Castelli della Valle della Loira
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2000

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Situato su un promontorio che scende a picco sul fiume Loir, il castello offre l'aspetto di un' austera e inespugnabile fortezza, ma, appena entrati nel cortile interno, appare una lussuosa dimora signorile. 

La sua torre del XII sec. è uno dei masti più imponenti e meglio conservati. L'ala Dunois (c.1460) e l'ala Longueville (XVI sec.) sono entrambi dotate di sontuose scale, una in stile gotico fiammeggiante, l'altra rinascimentale. Degna di nota la Sainte-Chapelle (XV sec.) con le sue quindici statue e le vaste cucine medievali.

All'indomani delle invasioni normanne del 910, Thibaut le Tricheur, conte di Blois, fa edificare una fortezza a Chàteaudun. Nel XII secolo, il suo discendente vi fa aggiungere un imponente torrione. 

Nel 1391, le contee di Blois e del Dunois sono acquisite da Luigi d'Orléans, fratello del re di Francia Carlo VI. Suo figlio nel 1439 le offre in dono al suo fratellastro Jean, detto il "bastardo d'Orléans" o "Dunois", compagno d'armi di Giovanna d'Arco. 

Nel 1452 inizia la trasformazione del castello al quale viene aggiunta una Sainte-Chapelle. Questi lavori saranno poi portati avanti dai discendenti di Dunois, i duchi di Longueville.

Quando la famiglia Longueville si estingue, nel 1694, il castello passa in mano ai duchi di Luynes. Semiabbandonato, nel 1723 accoglie le vittime di un incendio che ha devastato la città. 

Ormai danneggiato, durante la Rivoluzione subisce il saccheggio della sua cappella e la trasformazione in caserma dei suoi edifici. Il castello viene ulteriormente danneggiato dai Prussiani nel 1870. Viene acquisito dallo Stato nel 1938 e restaurato dall'architetto Jean Trouvelot.

1 - Il cortile d'onore presenta tre scale a chiocciola che mostrano le evoluzioni architettoniche all'avvicinarsi del Rinascimento, La prima, datata intorno al 1460, è situata in una torre poligonale esterna, nel rispetto della tradizione francese. Le altre due, interne, sono caratterizzate dalle facciate a logge. La prima, vicina all'ala Durtois, datata intorno al 1470, è un capolavoro dello stile gotico fiammeggiante. All'altra estremità dell'ala, la seconda scala, dell'inizio del XVI secolo, resta gotica per la sua pronunciata verticalità e per il decoro scolpito esteriormente, ma mostra all'interno un decoro di impronta italiana.

2 - Il mastio, di forma circolare, ha un'altezza complessiva di 42 metri un diametro di 17 metri. Fu costruito nel 1180 con muri spessi 4 metri e si articola su tre livelli. L'accesso all'edificio in origine avveniva attraverso una porta situata a 10 metri di altezza; oggi questa porta è in comunicazione con il solaio della cappella.

3 - La cappella, costruita tra il 1451 e il 1493, è stata edificata come Sainte-Chapelle su decisione del papa nel 1468. Jean de Dunois, detto il bastardo d'Orléans, compagno d'armi di Giovanna d'Arco, ricevette nel 1439 le contee di Dunois e di Châteaudun dal fratellastro, Carlo d'Orléans, per l'aiuto nella guerra contro gli inglesi. 

Dopo essere stato nominato anche Gran ciambellano di Francia, fu considerato a tutti gli effetti un principe di sangue reale, pur non essendo mai stato ufficialmente riconosciuto dal padre. Egli iniziò l'ampliamento del castello di Châteaudun a partire dal 1451 e decise di fondare una Sainte-Chapelle, che passasse direttamente sotto l'autorità papale.  

Come tutte le altre cappelle fondate da principi reali, anche questa aveva lo scopo di commemorare gli esponenti di una dinastia reale, quella dei Valois-Orléans, comprendente il nonno di Jean de Dunois, Carlo V di Francia, suo cugino Carlo VII di Francia, suo padre Luigi I di Valois-Orléans, suo fratellastro Carlo di Valois-Orléans e sua moglie Marie d'Harcourt. Nonostante i membri della casata fossero sepolti nella basilica di Notre-Dame di Cléry, i loro cuori furono conservati in questa cappella.

La cappella, intitolata alla Vergine e a San Giovanni Battista, protettori di Jean de Dunois e di sua moglie, venne costruita su due livelli in tre fasi. Tra il 1460 e il 1464 furono costruite la navata e la sala superiore, la parete nord del coro, la sacrestia e la volta dell'oratorio sud. Infine, a partire dal 1493, Agnese di Savoia, vedova di Francesco I d'Orléans-Longueville, fece costruire il campanile, l'oratorio nord e la parte orientale dell'oratorio sud.

Nel 1492, il re Carlo VIII di Francia ottenne da papa Alessandro VI che alla cappella del castello di Châteaudun fossero concessi gli stessi privilegi di quelli di una Sainte-Chapelle. La cappella era stata consacrata nel 1465, mentre gli oratori furono consacrati nel 1494.

Nel 1938 il castello fu acquistato dallo Stato francese e venne affidato al Centre des monument nationaux, venendo classificato come Monumento storico nel 1918.  

La cappella è impreziosita con dodici statue che rappresentano i patroni della cappella, la Vergine e San Giovanni Battista, e dieci santi scelti da Jean de Dunois: San Giovanni Evangelista, Santa Maria Maddalena, Santa Caterina d'Alessandria, Santa Margherita, Santa Genoveffa, Sant'Apollonia, Santa Barbara, Santa Maria Egiziaca, Sant'Elisabetta d'Ungheria e Santa Radegonda. Nel 1494 furono aggiunte le statue di San Francesco e Sant'Agnese.

Un dipinto a tempera, realizzato probabilmente prima della consacrazione degli oratori, raffigurante il Giudizio Universale orna la parete sud dell'Oratorio di San Francesco. Le vetrate colorate della cappella furono distrutte dai prussiani nel 1815 durante la battaglia di Châteaudun. Anticamente la cappella conservava tra le sue reliquie un frammento della Vera Croce posto in un reliquiario d'oro.

L'ala Dunois

L'ala ovest, o ala Dunois, fu voluta da Jean de Dunois e fu costruita intorno al 1460 in stile gotico su cinque piani. Al suo interno è conservata una delle poche aule di tribunale dell'Ancien Régime, che fu rivestita in legno e decorata con lo stemma reale nel Seicento, quando Luigi XIV soggiornò nel castello, e che fu utilizzata anche durante la Rivoluzione francese. L'edificio comprende uno scalone in stile gotico che ricorda quello voluto da Carlo V al Palazzo del Louvre.

4 - La sala di giustizia è un raro esempio di giurisdizione dell'Antico regime ad avere conservato il suo decoro del XVII secolo. Nel 1793 ha servito da tribunale rivoluzionario.

5 - Le cucine medievali, al piano interrato, sono particolarmente ben conservate. Le loro volte a ogiva sovrastano due grandi caminetti.

6 - Le prigioni, allo stesso livello, comportano diverse celle.

7 - L'edificio nord, al piano terra, comprende diverse stanze, tra cui una ornata di gigli e di L incorniciate a celebrazione delle visite al castello di Luigi XIV, nel 1682 e nel 1685. Di fianco, la sala rivestita in legno era utilizzata come sala da pranzo dagli ultimi proprietari, i duchi di Luynes.

8 - L'alloggio di Jean Dunois si trova al primo piano.

9 - La grande scala gotica ricorda la celebre "grande scala a chiocciola" costruita al Louvre durante il regno di Carlo V. Alla sua sommità, i lucernari sono ornati di gigli per ricordare che il proprietario del castello è un discendente di Carlo V.

L'ala Longueville

L'ala nord, o ala Longueville, è un esempio di stile Luigi XII, che costituisce una transizione tra il gotico e lo stile rinascimentale. L'inizio della costruzione, comprendente i piani interrati, fu eseguito sotto Francesco I di Orleans-Longueville dal 1469 al 1491, mentre i piani superiori furono completati da Francesco II e dai suoi discendenti durante il primo quarto del XVI secolo, utilizzando come materiale da costruzione il tuffeau. L'ala comprende un'ampia stanza di 300 mq e una scala in stile rinascimentale decorata con motivi all'italiana, che richiama la disposizione della scala gotica dell'ala Dunois.

10 - La grande sala bassa di 300 mq, è dotata di due camini di cui uno è sormontato da un cervo in posizione detta "di riposo".

11 - La grande scala rinascimentale presenta, all'interno, un decoro a motivi di stile italiano sugli architravi delle porte dei pianerottoli, sui capitelli e sulle mensole figurate.

12 - Negli appartamenti di Caterina d'Alençon, situati al piano nobile dell'ala Longueville, è conservata una collezione di settanta arazzi, tra cui una serie di sette pezzi arazzi, classificati come Monumento storico di Francia, che rappresentano la Storia di Clorinda e Tancredi, ispirata alla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Il ciclo di arazzi è stato realizzato a partire da cartoni di Michel Corneille dagli atelier del faubourg di Saint-Germain a Parigi intorno al 1661.

Al piano terra della stessa ala, negli appartamenti del Duca, sono conservati i sette pezzi dell'Arazzo dell'Antico Testamento. Questi arazzi, tessuti in lana e seta, furono realizzati a Parigi nelle botteghe del faubourg di Saint-Marcel tra il 1640 e il 1650, sulla base di cartoni del pittore Simon Vouet.

13 - La terrazza. Al suo posto vi erano una stanza, una cappella e uno studio, crollati nel XVIII secolo.

Il giardino completa il percorso-scoperta dedicato alla gastronomia medievale. Dodici riquadri piantati a bossi racchiudono 150 specie dì piante conosciute nel Medioevo, qui classificate per uso alimentare (piante aromatiche, radici, ecc), medicinale (antidoti, panacee, rimedi femminili, ecc.) e domestico (tinture, tessili, ecc). Tutte le piante di uso culinario erano considerate medicinali. 

La "teoria degli umori" formulata da Galeno e Ippocrate fin dall'Antichità raccomandava un'alimentazione equilibrata per conservare un'ottima salute.

Un volta si distinguevano quattro temperamenti principali (collerico, sanguigno, flemmatico e melanconico) derivati dai quattro elementi e dai quattro umori (bile, sangue, flemma e bile nera) secreti dal corpo. Per Galeno l'eccessiva produzione di un umore provocava uno squilibrio interno e quindi le malattie. Pertanto era necessario ristabilire l'equilibrio per ristabilire la salute. Un eccesso dì flemma (il raffreddore, ad esempio) sì curava mangiando degli alimenti caldi e secchi (spezie, carni arrostite, ecc). Delle etichette permettono di individuare le piante che calmano i temperamenti collerici (rosso), sanguigni (giallo), melanconici (viola) e flemmatici (blu).  

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