La Città
fortificata
storica
di
Carcassonne è
un
complesso
architettonico medievale situato
all'esterno
della
città
francese
di
Carcassonne nel dipartimento
dell'Aude,
regione
dell'Occitania.
Si
trova
sulla
riva
destra
del
fiume Aude,
a
sud-est
dell'attuale
città.
Questa
cittadella
medievale
fortificata,
le
cui
origini
risalgono
al
periodo gallo-romano,
deve
la
sua
fama
al
suo
doppio
sistema
murario,
che
raggiunge
quasi
i
3 km
di
lunghezza,
comprende
cinquantadue
torri e
domina
la
valle
dell'Aude.
La
città
comprende
anche
un
castello
(il Castello
comitale)
e
una
basilica
(la Basilica
di
Saint-Nazaire).
Salvata
dalla
distruzione
dall'azione
e
dalla
tenacia
dell'archeologo Jean-Pierre
Cros-Mayrevieille,
venne
poi
restaurata
nel XIX
secolo,
in
modo
a
volte
controverso,
sotto
la
direzione
di Viollet-le-Duc e
poi
di Boeswillwald.
Dal 1997 è
entrata
nella
lista
del
patrimonio
mondiale dell'UNESCO.
Il
castello
comitale,
le
fortificazioni
e
le
torri
appartengono
allo
Stato
e
sono
gestite
dal Centre
des
monument
nationaux,
mentre
le lizze e
il
resto
della
città
fanno
parte
del
patrimonio
comunale.
La
città
fortificata
di
Carcassonne
si
trova
sulla
riva
destra
dell'Aude,
e
domina
la
città
di Carcassonne situata
a
ovest.
Si
trova
tra
la Montagne
Noire e
i Pirenei sull'asse
di
comunicazione
che
va
dal Mar
Mediterraneo all'Oceano
Atlantico.
La
presenza
delle
due
montagne
forma
il corridoio
di
Carcassonne spesso
citato
quando
i
climatologi
parlano
del vento che
soffia
in
questo
corridoio.
Questa
posizione
è
quindi
un
luogo
strategico
nel
sud
della Francia per
monitorare
questo
importante
asse
di
comunicazione:
a
nord
verso
la
Montagne
Noire,
a
sud
verso
le Corbières,
a
ovest
verso
la pianura
del
Lauragais e
ad
est
con
la
pianura
viticola
verso
il
Mediterraneo.
La
città
venne
costruita
alla
fine
di
un
piccolo altopiano formato
dallo
scavo
dell'Aude
a
circa
150 metri
sul
livello
del
mare sopra
l'attuale città
bassa.
Il
primo
ordine
di
mura,
costruito
dai Visigoti,
segue
le
depressioni
del
terreno.
Questo altopiano si
stacca
dal
massiccio
delle
Corbières
nel
comune
di Palaja a
260
sul
livello
del
mare,
attraversa
la
città
alta
a
148
e
termina
nel
fiume
Aude
a
100
metri.
Sul
lato
ovest
il
pendio
è
abbastanza
ripido,
offrendo
un
difficile
accesso
a
possibili
aggressori.
Ad
est
la
pendenza
è
più
dolce
e
consentiva
un
facile
accesso
per
le
merci,
ma
anche
per
gli
aggressori.
Pertanto,
i
meccanismi
di
difesa
più
importanti
erano
in
questa
parte
della
città.

La
città,
all'inizio
un
sito protostorico,
divenne
una
città
gallo-romana,
una
roccaforte
visigota,
una
contea,
poi
un
viscontato
e
infine
fu
governata
da
un siniscalco reale.
Ognuna
di
queste
fasi,
tra
il
periodo
romano
e
la
fine
del Medioevo,
ha
lasciato
testimonianze
negli
edifici
che
la
compongono.
I
resti
di
un oppidum
fortificato,
l'oppidum
Carcaso nei
pressi
dell'attuale
sito
della
"città
alata",
sono
stati
riportati
alla
luce
da
scavi
archeologici.
Questo
luogo
era
già
un
importante
crocevia
commerciale
come
testimoniano
i
resti
di
ceramiche
e
anfore
campane.
Intorno
al 300
a.C.,
i
"Volques
Tectosages"
presero
possesso
della
regione e
fortificarono
l'oppidum
di
Carcasso. Plinio
il
Vecchio menziona
l'oppidum
nei
suoi
scritti
sotto
il
nome
di Carcaso
Volcarum
Tectosage.
Già
allora
avevano
iniziato
ad
estrarre
l'oro dalla
miniera
di Salsigne per
fare
offerte
ai
loro
dei.
Nel 122
a.C.,
i Romani annessero
la
regione
che
venne
integrata
nella Gallia
Narbonense creata
nel 118
a.C. I
romani
erano
già
molto
conosciuti,
perché
da
duecento
anni
i
loro
mercanti
trafficavano
nella
regione.
Sotto
la Pax
romana la
piccola
città
gallo-romana
di Carcaso,
che
divenne
la
capitale
della colonia
Julia
Carcaso,
prosperò
senza
dubbio
grazie
al
commercio
del
vino
e
al
suo
insediamento
sulle
vie
di
comunicazione:
confinava
con
la strada
romana che
andava
da Narbonne a Tolosa mentre
le
barche
a
fondo
piatto
circolavano sull'Atax ai
piedi
dell'oppidum.
Quest'ultimo
venne
ampliato
da
un
riempimento
e
le
strade
e
i
vicoli
formarono
una
pianta
ortogonale,
ma
attualmente
non
è
noto
alcun
luogo
pubblico
o
monumento
di
culto.
Ai
piedi
dell'oppidum
si
estendeva
un
agglomerato
lungo
la
strada
romana.
Dal III
secolo la
città
venne
protetta
da
una
prima
serie
di
bastioni.
Nel 333,
alcuni
testi di
un
pellegrino
menzionano
il
castellum di
Carcassonne.
Questi
bastioni
sono
ancora
visibili
in
alcune
parti
delle
mura
e
servono
come
basi
per
l'attuale
cinta
muraria.
Le
torri
di
La
Marquière,
Samson
e
del
Moulin
d'Avar
sono
in
parte
intatte
e
testimoni
di
questo
primitivo
recinto.
Questa
cinta
muraria
proteggeva
la
città
dagli
attacchi
esterni
consentendo
il
controllo
dei
passaggi
sulla
strada
romana
sottostante.
A
metà
del V
secolo,
i Visigoti presero
possesso
della Linguadoca,
probabilmente
grazie
alla
vittoria
di Ataulfo durante
la
sua
marcia
su
Tolosa.
Tra
il 413 e
il 435 la
cittadella
fu
indubbiamente
occupata
alternativamente
dall'esercito
romano
e
da
quello
dei
Visigoti
secondo
le
alleanze
e
le
loro
modificazioni.
La
città
godette
gradualmente
di
una
relativa
pace
politica
fino
al
regno
di Alarico
II,
come
dimostra
il
gran
numero
di
monete
dei
monarchi
visigoti
di
quel
tempo.
Nel 507,
i Franchi cacciarono
i
Visigoti
dall'Aquitania,
ma
questi
ultimi
mantennero
la
Settimania
della
quale
faceva
parte
la
città
di
Carcassonne.
Nel
508,
Clodoveo lanciò
un
attacco,
senza
successo,
alla
città.
Nel 585,
un
nuovo
attacco
di Gontrano,
re
franco
dei Burgundi,
venne
coronato
dal
successo.
Ma
i
Visigoti
conquistano
la
città
poco
dopo
e
ne
rimasero
padroni
fino
al 725.
Nel VI
secolo Carcassonne
divenne,
con Agde e Maguelone,
la
sede
di
un
vescovato.
Fu
costruita
una cattedrale
visigota,
di
cui
non
si
conosce
l'ubicazione.
Nel 725,
durante
l'invasione
arabo-musulmana
della Settimania,
il wali Ambiza conquistò
Carcassonne.
La
città
rimase
nelle
mani
dei
musulmani fino
al 759,
quando
fu
presa
dai Franchi guidati
da Pipino
il
Breve.
Questo
è
l'episodio
che
ha
ispirato
la
leggenda
di Dame
Carcas che
appare
nel XVI
secolo.
Vuole
una
leggenda
totalmente
frutto
di
fantasia
coniata
nel
Cinquecento
che,
al
tempo
in
cui
la
città
si
trovava
nelle
mani
dei
saraceni,
ovvero
nel
IX
secolo,
l'imperatore
Carlo
Magno l'avesse
fatta
assediare
per
conquistarla,
e
avesse
ordito
l'assassinio
di
re
Balaad
(o
Balaak),
che
allora
regnava
sulla
città. La
sua
vedova,
che
rispondeva
al
nome
di
Dama
Carcas,
non
risolvendosi
ad
abbandonare
la
città,
decise
di
prendere
lei
stessa
le
redini
dell'esercito
e
di
proseguire
la
battaglia
contro
Carlo
Magno:
per
un
lustro,
le
battaglie
si
susseguirono
sotto
le
mura
cittadine,
decimando
a
poco
a
poco
le
truppe
saracene,
ma
Dama
Carcas
inventò
mille
stratagemmi
per
far
credere
al
condottiero
avversario
che
la
città
traboccasse
ancora
di
soldati
e
di
ricchezze.
Alla
fine,
quando
ormai
i
viveri
erano
quasi
esauriti,
Dama
Carcas
ebbe
l'idea
di
far
ingurgitare
a
un
maiale
quel
poco
di
grano
che
ancora
era
rimasto
nelle
riserve
cittadine,
e
di
gettare
la
povera
bestia
dalle
mura,
in
mezzo
all'esercito
nemico.
Il
trucco
ebbe
successo,
e
i
soldati
dell'Imperatore,
credendo
che
la
città
avesse
ancora
cibo
in
abbondanza
da
poter
sprecare
persino
un
maiale,
levarono
l'assedio
e
si
ritirarono.
Nel
riconoscere
la
fine
della
guerra,
Dama
Carcas
esultò
talmente
da
far
suonare
le
trombe
cittadine.
E
la
leggenda
narra
che
i
soldati
di
Carlo
Magno,
udendo
il
frastuono,
si
voltarono
e
gridarono:
"Carcas
sonne!"
("Carcas
suona!"),
battezzando
così
definitivamente
il
centro
urbano.

L'inizio
del feudalesimo fu
accompagnato
dall'espansione
della
città
e
delle
sue
fortificazioni.
È
anche
segnato
dalla
costruzione
della cattedrale del 1096 poi
da
quella
del castello
comitale nel XII
secolo.
Questo
castello
era
originariamente
costituito
da
due
edifici
principali
ai
quali,
nel
1150,
fu
aggiunta
una cappella che
aveva
una
pianta
ad
"U"
attorno
al
cortile
centrale.
Intorno
al
1240
al
castello
venne
aggiunto
un
secondo
piano.
Fu
anche
il
periodo
dei
Conti
di
Carcassonne.
Il
primo
conte
designato
dai Carolingi fu
Bellon,
succeduto
da
Oliba
II.
La
responsabilità
dei
conti
era
amministrare
la
regione
per
conto
del
regno
carolingio.
Nel IX
secolo,
la
frase
latina Cité
de
Carcassonne compare
regolarmente
nei
testi
e
negli
statuti
ufficiali.
Nel 1082,
la famiglia
Trencavel si
impossessò
della
città,
approfittando
degli
imbarazzi
della
Casa
di
Barcellona,
legittima
proprietaria,
e
la
annesse
a
un
vasto
territorio
che
si
estendeva
da
Carcassonne
a Nîmes.
Bernard
Aton
IV
Trencavel,
visconte
di Albi, Nîmes e Béziers,
fece
prosperare
la
città
e
realizzò
molte
costruzioni.
Fu
anche
durante
questo
periodo
che
una
nuova
religione,
il Catarismo,
si
affermò
con
successo
in
Linguadoca.
Il
visconte
di
Trencavel,
nel 1096,
autorizzò
la
costruzione
della basilica
di
Saint-Nazaire,
i
cui
materiali
da
costruzione
vennero
benedetti
da
papa Urbano
II.
Nel 1107,
gli
abitanti
di
Carcassonne
respinsero
la
sovranità
di
Bernard
Aton,
che
aveva
promesso
di
restituire
la
città
al
suo
proprietario
originario Raimondo
Berengario
III
di
Barcellona e
si
appellarono
al
conte
di
Barcellona
per
scacciarlo.
Ma,
con
l'aiuto
di Bertrando
II
di
Tolosa,
Bernard
Aton
riprese
il
controllo
della
città.
Nel 1120,
i
carcassonesi
si
ribellarono
di
nuovo,
ma
Bernard
Aton
ristabilì
l'ordine
pochi
anni
dopo.
Nel 1130,
ordinò
l'inizio
della
costruzione
del
castello
comitale
denominato palatium e
la
riparazione
dei
bastioni
gallo-romani.
Da
quel
momento
in
poi,
la
città
alta
di
Carcassonne
fu
circondata
dalla
sua
prima
fortificazione
completa.
A
quel
tempo
la
città
era
ricca
e
la
sua
popolazione
era
compresa
tra
3 000
e
4 000
abitanti compresi
quelli
dei
due
stanziamenti
che
erano
stati
costruiti
sotto
le
sue
mura:
il
villaggio
di
Saint-Vincent
situato
a
nord
e
quello
di
Saint-Michel
situato
a
sud
della
porta
Narbonnaise.
Nel
1192
la
città
acquisì
un
consolato,
composto
da
notabili
e
borghesi,
incaricato
dell'amministrazione
cittadina,
e
nel
1229
uno statuto
consuetudinario.
Nel 1208,
papa Innocenzo
III,
di
fronte
all'ascesa
del catarismo,
invitò
i
baroni
del
nord
a
intraprendere
la crociata
albigese.
Il
conte
di
Tolosa,
accusato
di eresia,
e
il
suo
principale
vassallo,
il
visconte
di
Trencavel,
furono
l'obiettivo
dell'attacco.
Il
1º
agosto
1209 la
città
venne
assediata
dai Crociati. Raimondo
Ruggero
Trencavel si
arrese
molto
rapidamente,
il
15
agosto,
in
cambio
della
vita
dei
suoi
abitanti.
I
villaggi
intorno
alla
città
vennero
distrutti.
Il
visconte
morì
di dissenteria nella
prigione
del
suo
castello
il
10
novembre
1209.
Altre
fonti
parlano
di
un
assassinio
orchestrato
da
Simon
de
Montfort,
ma
nulla
è
certo.
Da
quel
momento
in
poi,
la
città
servì
da
quartier
generale
per
le
truppe
dei
crociati.
Le
terre
vennero
date
a Simone
IV
di
Montfort,
capo
dell'esercito
crociato.
Quest'ultimo
morì
nel
1218
durante,
l'assedio
di
Tolosa,
e
suo
figlio, Amalrico
VI
di
Montfort,
prese
possesso
della
città,
ma
non
riuscì
a
gestirla.
Cedette
i
suoi
diritti
a Luigi
VIII
di
Francia,
ma Raimondo
VII
di
Tolosa e
i Conti
di
Foix si
schierano
contro
di
lui.
Nel 1224,
Raimondo
II
Trencavel
riacquistò
il
possesso
della
città
dopo
la
fuga
di
Amaury.
Una
seconda
crociata
fu
lanciata
da Luigi
VIII nel 1226 e
Raimondo
Trencavel
dovette
fuggire.
La
città
di
Carcassonne
faceva
ora
parte
del dominio
del
re
di
Francia e
divenne
la
sede
di
un Baliato
e
siniscalcato.
Un
periodo
di
terrore
si
insediò
all'interno
della
città.
La
caccia
ai
Catari
portò
al
proliferare
di
pire
e
denunce
selvagge,
con
l'insediamento
dell'Inquisizione,
la
cui
sede
è
ancora
visibile
entro
le
mura
della
città
alta.
Luigi
IX ordinò
la
costruzione
della
seconda
cinta
muraria
in
modo
che
la
città
potesse
sostenere
lunghi
assedi.
In
effetti,
in
quel
momento,
le
minacce
erano
numerose
nella
regione:
Raimondo
Trencavel,
rifugiato
in Aragona,
cercava
sempre
di
riprendersi
la
sua
terra
e
sostenne
che
il
re
di
Aragona, Giacomo
I
il
Conquistatore,
rappresentava
una
seria
minaccia
per
la
regione
vicino
ai
confini
del
suo
regno.
Inoltre,
queste
costruzioni
consentirono
di
tranquillizzare
la
popolazione
della
città
e
di
guadagnare
la
loro
fiducia.
La
città
alta
faceva
parte
del
sistema
di
difesa
del
confine
tra
Francia
e
Aragona.
Le
prime
costruzioni
riguardavano
il
castello
comitale
addossato
al
muro
occidentale.
Era
circondato
da
mura
e
torri
all'interno
della
città
stessa
per
garantire
la
protezione
dei
rappresentanti
del
re.
Venne
quindi
avviata
la
costruzione
di
una
seconda
linea
di
fortificazioni,
per
circa
un
chilometro
e
mezzo,
con
quattordici
torri.
Questo
recinto
era
fiancheggiato
da
un barbacane che
controllava
gli
accessi
all'Aude.
Nel 1240 Raimond
Trencavel
cercò
di
recuperare
la
Città,
con
l'aiuto
di
alcuni
signori.
L'assedio
fu
guidato
da
Olivier
de
Termes,
uno
specialista
nella
guerra
d'assedio.
Occuparono
le
città
situate
sulle
rive
dell'Aude
e
ottennero
l'aiuto
dei
loro
abitanti
che
scavarono
gallerie
dalle
loro
case
per
minare
la
base
delle
mura.
Il
doppio
recinto
giocò
il
suo
ruolo
difensivo,
perché
Raimond
Trencavel
venne
molto
rallentato.
La
guarnigione
guidata
dal
siniscalco,
Guillaume
des
Ormes,
resistette
efficacemente.
Raimondo
Trencavel
fu
presto
costretto
a
revocare
l'assedio
e
a
fuggire
di
fronte
all'arrivo
dei
rinforzi
inviati
dal
re Luigi
IX e,
nel 1247 rinunciò,
davanti
al
re Luigi
IX,
ai
suoi
diritti
sulla
città.
La
città
di
Carcassonne
divenne
definitivamente
parte
del regno
di
Francia ed
era
governata
da siniscalchi reali.
Da
questa
data,
la
roccaforte
non
venne
più
attaccata,
nemmeno
durante
la Guerra
dei
cent'anni.
Gli
sviluppi
successivi
ed
estensioni
possono
essere
raggruppati
in
tre
fasi.
I
primi
lavori
iniziarono
subito
dopo
l'ultimo
attacco
alla
città.
Riguardarono
la
riparazione
delle
mura,
il
livellamento
delle
"lizze"
tra
la
doppia
cinta
muraria,
l'aggiunta
di
un
ulteriore
piano
al
castello
e
la
costruzione
della
Torre
della
Giustizia.
La
seconda
fase
avvenne
sotto
il
regno
di Filippo
III,
noto
come
il
"Grassetto":
comprese
la
costruzione
della
porta
Narbonnaise,
della
torre
Trésau,
della
porta
Saint-Nazaire
e
di
tutto
il
muro
di
cinta,
nonché
la
riparazione
di
alcune
torri
gallo-romane
e
del
barbacane
del
castello
comitale.
I
villaggi
di
Saint-Vincent
e
Saint-Michel,
adiacenti
al
recinto,
vennero
rasi
al
suolo
per
evitare
le
conseguenze
della
possibile
collusione
tra
i
loro
abitanti
e
gli
aggressori,
come
era
avvenuto
durante
l'ultimo
assedio.
Infine,
una
terza
e
ultima
fase
dei
lavori
si
svolse
sotto
il
regno
di Filippo
IV e
consistette
nell'ammodernamento
della
roccaforte.
Molte
parti
del
recinto
vennero
poi
ricostruite
utilizzando
tecniche
di
difesa
più
recenti,
come fossati e
torri
progettate
per
poter
rispondere
al
nemico.
Anche
le
antiche
mura,
situate
ad
ovest,
vennero
soggette
a
ristrutturazione.
Nel 1258,
il Trattato
di
Corbeil fissò
il
confine
tra
Francia
e
Aragona
vicino
a
Carcassonne,
nelle
Corbières.
Luigi
IX
rinunciò
alla
sovranità
sulla Catalogna e
sul Rossiglione e
in
cambio
il
re
d'Aragona
abbandonò
la
Linguadoca.
La
città
ora
svolgeva
un
ruolo
importante
nel
sistema
di
difesa
del
confine.
Costituiva
una
seconda
linea
di
difesa
deterrente
dietro
gli
avamposti
che
erano
i
castelli
di Peyrepertuse,
Aguilar, Quéribus, Puilaurens e
Termes
designati
come
i
"cinque
figli
di
Carcassonne".
Nel XIII
secolo la
città
di
Carcassonne
era
una
delle
roccaforti
meglio
dotate
in
Francia e
fungeva
da
riserva
di
armi
per
gli
alleati.
La
città
non
venne
mai
attaccata
e
le
truppe
vennero
gradualmente
ridotte.
Alla
fine
del XIV
secolo,
la
città
non
era
più
in
grado
di
resistere
alle
nuove
armi
da
fuoco.
Tuttavia,
la
sua
posizione
di
confine
rimaneva
una
risorsa
strategica
e
vi
venne
mantenuta
una
guarnigione.
Nel 1418,
gli
uomini
di
guarnigione
nella
città
avevano
generalmente
un
secondo
lavoro.
A
quel
tempo,
dall'altra
parte
dell'Aude,
fu
costruita
una
nuova
città
chiamata
città
bassa
a
forma
di bastide.
Pochi
atti
di
guerra
o
grandi
conflitti
segnarono
il
periodo
reale.
Nel 1272,
il
ribelle
conte
di
Foix
fu
rinchiuso
da
Filippo
III
di
Francia
nella
città
di
Carcassonne.
Nel 1283 fu
firmato
un
trattato
di
alleanza
tra
il
re
di
Francia
e
il
re
di
Maiorca Giacomo
II
contro Pietro
III
d'Aragona.
Papa Clemente
V passò
per
Carcassonne
nel 1305 e
poi
ancora
nel 1309.
Nel 1355,
il Principe
Nero non
osò
attaccare
la
città
troppo
ben
difesa
e
si
accontentò
di
distruggere
e
saccheggiare
la
città
bassa.
Nel XV
secolo la
città
alta
divenne
una
prigione
di
stato
in
cui
vennero
rinchiusi
i
nemici
del
re
come Giovanni
IV
d'Armagnac.
La peste decimò
gli
abitanti
di
Carcassonne
nel 1557.
Nel 1585,
la
città
fu
attaccata
dagli ugonotti ma
furono
respinti.
Tra
il
1560
e
il
1630,
durante
le guerre
di
religione,
la
città
rimase
un
importante
dispositivo
militare
per
i
cattolici
e
subì
attacchi
da
parte
dei
protestanti.
Nel 1575,
il
figlio
del
signore
di
Villa
tentò
di
attaccare
la
fortezza.
Nel 1585,
gli
uomini
di
Montmorency
fecero
lo
stesso,
ma
anche
questo
tentativo
si
rivelò
un
fallimento.
La
morte
di Enrico
III innescò
scontri
tra
gli
abitanti
della
città
bassa
fedeli
ad Enrico
IV,
suo
legittimo
successore,
e
al
Duca
di
Montmorency,
e
la
città
alta
che
rifiutò
di
riconoscere
il
nuovo
re
e
si
schierò
dalla
parte
della Lega
cattolica.
Durante
i
violenti
combattimenti,
che
durarono
per
quasi
2
anni,
i
sobborghi
della
città
situati
vicino
alla
Porte
de
l'Aude
furono
distrutti.
Quest'ultima
venne
murata
e
il
quartiere
di
Trivalle
venne
dato
alle
fiamme.
Nel 1592,
gli
abitanti
della
città
si
riunirono
al
re.
Il XVII
secolo segnò
l'inizio
dell'abbandono
della
città.
Nel 1657,
il
presidio,
la
giurisdizione
in
vigore
a
Carcassonne,
fu
trasferita
dalla
città
alta
a
quella
bassa.
Nel 1659,
la
città
di
Carcassonne
perse
la
sua
posizione
strategica
in
seguito
alla
firma
del Trattato
dei
Pirenei che
univa
il
Rossiglione
alla
Francia
e
fissava
il
confine
tra
Francia
e
Spagna
nella
sua
posizione
attuale.
La
città
venne
gradualmente
abbandonata
dai
suoi
abitanti
più
agiati
e
divenne
un
quartiere
povero
occupato
dai
tessitori.
Le
"lizze"
venneno
gradualmente
occupate
da
un
centinaio
di
case
operaie,
principalmente
baracche,
operazione
che
trasformò
il
luogo
in
una
baraccopoli.
Nelle
torri
vennero
installate
cantine
e
soffitte
e
la
città
si
andò
deteriorando
rapidamente.

La
città
bassa
prosperò
grazie
all'industria
dei
tessuti.
Il
principale
centro
religioso
della
città,
la
cattedrale
di
Saint-Nazaire,
rimase
tuttavia
attivo
fino
alla Rivoluzione.
Nel 1790 il
capitolo
fu
abolito
e
il
palazzo
vescovile
e
il chiostro vennero
venduti
e
poi
distrutti
nel 1795.
La
sede
vescovile
fu
addirittura
trasferita,
nel 1801,
dalla
cattedrale
di
Saint-Nazaire
alla
chiesa
di
Saint-Michel
nella
città
bassa.
Nel 1794,
gli
archivi
della
torre
Trésau
furono
distrutti
da
un
incendio.
Sotto
l'Ancien
Régime e
poi
sotto
la Rivoluzione,
la
città
fu
ridotta
militarmente
al
ruolo
di
arsenale,
magazzino
di
armi
e
rifornimenti
poi,
tra
il
1804
e
il
1820,
fu
tolta
dall'elenco
dei
luoghi
di
guerra,
abbandonata
e
riclassificata
in
seconda
categoria.
La
città
alta
perdette
la
sua
autonomia
municipale
e
divenne
un distretto di
Carcassonne
e
il
castello
comitale
venne
trasformato
in
una prigione.
L'esercito
fu
quindi
pronto
a
cedere
la
città
ai
demolitori
e
ai
collezionisti
di
pietre.
La
città
stava
vivendo
un
declino
sociale
con
l'aumento
della
povertà,
ma
anche
un
declino
demografico.
Tra
il
1819
e
il
1846
il
numero
degli
abitanti
della
città
alta
diminuì
mentre
nella
città
bassa
la
demografia
andava
aumentando.
La
diminuzione
della
popolazione
continuò
durante
la
seconda
metà
del XIX
secolo.
Tra
il
1846
e
il
1911,
la
città
perse
il
45%
della
sua
popolazione,
passando
da
1 351
a
761
abitanti.
Per
gli
abitanti
di
Carcassonne,
la
città
medievale,
situata
su
una
collina
di
difficile
accesso
con
le
sue
strade
strette
e
i
suoi
bastioni
e
mura
fatiscenti,
era
diventata
un
quartiere
poco
attraente
a
cui
si
opponeva
la
nuova
città
formata
dalla
bastide
Saint-Louis
o
città
bassa.
Le mura servivano
come
materiale
da
costruzione.
La
disaffezione
degli
abitanti
per
la
città
portò
al
suo
deterioramento.
Le
torri
erano
in
rovina
e
la
maggior
parte
venne
trasformata
in
garage,
hangar
e
altri
magazzini.
Le
"lizze"
vennero
progressivamente
invase
da
strutture
(nel
XIX
secolo,
le
autorità
elencarono
112
case).
Venne
quindi
programmata
la
distruzione
della
città
medievale.

La
città
venne
salvata
dalla
distruzione
totale
da Jean-Pierre
Cros-Mayrevieille,
notabile
e
storico,
che
viveva
ai
piedi
della
stessa.
Nel 1835,
fu
preso
da
sdegno
per
la
distruzione
del
barbacane
le
cui
pietre
erano
state
saccheggiate
da
imprenditori
locali.
A
lui
si
devono
i
primi
veri
scavi
nella
Cattedrale
e
il
ritrovamento
della
cappella
del
vescovo
Radulphe.
Lo
scrittore Prosper
Mérimée,
ispettore
generale
dei
monumenti
storici,
si
innamorò
di
questo
monumento
che
stava
affondando.
L'architetto Eugène
Viollet-le-Duc,
che
aveva
avviato
il
restauro
della
basilica
di
Saint-Nazaire,
venne
incaricato
di
studiare
il
restauro
completo
della
città.
Nel 1840,
la
basilica
di
Saint-Nazaire,
all'interno
della
città,
passò
sotto
la
protezione
dei monumenti
storici.
Questa
protezione
fu
estesa
a
tutti
i
bastioni
nel 1862.
Nel 1853 Napoleone
III approvò
il
progetto
di
restauro.
Il
finanziamento
venne
sostenuto
dallo
Stato
per
il
90%
e
dalla
città
di
Carcassonne
e
dal
consiglio
generale
dell'Aude
per
il
restante
10%.
Nel 1855,
i
lavori
iniziarono
nella
parte
ovest-sud-ovest
del
muro
interno,
ma
rimasero
di
modesta
entità.
Nel 1857 proseguirono
sulle
torri
della
porta
Narbonnaise
e
dell'ingresso
principale
della
città.
Le
fortificazioni
vennero
qua
e
là
consolidate,
ma
il
grosso
dei
lavori
si
concentrò
poi
sul
restauro
dei
tetti
delle
torri,
delle
merlature
e
degli
argani
del
castello
comitale
e
venne
disposta
l'espropriazione
e
la
distruzione
degli
edifici
costruiti
lungo
i
bastioni.
Nel 1864 Viollet-le-Duc
ottenne
nuovamente
i
finanziamenti
per
il
restauro
della
Porte
de
Saint-Nazaire
e
del
muro
esterno
del
fronte
meridionale.
Nel 1874,
la
torre
Trésau
fu
restaurata.
Eugène
Viollet-le-Duc
lasciò
molti
schizzi
e
disegni
della
città
e
delle
sue
modifiche.
Quando
morì,
nel 1879,
lo
sostituì
il
suo
allievo
Paul
Boeswillwald e
poi
l'architetto
Henri
Nodet.
Nel 1889 fu
completato
il
restauro
della
cinta
muraria
interna.
Nello
stesso
anno
iniziarono
i
lavori
di
restauro
del
castello
comitale
e,
nel 1902,
furono
completati
importanti
lavori
e
sviluppati
e
bonificati
i
dintorni
della
città.
Nel 1911 le
ultime
case
presenti
nelle
"lizze"
furono
distrutte
e
l'opera
di
restauro
venne
considerata
conclusa
nel 1913.
Solo
il
30%
della
città
venne
ripristinato.
Durante
i
lavori
di
restauro,
il
canonico
Léopold
Verguet
realizzò
molte
fotografie
sui
lavori
di
ristrutturazione.
Queste
foto
forniscono
testimonianze
sul
sito
e
sulla
vita
intorno
alla
città
in
quel
periodo.
Un
altro
fotografo,
Michel
Jordy,
storico
e
archeologo,
contribuì
alla
conservazione
della
città
attraverso
le
sue
ricerche
e
fotografie.
Fu
anche
il
fondatore
dell'Hôtel
de
la
Cité.
Dal 1850 i
restauri
di
Eugène
Viollet-le-Duc
furono
fortemente
criticati.
I
suoi
detrattori,
come Hippolyte
Taine,
denunciarono
la
differenza
tra
le
parti
nuove
e
le
parti
rovinate
visto
che
queste
ultime
avevano
un
maggior
fascino.
Altri,
come
Achille
Rouquet
o
François
de
Neufchâteau,
rimpiansero
il
carattere
e
lo
stile
eccessivamente
gotico
delle
modifiche
di
"Viollet-le-Duc".
Oggi,
gli
storici
sottolineano
soprattutto
gli
errori
del
restauratore.
Joseph
Poux
si
rammarica
della
scarsa
ricostruzione
delle
porte
e
delle
finestre
delle
torri
visigote
e
della bertesca della
porta
dell'Aude.
Ma
sono
soprattutto
le
scelte
fatte
per
il
restauro
dei
tetti
ad
essere
state
fortemente
criticate. Viollet-le-Duc,
forte
delle
sue
esperienze
nel
restauro
dei
castelli
della
Francia
settentrionale,
scelse
di
coronare
le
torri
con
un
tetto
conico
ricoperto
di ardesia,
in
contrasto
con
i
tetti
piani
ricoperti
di
tegole
romane
dei
castelli
della
regione.
Questa
scelta
aveva
per
lui
una
logica
storica,
perché
Simon
de
Monfort
e
gli
altri
cavalieri
che
presero
parte
alla crociata
albigese provenivano
tutti
dal
Nord.
Non
era
impossibile
che
questi
"settentrionali"
avessero
portato
con
sé
i
propri
architetti
e
le
proprie
tecniche.
Inoltre,
Viollet-le-Duc
aveva
trovato
molti
frammenti
di
ardesia
durante
i
suoi
restauri
della
città.
Questo
è
il
motivo
per
cui
oggi
possiamo
osservare
diversi
tipi
di
coperture
nella
città
alta
di
Carcassonne.
Anche
il ponte
levatoio,
aggiunto
all'ingresso
della
Porte
Narbonnaise,
è
citato
come
esempio
di
errata
ricostruzione.
Inoltre,
alcuni
restauri
sono
talvolta
considerati
troppo
perfetti
e
riducono
l'impressione
di
autenticità.
Tuttavia,
nonostante
i
suoi
errori,
consideriamo
oggi
che
Eugène
Viollet-le-Duc
realizzò
una
notevole
opera
di
architettura che
ha
permesso
di
restituire
ai
visitatori
un'immagine
coerente,
se
non
fedele,
della
città
di
Carcassonne.
Così
le
campagne
di
restauro
oggi
realizzate
conservano
le
modifiche
apportate
al
modello
originario
dall'architetto,
perché
ormai
fanno
parte
della
storia
del
monumento.

Nel 1903 la
città
passò
dalla
supervisione
del
Ministero
della
Guerra
al
Ministero
delle
Belle
Arti e
nel 1918 l'esercito
lasciò
definitivamente
la
città
alta.
Il
1º
settembre
1909
venne
aperto
l'Hôtel
de
la
Cité,
la
cui
costruzione
è
all'interno
della
città
stessa,
tra
il
castello
comitale
e
la
cattedrale
di
Saint-Nazaire.
Questa
costruzione neogotica provocò
all'epoca
numerose
proteste.
Nel 1926,
i monumenti
storici estesero
la
loro
protezione
classificando
le
"lizze",
gli
accessi
e
la
porta
dell'Aude,
nonché
registrando
i
"Grand
Puits"
come
monumenti
storici.
Nel 1942 la
classificazione
fu
ulteriormente
ampliata
con
l'aggiunta,
per
tre
volte,
di
terreni
intorno
alla
città.
Questa
estensione
consentiva
di
proteggere
le
immediate
vicinanze
impedendo
qualsiasi
costruzione.
Nel 1944,
la
città
di
Carcassonne
fu
occupata
dalle
truppe
tedesche
che
usarono
il
castello
come
riserva
di
munizioni
ed
esplosivi.
Gli
abitanti
vennero
sfrattati
dalla
città
alta. Joë
Bousquet,
Comandante
della
Legion
d'Onore,
fu
indignato
da
questa
occupazione
e
chiese
al
Prefetto
la
liberazione
della
città
considerata
da
tutti
i
paesi
un'opera
d'arte
che
doveva
essere
rispettata
e
lasciata
libera.
Nel 1961 fu
allestito
un
museo
nel
castello
comotale.
Poi,
nel 1997,
la
città
è
stata
classificata
come patrimonio
dell'umanità
dall'Unesco.
Oggi
è
diventata
un
importante
sito
turistico
che
riceve
più
di
2 000 000
di
visitatori
l'anno.
Questo
consente
allo
Stato
di
ricevere sussidi per
la
manutenzione
del
sito.
In
cambio,
deve
rispettare
l'architettura
del
luogo
durante
i
lavori
di
costruzione
o
ristrutturazione
e
deve
aprire
la
città
ai
visitatori.
La
società
dei
monumenti
storici
gestisce
le
visite
e
la
gestione
del
castello.
Recentemente
è
stato
rinnovato
il
percorso
dei
visitatori,
nel
2006
e
nel
2007,
aggiungendo
una
sala
di
proiezione
e
una
nuova
segnaletica.
Nel
2014
sono
iniziati
i
lavori
per
la
messa
in
sicurezza
dei
bastioni
del
circuito
occidentale,
seguiti
da
un
capo
architetto
dei
monumenti,
per
offrire
questo
percorso
al
visitatore.
I
lavori
saranno
eseguiti
da
scalpellini
specializzati
nel
restauro
del
patrimonio
architettonico.

Nell'aprile
del
1996,
lo
storico
francese
Rémy
Cazals
organizzò
una
sontuosa
conferenza
a
Carcassonne
sulla
prima
guerra
mondiale,
a
seguito
della
quale
avvenne
la
pubblicazione
del
saggio
"Traces
de
14-18",
inerente
alla
storiografia
della
Grande
Guerra.
Nel
1997,
il
comune
di
Carcassonne
ottenne
la
consacrazione
guadagnandosi
il
riconoscimento
come
patrimonio
dell'umanità da
parte
dell'UNESCO. Oggi,
con
una
media
di
almeno
due
milioni
di
visitatori
registrati
dal
2012,
la
città
è
un
affermato
centro
turistico.
Il
6
novembre
2003
si
svolse
a
Carcassonne,
nell'Hôtel
de
la
Cité,
il
16º
summit
franco-spagnolo
alla
presenza
di
José
Maria
Aznar,
capo
del
governo
spagnolo,
di
Jacques
Chirac,
Presidente
della
Repubblica
e
tredici
ministri
dei
due
Paesi.
Il
29
giugno
2008,
durante
le
giornate
a
"porte
aperte"
a
Carcassonne
del
3°
reggimento
Paracadutisti
di
Fanteria
di
Marina
e
a
seguito
di
un
errore
nell'utilizzo
delle
munizioni
durante
un'esercitazione
(proiettili
veri
invece
che
a
salve),
17
persone
tra
il
pubblico
riportarono
gravi
ferite,
tra
cui
tre
bambini. La
vicenda,
divenuta
di
risonanza
nazionale
dopo
la
visita
in
loco
del
Presidente
della
Repubblica,
Nicolas
Sakozy,
accompagnato
dal
suo
ministro
della
Difesa,
costò
le
dimissioni
del
Capo
di
Stato
Maggiore
della
Difesa.
Il
23
marzo
2018,
la
città
divenne
teatro
di
un
attacco
jihadista
presto
rivendicato
dal
sedicente
Stato
Islamico. Alle
ore
10:15,
Redouane
Lakdime,
un
25enne
franco-marocchino
residente
nella
città
di
Ozanam
a
Carcassonne,
rubò
un'auto,
uccise
il
passeggero
e
ne
ferì
il
conducente. Si
diresse
verso
una
caserma
militare
e
sparò
a
quattrO
agenti
antisommossa che
stavano
rientrando
in
caserma
dopo
avere
fatto
jogging,
ferendone
gravemente
uno
alla
spalla. In
seguito,
si
avviò
verso
di
Trèbes,
una
piccola
comune
a
circa
7
km
di
distanza,
prendendo
in
ostaggio
una
cinquantina
di
persone
nel
supermercato
Super
U
della
città
uccidendo
due
persone.
Quando
le
forze
speciali
GIGN giunsero
in
zona,
dopo
quattro
ore,
era
stato
imposto
lo
stato
d'assedio,
con
la
popolazione
invitata
a
non
uscire
per
nessun
motivo. L'irruzione
delle
teste
di
cuoio
fece
sì
che
avvenisse
l'uccisione
del
terrorista,
conosciuto
ai
servizi
segreti
e
sorvegliato
per
reati
minori.
A
proposito
dell'accaduto,
il
ministro
dell'Interno
francese,
Gerard
Collomb affermò:
"Era
un
piccolo
delinquente
comune,
noto
per
spaccio
di
stupefacenti
[...]
che
ha
agito
da
solo". Lakdim
era
inoltre
conosciuto
dai
servizi
segreti,
che
lo
sorvegliavano
dal
2013,
perché
sospettato
di
radicalizzazione
islamica.
Nel
blitz
rimase
ferito
gravemente
un
tenente
colonnello
della
gendarmeria
che
si
era
offerto
come
ostaggio
al
posto
di
una
donna
sequestrata:
nella
notte
il
suo
cuore
si
arrese
alle
ferite.
Anche
un
altro
militare
dovette
trascorrere
diversi
giorni
di
degenza
in
ospedale. In
seguito,
anche
la
compagna
andò
incriminata
per
terrorismo.

Pag.
2
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