali la più
nota è la ruota panoramica
Riesenrad.
Il
giardino è delimitato in
larghezza dal Danubio e dal
Donaukanal, ramo del Danubio
stesso, ed è attraversato
dalla Hauptallee, largo viale
alberato chiuso al traffico e
ritrovo di turisti e amanti
degli sport all'aperto.
Oltre
al parco divertimenti,
all'interno del Prater si
trovano un museo
(Pratermuseum) ed un
planetario. Sempre al suo
interno si trova inoltre la
Kugelmugel: una costruzione
sferica realizzata
dall'artista austriaco Edwin
Lipburger e da questi
autodichiarata micronazione
indipendente nel 1984.
Dal
punto di vista storico, l'area
corrispondente al Prater è
stata per lungo tempo un parco
di caccia, fin da quando
l'imperatore Massimiliano II
la rese tale nel 1560. Nel
1766 l'imperatore Giuseppe II
riaprì il parco al pubblico -
in precedenza, per scoraggiare
i bracconieri, l'ingresso era
negato alla gente comune - e
vi permise anzi la costruzione
di caffetterie e sale da the.
Da allora il parco ha iniziato
ad assumere l'aspetto odierno,
sebbene la caccia abbia
continuato ad esservi
consentita fino al 1920.
Il
nome "prater" deriva
dal latino pratum,
attraverso lo spagnolo prado,
e significa appunto
"prato".
Donaupark
Moderno
parco realizzato inizialmente
come sede dell'lnternational
Garden Show di Vienna del
1964, sfrutta una vasta area
compresa fra un braccio del
vecchio corso del Danubio e
l'ampio canale artificiale in
cui il fiume oggi scivola. La
disastrosa inondazione del
1862 che colpì la parte
orientale della città,
compresi il Prater e
Leopoldstadt, convinse il
consiglio comunale ad
approntare un progetto di
canalizzazione.
Realizzata
tra il 1870 ed il 1875, la
sistemazione prevedeva un
ampio bacino di ritenuta, un
largo canale adatto alla
navigazione e un canale più
piccolo che, ricalcando
l'originario percorso, avrebbe
toccato la città
conservandone almeno in parte
l'antico aspetto; la vecchia
ansa principale sarebbe
rimasta isolata ad oriente.
Immersi
nel verde di piante d'alto
fusto di grande varietà, si
trovano spazi attrezzati per
lo sport, giochi per i
bambini, piste ciclabili e per
il pattinaggio sul ghiaccio,
minigolf, posti di ristoro.
Non manca la musica, grazie ad
un'orchestrina che si esibisce
all'aperto.
Sul
parco si erge la Torre sul
Danubio (Donauturm) realizzata
nel 1964 sull'esempio delle
torri televisive diffuse in
tante altre città.
Con
un'altezza di 252 metri, la
torre è uno dei più alti
edifici di Vienna. 779 scalini
immettono nella sua
piattaforma panoramica, la
quale è ad un'altezza di 150
metri e può essere raggiunta
mediante due ascensori che
portano i turisti in alto in
soli 35 secondi. Un giro
turistico completo della torre
dura 26, 39 o 52 minuti.
La
piattaforma è usata talvolta
durante l'estate per il bungee
jumping. Due ristoranti
girevoli (ad un'altezza di 160
e 170 metri) offrono una vista
varia sopra la capitale
austriaca. Fa parte della World
Federation of Great Towers.
La
Torre sul Danubio è inoltre
una radio-stazione privata e
sede di diversi servizi di
radiotrasmissione. Nonostante
assomigli ad una torre TV, la Donauturm
non è usata per le
trasmissioni TV.
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Maggio 2015
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