- Ponte
di
Saint-Bénezet
(Ponte
di
Avignone)
Il ponte
San
Benedetto (in francese pont
Saint-Bénézet),
comunemente
noto
come ponte
di
Avignone fuori
dalla
città,
è
un
ponte
sul Rodano edificato
fra
il 1177 ed
il 1185 e
che
parte
dalla
città
di Avignone sulla
riva
sinistra
del
fiume.
Completato
nel 1185 e
più
volte
ricostruito,
il
ponte
collegava
Avignone
con Villeneuve-lès-Avignon sulla
riva
destra
del
Rodano.
Delle
ventidue
arcate
iniziali
ne
restano
oggi
solo
quattro
con
due
cappelle
sovrapposte.
Dal
ponte
di
Avignone
prende
il
nome
la
tradizionale
canzone
per
bambini Sur
le
pont
d'Avignon.
La
leggenda
narra
che
il
giovane Benedetto (Bénezet),
pastore
a Burzet,
ricevette
nel
1177
l'incarico
divino
di
andare
a
costruire
un
ponte
ad
Avignone.
Dapprima
il
progetto
non
venne
nemmeno
considerato
dal
re
cui
il
pastore
aveva
chiesto
di
poterlo
costruire,
ma
infine
il
sovrano
propose
di
accettare
la
richiesta
di
Benedetto
a
patto
che
egli
riuscisse
a
spostare
un
gigantesco
masso.
L'impresa
ebbe
buon
frutto
e
Benedetto
iniziò
l'edificazione
sui
resti
di
spalle
di
ponte romane.
Il
ponte
venne
terminato
nel 1185 e
attraversava
il
Rodano
sulla
lunghezza
di
915
metri.
Delle
22
campate
originali,
ne
rimangono
quattro.
Nella
prima
costruzione,
le
sole
pile
erano
in
pietra,
mentre
l'impalcato era
in
legno.
L'opera
venne
ricostruita
in
muratura
fra
il
1234
ed
il
1237.
Il
ponte
era
largo
appena
2
metri
e
mezzo
e
si
appoggiava,
verso
circa
la
sua
metà,
sull'isola
della
Barthelasse,
nel
mezzo
dei
fiume.
All'altezza
della
terza
pila,
fra
la
seconda
e
la
terza
campata,
vi
è
una cappella
dedicata
a
san
Benedetto sovrapposta
ad
una dedicata
a
san
Nicola,
entrambi
in romanico
provenzale.
Il
ponte
era
alla
frontiera
fra
lo Stato
della
Chiesa ed
il Regno
di
Francia ed
era
il
solo
ponte
per
attraversare
il
fiume
per
chilometri,
sia
a
monte
che
a
valle.
Si
trattava
quindi
di
un
ottimo
posto
di
dogana,
atto
a
raccogliere
tasse
di
passaggio
o
offerte
in
nome
di
san
Benedetto.
Per
lungo
tempo
è
stato
il
solo
ponte
sul
fiume
fra Lione ed
il
mare
e
quindi
un
punto
di
passaggio
obbligatorio
per
viaggiatori
e
mercanzie.
Prima
del
ponte
si
attraversava
il
Rodano
nello
stesso
punto,
grazie
all'approdo
dell'isola
della
Barthelasse,
ma
su
delle
barche.
La
maggior
parte
del
ponte
era
proprietà
del
re
di
Francia.
Nel
1479,
a
causa
di
forti
inondazioni,
due
campate
furono
interamente
distrutte
e
quindi Luigi
XI ordinò
la
sua
riparazione
con
una lettera
patente del
10
ottobre
dello
stesso
anno.
Una
campata
crolla
nel 1603,
seguita
da
tre
altre
nel 1605:
vengono
ricostruite
nel 1628.
Ma
nel 1633,
appena
dopo
la
riapertura
del
ponte,
due
altre
campate
sprofondano
nel
fiume.
Nel 1669,
una
piena
del
Rodano
porta
via
altre
pile,
lasciando
il
ponte
più
o
meno
come
è
ormai
conosciuto:
come
un
troncone
che
diparte
da
Avignone
e
termina
nel
mezzo
del
Rodano.
Il
ponte
San
Benedetto
è
stato
reso
famoso
dalla
canzone
popolare Sur
le
pont
d'Avignon.
Probabilmente
si
ballava sotto
al
ponte
d'Avignone sull'isola
della
Barthelasse,
dove
vi
erano
alcune
campate
e
che
era
ancora
nel
XIX
secolo
un
luogo
di
scampagnate
e
di
osterie.
Un'altra
possibilità
è
che
la
canzone
non
faccia
riferimento
al
ponte
San
Benedetto,
non
percorribile
già
dal
secolo
XVII,
ma
al
ponte
in
legno
che
lo
ha
sostituito
decenni
più
tardi
un
po'
più
a
valle,
poi
rimpiazzato
dall'attuale ponte
Édouard
Daladier.
Il
ponte
di
Avignone
è
stato
sovente
rappresentato
in
opere
artistiche,
spesso
congiuntamente
al
fiume
Rodano,
al Palazzo
dei
Papi e
al rocher
des
Doms.
Ad
esempio,
quando James
Carroll
Beckwith dipinge Il
Palazzo
dei
papi
ed
il
ponte
d'Avignone,
il
palazzo
è
solo
presente
in
nell'angolo
superiore
destro
del
dipinto,
mentre
il
Rodano
ne
occupa
la
metà. Paul
Signac,
con
il
quadro Le
Château
des
Papes rappresenta
una
vista
simile,
dando
maggiore
importanza
al
ponte
e
al
palazzo
che
al
rocher
des
Doms.
Nel 1974,
la
posta
dell'isola
di
Man emette
un
francobollo
che
rappresenta
il
ponte
d'Avignone.
- Cattedrale
di
Notre
Dame
des
Domes

La cattedrale
di
Notre-Dame
des
Doms è
il principale
luogo
di
culto cattolico della
città ed
è sede
vescovile dell'omonima
arcidiocesi.
Situata
di
fianco
al Palazzo
dei
Papi,
sulla
parte
nord
della
città intramuros (cioè
all'interno
della
cinta
dei
bastioni),
dal
1840
è
monumento
storico
di
Francia e,
dal 1995, patrimonio
mondiale
dell'umanità.
Nel
1854
è
stata
insignita
del
titolo
di Basilica
minore.
La
sua
posizione
su
una
sporgenza
rocciosa
elevata,
la
sua
cuspide
imponente
sormontata
da
una
statua
della Vergine e
la
sua
vicinanza
al
palazzo
dei
Papi
le
permettono
di
dominare
la
valle
ed
essere
vista
da
molto
lontano.
Uno
dei
punti
migliori
per
vederla,
ed
il
fatto
non
è
casuale,
si
trova
sulla
sponda
opposta
del
Rodano,
dal
monte
Adaon,
promontorio
sul
quale
è
stato
costruito
il fort
Saint-André di Villeneuve-lès-Avignon.
Essa
è
anche
visibile,
come
d'altro
canto
anche
il
palazzo,
dalla
sommità
della Alpilles,
più
o
meno
a
una
ventina
di
chilometri
a
sud.
Costruita
a
partire
dal 1150,
su
una
protuberanza
rocciosa,
la
cosiddetta rocher
des
Doms,
a
strapiombo
sulla
riva
sinistra
del
Rodano,
fu
ampliata
una
prima
volta
nel XIV
secolo.
Dopo
la
caduta
del
campanile
(all'ora
dei
Vespri
del
27
gennaio 1405),
che
trascinò
nella
distruzione
anche
l'antico
battistero
dedicato
a
san
Giovanni,
fu
dapprima
trasformata
in
fortezza,
quando
i
mercenari
catalani
al
soldo
del Rettore del Contado
Venassino accusati
di
aver
provocato
il
crollo
sistemarono
una
piattaforma
sulle
rovine
e
vi
installarono
la
loro
artiglieria.
La
chiesa
fu
poi
completata
con
le
cappelle
laterali
nel XVII
secolo.
Nel 1336 il
cardinale Jacopo
Caetani
degli
Stefaneschi commissionò
a Simone
Martini gli
affreschi
del
portico
di
Notre-Dame-des-
Doms.
Simone
venne
ad
Avignone
con
la
consorte
Giovanna
ed
il
fratello
Donato:
gli
affreschi
furono
terminati
nel 1343,
poco
prima
della
morte
del
committente.
La cattedrale di
Notre-Dame
des
Doms
non
ha
uno stile
architettonico omogeneo,
ma
presenta
caratteristiche
appartenenti
al
romanico,
al protogotico e
al barocco.
L'esterno
è
caratterizzato
dall'alta torre
campanaria,
che
sostituisce
un'eventuale facciata,
della
quale
la
cattedrale
è
sprovvista.
Il campanile,
caratterizzato
da paraste che
si
sviluppano
per
tutta
la
sua
altezza,
presenta,
alla
base,
un
particolare
pronao
ispirato
all'architettura
romana.
Sulla
parte
anteriore,
si
apre
un
grande arco
a
tutto
sesto chiuso
da
una
cancellata in ferro
battuto.
Ai
due
angoli,
vi
sono
due semicolonne corinzie che
sorreggono
un
semplice cornicione sul
quale
poggia
un
frontone
triangolare avente
al
centro
un
piccolo oculo strombato con
una
vetrata
che
raffigura
la Vergine
con
il
Bambino.
Nella
parte
superiore
della
torre,
si
aprono
due
ordini
di monofore ogivali che
mettono
in
comunicazione
la
cella
campanaria
con
l'esterno.
Il
campanile
è
privo
di cuspide ed
è
sormontato
da
una
statua
di
piombo
dorato raffigurante
l'Immacolata
Concezione (1859).
Il
campanile
della
cattedrale
è
dotato
di
un
importante carillon di
35
campane.
Quindici
di
esse
possono
suonare
a
distesa,
il
che
le
rende
la
suoneria
più
corposa
di
Francia
dopo
quella
della cattedrale
di
Notre-Dame
de
Verdun.
Per
contro,
con
un
peso
totale
di
14
tonnellate,
non
può
essere
annoverata
fra
le
più
pesanti
del
Paese
(La
suoneria
della cattedrale
di
Strasburgo ha
un
peso
di
24
tonnellate,
quella
della cattedrale
di
Notre-Dame
a
Rouen ne
pesa
20).
Il bordone della
cattedrale
di
Avignone,
chiamato Maria
de
Domnis,
pesa
6300 kg
ed
è
stato
colato
dal
fonditore
avignonese
Pierre
Pierron.
Non
vi
sono
più,
nel
campanile
di
Notre-Dame
des
Doms,
campane
datate
anteriormente
alla rivoluzione
francese,
che
le
fece
fondere
per
recuperarne
il bronzo e
farne
cannoni,
tanto
più
che
la
città
di
Avignone,
città
dei
papi,
era
un
simbolo
negativo
per
i
rivoluzionari.
Durante
la restaurazione,
nel 1825,
sotto
il
vescovado
di Monsignor
Maurel
de
Mons,
venne
colato
un
bordone
da
M.
Perre,
fonditore
ad
Avignone.
Rottosi
nel 1830,
esso
venne
calato
e
rifuso
con
un'altra
campana
detta
"piccolo
bordone"
da
M.
Perre
e
Pierron
nel 1848,
come
un'altra
campana
aggiunta
nel 1853.
Queste
due
ultime,
mal
accordate
con
il
bordone,
furono
vendute
ed
installate
nel
campanile
della Basilica
di
San
Pietro
ad
Avignone,
ove
si
trovano
ancor
oggi.
Tra
il 1854 ed
il 1855 furono
aggiunte
8
campane
supplementari
al
bordone,
nuovamente
rifuso,
per
dotare
la
chiesa
metropolitana
di
un carillon ben
accordato.
Il carillon progettato
inizialmente
non
fu
mai
realizzato
e
queste
nuove
9
campane
ritmarono
la
vita
religiosa
della
città
fino
al 1980.
In
quell'anno
M.
Jean
Zeeh,
elettromeccanico
di Montigny-lès-Metz,
decise
di
aiutare
il
capitolo
della
cattedrale
a
completare
il carillon,
al
quale
dovevano
essere
aggiunte
4
nuove
campane,
che
furono
benedette
il
2
marzo
1980.
Nel 1984,
M.
Zeeh
offrì
8
nuove
campane,
giunte
il
5
agosto 1984,
benedette
nel 1985 ed
installate
il
18
marzo
dello
stesso
anno
sulla
torre
campanaria.
Nel 1988 alcuni
generosi
donatori
permisero
di
completare
il carillon.
14
nuove
campane,
benedette
l'8
gennaio 1989,
vennero
ad
aggiungersi
alle
21
già
piazzate.
Esse
colmarono
le
lacune
delle
note
mancanti
ed
aggiunsero
una
nuova
gamma.
Il
nuovo
carillon
di
35
campane
permette
dunque
un
utilizzo
su
3v
ottave
cromatiche.

L'interno
della
cattedrale
presenta
una
pianta
con
unica navata di
quattro campate coperta
con volta
a
botte ogivale lungo
la
quale
si
aprono
otto cappelle
laterali a
pianta rettangolari,
quattro
per
lato.
Al
di
sopra
delle
cappelle,
nella
navata,
vi
è
una
tribuna continua
in stile
barocco con
balaustra
in
marmo.
Prima
delle
campate
e
dopo
l'ingresso,
è
collocato
un
nartece,
sulle
cui
pareti
spiccano
due
statue
raffiguranti
la
Maddalena
e
Santa
Marta e
un
quadro
raffigurante La
presenza
della
Vergine.
Nelle
cappelle
laterali
di
sinistra,
interessante
la
terza,
della
Resurrezione
a
pianta ottagonale,
coperta
da
una
cupola,
e
la
quarta
di
Santo
Spirito
e
di
Santa
Névia
Félicité.
La
prima
cappella
a
destra,
d'Anglezy
o
di
San
Roch,
contiene
un
altare
primitivo
(VI
secolo).
Dalle
cappelle
successive
si
accede
sul
fondo
a
due
ulteriori
cappelle
ricche
di
opere
d'arte.
La
prima,
chiamata
Cappella
dei
Fiori,
contiene
quadri
raffiguranti
la Guarigione
d'un
posseduto,
il Riposo
della
Santa
Famiglia e
l'Adorazione
dei
Pastori (1851)
opera
del
pittore Eugène
Dévéria,
un
leggio
(XVII
secolo),
le
sepolture
del
papa Benedetto
XII,
morto
nel 1342,
e
dell'arcivescovo Domenico
De
Marini,
morto
nel 1669.
La
seconda,
invece,
dedicata
al
Santo
Sacramento,
contiene
un
Ecce
Homo
in
pietra
(1500 circa).
L'abside, poligonale,
illuminato
da monofore a
tutto
sesto con
ritratti
dei
papi,
è
unito
alla
navata
tramite
una
campata
coperta
con cupola,
al
disotto
della
quale
si
trova
il presbiterio,
rialzato
di
alcuni
gradini
rispetto
al
resto
della
chiesa.
Quest'ultimo
ospita,
al
centro,
l'altare
maggiore e,
sulla
sinistra,
la
pregevole cattedra
episcopale (XII
secolo)
in
marmo
bianco,
decorata
sotto
uno
dei
braccioli
dal leone
di
San
Marco,
sotto
l'altro
del
bue
di San
Luca e
un
ambone.
A
destra
del
coro
in
una
grande
sala
si
trova
la
tomba
di papa
Giovanni
XXII (1345)
e
due
statue
della Vergine
Maria:
una
statua
di Notre
Dame
de
tout
Pouvoir e
una
di Notre
Dame
des
Doms

Nella
cattedrale
di
Notre-Dame-des-Doms
è
stato
riportato
a
vista
un
affresco
detto Incontro
dei
tre
morti
e
dei
tre
vivi,
ove
i
personaggi
rappresentati
sono
posti
sotto
arcate
individuali.
Questo
affresco
inquadra
un'altra
opera
macabra,
ove
la
Morte
crivella
di
dardi
persone
ammassate
alla
sua
destra
ed
alla
sua
sinistra.
Lo
studio
paleografico
dell'iscrizione
posta
sopra
questo
affresco,
che
fornisce
il
nome
del
benefattore,
Pierre
de
Romans,
ha
permesso
di
datare
l'insieme
alla
seconda
metà
del XIII
secolo,
il
che
fa
di
questo
insieme
di
affreschi
macabri
una
delle
opere
più
antiche
d'Europa.
Il timpano della
cattedrale
ha
conservato
le
tracce
dell'opera
di Simone
Martini,
due sinopie,
passaggi
preliminari
al
pigmento
rosso
nel
lavoro
di
pittura
ad
affresco,
una
rappresentante
il Cristo
Redentore
in
Gloria
circondato
da
angeli e
l'altra
la Vergine
e
il
Bambino
circondati
da
angeli,
che
si
trovavano
sul
timpano
del
portico
(realizzati
negli
anni
1340),
staccati
e
trasferiti
su
pannelli
esposti
nella
sala
del
Concistoro
del Palazzo
dei
Papi.
Sulla tribuna alla
sinistra
del presbiterio,
si
trova
l'organo
a
canne dagli
organari
Piantanida
e
Mentasti.
Lo
strumento,
a
trasmissione
integralmente
meccanica,
è
racchiuso
all'interno
di
un'elaborata
cassa
lignea
dorata
decorata
con
intagli
e
sculture,
caratterizzata
da
una tourrelle centrale,
tipica
della
scuola
organaria
francese.
La
mostra
è
interamente
composta
da
canne
di
principale con
bocche a
scudo.
La consolle è
a
finestra
ed
ha
un'unica
tastiera
di
54
note
ed
una pedaliera
a
leggio di
17
note.
A
pavimento
alla
destra
dell'altare
maggiore,
racchiuso
entro
un'elegante
cassa
lignea neoclassica,
si
trova
un
secondo organo
a
canne,
costruito
da Charles
Mutin nel 1904.
Lo
strumento,
a
trasmissione
meccanica,
ha
due
tastiere
di
56
note
ciascuna
e
pedaliera
di
30
note.

Il Retablo
del
crocifisso,
di Antoine
Rozen,
dipinto
nel 1520,
è
considerato
la
seconda
rappresentazione
realista
più
antica
del
Palazzo
e
di Notre-Dame
des
Doms.
Il
disegno
del
Palazzo
dei
Papi
nel 1617,
opera
del gesuita Étienne
Martellange,
fa
apparire
poca
differenza
a
livello
della
Cattedrale.
Tra
le
rappresentazioni
più
recenti,
in
stili
artistici
diversi,
molti
pittori
hanno
dipinto
l'insieme
Rodano
–
ponte
di
Avignone
–
Palazzo
dei
Papi
/
Cattedrale
di Notre-Dame
des
Doms - rocher
des
Doms,
ponendo
di
volta
in
volta
di
fronte
o
l'uno
o
l'altro.
Quando James
Carroll
Beckwith dipinge Le
palais
des
papes
et
le
pont
d'Avignon, Notre-Dame
des
Doms è
trattato
come
il
Palazzo
che
non
è
presente
che
nel
cono
superiore
destro
su
meno
di
1/6
del
dipinto
mentre
il
Rodano
ne
occupa
la
metà.
Paul
Signac,
con
il
suo
dipinto Le
Palais
des
papes,
rappresenta
una
veduta
orientata
allo
stesso
modo,
ma
anche
se
la
proporzione
accordata
al Ponte
di
Avignone (a
sinistra
nel
dipinto)
rimane
la
stessa,
l'angolo
prescelto
mette
nuovamente
al
centro
il
Palazzo,
rendendolo
molto
più
importante
e
pressoché
cancellando
di
fatto
il rocher
de
doms.
Le
proporzioni
scelte
dall'autore
paiono
esagerate
al
fine
di
dargli
un'importanza
maggiore. Notre-Dame
des
Doms è
ben
distinta,
creando
così
un
effetto
di
valorizzazione
delle
due
entità
architettoniche.
Con
diverso
orientamento,
verosimilmente
dall'isola
della
Barthelasse o
da
Villeneuve-lès-Avignon,
Adrian
Stokes
per
il
suo Le
palais
des
papes
d'Avignon cancella
il
Palazzo
ed
il
ponte
sulla
metà
destra
del
dipinto
per
far
riuscire
la
collina
del rocher
de
doms e
vi
aggiunge
pure
la
vegetazione,
cosicché Notre-Dame
des
Doms perde
molto
della
sua
visibilità.
Abbazia
di
Saint-Ruf
L'abbazia
di
Saint-Ruf è
un
ex-monastero,
parzialmente
in
rovina,
sito
in
avenue
du
Moulin
Notre-Dame.
L'abbazia
di
Saint-Ruf
fu
sede
di
un
ordine
di canonici
regolari
di
sant'Agostino alla
fine
del secolo
XI,
sviluppatosi
da
un
luogo
di
culto
alla
periferia
d'Avignone
la
cui
storia
è
mal
documentata,
almeno
fino
alla
sua
cessione
nel 1039 a
quattro
canonici
del
capitolo
cattedrale
desiderosi
di
"vivere
religiosamente"
da
parte
di Bénézet,
vescovo
di
Avignone.
La
comunità
fu
probabilmente
la
prima
ad
adottare
la regola
di
sant'Agostino.
Scavi
archeologici
hanno
mostrato
che
il
sito
dell'abbazia
era
originariamente
occupato
da
una necropoli paleocristiana,
legata
alla
figura
di san
Rufo.
Ma
anche
la
figura
del
santo
è
mal
definita:
la
tradizione
lo
vuole
figlio
di Simone
di
Cirene,
ma
la
sua
qualifica
di
primo
vescovo
di
Avignone
lo
lega
piuttosto
alla
nascita
dell'ordine
omonimo.
L'abbazia,
appoggiata
dal
papato
di Gregorio
VII e
dai
conti
di
Barcellona,
divenne
nel XII
secolo uno
dei
centri
principali
della
riforma
ecclesiastica,
irraggiando
influenza
su
tutto
il
continente,
dalla
Francia
meridionale,
alla
penisola
iberica,
alla
Scandinavia,
alla
Germani
meridionale.
L'influenza
dell'abbazia
venne
allora
sostenuta
dalla
costituzione
dell'ordine
religioso
dei canonici
regolari
di
san
Rufo,
che
però
ebbe
uno
sviluppo
limitato.
La
sede
dell'ordine
venne
spostata
nel
1158
a
Valence
dopo
delle
dispute
con
il
capitolo
della cattedrale
d'Avignone.
Il
sito
dell'antica
abbazia
divenne
sede
di
un
semplice
priorato
dedicato
a
san
Rufo.
Malgrado
questa
apparente
perdita
d'importanza,
nel
XIV
secolo,
all'abbazia
si
riunirono
due
concili
provinciali,
nel 1326 e
enl 1337,
presieduti
dal cameriere di
papa Giovanni
XXII, Gasbert
de
Valle, arcivescovo
di
Arles.
Restano
oggi
il
fondo
della
chiesa
(dalla
parte
dell'abside),
il campanile,
il transetto e
l'inizio
della navata.
Dato
che
l'abbazia
era
situata
fuori
le
mura,
nel Medioevo venne
fortificata:
sul
transetto
sono
ancora
visibili
le feritoie e
le
balestriere.

I
livelli
inferiori
del
campanile
sono
costituiti
da
pietra
di
costruzione
e
presentano
decorazioni
in concio
di
pietra.
Il
livello
superiore
del
campanile
è
interamente
realizzato
in
concio,
la
cui apparecchiatura è
irregolare.
 Il coro della
chiesa
è
costituito
da
un'abside
poligonale
inquadrata
fra
due
absidiole
semi-circolari.
L'abside
centrale
ha
tre
finestre
absidiali.
La
finestra
absidiale
assiale
è
ornata
da
un
archivolto
a
modanatura tripla
sostenuto
da
due
colonnette
dal
fusto
scanalato.
Dietro
al
coro,
il
transetto
presente
tracce
di
fortificazioni.
Il
coro
stesso,
a semi-cupola,
è
ornato
da
tre
finestre
incorniciate
da
colonnette
dalla
decorazione
variata.
Anche
qui,
la
finestra
centrale
presenta
una
decorazione
più
ricca.
Precede
il
coro
un
arco
trionfale
sostenuto
da
due
imponenti
pilastri
dal
fusto
scanalato.
Le
rovine
della
navata
presentano
un'abbondante
decorazione
ispirata
dall'arte
antica,
tipico
dell'arte
romanico
provenzale.
Uno
dei
capitelli
dell'abbazia,
rappresentante
il Sogno
di
Giuseppe (marmo
datato
verso 1145),
è
conservato
al musée
du
Petit
Palais di
Avignone.
Fortificata
in
epoca
medievale,
ha
perso,
nei
secoli,
il
suo
aspetto
romanico
(tipicamente
provenzale),
che
oggi
si
può
ritrovare,
a
tratti,
solamente
nel
transetto,
nella
navata
e
nel
campanile.

Collegiale
di
Sant'Agricola
La Collegiale
di
Sant'Agricola
è
una
chiesa
costruita
nel VII
secolo dal
vescovo
di
Avignone, Sant'Agricola.
La
tradizione
attribuisce
a
sant'Agricola,
vescovo
di
Avignone
tra
il 660 e
il 700,
la
costruzione
di
una
chiesa
in
questo
luogo.
Scavi
ai
piedi
della
chiesa
hanno
d'altra
parte
portato
alla
luce
sepolture
di
quell'epoca,
così
come
strutture
antiche.
Dopo
i
saccheggi
dei
Saraceni,
la
chiesa
è
stata
ricostruita
dal
vescovo
Fulcherio
II
all'inizio
del X
secolo.
Nel 1321,
papa
Giovanni
XXII
la
elevò
al
rango
di
collegiale
e
ne
finanziò
in
parte
l'ingrandimento.
Nel
XV
secolo
furono
apportati
numerosi
lavori
di
ristrutturazione:
-
la
navata
fu
allungata,
cosa
che
comportò
l'annessione
della
cappella
de
l'Aumône
de
la
Petite
Fusterie
(datata
dal 1391).
-
costruzione
dell'attuale
facciata
-
costruzioione
del
sagrato
e
della
scala.
Dopo
la rivoluzione
francese,
la
collegiale
fu
restaurata
nel 1802 dal
vescovo,
che
la
consacrò
cattedrale,
in
attesa
della
riabilitazione
della
Cattedrale
di
Notre-Dame
des
Doms
di
Avignone.
La
facciata
è
una
creazione
congiunta
di
3
persone:
Antoine
Colin,
di Lione,
Didier
Millot
di Toul e
Antoine
Carteron
di Bourges.
Il
timpano,
sopra
il
portale
principale,
è
un'opera
policroma
dello
scultore
lorenese
Ferrier
Bernard
e
data
dal
1488
-
1489.
Semplice
torre
quadra,
il
campanile
è
stato
iniziato
nel
1537,
ma
fu
terminato
solo
tra
il 1737 e
il 1746,
quando
fu
innalzato
di
d'ue
piani
dall'architetto
avignonese
Joseph-Abel
Mottard.
È
stato
restaurato
nel
2012.
Il
coro
è
contornato
da
10
cappelle:
6
a
nord:
-
La
cappella
dei
fonti
battesimali
data
dall'ampliamento
della
chiesa
del
XV
secolo.
I
fonti
battesimali,
in
marmo,
con
l'arme
di
sant'Agricola
(cicogna
e
serpente),
sono
opera
di
Mariotty
(1847)
-
La
cappella
di
San
Michele,
-
La
cappella
di
Santa
Barbara,
sede
della
confraternita
dei fabbicieri nel 1650,
-
La
cappella
di
San
Giuseppe
-
La
cappella
del
Purgatorio,
che
portava
prima
il
nome
di
Notre-Dame
de
Lorette.
Vi
è
inumata
la
salma
di
Pompée
Caralina,
fondatore
dei
Penitenti
neri
della
Misericordia.
-
La
cappella
delle
"Povere
Donne",
la
cui
costruzione
fu
finanziata
dalla
famiglia
Grilhet
nel 1547
4
a
sud:
-
La
cappella
di
Sant'Anna,
costruita
nel 1851
-
La
cappella
della
Vergine,
detta
dei
Brantes,
edificata
tra
il 1703 e
il 1707 su
progetto
di Jean
Péru;
ospita
due
tombe
della
famiglia
dei
Brantes,
-
La
cappella
del
Crocifisso,
denominata
in
un
primo
tempo
Notre-Dame
de
Pitié,
poi
Saint-Lazare,
-
La
cappella
di
Sant'Agricola
Tra
gli
arredi
si
trovano:
-
L'altare barocco,
scolpito
da
Jean-Baptiste
II
Péru
nel
1767,
che
contiene,
in
una
cassa
di
piombo,
le
reliquie
di
san
Magno
di
Avignone
e
quelle
del
figlio, sant'Agricola;
-
Un'Assunzione,
dipinto
su
legno
di Simon
de
Châlons datato
1539,
sopra
l'altar
maggiore;
-
Il Dossale
Doni,
realizzato
nel
1525
dallo
scultore Imbert
Boachon,
in
fondo
alla
navata
destra,
rappresenta
l'Annunciazione
a
Maria e
fa
parte
di
un
monumento
funebre
per
la
famiglia
Doni;
-
Il
grande organo romantico, costruito
da Charles
Spackmann
Barker e Verschneider nel
1862,
e
la
sua
mensola
neo-gotica
a
tre
torricelle
sormontate
da
gugliette;
-
Alcune
tele
di Nicolas
Mignard,
tra
le
quali
una Piétà dal Carracci,
e
un'Adorazione
dei
pastori;
-
Una
copia
molto
bella
di Philippe
Sauvan del Saint
Michel di Guido
Reni.
-
Sulla
controfacciata,
lato
sud,
tomba
con
epitaffio
e
medaglione
scolpito
dell'architetto Pierre
II
Mignard,
morto
nel
1725.
-
Il
campanile
datato
dal
XVI
e
XVIII
secolo.
Basilica
di
San
Pietro
La basilica
di
San
Pietro
d'Avignone
(in
francese
basilique
Saint-Pierre)
è
una chiesa in
stile gotico.
Secondo
la
tradizione,
sul
luogo
dell'attuale
basilica
si
ergeva
un
primo
edificio,
costruito
nel
secolo
VII
e
poi
distrutto
dai saraceni.
Sulle
rovine,
Folco
II,
vescovo
d'Avignone,
inizia
una
costruzione,
che
sarà
terminata
tre
secoli
più
tardi,
nel
1358.
Grazie
alla
generosità
del
cardinale Pierre
des
Prés.
Vengono
quindi
costruiti
una
canonica
ed
un
chiostro,
oggi
scomparsi.
Il
papa Innocenzo
VI ne
fa
una collegiata.
Durante
il XV
secolo,
la navata viene
estesa
e
dotata
di
nuove
cappelle.
Nel 1486 viene
costruito
il sagrato e
il
campanile è
eretto
nel 1495.
La
decorazione
della
facciata
inizia
nel 1512.
La
chiesa
viene
inserita
nel
registro
dei monumenti
storici
francesi nel
1840.
Il
4
maggio
2012, papa
Benedetto
XVI
assegna
alla
chiesa
di
San
Pietro
il
titolo
di basilica
minore.
Opera
di Jean-Baptise
Lécuyer,
il
campanile
data
del
1495.
Costruito
su
un
piano
di
tipo
"avignonese",
la
torre
ha
base
quadrata
ed
è
sovrastata
da
un tamburo ottagonale
e
una
flèche ad
uncino.
Durante
la Restaurazione,
nel 1825,
sotto
il
vescovado
di
Monsignor
Maurel
de
Mons,
venne
colato
un
bordone
da
M.
Perre,
fonditore
ad
Avignone,
per
la cattedrale
della
città.
Rottosi
nel 1830,
esso
venne
calato
e
rifuso
con
un'altra
campana
detta
"piccolo
bordone"
da
M.
Perre
e
Pierron
nel
1848,
come
un'altra
campana
aggiunta
nel
1853.
Queste
due
ultime,
mal
accordate
con
il
bordone,
furono
vendute
ed
installate
nel
campanile
della
basilica
di
San
Pietro,
ove
si
trovano
ancor
oggi.
Terminata
nel 1524,
la
facciata
della
chiesa
è
stata
progettata
da Nicolas
Gasc e Perrin
Souquet.
È
slanciata
ed
inquadrata
da
due
piccole
torri.
Le
porte
monumentali,
in noce massiccio,
sono
opera
di
Antoine
Volard
e
datano
del
1551;
sono
separate
da
una
statua
della
Vergine
col
Bambino
attribuita
a Jean
Péru.
Sull'anta
di
sinistra
sono
rappresentati San
Girolamo,
con
ai
piedi
un
leone,
e
l'arcangelo
Michele che,
spada
alla
mano,
atterra
il
drago.
Su
quella
di
destra
l'Annunciazione a Maria dell'arcangelo
Gabriele.
Ai
lati
delle
singole
ante,
sono
scolpite
due
cariatidi.
Sopra
ciascuna
porta
un
pannello,
sempre
in
legno,
scolpito
in
bassorilievo
con
arabeschi
e
figure
a
chimera,
sormontate
da
un
mascherone
con
a
fianco
due
putti
che
tengono
una
cornucopia
e
gettano
fiori
e
frutti.
L'interno
della
basilica
ha
una
struttura
classica,
con
sei
cappelle
laterali,
oltre
alle
fonti
battesimali.
La
navata
centrale,
lunga
25,5 metri,
larga
9,6
e
alta
15 metri,
è
a
quattro
campate
e
copertura
a
volte
a
ogiva
con
nervature
che
non
poggiano
su
pilastri
ma
su
mensole
a
parete
a
forma
di
capitello.
Dietro
l'altar
maggiore
un
retablo
in
legno
dorato,
opera
dell'architetto
gesuita
Etienne
Martelange
del
1617,
contiene
un
gran
dipinto
illustrante
la
consegna
della
chiavi
della
Chiesa
da
parte
di
Cristo
a
San
Pietro,
opera
del
pittore
Guillaume
Ernest
Grève. Sul
retablo,
in
una
corona
raggiante
in
legno
dorato,
sta
su
fondo
bianco
una
colomba
scura
stilizzata.
Nel coro,
lungo
17,5 metri,
stalli
in
legno
finemente
lavorato
sono
sormontati
ciascuno
da
dipinti
inquadrati
nella boiserie e
rappresentanti
motivi
floreali.
Al
di
sopra
di
questo
ordine
sono
esposti
grandi
dipinti
quadri
illustranti
scene
del
Vangelo.

La
chiesa
ospita
alcune
opere
d'arte
notevoli:
-
Santa
Barbara
e
Santa
Margherita
adoranti
il
Santo
Sacramento, di Nicolas
Mignard (1652)
-
La
Sacra
Famiglia
con
il
cardellino,
di Nicolas
Mignard (1641)
-
L'Adorazione
dei
pastori e l'Immacolata
Concezione di Simon
de
Châlons (1550
ca.)
-
Legni
dorati
del
coro (1670)
su
disegni
di
François
de
la
Valfenière
-
Retablo
di
Perrinet
Parpaille (1526)
-
Altare
in
legno
dorato
del
XVIII
secolo
-
La
mise
au
tombeau della
famiglia
Galliens
(1431)
-
La
Consegna
delle
chiavi
a
San
Pietro,
I
quattro
Dottori
della
Chiesa,
di Guillaume
Grève (1634)
-
San
Pietro
che
cammina
sulle
acque,
Pierre
Duplan,
1589
-
La
santa
Famiglia,
santa
Agata
e
santa
Margherita di Guillaume-Ernest
Grève (1614 ?)
Un
antico
altare
maggiore
della
collegiata
del
XVII
secolo
è
ora
nella
chiesa
di Notre-Dame-de-Bon-Repos
de
Montfavet[6].

Altri
edifici
La
chiesa
di
Saint-Didier,
occupa
il
luogo
di
una
chiesa
precedente,
che
la
tradizione
agiografica
vuole
fosse
stata
fondata
nel VII
secolo da Agricol
di
Avignone.
Ciononostante,
appare
in
un
testo
per
la
prima
volta
nel 1008,
all'occasione
di
una
donazione
fatta
dal
vescovo
Rostaing
d'Avignone
all'abbazia
di
Montmajour.
La
costruzione
di
una
nuova
chiesa
è
dovuta
alla
presenza
dei
papi
ad
Avignone.
Il
cardinale Bertrando
di
Deaux
impose
ai
suoi
eredi
di
far
edificare
una
chiesa
con
la
sua
eredità.
Questa
clausola
venne
avallata
da Innocenzo
VI il
22
novembre
1355
ed
il
costo
di
realizzazione
venne
fissato
il
4
maggio
1356.
La
collegiata
venne
costruita
in
tre
anni
e
quattro
mesi.
Venne
consacrata
il
20
settembre
1359.
L'edificio
è
oggi
considerato
come
il
più
emblematico
del
gotico
avignonese.
La
collegiata
possiede
due
quadri
di
Simone
di
Châlons,
intitolati
La
Flagellazione e
la Scesa
dello
Spirito
Santo.
All'interno
vi
è
anche
un bassorilievo della Salita
al
Calvario,
ordinata
nel
1478
dal
re Renato
d'Angiò a Francesco
Laurana;
quest'opera
doveva
decorare
l'altare
maggiore della chiesa
dei
Celestini ad
Avignone,
ma
oggi
adorna
la
prima
cappella
a
destra
della
collegiata.
Questo
bassorilievo
di
Laurana
è
considerato
una
delle
primissime
opere
in
stile Rinascimentale di
Francia.
Il
palazzo
dei
Monnaies è un notevole esempio di
architettura
barocca,
edificato
nel
1619.
Ospita
oggi
il
conservatorio
di
musicAvignone
Il
palazzo
di
Villeneuve-Martignan,
costruito
tra
il
1741
e
il
1753
dall'architetto
Jean-Baptiste
Franque,
ospita
attualmente
il
Museo
Calvet
(Musée Calvet),
con
collezioni
di
pitture
e
sculture
dal
XV
al
XX
secolo.
Nel
periodo
papale
furono
edificati
anche
altri
palazzi
di
grandi
dignitari
ecclesiastici
nella città, tra i quali si
distingue
il
palazzo
Ceccano,
edificato
fra
il
1329
e
il
1350.
La
costruzione
della
torre
fu
iniziata
dal
cardinale
d’Arrablay
e
terminata
dal
cardinale
Ceccano,
che
la
fece
ornare
di
una merlatura.
Le
sale
dell'edificio
principale
sono
decorate
da
numerosi
affreschi,
con
falsi
fregi
e
rappresentazioni
naturalistiche
che
ricordano
motivi
ritrovati
a Orvieto o Viterbo.
Costruito
per
essere
una
livrea
cardinalizia,
il
palazzo
era
progettato
per
accogliere
un cardinale ed
il
suo
seguito.
Ospitò
un
certo
numero
di
cardinali
residenti: Arnaud
Nouvel, Pierre
d'Arrablay, Annibale
di
Ceccano, Bertrando
di
Deux, Francesco
degli
Atti,
Androin
de
la
Roche, Bernard
du
Bosquet, Giacomo
Orsini e Pierre
de
la
Vergne.
Il
palazzo
segue
la
struttura
tipica
delle
livree:
due
grandi
edifici
posti
sui
due
lati
di
una
corte
interna,
di
cui
uno
più
alto
dell'altro.
Il
più
grande
dei
due,
comprende
una
cappella,
le
stanze
padronali
e
ampie
sale
per
i
ricevimenti.
Nel XVI
secolo,
il
palazzo
diventa
un
collegio
dei Gesuiti.
Passato
di
mano
in
mano,
viene
restaurato
nel
1960.

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