Città fortificata di Carcassonne
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1997

 

   

La Città fortificata storica di Carcassonne è un complesso architettonico medievale situato all'esterno della città francese di Carcassonne nel dipartimento dell'Aude, regione dell'Occitania. Si trova sulla riva destra del fiume Aude, a sud-est dell'attuale città. Questa cittadella medievale fortificata, le cui origini risalgono al periodo gallo-romano, deve la sua fama al suo doppio sistema murario, che raggiunge quasi i 3 km di lunghezza, comprende cinquantadue torri e domina la valle dell'Aude. La città comprende anche un castello (il Castello comitale) e una basilica (la Basilica di Saint-Nazaire).

Salvata dalla distruzione dall'azione e dalla tenacia dell'archeologo Jean-Pierre Cros-Mayrevieille, venne poi restaurata nel XIX secolo, in modo a volte controverso, sotto la direzione di Viollet-le-Duc e poi di Boeswillwald. Dal 1997 è entrata nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Il castello comitale, le fortificazioni e le torri appartengono allo Stato e sono gestite dal Centre des monument nationaux, mentre le lizze e il resto della città fanno parte del patrimonio comunale.

La città fortificata di Carcassonne si trova sulla riva destra dell'Aude, e domina la città di Carcassonne situata a ovest. Si trova tra la Montagne Noire e i Pirenei sull'asse di comunicazione che va dal Mar Mediterraneo all'Oceano Atlantico. La presenza delle due montagne forma il corridoio di Carcassonne spesso citato quando i climatologi parlano del vento che soffia in questo corridoio.

Questa posizione è quindi un luogo strategico nel sud della Francia per monitorare questo importante asse di comunicazione: a nord verso la Montagne Noire, a sud verso le Corbières, a ovest verso la pianura del Lauragais e ad est con la pianura viticola verso il Mediterraneo.

La città venne costruita alla fine di un piccolo altopiano formato dallo scavo dell'Aude a circa 150 metri sul livello del mare sopra l'attuale città bassa. Il primo ordine di mura, costruito dai Visigoti, segue le depressioni del terreno. Questo altopiano si stacca dal massiccio delle Corbières nel comune di Palaja a 260 sul livello del mare, attraversa la città alta a 148 e termina nel fiume Aude a 100 metri. Sul lato ovest il pendio è abbastanza ripido, offrendo un difficile accesso a possibili aggressori. Ad est la pendenza è più dolce e consentiva un facile accesso per le merci, ma anche per gli aggressori. Pertanto, i meccanismi di difesa più importanti erano in questa parte della città.

La città, all'inizio un sito protostorico, divenne una città gallo-romana, una roccaforte visigota, una contea, poi un viscontato e infine fu governata da un siniscalco reale. Ognuna di queste fasi, tra il periodo romano e la fine del Medioevo, ha lasciato testimonianze negli edifici che la compongono.

I resti di un oppidum fortificato, l'oppidum Carcaso nei pressi dell'attuale sito della "città alata", sono stati riportati alla luce da scavi archeologici. Questo luogo era già un importante crocevia commerciale come testimoniano i resti di ceramiche e anfore campane. Intorno al 300 a.C., i "Volques Tectosages" presero possesso della regione e fortificarono l'oppidum di Carcasso. Plinio il Vecchio menziona l'oppidum nei suoi scritti sotto il nome di Carcaso Volcarum Tectosage. Già allora avevano iniziato ad estrarre l'oro dalla miniera di Salsigne per fare offerte ai loro dei.

Nel 122 a.C., i Romani annessero la regione che venne integrata nella Gallia Narbonense creata nel 118 a.C. I romani erano già molto conosciuti, perché da duecento anni i loro mercanti trafficavano nella regione. Sotto la Pax romana la piccola città gallo-romana di Carcaso, che divenne la capitale della colonia Julia Carcaso, prosperò senza dubbio grazie al commercio del vino e al suo insediamento sulle vie di comunicazione: confinava con la strada romana che andava da Narbonne a Tolosa mentre le barche a fondo piatto circolavano sull'Atax ai piedi dell'oppidum. Quest'ultimo venne ampliato da un riempimento e le strade e i vicoli formarono una pianta ortogonale, ma attualmente non è noto alcun luogo pubblico o monumento di culto. Ai piedi dell'oppidum si estendeva un agglomerato lungo la strada romana.

Dal III secolo la città venne protetta da una prima serie di bastioni. Nel 333, alcuni testi di un pellegrino menzionano il castellum di Carcassonne. Questi bastioni sono ancora visibili in alcune parti delle mura e servono come basi per l'attuale cinta muraria. Le torri di La Marquière, Samson e del Moulin d'Avar sono in parte intatte e testimoni di questo primitivo recinto. Questa cinta muraria proteggeva la città dagli attacchi esterni consentendo il controllo dei passaggi sulla strada romana sottostante.

A metà del V secolo, i Visigoti presero possesso della Linguadoca, probabilmente grazie alla vittoria di Ataulfo durante la sua marcia su Tolosa. Tra il 413 e il 435 la cittadella fu indubbiamente occupata alternativamente dall'esercito romano e da quello dei Visigoti secondo le alleanze e le loro modificazioni. La città godette gradualmente di una relativa pace politica fino al regno di Alarico II, come dimostra il gran numero di monete dei monarchi visigoti di quel tempo. Nel 507, i Franchi cacciarono i Visigoti dall'Aquitania, ma questi ultimi mantennero la Settimania della quale faceva parte la città di Carcassonne. Nel 508, Clodoveo lanciò un attacco, senza successo, alla città. 

Nel 585, un nuovo attacco di Gontrano, re franco dei Burgundi, venne coronato dal successo. Ma i Visigoti conquistano la città poco dopo e ne rimasero padroni fino al 725

Nel VI secolo Carcassonne divenne, con Agde e Maguelone, la sede di un vescovato. Fu costruita una cattedrale visigota, di cui non si conosce l'ubicazione.

Nel 725, durante l'invasione arabo-musulmana della Settimania, il wali Ambiza conquistò Carcassonne. La città rimase nelle mani dei musulmani fino al 759, quando fu presa dai Franchi guidati da Pipino il Breve. Questo è l'episodio che ha ispirato la leggenda di Dame Carcas che appare nel XVI secolo.

Vuole una leggenda totalmente frutto di fantasia coniata nel Cinquecento che, al tempo in cui la città si trovava nelle mani dei saraceni, ovvero nel IX secolo, l'imperatore Carlo Magno l'avesse fatta assediare per conquistarla, e avesse ordito l'assassinio di re Balaad (o Balaak), che allora regnava sulla città. La sua vedova, che rispondeva al nome di Dama Carcas, non risolvendosi ad abbandonare la città, decise di prendere lei stessa le redini dell'esercito e di proseguire la battaglia contro Carlo Magno: per un lustro, le battaglie si susseguirono sotto le mura cittadine, decimando a poco a poco le truppe saracene, ma Dama Carcas inventò mille stratagemmi per far credere al condottiero avversario che la città traboccasse ancora di soldati e di ricchezze.

Alla fine, quando ormai i viveri erano quasi esauriti, Dama Carcas ebbe l'idea di far ingurgitare a un maiale quel poco di grano che ancora era rimasto nelle riserve cittadine, e di gettare la povera bestia dalle mura, in mezzo all'esercito nemico. Il trucco ebbe successo, e i soldati dell'Imperatore, credendo che la città avesse ancora cibo in abbondanza da poter sprecare persino un maiale, levarono l'assedio e si ritirarono. Nel riconoscere la fine della guerra, Dama Carcas esultò talmente da far suonare le trombe cittadine. E la leggenda narra che i soldati di Carlo Magno, udendo il frastuono, si voltarono e gridarono: "Carcas sonne!" ("Carcas suona!"), battezzando così definitivamente il centro urbano.

L'inizio del feudalesimo fu accompagnato dall'espansione della città e delle sue fortificazioni. È anche segnato dalla costruzione della cattedrale del 1096 poi da quella del castello comitale nel XII secolo. Questo castello era originariamente costituito da due edifici principali ai quali, nel 1150, fu aggiunta una cappella che aveva una pianta ad "U" attorno al cortile centrale. Intorno al 1240 al castello venne aggiunto un secondo piano.

Fu anche il periodo dei Conti di Carcassonne. Il primo conte designato dai Carolingi fu Bellon, succeduto da Oliba II. La responsabilità dei conti era amministrare la regione per conto del regno carolingio. Nel IX secolo, la frase latina Cité de Carcassonne compare regolarmente nei testi e negli statuti ufficiali. Nel 1082, la famiglia Trencavel si impossessò della città, approfittando degli imbarazzi della Casa di Barcellona, legittima proprietaria, e la annesse a un vasto territorio che si estendeva da Carcassonne a Nîmes.

Bernard Aton IV Trencavel, visconte di AlbiNîmes e Béziers, fece prosperare la città e realizzò molte costruzioni. Fu anche durante questo periodo che una nuova religione, il Catarismo, si affermò con successo in Linguadoca. Il visconte di Trencavel, nel 1096, autorizzò la costruzione della basilica di Saint-Nazaire, i cui materiali da costruzione vennero benedetti da papa Urbano II.

Nel 1107, gli abitanti di Carcassonne respinsero la sovranità di Bernard Aton, che aveva promesso di restituire la città al suo proprietario originario Raimondo Berengario III di Barcellona e si appellarono al conte di Barcellona per scacciarlo. Ma, con l'aiuto di Bertrando II di Tolosa, Bernard Aton riprese il controllo della città. Nel 1120, i carcassonesi si ribellarono di nuovo, ma Bernard Aton ristabilì l'ordine pochi anni dopo. Nel 1130, ordinò l'inizio della costruzione del castello comitale denominato palatium e la riparazione dei bastioni gallo-romani. Da quel momento in poi, la città alta di Carcassonne fu circondata dalla sua prima fortificazione completa.

A quel tempo la città era ricca e la sua popolazione era compresa tra 3 000 e 4 000 abitanti compresi quelli dei due stanziamenti che erano stati costruiti sotto le sue mura: il villaggio di Saint-Vincent situato a nord e quello di Saint-Michel situato a sud della porta Narbonnaise. Nel 1192 la città acquisì un consolato, composto da notabili e borghesi, incaricato dell'amministrazione cittadina, e nel 1229 uno statuto consuetudinario.

Nel 1208, papa Innocenzo III, di fronte all'ascesa del catarismo, invitò i baroni del nord a intraprendere la crociata albigese. Il conte di Tolosa, accusato di eresia, e il suo principale vassallo, il visconte di Trencavel, furono l'obiettivo dell'attacco. Il 1º agosto 1209 la città venne assediata dai CrociatiRaimondo Ruggero Trencavel si arrese molto rapidamente, il 15 agosto, in cambio della vita dei suoi abitanti. I villaggi intorno alla città vennero distrutti. Il visconte morì di dissenteria nella prigione del suo castello il 10 novembre 1209. Altre fonti parlano di un assassinio orchestrato da Simon de Montfort, ma nulla è certo. Da quel momento in poi, la città servì da quartier generale per le truppe dei crociati.

Le terre vennero date a Simone IV di Montfort, capo dell'esercito crociato. Quest'ultimo morì nel 1218 durante, l'assedio di Tolosa, e suo figlio, Amalrico VI di Montfort, prese possesso della città, ma non riuscì a gestirla. Cedette i suoi diritti a Luigi VIII di Francia, ma Raimondo VII di Tolosa e i Conti di Foix si schierano contro di lui. Nel 1224, Raimondo II Trencavel riacquistò il possesso della città dopo la fuga di Amaury. Una seconda crociata fu lanciata da Luigi VIII nel 1226 e Raimondo Trencavel dovette fuggire. La città di Carcassonne faceva ora parte del dominio del re di Francia e divenne la sede di un Baliato e siniscalcato. Un periodo di terrore si insediò all'interno della città. La caccia ai Catari portò al proliferare di pire e denunce selvagge, con l'insediamento dell'Inquisizione, la cui sede è ancora visibile entro le mura della città alta.

Luigi IX ordinò la costruzione della seconda cinta muraria in modo che la città potesse sostenere lunghi assedi. In effetti, in quel momento, le minacce erano numerose nella regione: Raimondo Trencavel, rifugiato in Aragona, cercava sempre di riprendersi la sua terra e sostenne che il re di Aragona, Giacomo I il Conquistatore, rappresentava una seria minaccia per la regione vicino ai confini del suo regno. Inoltre, queste costruzioni consentirono di tranquillizzare la popolazione della città e di guadagnare la loro fiducia. La città alta faceva parte del sistema di difesa del confine tra Francia e Aragona. Le prime costruzioni riguardavano il castello comitale addossato al muro occidentale. Era circondato da mura e torri all'interno della città stessa per garantire la protezione dei rappresentanti del re. Venne quindi avviata la costruzione di una seconda linea di fortificazioni, per circa un chilometro e mezzo, con quattordici torri. Questo recinto era fiancheggiato da un barbacane che controllava gli accessi all'Aude.

Nel 1240 Raimond Trencavel cercò di recuperare la Città, con l'aiuto di alcuni signori. L'assedio fu guidato da Olivier de Termes, uno specialista nella guerra d'assedio. Occuparono le città situate sulle rive dell'Aude e ottennero l'aiuto dei loro abitanti che scavarono gallerie dalle loro case per minare la base delle mura. Il doppio recinto giocò il suo ruolo difensivo, perché Raimond Trencavel venne molto rallentato. La guarnigione guidata dal siniscalco, Guillaume des Ormes, resistette efficacemente. Raimondo Trencavel fu presto costretto a revocare l'assedio e a fuggire di fronte all'arrivo dei rinforzi inviati dal re Luigi IX e, nel 1247 rinunciò, davanti al re Luigi IX, ai suoi diritti sulla città. La città di Carcassonne divenne definitivamente parte del regno di Francia ed era governata da siniscalchi reali.

Da questa data, la roccaforte non venne più attaccata, nemmeno durante la Guerra dei cent'anni. Gli sviluppi successivi ed estensioni possono essere raggruppati in tre fasi. I primi lavori iniziarono subito dopo l'ultimo attacco alla città. Riguardarono la riparazione delle mura, il livellamento delle "lizze" tra la doppia cinta muraria, l'aggiunta di un ulteriore piano al castello e la costruzione della Torre della Giustizia. La seconda fase avvenne sotto il regno di Filippo III, noto come il "Grassetto": comprese la costruzione della porta Narbonnaise, della torre Trésau, della porta Saint-Nazaire e di tutto il muro di cinta, nonché la riparazione di alcune torri gallo-romane e del barbacane del castello comitale. 

I villaggi di Saint-Vincent e Saint-Michel, adiacenti al recinto, vennero rasi al suolo per evitare le conseguenze della possibile collusione tra i loro abitanti e gli aggressori, come era avvenuto durante l'ultimo assedio. Infine, una terza e ultima fase dei lavori si svolse sotto il regno di Filippo IV e consistette nell'ammodernamento della roccaforte. Molte parti del recinto vennero poi ricostruite utilizzando tecniche di difesa più recenti, come fossati e torri progettate per poter rispondere al nemico. Anche le antiche mura, situate ad ovest, vennero soggette a ristrutturazione.  

Nel 1258, il Trattato di Corbeil fissò il confine tra Francia e Aragona vicino a Carcassonne, nelle Corbières. Luigi IX rinunciò alla sovranità sulla Catalogna e sul Rossiglione e in cambio il re d'Aragona abbandonò la Linguadoca. La città ora svolgeva un ruolo importante nel sistema di difesa del confine. Costituiva una seconda linea di difesa deterrente dietro gli avamposti che erano i castelli di Peyrepertuse, Aguilar, Quéribus, Puilaurens e Termes designati come i "cinque figli di Carcassonne". 

Nel XIII secolo la città di Carcassonne era una delle roccaforti meglio dotate in Francia e fungeva da riserva di armi per gli alleati. La città non venne mai attaccata e le truppe vennero gradualmente ridotte. Alla fine del XIV secolo, la città non era più in grado di resistere alle nuove armi da fuoco. Tuttavia, la sua posizione di confine rimaneva una risorsa strategica e vi venne mantenuta una guarnigione. Nel 1418, gli uomini di guarnigione nella città avevano generalmente un secondo lavoro. A quel tempo, dall'altra parte dell'Aude, fu costruita una nuova città chiamata città bassa a forma di bastide.

Pochi atti di guerra o grandi conflitti segnarono il periodo reale. Nel 1272, il ribelle conte di Foix fu rinchiuso da Filippo III di Francia nella città di Carcassonne. Nel 1283 fu firmato un trattato di alleanza tra il re di Francia e il re di Maiorca Giacomo II contro Pietro III d'Aragona. Papa Clemente V passò per Carcassonne nel 1305 e poi ancora nel 1309. 

Nel 1355, il Principe Nero non osò attaccare la città troppo ben difesa e si accontentò di distruggere e saccheggiare la città bassa. 

Nel XV secolo la città alta divenne una prigione di stato in cui vennero rinchiusi i nemici del re come Giovanni IV d'Armagnac. La peste decimò gli abitanti di Carcassonne nel 1557. Nel 1585, la città fu attaccata dagli ugonotti ma furono respinti.

Tra il 1560 e il 1630, durante le guerre di religione, la città rimase un importante dispositivo militare per i cattolici e subì attacchi da parte dei protestanti. Nel 1575, il figlio del signore di Villa tentò di attaccare la fortezza. Nel 1585, gli uomini di Montmorency fecero lo stesso, ma anche questo tentativo si rivelò un fallimento.

La morte di Enrico III innescò scontri tra gli abitanti della città bassa fedeli ad Enrico IV, suo legittimo successore, e al Duca di Montmorency, e la città alta che rifiutò di riconoscere il nuovo re e si schierò dalla parte della Lega cattolica. Durante i violenti combattimenti, che durarono per quasi 2 anni, i sobborghi della città situati vicino alla Porte de l'Aude furono distrutti. Quest'ultima venne murata e il quartiere di Trivalle venne dato alle fiamme. Nel 1592, gli abitanti della città si riunirono al re.  

Il XVII secolo segnò l'inizio dell'abbandono della città. Nel 1657, il presidio, la giurisdizione in vigore a Carcassonne, fu trasferita dalla città alta a quella bassa. Nel 1659, la città di Carcassonne perse la sua posizione strategica in seguito alla firma del Trattato dei Pirenei che univa il Rossiglione alla Francia e fissava il confine tra Francia e Spagna nella sua posizione attuale. La città venne gradualmente abbandonata dai suoi abitanti più agiati e divenne un quartiere povero occupato dai tessitori. Le "lizze" venneno gradualmente occupate da un centinaio di case operaie, principalmente baracche, operazione che trasformò il luogo in una baraccopoli. Nelle torri vennero installate cantine e soffitte e la città si andò deteriorando rapidamente.

La città bassa prosperò grazie all'industria dei tessuti. Il principale centro religioso della città, la cattedrale di Saint-Nazaire, rimase tuttavia attivo fino alla Rivoluzione. Nel 1790 il capitolo fu abolito e il palazzo vescovile e il chiostro vennero venduti e poi distrutti nel 1795. La sede vescovile fu addirittura trasferita, nel 1801, dalla cattedrale di Saint-Nazaire alla chiesa di Saint-Michel nella città bassa. Nel 1794, gli archivi della torre Trésau furono distrutti da un incendio.

Sotto l'Ancien Régime e poi sotto la Rivoluzione, la città fu ridotta militarmente al ruolo di arsenale, magazzino di armi e rifornimenti poi, tra il 1804 e il 1820, fu tolta dall'elenco dei luoghi di guerra, abbandonata e riclassificata in seconda categoria. La città alta perdette la sua autonomia municipale e divenne un distretto di Carcassonne e il castello comitale venne trasformato in una prigione. L'esercito fu quindi pronto a cedere la città ai demolitori e ai collezionisti di pietre.

La città stava vivendo un declino sociale con l'aumento della povertà, ma anche un declino demografico. Tra il 1819 e il 1846 il numero degli abitanti della città alta diminuì mentre nella città bassa la demografia andava aumentando. La diminuzione della popolazione continuò durante la seconda metà del XIX secolo. Tra il 1846 e il 1911, la città perse il 45% della sua popolazione, passando da 1 351 a 761 abitanti.  

Per gli abitanti di Carcassonne, la città medievale, situata su una collina di difficile accesso con le sue strade strette e i suoi bastioni e mura fatiscenti, era diventata un quartiere poco attraente a cui si opponeva la nuova città formata dalla bastide Saint-Louis o città bassa. Le mura servivano come materiale da costruzione. La disaffezione degli abitanti per la città portò al suo deterioramento. Le torri erano in rovina e la maggior parte venne trasformata in garage, hangar e altri magazzini. Le "lizze" vennero progressivamente invase da strutture (nel XIX secolo, le autorità elencarono 112 case). Venne quindi programmata la distruzione della città medievale.

La città venne salvata dalla distruzione totale da Jean-Pierre Cros-Mayrevieille, notabile e storico, che viveva ai piedi della stessa. Nel 1835, fu preso da sdegno per la distruzione del barbacane le cui pietre erano state saccheggiate da imprenditori locali. A lui si devono i primi veri scavi nella Cattedrale e il ritrovamento della cappella del vescovo Radulphe. Lo scrittore Prosper Mérimée, ispettore generale dei monumenti storici, si innamorò di questo monumento che stava affondando. 

L'architetto Eugène Viollet-le-Duc, che aveva avviato il restauro della basilica di Saint-Nazaire, venne incaricato di studiare il restauro completo della città. Nel 1840, la basilica di Saint-Nazaire, all'interno della città, passò sotto la protezione dei monumenti storici. Questa protezione fu estesa a tutti i bastioni nel 1862.

Nel 1853 Napoleone III approvò il progetto di restauro. Il finanziamento venne sostenuto dallo Stato per il 90% e dalla città di Carcassonne e dal consiglio generale dell'Aude per il restante 10%. Nel 1855, i lavori iniziarono nella parte ovest-sud-ovest del muro interno, ma rimasero di modesta entità. Nel 1857 proseguirono sulle torri della porta Narbonnaise e dell'ingresso principale della città. Le fortificazioni vennero qua e là consolidate, ma il grosso dei lavori si concentrò poi sul restauro dei tetti delle torri, delle merlature e degli argani del castello comitale e venne disposta l'espropriazione e la distruzione degli edifici costruiti lungo i bastioni. Nel 1864 Viollet-le-Duc ottenne nuovamente i finanziamenti per il restauro della Porte de Saint-Nazaire e del muro esterno del fronte meridionale. Nel 1874, la torre Trésau fu restaurata.  

Eugène Viollet-le-Duc lasciò molti schizzi e disegni della città e delle sue modifiche. Quando morì, nel 1879, lo sostituì il suo allievo Paul Boeswillwald e poi l'architetto Henri Nodet. Nel 1889 fu completato il restauro della cinta muraria interna. Nello stesso anno iniziarono i lavori di restauro del castello comitale e, nel 1902, furono completati importanti lavori e sviluppati e bonificati i dintorni della città. Nel 1911 le ultime case presenti nelle "lizze" furono distrutte e l'opera di restauro venne considerata conclusa nel 1913.

Solo il 30% della città venne ripristinato. Durante i lavori di restauro, il canonico Léopold Verguet realizzò molte fotografie sui lavori di ristrutturazione. Queste foto forniscono testimonianze sul sito e sulla vita intorno alla città in quel periodo. Un altro fotografo, Michel Jordy, storico e archeologo, contribuì alla conservazione della città attraverso le sue ricerche e fotografie. Fu anche il fondatore dell'Hôtel de la Cité.  

Dal 1850 i restauri di Eugène Viollet-le-Duc furono fortemente criticati. I suoi detrattori, come Hippolyte Taine, denunciarono la differenza tra le parti nuove e le parti rovinate visto che queste ultime avevano un maggior fascino. Altri, come Achille Rouquet o François de Neufchâteau, rimpiansero il carattere e lo stile eccessivamente gotico delle modifiche di "Viollet-le-Duc". Oggi, gli storici sottolineano soprattutto gli errori del restauratore. Joseph Poux si rammarica della scarsa ricostruzione delle porte e delle finestre delle torri visigote e della bertesca della porta dell'Aude.

Ma sono soprattutto le scelte fatte per il restauro dei tetti ad essere state fortemente criticate. Viollet-le-Duc, forte delle sue esperienze nel restauro dei castelli della Francia settentrionale, scelse di coronare le torri con un tetto conico ricoperto di ardesia, in contrasto con i tetti piani ricoperti di tegole romane dei castelli della regione. Questa scelta aveva per lui una logica storica, perché Simon de Monfort e gli altri cavalieri che presero parte alla crociata albigese provenivano tutti dal Nord. Non era impossibile che questi "settentrionali" avessero portato con sé i propri architetti e le proprie tecniche. Inoltre, Viollet-le-Duc aveva trovato molti frammenti di ardesia durante i suoi restauri della città. Questo è il motivo per cui oggi possiamo osservare diversi tipi di coperture nella città alta di Carcassonne.

Anche il ponte levatoio, aggiunto all'ingresso della Porte Narbonnaise, è citato come esempio di errata ricostruzione. Inoltre, alcuni restauri sono talvolta considerati troppo perfetti e riducono l'impressione di autenticità. Tuttavia, nonostante i suoi errori, consideriamo oggi che Eugène Viollet-le-Duc realizzò una notevole opera di architettura che ha permesso di restituire ai visitatori un'immagine coerente, se non fedele, della città di Carcassonne. Così le campagne di restauro oggi realizzate conservano le modifiche apportate al modello originario dall'architetto, perché ormai fanno parte della storia del monumento.

Nel 1903 la città passò dalla supervisione del Ministero della Guerra al Ministero delle Belle Arti e nel 1918 l'esercito lasciò definitivamente la città alta. Il 1º settembre 1909 venne aperto l'Hôtel de la Cité, la cui costruzione è all'interno della città stessa, tra il castello comitale e la cattedrale di Saint-Nazaire. Questa costruzione neogotica provocò all'epoca numerose proteste. Nel 1926, i monumenti storici estesero la loro protezione classificando le "lizze", gli accessi e la porta dell'Aude, nonché registrando i "Grand Puits" come monumenti storici. Nel 1942 la classificazione fu ulteriormente ampliata con l'aggiunta, per tre volte, di terreni intorno alla città. Questa estensione consentiva di proteggere le immediate vicinanze impedendo qualsiasi costruzione.

Nel 1944, la città di Carcassonne fu occupata dalle truppe tedesche che usarono il castello come riserva di munizioni ed esplosivi. Gli abitanti vennero sfrattati dalla città alta. Joë Bousquet, Comandante della Legion d'Onore, fu indignato da questa occupazione e chiese al Prefetto la liberazione della città considerata da tutti i paesi un'opera d'arte che doveva essere rispettata e lasciata libera.

Nel 1961 fu allestito un museo nel castello comotale. Poi, nel 1997, la città è stata classificata come patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Oggi è diventata un importante sito turistico che riceve più di 2 000 000 di visitatori l'anno. Questo consente allo Stato di ricevere sussidi per la manutenzione del sito. In cambio, deve rispettare l'architettura del luogo durante i lavori di costruzione o ristrutturazione e deve aprire la città ai visitatori. La società dei monumenti storici gestisce le visite e la gestione del castello. Recentemente è stato rinnovato il percorso dei visitatori, nel 2006 e nel 2007, aggiungendo una sala di proiezione e una nuova segnaletica. Nel 2014 sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza dei bastioni del circuito occidentale, seguiti da un capo architetto dei monumenti, per offrire questo percorso al visitatore. I lavori saranno eseguiti da scalpellini specializzati nel restauro del patrimonio architettonico.

Nell'aprile del 1996, lo storico francese Rémy Cazals organizzò una sontuosa conferenza a Carcassonne sulla prima guerra mondiale, a seguito della quale avvenne la pubblicazione del saggio "Traces de 14-18", inerente alla storiografia della Grande Guerra.

Nel 1997, il comune di Carcassonne ottenne la consacrazione guadagnandosi il riconoscimento come patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO. Oggi, con una media di almeno due milioni di visitatori registrati dal 2012, la città è un affermato centro turistico.

Il 6 novembre 2003 si svolse a Carcassonne, nell'Hôtel de la Cité, il 16º summit franco-spagnolo alla presenza di José Maria Aznar, capo del governo spagnolo, di Jacques Chirac, Presidente della Repubblica e tredici ministri dei due Paesi.

Il 29 giugno 2008, durante le giornate a "porte aperte" a Carcassonne del 3° reggimento Paracadutisti di Fanteria di Marina e a seguito di un errore nell'utilizzo delle munizioni durante un'esercitazione (proiettili veri invece che a salve), 17 persone tra il pubblico riportarono gravi ferite, tra cui tre bambini. La vicenda, divenuta di risonanza nazionale dopo la visita in loco del Presidente della Repubblica, Nicolas Sakozy, accompagnato dal suo ministro della Difesa, costò le dimissioni del Capo di Stato Maggiore della Difesa.  

Il 23 marzo 2018, la città divenne teatro di un attacco jihadista presto rivendicato dal sedicente Stato Islamico. Alle ore 10:15, Redouane Lakdime, un 25enne franco-marocchino residente nella città di Ozanam a Carcassonne, rubò un'auto, uccise il passeggero e ne ferì il conducente. Si diresse verso una caserma militare e sparò a quattrO agenti antisommossa che stavano rientrando in caserma dopo avere fatto jogging, ferendone gravemente uno alla spalla. In seguito, si avviò verso di Trèbes, una piccola comune a circa 7 km di distanza, prendendo in ostaggio una cinquantina di persone nel supermercato Super U della città uccidendo due persone. Quando le forze speciali GIGN giunsero in zona, dopo quattro ore, era stato imposto lo stato d'assedio, con la popolazione invitata a non uscire per nessun motivo. L'irruzione delle teste di cuoio fece sì che avvenisse l'uccisione del terrorista, conosciuto ai servizi segreti e sorvegliato per reati minori. A proposito dell'accaduto, il ministro dell'Interno francese, Gerard Collomb affermò: "Era un piccolo delinquente comune, noto per spaccio di stupefacenti [...] che ha agito da solo". Lakdim era inoltre conosciuto dai servizi segreti, che lo sorvegliavano dal 2013, perché sospettato di radicalizzazione islamica. Nel blitz rimase ferito gravemente un tenente colonnello della gendarmeria che si era offerto come ostaggio al posto di una donna sequestrata: nella notte il suo cuore si arrese alle ferite. Anche un altro militare dovette trascorrere diversi giorni di degenza in ospedale. In seguito, anche la compagna andò incriminata per terrorismo.

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