Centro storico di Avignone, Palazzo dei Papi,
Complesso episcopale e Ponte di Avignone
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1995
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Ponte di Saint-Bénezet (Ponte di Avignone)
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Il ponte San Benedetto (in francese pont Saint-Bénézet), comunemente noto come ponte di Avignone fuori dalla città, è un ponte sul Rodano edificato fra il 1177 ed il 1185 e che parte dalla città di Avignone sulla riva sinistra del fiume. Completato nel 1185 e più volte ricostruito, il ponte collegava Avignone con Villeneuve-lès-Avignon sulla riva destra del Rodano. Delle ventidue arcate iniziali ne restano oggi solo quattro con due cappelle sovrapposte. Dal ponte di Avignone prende il nome la tradizionale canzone per bambini Sur le pont d'Avignon.

La leggenda narra che il giovane Benedetto (Bénezet), pastore a Burzet, ricevette nel 1177 l'incarico divino di andare a costruire un ponte ad Avignone. Dapprima il progetto non venne nemmeno considerato dal re cui il pastore aveva chiesto di poterlo costruire, ma infine il sovrano propose di accettare la richiesta di Benedetto a patto che egli riuscisse a spostare un gigantesco masso. L'impresa ebbe buon frutto e Benedetto iniziò l'edificazione sui resti di spalle di ponte romane. Il ponte venne terminato nel 1185 e attraversava il Rodano sulla lunghezza di 915 metri. Delle 22 campate originali, ne rimangono quattro. Nella prima costruzione, le sole pile erano in pietra, mentre l'impalcato era in legno. L'opera venne ricostruita in muratura fra il 1234 ed il 1237.

Il ponte era largo appena 2 metri e mezzo e si appoggiava, verso circa la sua metà, sull'isola della Barthelasse, nel mezzo dei fiume. All'altezza della terza pila, fra la seconda e la terza campata, vi è una cappella dedicata a san Benedetto sovrapposta ad una dedicata a san Nicola, entrambi in romanico provenzale.

Il ponte era alla frontiera fra lo Stato della Chiesa ed il Regno di Francia ed era il solo ponte per attraversare il fiume per chilometri, sia a monte che a valle. Si trattava quindi di un ottimo posto di dogana, atto a raccogliere tasse di passaggio o offerte in nome di san Benedetto. Per lungo tempo è stato il solo ponte sul fiume fra Lione ed il mare e quindi un punto di passaggio obbligatorio per viaggiatori e mercanzie. Prima del ponte si attraversava il Rodano nello stesso punto, grazie all'approdo dell'isola della Barthelasse, ma su delle barche.

La maggior parte del ponte era proprietà del re di Francia. Nel 1479, a causa di forti inondazioni, due campate furono interamente distrutte e quindi Luigi XI ordinò la sua riparazione con una lettera patente del 10 ottobre dello stesso anno.

Una campata crolla nel 1603, seguita da tre altre nel 1605: vengono ricostruite nel 1628. Ma nel 1633, appena dopo la riapertura del ponte, due altre campate sprofondano nel fiume. Nel 1669, una piena del Rodano porta via altre pile, lasciando il ponte più o meno come è ormai conosciuto: come un troncone che diparte da Avignone e termina nel mezzo del Rodano.

Il ponte San Benedetto è stato reso famoso dalla canzone popolare Sur le pont d'Avignon. Probabilmente si ballava sotto al ponte d'Avignone sull'isola della Barthelasse, dove vi erano alcune campate e che era ancora nel XIX secolo un luogo di scampagnate e di osterie. Un'altra possibilità è che la canzone non faccia riferimento al ponte San Benedetto, non percorribile già dal secolo XVII, ma al ponte in legno che lo ha sostituito decenni più tardi un po' più a valle, poi rimpiazzato dall'attuale ponte Édouard Daladier.

Il ponte di Avignone è stato sovente rappresentato in opere artistiche, spesso congiuntamente al fiume Rodano, al Palazzo dei Papi e al rocher des Doms. Ad esempio, quando James Carroll Beckwith dipinge Il Palazzo dei papi ed il ponte d'Avignone, il palazzo è solo presente in nell'angolo superiore destro del dipinto, mentre il Rodano ne occupa la metà. Paul Signac, con il quadro Le Château des Papes rappresenta una vista simile, dando maggiore importanza al ponte e al palazzo che al rocher des Doms.

Nel 1974, la posta dell'isola di Man emette un francobollo che rappresenta il ponte d'Avignone.

Cattedrale di Notre Dame des Domes
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La cattedrale di Notre-Dame des Doms è il principale luogo di culto cattolico della città ed è sede vescovile dell'omonima arcidiocesi.

Situata di fianco al Palazzo dei Papi, sulla parte nord della città intramuros (cioè all'interno della cinta dei bastioni), dal 1840 è monumento storico di Francia e, dal 1995, patrimonio mondiale dell'umanità.

Nel 1854 è stata insignita del titolo di Basilica minore.

La sua posizione su una sporgenza rocciosa elevata, la sua cuspide imponente sormontata da una statua della Vergine e la sua vicinanza al palazzo dei Papi le permettono di dominare la valle ed essere vista da molto lontano. Uno dei punti migliori per vederla, ed il fatto non è casuale, si trova sulla sponda opposta del Rodano, dal monte Adaon, promontorio sul quale è stato costruito il fort Saint-André di Villeneuve-lès-Avignon. Essa è anche visibile, come d'altro canto anche il palazzo, dalla sommità della Alpilles, più o meno a una ventina di chilometri a sud.  

Costruita a partire dal 1150, su una protuberanza rocciosa, la cosiddetta rocher des Doms, a strapiombo sulla riva sinistra del Rodano, fu ampliata una prima volta nel XIV secolo. Dopo la caduta del campanile (all'ora dei Vespri del 27 gennaio 1405), che trascinò nella distruzione anche l'antico battistero dedicato a san Giovanni, fu dapprima trasformata in fortezza, quando i mercenari catalani al soldo del Rettore del Contado Venassino accusati di aver provocato il crollo sistemarono una piattaforma sulle rovine e vi installarono la loro artiglieria.

La chiesa fu poi completata con le cappelle laterali nel XVII secolo.

Nel 1336 il cardinale Jacopo Caetani degli Stefaneschi commissionò a Simone Martini gli affreschi del portico di Notre-Dame-des- Doms. Simone venne ad Avignone con la consorte Giovanna ed il fratello Donato: gli affreschi furono terminati nel 1343, poco prima della morte del committente.

La cattedrale di Notre-Dame des Doms non ha uno stile architettonico omogeneo, ma presenta caratteristiche appartenenti al romanico, al protogotico e al barocco.

L'esterno è caratterizzato dall'alta torre campanaria, che sostituisce un'eventuale facciata, della quale la cattedrale è sprovvista. Il campanile, caratterizzato da paraste che si sviluppano per tutta la sua altezza, presenta, alla base, un particolare pronao ispirato all'architettura romana. Sulla parte anteriore, si apre un grande arco a tutto sesto chiuso da una cancellata in ferro battuto. Ai due angoli, vi sono due semicolonne corinzie che sorreggono un semplice cornicione sul quale poggia un frontone triangolare avente al centro un piccolo oculo strombato con una vetrata che raffigura la Vergine con il Bambino. Nella parte superiore della torre, si aprono due ordini di monofore ogivali che mettono in comunicazione la cella campanaria con l'esterno. Il campanile è privo di cuspide ed è sormontato da una statua di piombo dorato raffigurante l'Immacolata Concezione (1859).

Il campanile della cattedrale è dotato di un importante carillon di 35 campane. Quindici di esse possono suonare a distesa, il che le rende la suoneria più corposa di Francia dopo quella della cattedrale di Notre-Dame de Verdun. Per contro, con un peso totale di 14 tonnellate, non può essere annoverata fra le più pesanti del Paese (La suoneria della cattedrale di Strasburgo ha un peso di 24 tonnellate, quella della cattedrale di Notre-Dame a Rouen ne pesa 20).

Il bordone della cattedrale di Avignone, chiamato Maria de Domnis, pesa 6300 kg ed è stato colato dal fonditore avignonese Pierre Pierron.

Non vi sono più, nel campanile di Notre-Dame des Doms, campane datate anteriormente alla rivoluzione francese, che le fece fondere per recuperarne il bronzo e farne cannoni, tanto più che la città di Avignone, città dei papi, era un simbolo negativo per i rivoluzionari. Durante la restaurazione, nel 1825, sotto il vescovado di Monsignor Maurel de Mons, venne colato un bordone da M. Perre, fonditore ad Avignone.

Rottosi nel 1830, esso venne calato e rifuso con un'altra campana detta "piccolo bordone" da M. Perre e Pierron nel 1848, come un'altra campana aggiunta nel 1853. Queste due ultime, mal accordate con il bordone, furono vendute ed installate nel campanile della Basilica di San Pietro ad Avignone, ove si trovano ancor oggi.

Tra il 1854 ed il 1855 furono aggiunte 8 campane supplementari al bordone, nuovamente rifuso, per dotare la chiesa metropolitana di un carillon ben accordato. Il carillon progettato inizialmente non fu mai realizzato e queste nuove 9 campane ritmarono la vita religiosa della città fino al 1980.

In quell'anno M. Jean Zeeh, elettromeccanico di Montigny-lès-Metz, decise di aiutare il capitolo della cattedrale a completare il carillon, al quale dovevano essere aggiunte 4 nuove campane, che furono benedette il 2 marzo 1980. Nel 1984, M. Zeeh offrì 8 nuove campane, giunte il 5 agosto 1984, benedette nel 1985 ed installate il 18 marzo dello stesso anno sulla torre campanaria.

Nel 1988 alcuni generosi donatori permisero di completare il carillon. 14 nuove campane, benedette l'8 gennaio 1989, vennero ad aggiungersi alle 21 già piazzate. Esse colmarono le lacune delle note mancanti ed aggiunsero una nuova gamma. Il nuovo carillon di 35 campane permette dunque un utilizzo su 3v ottave cromatiche.

L'interno della cattedrale presenta una pianta con unica navata di quattro campate coperta con volta a botte ogivale lungo la quale si aprono otto cappelle laterali a pianta rettangolari, quattro per lato. Al di sopra delle cappelle, nella navata, vi è una tribuna continua in stile barocco con balaustra in marmo.

Prima delle campate e dopo l'ingresso, è collocato un nartece, sulle cui pareti spiccano due statue raffiguranti la Maddalena e Santa Marta e un quadro raffigurante La presenza della Vergine.

Nelle cappelle laterali di sinistra, interessante la terza, della Resurrezione a pianta ottagonale, coperta da una cupola, e la quarta di Santo Spirito e di Santa Névia Félicité.

La prima cappella a destra, d'Anglezy o di San Roch, contiene un altare primitivo (VI secolo). Dalle cappelle successive si accede sul fondo a due ulteriori cappelle ricche di opere d'arte.

La prima, chiamata Cappella dei Fiori, contiene quadri raffiguranti la Guarigione d'un posseduto, il Riposo della Santa Famiglia e l'Adorazione dei Pastori (1851) opera del pittore Eugène Dévéria, un leggio (XVII secolo), le sepolture del papa Benedetto XII, morto nel 1342, e dell'arcivescovo Domenico De Marini, morto nel 1669. La seconda, invece, dedicata al Santo Sacramento, contiene un Ecce Homo in pietra (1500 circa).

L'abside, poligonale, illuminato da monofore a tutto sesto con ritratti dei papi, è unito alla navata tramite una campata coperta con cupola, al disotto della quale si trova il presbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa. Quest'ultimo ospita, al centro, l'altare maggiore e, sulla sinistra, la pregevole cattedra episcopale (XII secolo) in marmo bianco, decorata sotto uno dei braccioli dal leone di San Marco, sotto l'altro del bue di San Luca e un ambone.

A destra del coro in una grande sala si trova la tomba di papa Giovanni XXII (1345) e due statue della Vergine Maria: una statua di Notre Dame de tout Pouvoir e una di Notre Dame des Doms

Nella cattedrale di Notre-Dame-des-Doms è stato riportato a vista un affresco detto Incontro dei tre morti e dei tre vivi, ove i personaggi rappresentati sono posti sotto arcate individuali. Questo affresco inquadra un'altra opera macabra, ove la Morte crivella di dardi persone ammassate alla sua destra ed alla sua sinistra. Lo studio paleografico dell'iscrizione posta sopra questo affresco, che fornisce il nome del benefattore, Pierre de Romans, ha permesso di datare l'insieme alla seconda metà del XIII secolo, il che fa di questo insieme di affreschi macabri una delle opere più antiche d'Europa.  

Il timpano della cattedrale ha conservato le tracce dell'opera di Simone Martini, due sinopie, passaggi preliminari al pigmento rosso nel lavoro di pittura ad affresco, una rappresentante il Cristo Redentore in Gloria circondato da angeli e l'altra la Vergine e il Bambino circondati da angeli, che si trovavano sul timpano del portico (realizzati negli anni 1340), staccati e trasferiti su pannelli esposti nella sala del Concistoro del Palazzo dei Papi.  

Sulla tribuna alla sinistra del presbiterio, si trova l'organo a canne dagli organari Piantanida e Mentasti. Lo strumento, a trasmissione integralmente meccanica, è racchiuso all'interno di un'elaborata cassa lignea dorata decorata con intagli e sculture, caratterizzata da una tourrelle centrale, tipica della scuola organaria francese. La mostra è interamente composta da canne di principale con bocche a scudo. La consolle è a finestra ed ha un'unica tastiera di 54 note ed una pedaliera a leggio di 17 note.

A pavimento alla destra dell'altare maggiore, racchiuso entro un'elegante cassa lignea neoclassica, si trova un secondo organo a canne, costruito da Charles Mutin nel 1904. Lo strumento, a trasmissione meccanica, ha due tastiere di 56 note ciascuna e pedaliera di 30 note.

Il Retablo del crocifisso, di Antoine Rozen, dipinto nel 1520, è considerato la seconda rappresentazione realista più antica del Palazzo e di Notre-Dame des Doms. Il disegno del Palazzo dei Papi nel 1617, opera del gesuita Étienne Martellange, fa apparire poca differenza a livello della Cattedrale.

Tra le rappresentazioni più recenti, in stili artistici diversi, molti pittori hanno dipinto l'insieme Rodano – ponte di Avignone – Palazzo dei Papi / Cattedrale di Notre-Dame des Doms - rocher des Doms, ponendo di volta in volta di fronte o l'uno o l'altro. Quando James Carroll Beckwith dipinge Le palais des papes et le pont d'Avignon, Notre-Dame des Doms è trattato come il Palazzo che non è presente che nel cono superiore destro su meno di 1/6 del dipinto mentre il Rodano ne occupa la metà.

Paul Signac, con il suo dipinto Le Palais des papes, rappresenta una veduta orientata allo stesso modo, ma anche se la proporzione accordata al Ponte di Avignone (a sinistra nel dipinto) rimane la stessa, l'angolo prescelto mette nuovamente al centro il Palazzo, rendendolo molto più importante e pressoché cancellando di fatto il rocher de doms. Le proporzioni scelte dall'autore paiono esagerate al fine di dargli un'importanza maggiore. Notre-Dame des Doms è ben distinta, creando così un effetto di valorizzazione delle due entità architettoniche. Con diverso orientamento, verosimilmente dall'isola della Barthelasse o da Villeneuve-lès-Avignon, Adrian Stokes per il suo Le palais des papes d'Avignon cancella il Palazzo ed il ponte sulla metà destra del dipinto per far riuscire la collina del rocher de doms e vi aggiunge pure la vegetazione, cosicché Notre-Dame des Doms perde molto della sua visibilità.

Abbazia di Saint-Ruf

L'abbazia di Saint-Ruf è un ex-monastero, parzialmente in rovina, sito in avenue du Moulin Notre-Dame.  

L'abbazia di Saint-Ruf fu sede di un ordine di canonici regolari di sant'Agostino alla fine del secolo XI, sviluppatosi da un luogo di culto alla periferia d'Avignone la cui storia è mal documentata, almeno fino alla sua cessione nel 1039 a quattro canonici del capitolo cattedrale desiderosi di "vivere religiosamente" da parte di Bénézet, vescovo di Avignone. La comunità fu probabilmente la prima ad adottare la regola di sant'Agostino.

Scavi archeologici hanno mostrato che il sito dell'abbazia era originariamente occupato da una necropoli paleocristiana, legata alla figura di san Rufo. Ma anche la figura del santo è mal definita: la tradizione lo vuole figlio di Simone di Cirene, ma la sua qualifica di primo vescovo di Avignone lo lega piuttosto alla nascita dell'ordine omonimo.

L'abbazia, appoggiata dal papato di Gregorio VII e dai conti di Barcellona, divenne nel XII secolo uno dei centri principali della riforma ecclesiastica, irraggiando influenza su tutto il continente, dalla Francia meridionale, alla penisola iberica, alla Scandinavia, alla Germani meridionale. L'influenza dell'abbazia venne allora sostenuta dalla costituzione dell'ordine religioso dei canonici regolari di san Rufo, che però ebbe uno sviluppo limitato. La sede dell'ordine venne spostata nel 1158 a Valence dopo delle dispute con il capitolo della cattedrale d'Avignone. Il sito dell'antica abbazia divenne sede di un semplice priorato dedicato a san Rufo. Malgrado questa apparente perdita d'importanza, nel XIV secolo, all'abbazia si riunirono due concili provinciali, nel 1326 e enl 1337, presieduti dal cameriere di papa Giovanni XXIIGasbert de Vallearcivescovo di Arles.  

Restano oggi il fondo della chiesa (dalla parte dell'abside), il campanile, il transetto e l'inizio della navata.

Dato che l'abbazia era situata fuori le mura, nel Medioevo venne fortificata: sul transetto sono ancora visibili le feritoie e le balestriere.

I livelli inferiori del campanile sono costituiti da pietra di costruzione e presentano decorazioni in concio di pietra.

Il livello superiore del campanile è interamente realizzato in concio, la cui apparecchiatura è irregolare.  

AbbaziaSaintRuf4.jpg (185804 byte)AbbaziaSaintRuf2.jpg (314185 byte)Il coro della chiesa è costituito da un'abside poligonale inquadrata fra due absidiole semi-circolari. L'abside centrale ha tre finestre absidiali. La finestra absidiale assiale è ornata da un archivolto a modanatura tripla sostenuto da due colonnette dal fusto scanalato.

Dietro al coro, il transetto presente tracce di fortificazioni.

Il coro stesso, a semi-cupola, è ornato da tre finestre incorniciate da colonnette dalla decorazione variata. Anche qui, la finestra centrale presenta una decorazione più ricca.

Precede il coro un arco trionfale sostenuto da due imponenti pilastri dal fusto scanalato.  

Le rovine della navata presentano un'abbondante decorazione ispirata dall'arte antica, tipico dell'arte romanico provenzale. Uno dei capitelli dell'abbazia, rappresentante il Sogno di Giuseppe (marmo datato verso 1145), è conservato al musée du Petit Palais di Avignone.

Fortificata in epoca medievale, ha perso, nei secoli, il suo aspetto romanico (tipicamente provenzale), che oggi si può ritrovare, a tratti, solamente nel transetto, nella navata e nel campanile.

Collegiale di Sant'Agricola

La Collegiale di Sant'Agricola è una chiesa costruita nel VII secolo dal vescovo di Avignone, Sant'Agricola.  

La tradizione attribuisce a sant'Agricola, vescovo di Avignone tra il 660 e il 700, la costruzione di una chiesa in questo luogo. Scavi ai piedi della chiesa hanno d'altra parte portato alla luce sepolture di quell'epoca, così come strutture antiche. Dopo i saccheggi dei Saraceni, la chiesa è stata ricostruita dal vescovo Fulcherio II all'inizio del X secolo.

Nel 1321, papa Giovanni XXII la elevò al rango di collegiale e ne finanziò in parte l'ingrandimento.

Nel XV secolo furono apportati numerosi lavori di ristrutturazione:

- la navata fu allungata, cosa che comportò l'annessione della cappella de l'Aumône de la Petite Fusterie (datata dal 1391).

- costruzione dell'attuale facciata

- costruzioione del sagrato e della scala.

Dopo la rivoluzione francese, la collegiale fu restaurata nel 1802 dal vescovo, che la consacrò cattedrale, in attesa della riabilitazione della Cattedrale di Notre-Dame des Doms di Avignone.  

La facciata è una creazione congiunta di 3 persone: Antoine Colin, di Lione, Didier Millot di Toul e Antoine Carteron di Bourges. Il timpano, sopra il portale principale, è un'opera policroma dello scultore lorenese Ferrier Bernard e data dal 1488 - 1489.  

Semplice torre quadra, il campanile è stato iniziato nel 1537, ma fu terminato solo tra il 1737 e il 1746, quando fu innalzato di d'ue piani dall'architetto avignonese Joseph-Abel Mottard. È stato restaurato nel 2012.

Il coro è contornato da 10 cappelle:

6 a nord:

- La cappella dei fonti battesimali data dall'ampliamento della chiesa del XV secolo. I fonti battesimali, in marmo, con l'arme di sant'Agricola (cicogna e serpente), sono opera di Mariotty (1847)

- La cappella di San Michele,

- La cappella di Santa Barbara, sede della confraternita dei fabbicieri nel 1650,

- La cappella di San Giuseppe

- La cappella del Purgatorio, che portava prima il nome di Notre-Dame de Lorette. Vi è inumata la salma di Pompée Caralina, fondatore dei Penitenti neri della Misericordia.

- La cappella delle "Povere Donne", la cui costruzione fu finanziata dalla famiglia Grilhet nel 1547

4 a sud:

- La cappella di Sant'Anna, costruita nel 1851

- La cappella della Vergine, detta dei Brantes, edificata tra il 1703 e il 1707 su progetto di Jean Péru; ospita due tombe della famiglia dei Brantes,

- La cappella del Crocifisso, denominata in un primo tempo Notre-Dame de Pitié, poi Saint-Lazare,

- La cappella di Sant'Agricola

Tra gli arredi si trovano:

- L'altare barocco, scolpito da Jean-Baptiste II Péru nel 1767, che contiene, in una cassa di piombo, le reliquie di san Magno di Avignone e quelle del figlio, sant'Agricola;

- Un'Assunzione, dipinto su legno di Simon de Châlons datato 1539, sopra l'altar maggiore;

- Il Dossale Doni, realizzato nel 1525 dallo scultore Imbert Boachon, in fondo alla navata destra, rappresenta l'Annunciazione a Maria e fa parte di un monumento funebre per la famiglia Doni;

- Il grande organo romantico, costruito da Charles Spackmann Barker e Verschneider nel 1862, e la sua mensola neo-gotica a tre torricelle sormontate da gugliette;

- Alcune tele di Nicolas Mignard, tra le quali una Piétà dal Carracci, e un'Adorazione dei pastori;

- Una copia molto bella di Philippe Sauvan del Saint Michel di Guido Reni.

- Sulla controfacciata, lato sud, tomba con epitaffio e medaglione scolpito dell'architetto Pierre II Mignard, morto nel 1725.

- Il campanile datato dal XVI e XVIII secolo.  

Basilica di San Pietro

La basilica di San Pietro d'Avignone (in francese basilique Saint-Pierre) è una chiesa in stile gotico.

Secondo la tradizione, sul luogo dell'attuale basilica si ergeva un primo edificio, costruito nel secolo VII e poi distrutto dai saraceni. Sulle rovine, Folco II, vescovo d'Avignone, inizia una costruzione, che sarà terminata tre secoli più tardi, nel 1358.

Grazie alla generosità del cardinale Pierre des Prés. Vengono quindi costruiti una canonica ed un chiostro, oggi scomparsi. Il papa Innocenzo VI ne fa una collegiata.

Durante il XV secolo, la navata viene estesa e dotata di nuove cappelle. Nel 1486 viene costruito il sagrato e il campanile è eretto nel 1495. La decorazione della facciata inizia nel 1512.

La chiesa viene inserita nel registro dei monumenti storici francesi nel 1840. Il 4 maggio 2012, papa Benedetto XVI assegna alla chiesa di San Pietro il titolo di basilica minore.

Opera di Jean-Baptise Lécuyer, il campanile data del 1495. Costruito su un piano di tipo "avignonese", la torre ha base quadrata ed è sovrastata da un tamburo ottagonale e una flèche ad uncino.

Durante la Restaurazione, nel 1825, sotto il vescovado di Monsignor Maurel de Mons, venne colato un bordone da M. Perre, fonditore ad Avignone, per la cattedrale della città. Rottosi nel 1830, esso venne calato e rifuso con un'altra campana detta "piccolo bordone" da M. Perre e Pierron nel 1848, come un'altra campana aggiunta nel 1853. Queste due ultime, mal accordate con il bordone, furono vendute ed installate nel campanile della basilica di San Pietro, ove si trovano ancor oggi.  

Terminata nel 1524, la facciata della chiesa è stata progettata da Nicolas Gasc e Perrin Souquet. È slanciata ed inquadrata da due piccole torri. Le porte monumentali, in noce massiccio, sono opera di Antoine Volard e datano del 1551; sono separate da una statua della Vergine col Bambino attribuita a Jean Péru. Sull'anta di sinistra sono rappresentati San Girolamo, con ai piedi un leone, e l'arcangelo Michele che, spada alla mano, atterra il drago. Su quella di destra l'Annunciazione a Maria dell'arcangelo Gabriele. Ai lati delle singole ante, sono scolpite due cariatidi. Sopra ciascuna porta un pannello, sempre in legno, scolpito in bassorilievo con arabeschi e figure a chimera, sormontate da un mascherone con a fianco due putti che tengono una cornucopia e gettano fiori e frutti.  

L'interno della basilica ha una struttura classica, con sei cappelle laterali, oltre alle fonti battesimali.

La navata centrale, lunga 25,5 metri, larga 9,6 e alta 15 metri, è a quattro campate e copertura a volte a ogiva con nervature che non poggiano su pilastri ma su mensole a parete a forma di capitello. Dietro l'altar maggiore un retablo in legno dorato, opera dell'architetto gesuita Etienne Martelange del 1617, contiene un gran dipinto illustrante la consegna della chiavi della Chiesa da parte di Cristo a San Pietro, opera del pittore Guillaume Ernest Grève. Sul retablo, in una corona raggiante in legno dorato, sta su fondo bianco una colomba scura stilizzata. Nel coro, lungo 17,5 metri, stalli in legno finemente lavorato sono sormontati ciascuno da dipinti inquadrati nella boiserie e rappresentanti motivi floreali. Al di sopra di questo ordine sono esposti grandi dipinti quadri illustranti scene del Vangelo.

La chiesa ospita alcune opere d'arte notevoli:

- Santa Barbara e Santa Margherita adoranti il Santo Sacramento, di Nicolas Mignard (1652)

- La Sacra Famiglia con il cardellino, di Nicolas Mignard (1641)

- L'Adorazione dei pastori e l'Immacolata Concezione di Simon de Châlons (1550 ca.)

- Legni dorati del coro (1670) su disegni di François de la Valfenière

- Retablo di Perrinet Parpaille (1526)

- Altare in legno dorato del XVIII secolo

- La mise au tombeau della famiglia Galliens (1431)

- La Consegna delle chiavi a San Pietro, I quattro Dottori della Chiesa, di Guillaume Grève (1634)

- San Pietro che cammina sulle acque, Pierre Duplan, 1589

- La santa Famiglia, santa Agata e santa Margherita di Guillaume-Ernest Grève (1614 ?)

Un antico altare maggiore della collegiata del XVII secolo è ora nella chiesa di Notre-Dame-de-Bon-Repos de Montfavet[6].

Altri edifici

La chiesa di Saint-Didier, occupa il luogo di una chiesa precedente, che la tradizione agiografica vuole fosse stata fondata nel VII secolo da Agricol di Avignone. Ciononostante, appare in un testo per la prima volta nel 1008, all'occasione di una donazione fatta dal vescovo Rostaing d'Avignone all'abbazia di Montmajour.

La costruzione di una nuova chiesa è dovuta alla presenza dei papi ad Avignone. Il cardinale Bertrando di Deaux impose ai suoi eredi di far edificare una chiesa con la sua eredità. Questa clausola venne avallata da Innocenzo VI il 22 novembre 1355 ed il costo di realizzazione venne fissato il 4 maggio 1356.

La collegiata venne costruita in tre anni e quattro mesi. Venne consacrata il 20 settembre 1359. L'edificio è oggi considerato come il più emblematico del gotico avignonese.

La collegiata possiede due quadri di Simone di Châlons, intitolati La Flagellazione e la Scesa dello Spirito Santo. All'interno vi è anche un bassorilievo della Salita al Calvario, ordinata nel 1478 dal re Renato d'Angiò a Francesco Laurana; quest'opera doveva decorare l'altare maggiore della chiesa dei Celestini ad Avignone, ma oggi adorna la prima cappella a destra della collegiata. Questo bassorilievo di Laurana è considerato una delle primissime opere in stile Rinascimentale di Francia.

Il palazzo dei Monnaies è un notevole esempio di architettura barocca, edificato nel 1619. Ospita oggi il conservatorio di musicAvignone

Il palazzo di Villeneuve-Martignan, costruito tra il 1741 e il 1753 dall'architetto Jean-Baptiste Franque, ospita attualmente il Museo Calvet (Musée Calvet), con collezioni di pitture e sculture dal XV al XX secolo.  

Nel periodo papale furono edificati anche altri palazzi di grandi dignitari ecclesiastici nella città, tra i quali si distingue il palazzo Ceccano, edificato fra il 1329 e il 1350. La costruzione della torre fu iniziata dal cardinale d’Arrablay e terminata dal cardinale Ceccano, che la fece ornare di una merlatura. Le sale dell'edificio principale sono decorate da numerosi affreschi, con falsi fregi e rappresentazioni naturalistiche che ricordano motivi ritrovati a Orvieto o Viterbo.

Costruito per essere una livrea cardinalizia, il palazzo era progettato per accogliere un cardinale ed il suo seguito. Ospitò un certo numero di cardinali residenti: Arnaud NouvelPierre d'ArrablayAnnibale di CeccanoBertrando di DeuxFrancesco degli Atti, Androin de la RocheBernard du BosquetGiacomo Orsini e Pierre de la Vergne.

Il palazzo segue la struttura tipica delle livree: due grandi edifici posti sui due lati di una corte interna, di cui uno più alto dell'altro. Il più grande dei due, comprende una cappella, le stanze padronali e ampie sale per i ricevimenti.

Nel XVI secolo, il palazzo diventa un collegio dei Gesuiti. Passato di mano in mano, viene restaurato nel 1960.

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