Castelli della Valle della Loira
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2000

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Il castello di Chaumont (da “Monte Calvo”, deformato poi in “Monte Caldo” o “Chaud Mont”) si trova su una collina adiacente il corso della Loira, in mezzo ad un folto bosco d’alberi d’alto fusto. La storia del castello di Chaumont-sur-Loire inizia verso l’anno 1000 d.C. Oddone I, conte di Blois, fa erigere la fortezza sulla collina che domina la Loira al fine di sorvegliare il confine tra le contee di Blois e d’Angiò. Nel 1054, il castello diventa proprietà di Sulpice I d’Amboise dopodiché rimarrà proprietà della famiglia d’Amboise per circa cinque secoli.

Carlo II d'Amboise inizia la sua trasformazione in castello ornamentale di stile prettamente rinascimentale. Le decorazioni scolpite assumono sempre maggiore importanza diventando gli elementi di spicco delle facciate esterne.

Il primo castello in legno fu distrutto, ricostruito ed ancora distrutto nel 1465, quando Luigi XI volle punire così Pierre d’Amboise – allora proprietario del castello – per aver parteggiato per la Lega per il Bene Pubblico. 

Subito dopo la demolizione Pierre fece iniziare le opere per la creazione del castello attuale, inizialmente destinato ad uso militare e quindi progettato meno confortevole di quanto oggi appaia. Sono, infatti, evidenti le influenze rinascimentali e italiane che alleggeriscono oggi l’austera ala occidentale – la più antica – assieme a delle finestre aperte solo in un secondo momento. Le altre ali sono, invece, più recenti e rivelano un più diffuso carattere rinascimentale.  

I lavori di costruzione durarono per ben tre generazioni: a Pierre successero il figlio Carlo I (primo di ben diciassette figli!) e il nipote Carlo II. A quest’ultimo, che poté completare i lavori, si devono i rilievi visibili all’ingresso: le due “C” intrecciate scolpite sulle due torri circolari che fiancheggiano il ponte levatoio si riferiscono a lui e alla moglie Caterina. Sopra la porta d’accesso è lo stemma francese con le iniziali di Luigi XII ed Anna di Bretagna, mentre le torri recano gli stemmi di Carlo II e di suo zio Giorgio I, cardinale d’Amboise. Questo personaggio ebbe grande peso alla corte del re, dove ricopriva il ruolo d’ambasciatore e di primo ministro. Non asceso al soglio pontificio dopo la morte d’Alessandro VI Borgia, poté comunque garantire una brillante carriera sotto la corona di Carlo II.  

Nel 1560, dopo la morte di Enrico II, il castello fu acquistato da Caterina de’ Medici, alla quale è attribuita una bellissima stanza con arazzi.  la Regina Caterina de’ Medici compra Chaumont-sur-Loire che, in quell’epoca, è ritenuto essere uno dei castelli più redditizi di tutta la Valle della Loira. Vi riceve astrologi come Ruggieri e Nostradamus. Alla morte del re Enrico III, cede il castello alla sua ex-rivale Diana di Poitiers alla quale riprende il castello di Chenonceau. Nel breve periodo della sua proprietà si ebbe a Chaumont la saltuaria presenza d’un altro fiorentino, Cosimo Ruggieri, giunto in Francia insieme alla regina. Questo personaggio, ufficialmente astrologo con sede nell’abbazia di Saint Mathé, fu forse un ciarlatano o un occultista, o forse per altri un vero dotto. 

Una torre del castello dà accesso ad uno dei laboratori ed osservatori di Ruggieri, dove egli s’incontrava sovente con la regina. Secondo alcuni racconti, nelle notti di luna piena Ruggieri, in uno specchio stregato, poteva vedere il re e i suoi figli che rivelavano quanti anni sarebbero vissuti e indicavano i loro futuri anni di regno col numero di giri dell’immagine sulla superficie dell’oggetto incantato. Si sa comunque che Ruggieri fu coinvolto in molti intrighi politici e di corridoio, anche ai danni della stessa regina, nei cui palazzi egli possedeva numerosi osservatori. Una di queste cospirazioni lo portò alla detenzione su una galera, mentre i suoi complici finirono sul patibolo. La sua provvisoria riabilitazione non gl’impedì di tornare in carcere con l’accusa di maleficio ai danni di Enrico IV.

Il castello di Chaumont fu anche offerto da Caterina alla bella Diana di Poitiers, già favorita del re Enrico II, in cambio del più grande edificio di Chenonceaux. Diana effettivamente risiedette per un breve periodo a Chaumont: a questi tempi risalgono la sua camera – ancora oggi visibile – e i suoi stemmi scolpiti, contraddistinti da un corno, un arco ed una faretra con le sue iniziali.

Nel 1750, il castello diviene proprietà di Jacques-Donatien Le Ray. Questo fervente sostenitore dell’indipendenza americana vi ospita Benjamin Franklin, l’artista italiano Giovan Battista Nini, che dirige le due manifatture fondate da Le Ray all’interno della tenuta, che raffigurerà il "padre fondatore" degli Stati Uniti nei suoi medaglioni.

Nel 1803, Napoleone I fa esiliare Germaine de Staël, sua accanita oppositrice, che può tuttavia approfittare dell’ospitalità del figlio del suo amico Jacques-Donatien Le Ray e soggiornare a Chaumont-sur-Loire, dall’aprile all’agosto del 1810, al fine di sorvegliare la stampa del suo libro, “De l’Allemagne” ("Della Germania"), a Tours.

Da allora il castello passò al visconte di Turenna d’Auvergne, al duca di Saint Aignan Charles de Beauvillier e a Jacques le Ray. Sotto quest’ultimo proprietario, durante il Settecento, nelle vicine dipendenze l’italiano Nini creò una manifattura di pregevoli ceramiche (di cui alcuni medaglioni sono oggi esposti nel castello). Grazie all’uso delle argille della Loira, Nini produsse molti ritratti di notabili che, incontrato un grande successo, arricchirono il le Ray, autore peraltro d’una fortuna in America. 

Sotto l’Impero la nota Madame de Staël, ricevuta da Napoleone l’ingiunzione di vivere ad almeno quaranta leghe da Parigi, venne ad abitare il castello circondandosi di simpatizzanti. 

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Nel 1875, Marie-Charlotte-Constance Say compra il castello e si sposa con il principe Henri-Amédée de Broglie. Arreda le stanze con mobili rinascimentali e supervisiona numerosi lavori al fine di rendere la dimora degna dei più grandi ricevimenti. L'architetto Paul-Ernest Sanson sarà incaricato di portare a termine questo prestigioso cantiere. Progetterà anche le lussuose scuderie e costruirà la fattoria modello della Tenuta.

Durante l’Ottocento, l’ala nord fu totalmente demolita per permettere una bella vista sulla Loira e sul parco circostante. I Broglie fecero erigere inoltre le scuderie con la singolare costruzione angolare conica.

Ceduta allo Stato nel 1938 dalla Principessa di Borbone-Orléans, la Tenuta di Chaumont-sur-Loire appartiene, dal 2007, alla Regione Centro ed è, dal gennaio del 2008, un Ente Pubblico di Cooperazione Culturale.

Appartamenti storici

LA CAMERA DETTA DI RUGGIERI - La camera detta di Ruggieri viene così chiamata a causa del segno raffigurato sulla cappa del camino: la lettera greca delta -iniziale di Diana- e tre cerchi o tre lune piene Questa scultura è stata dapprima interpretata come un simbolo cabalistico di Ruggeri, uno degli astrologi della regina Caterina de’ Medici, ma potrebbe anche essere un’evocazione di Diana di Poitiers, dato che Diana, nella mitologia romana, era considerata essere la dea della luna. 

Un letto a cielo sospeso della fine del XVII secolo, un ritratto del XVII secolo che presumibilmente raffigura Cosimo Ruggieri, una seggetta e uno stipetto apribile con cassetto e ribalta con serratura del primo quarto del XVII secolo completano l’arredamento di questa camera. 

La stanza contiene un camino policromo del XVI secolo che ricorda che tutti i camini erano una volta dipinti, e pareti costruite sia in mattoni che pietre, secondo un processo molto in uso all’inizio del XVI secolo.

LA CAMERA DETTA DI CATERINA DE’ MEDICI - Nella camera detta di Caterina de’ Medici -antica camera da parata - si trova il più antico arazzo conservato nelle collezioni del castello, tessuto a Tournai alla fine del XV secolo (La storia di Perseo e Pegaso). Da notare anche il ritratto di Caterina de’ Medici (copia realizzata nel XIX secolo), un arazzo prodotto nelle Fiandre alla fine del XVI secolo (La storia di Davide e Abigail), nonché un magnifico letto del XIX secolo, stile Enrico II, riccamente scolpito con figure, mascheroni, corni dell’abbondanza e festoni di allori e frutta. La testata dello schienale è ornata da sirene in mezzorilievo e sormontata da un’amazzone e un guerriero che costituiscono le spalliere del baldacchino. 

La decorazione della stanza è anche costituita da una cattedra che presenta, sotto un’arcata, un airone che ingoia un’anguilla sotto due liocorni affrontati che reggono uno scudo e da un armadio situato in prossimità del letto il cui frontale, risalente al XV secolo, evoca un’iconografia caratteristica di quell’epoca: nel registro superiore, le tre virtù teologali -fede, speranza, carità- e le quattro stagioni, nel registro inferiore, i cinque sensi.

LA SALA DEL CONSIGLIO - La sala del consiglio possiede un eccezionale pavimento di maiolica del XVII secolo, acquistato dalla famiglia de Broglie e proveniente dal palazzo Colluzio di Palermo. 

Un tavolo allungabile all’italiana del XVI secolo, un frontone di camino della fine del XVII secolo proveniente dal castello di Ménars e un quadro di Diana di Poitiers (XIX secolo) arricchiscono la stanza.

IL PARATO DEI PIANETI E DEI GIORNI - Capolavoro dell’arte della tessitura della fine del XVI secolo, il Parato dei Pianeti e dei Giorni è di nuovo presentato nel Castello di Chaumont-sur-Loire, nella sala del Consiglio dopo alcuni anni di deposito ed un anno di restauro nelle officine della manifattura reale di Wit, in Belgio.

Acquistato nel 1889 dal principe e dalla principessa Henri-Amédée de Broglie (ultimi proprietari privati del Castello di Chaumont- sur-Loire), il parato costituito da otto tappezzerie, di cui solo due esemplari esistono in tutto il mondo – quello di Chaumont-sur- Loire e quello del Museo nazionale di Monaco di Baviera–, è stato tessuto alla fine del XVI secolo (1570) negli ateliers del maestro licciaio Martin Reymbouts, a Bruxelles. Le tappezzerie sono state assemblate per abbellire i muri della grande sala dell’alta Est (Sala del Consiglio) situata al primo piano del Castello.

Le tappezzerie sono state prenotate dallo Stato durante l’acquisto della dimora nel 1938, al momento della partenza della Principessa de Broglie, e sono state mantenute sul posto. L’insieme è stato classificato a titolo dei Monumenti Storici nel 1938, durante il primo inventario effettuato nel Castello. Il tema principale di questo famoso Parato dei Pianeti e dei Giorni è l’astrologia. Ogni divinità dell’antichità romana, che corrisponde a un giorno della settimana ed a un pianeta è seduta in un carro che simboleggia lo spostamento degli astri. Il carro possiede, nelle sue ruote, uno o più segni del zodiaco ed è trainato da un animale fantastico o reale in relazione con la divinità.

Nel registro inferiore, si dispiegano le attività poste sotto l’influenza della divinità o scene mitologiche o bibliche, in paesaggi alberati. Ampi bordi composti da grottesche e da cartigli recanti scene storiate, in legame con la composizione centrale incorniciano ogni quadro. È possibile identificare sulle tappezzerie Diana, Saturno, Appollo, Venere, Marte, un frammento di un’altra tappezzeria proveniente dall’atelier di Martin Reymbouts intitolata “Il Matrimonio”, Mercurio e Giove.

LA SALA DELLE GUARDIE - La sala delle guardie, situata all’interno del corpo di guardia, si trova in una posizione strategica al di sopra del portico d’ingresso. 

Contiene una rara cassaforte della fine del XVI secolo, che pesa oltre 250 chili, un arazzo di fine XVII secolo raffigurante un episodio della vita del generale ateniese Cimone, una panoplia di armi ottomane del XIX secolo (sulla cappa del camino) offerta alla famiglia de Broglie dal maragià di Kapurthala e tre quadri (La salita al Calvario, del XVII secolo, L’estrema unzione e Una risurrezione in stile neo-primitivo del XIX secolo).

LA SALA DETTA DEL RE - La sala detta del Re, nella torre ovest del corpo di guardia, risale agli anni 1830-1840 e presenta sulle boiserie e sul soffitto una decorazione policroma in stile storicista, in voga durante il periodo romantico. 

Documenti e fotografie, che testimoniano della vita del castello ai tempi dei Broglie, sono regolarmente esposti in questa sala.

Questa sala contiene anche settanta medaglioni e otto stampi realizzati nel XVIII secolo dall’artista italiano Giovanni Battista Nini che dipinse il ritratto di numerosi personaggi famosi di quell’epoca: Luigi XV, Luigi XVI, Maria Antonietta, Benjamin Franklin, ma anche di tutti i membri della famiglia Le Ray o di personaggi più modesti (medico, notaio, intendente). Questa collezione è ritenuta essere, oggi, una delle più importanti e prestigiose del mondo.

LA SCALINATA D’ONORE - La scalinata d’onore, a chiocciola, mostra la progressiva assimilazione dello stile italiano da parte degli artisti francesi verso il 1500: i motivi gotici trilobati cedono il passo a motivi fogliati rinascimentali, mentre arabeschi italianeggianti coprono il fusto delle colonnine. Le finestre sono decorate da vetrate a motivi araldici (stemmi), che rappresentano le diverse famiglie proprietarie delle terre di Chaumont.

Questa scala permette di accedere ai vari spazi non arredati del castello dedicati all’arte contemporanea e nuovamente riaperti, tra i quali figura l’antica camera della principessa de Broglie, diventata galleria d’arte.

Appartamenti privati

LA SALA DA PRANZO - Nella sala da pranzo, troviamo un notevole camino realizzato da Antoine Margotin (allievo dell’architetto Paul-Ernest Sanson) che mostra l’essenziale del repertorio scultoreo presente sulle facciate esterne del castello (montagna in fiamme, “Mont Chaud” da cui deriva il nome “Chaumont”; doppia “C” di Carlo II di Amboise; stemma del cardinale Georges d’Amboise), e due arazzi: Il Giudizio di Paride del XVI secolo, La storia di Enea del secolo XVII, nonché un cassone del XVI secolo con un’illustrazione su cuoio raffigurante la battaglia tra Davide e Golia.

LA BIBLIOTECA - La biblioteca è stata ricostituita tale quale, anche se ha perso una parte della propria decorazione durante un incendio avvenuto nel mese di giugno del 1957. 

Presenta un armadio-biblioteca a due corpi del XIX secolo, ornato da lesene, rombi, fregi con conchiglie e trafori di gusto rinascimentale, nonché un insieme di mobili epoca Napoleone III: indiscreto, divano e poltrone. 

Tre arazzi tessuti ad Aubusson nel XVII secolo illustrano tre episodi della vita di Alessandro Magno (L’ingresso trionfale di Alessandro nella città di Babilonia, La sottomissione della famiglia di Dario L’incontro tra il re Poro e Alessandro).

IL SALOTTINO - Il salottino presenta un raro insieme di mobili stile Impero (deposito della Giunta Generale del Loir-et-Cher) firmato dall’ebanista Pierre-Benoit Marcion, nonché un eccezionale orologio da muro stile Impero in marmo e bronzo dorato ed un tavolo per tric-trac (deposito del Mobilier National) stile Impero, proveniente dal Palazzo dell’Eliseo.

Questa stanza ricorda la venuta, tra l’aprile e l’agosto del 1810, a Chaumont della scrittrice Germaine de Staël, durante la stampa, a Tours, del suo libro "De L'Allemagne" (“Della Germania”).

LA SALA DA BILIARDO - La sala da biliardo possiede un raro soffitto policromo commissionato dal principe e dalla principessa de Broglie, con la trave portante che mostra varie vedute del castello alla fine del XIX secolo e gli stemmi delle famiglie d’Amboise e de Broglie alle estremità. 

Due arazzi di Bruxelles del XVI secolo illustrano due episodi della vita del generale cartaginese Annibale (La presa di Sagunto e Annibale che mostra la pianura padana a tre dei suoi luogotenenti).

IL GRAND SALONE - L’arredo del gran salone è della metà del XIX secolo e mostra il gusto storicizzante ispirato al castello reale di Blois (camino policromo raffigurante il porcospino). Il mobilio (tavoli, sedie, sgabelli, buffet a due corpi) risale alla fine del XIX secolo e proviene dal castello della Donneterie, nella Turenna. 

La fodera di broccatello in seta gialla a grandi motivi floreali che ricopre tutte le pareti è stata ritessuta nel 2007 seguendo i cartoni originali del tardo XIX secolo. Numerosi acquisti e recenti depositi hanno permesso di ricostituire l’atmosfera raffinata del salone della principessa de Broglie.

LA CAPPELLA - La cappella, costruita e dotata di una decorazione scultorea in stile gotico fiammeggiante risalente all’inizio del XVI secolo, fu restaurata nel 1884-1886. Le vetrate, realizzate dal maestro vetraio Georges Bardon, vennero montate nel 1888 e illustrano la storia di Chaumont dalle origini fino all’epoca della famiglia de Broglie. 

Quattro dipinti, realizzati da una scuola aragonese alla fine del XV secolo e situati ai lati dell’altare maggiore, rappresentano due episodi della Vita di San Giovanni Battista, La nascita della Vergine e La salita al Calvario.

Parco storico

Il parco di Chaumont è una creazione abbastanza recente se si tiene conto della storia del castello. Fino agli anni 1880, il sito possedeva un aspetto del tutto diverso.

Nel luogo in cui si trova l’attuale parco, è eretto, di fronte al castello, il villaggio costituito da due frazioni (i villaggi di Les Places e di Frédillet) che comprende 113 case, la chiesa e la canonica situate ai piedi della torre San Nicolò ed il cimitero situato dietro le frazioni.

Alcuni prati erbosi, abbelliti da aiuole di fiori ed intersecati da strade, costituiscono l’unico reale scrigno verde del castello.

Tuttavia, alcuni elementi sono stati eseguiti prima della creazione del parco. Dalle realizzazioni del XVIII secolo, rimangono una porzione del viale d’onore, fiancheggiato da marroni, situata nella parte sud-est del parco, nonché un viale di tigli che costeggia la fiancata est del castello. Inoltre, alcuni cedri sono stati piantati dal conte d’Aramon, proprietario del castello tra il 1830 ed il 1847.

I disegni elaborati dall’architetto-paesaggista Henri Duchêne si concretizzano con una radicale trasformazione del sito che integra un ampio parco ornamentale e paesaggistico detto anche "all’inglese". I lavori, costati all’incirca 560 000 franchi-oro di quell’epoca, durano quattro anni (1884-1888). La composizione ideata dall’architetto-paesaggista offre quindi al castello lo scrigno verde ed il valore emblematico di cui era finora sprovvisto.

Per portare a termine la realizzazione del parco, il principe Enrico-Amedeo di Broglie compra, a partire dal 1884, tutte le costruzioni edificate davanti al castello che farà poi demolire. Finanzia quindi la ricostruzione di un nuovo villaggio sulle sponde della Loira. L’attuale chiesa e la sua canonica sono state progettate assieme al parco secondo i disegni dell’architetto Paul-Ernest Sanson. Viene anche spostato il cimitero.

Un sistema di viali curvilinei permette una passeggiata ininterrotta con numerosi punti di vista panoramici. Il viale detto di cinta costeggia tutto il perimetro del parco e permette di rendersi conto della sua vastità. Viali secondari vi si ricollegano in un sapiente gioco di tangenti, ellissi e volute che prolungano la passeggiata o conducono a determinati elementi. Si inseriscono otto prospettive, tra cui cinque convergono verso l’ingresso del castello. Specie persistenti assicurano, d’inverno, la perennità di questo tracciato e dei confini dei boschetti. Le varie essenze di alberi sono state scelte onde creare armoniosi quadri di luce, particolarmente d’autunno. Dal canto suo, il fogliame scuro dei cedri piantati attorno al castello offre un bellissimo contrasto con le pietre chiare dell’edificio. Gli alberi più degni di nota sono piantati isolatamente. Inoltre, la composizione di Duchêne sfrutta i numerosi atout offerti dal sito. Attraverso ingegnose prospettive, integra la Loira e le ampie terre agricole e boscose che costituiscono la tenuta dei Broglie.

Il parco contiene vari allestimenti: Il serbatoio, chiamato anche "castello d’acqua", è stato costruito immediatamente dopo l’acquisto della tenuta e prima dell’arrivo dell’architetto-paesaggista Henri Duchêne. L’architetto trae quindi vantaggio del serbatoio d’acqua che inserisce in un boschetto di alberi ed arbusti. In quel periodo, il serbatoio d’acqua ha come principale obiettivo quello di rifornire con acqua l’orto, situato nelle vicinanze del castello, usando pompe installate in una casa della borgata che attinge l’acqua direttamente dalla Loira. Le vasche metalliche, oggi fuori uso, contenenti l’acqua pompata nella Loira sono state interrate nel 1987 ai piedi del serbatoio d’acqua in uno spazio adibito a radura che non esisteva originariamente.

Il ponte pittoresco o "rustico" che attraversa il burrone, che separa il parco ornamentale dalla parte detta del Goualoup, costituisce la principale costruzione decorativa del parco. Nel primo progetto riguardante il parco, Henri Duchêne intendeva costruire un ponte assai diverso ossia un ponte sospeso non frazionato che attraversava la strada ed il burrone. La coppia principesca rifiuta questo suo primo progetto ed ordina all’architetto-paesaggista il ponte che possiamo ammirare oggi.

La principessa de Broglie, che adorava gli animali (cani, scimmie, gatti, asini) voleva che fossero sepolti nei pressi del suo castello. Fece pertanto costruire un cimitero per cani. Il posto scelto per la sua edificazione corrispondeva a quello del cimitero del villaggio installato, proprio nel luogo scelto dalla principessa, dal 1788. Subito dopo l’acquisto della tenuta nel 1875, la coppia de Broglie ha intavolato negoziati al fine di trasferire il cimitero comunale. Il nuovo cimitero fu costruito dal 1881 al 1883 ed aperto nel 1883 prima dell’inizio dei lavori del parco della tenuta di Chaumont. L’esumazione dei corpi ebbe luogo nel 1893, il che permise alla principessa de Broglie di installarvi il suo cimitero dei cani. Il cimitero, un tempo chiuso, conteneva una ventina di tombe (diciotto censite oggi) con davanti ad ognuna una vaschetta per i fiori. Sulla maggior parte delle tombe, dstribuite su tre file in vari posti del boschetto, sono ancora visibili le tracce gli epitaffi incisi dalla stessa principessa de Broglie che sono veri e propri poemi alla memoria dei suoi animali favoriti.

Scuderie

Le Scuderie furono edificate nel 1877 da Paul-Ernest Sanson, architetto del principe e della principessa de Broglie. Alla fine del XIX secolo venivano considerate le più lussuose e moderne d’Europa; la selleria ospita dei sontuosi e celebri finimenti creati dalla maison Hermès.

Il cavallo occupa, nella seconda metà del XIX secolo, un posto preponderante nella società. Anche se la ferrovia costituisce ormai il mezzo preferito per le trasferte medie e lunghe, l’animale rimane in quell’epoca, il tipo di trazione maggiormente diffuso tra i privati. Funge anche da simbolo di ricchezza, l’equipaggio delle vetture ippomobili essendo, da molto tempo, un indispensabile modo di esibire la propria agiatezza. Inoltre, l’animale risulta molto utile nell’organizzazione delle partite di caccia alla corsa. Infine, la nobilità di allora ama mostrare gli stemmi dipinti sulle sue carrozze e le magnifiche livree dei suoi domestici.

Le scuderie di Chaumont-sur-Loire esemplificano gli alloggi che la ricca aristocrazia faceva costruire, alla fine del XIX secolo, per ospitare i propri cavalli. 

Nel 1877, la coppia principesca affida all’illustre architetto, Paul-Ernest Sanson, l’edificazione di scuderie che dovevano essere le più sontuose e moderne d’Europa. Il direttore dei lavori scelse quindi un insieme di mattoni e pietre (i mattoni venivano correntemente usati alla fine del XIX per la costruzione dei palazzi equini) e riutilizzò un elemento scultorio, visibile sulle facciate del castello (ossia un fregio scolpito dove si alternano la doppia "C" di Carlo II di Chaumont e la montagna in fiamme).

Le scuderie di Chaumont-sur-Loire si sviluppano attorno a due cortili di grandezze ineguali che possono comunicare tra di loro. Il più grande è riservato ai castellani, l’altro ai loro ospiti. Il grande cortile è stato realizzato su misura per i numerosi cavalli e le numerose vetture ippomobili che vi circolano nonché per il personale che vi lavora. Le scuderie, aperte giorno e notte, impiegano un elevato numero di domestici. Una ventina di persone (addetto all’aggancio dei cavalli, cocchiere, domestico, staffiere, postiglione, groom) svolgono i propri compiti sotto la direzione del capococchiere, responsabile delle scuderie. Le camere mansardate dei domestici che lavorano nelle scuderie sono situate al primo piano dei vari edifici (non accessibili ai visitatori).

Paul-Ernest Sanson prevvede un’estensione molto più grande degli edifici. Tuttavia tale progetto non potrà mai andare in porto. L’esperienza, acquisita durante questi lavori permetterà all’architetto francese di progettare, alcuni anni dopo, nel 1892, le magnifiche scuderie del marchese di Breteuil.

Grande scuderia

La grande scuderia è, a sua volta, suddivisa in più spazi: box dei cavalli da traino, box dei purosangui, cucina e selleria di lavoro, selleria di gala, atrio, rimesse per le carrozze, maneggio coperto, box dei pony.

La cosiddetta scuderia dei mezzosangui ospita i cavalli usati per trainare le vetture ippomobili. Comprende anche box nei quali vengono legati gli animali a riposo. L’edificio ha conservato il suo allestimento interno originario del 1877: box, targhette recanti il nome dei cavalli, panche, mangiatoie e abbeveratoi in ghisa sormontati da una piastra policroma in ghisa smaltata, palline e ganci in ottone, lampade ad arco. Le pareti in legno sono dotate di protezioni per evitare che i cavalli possano ferirsi i fianchi. Sulle pareti della scuderia, inserito in una cornice di legno scolpito, un pannello degli ordini indica, per ogni ora del giorno, i compiti che devono svolgere i palafrenieri e le persone che lavorano nelle scuderie.

Oltrepassando la scuderia dei cavalli da traino, troviamo i box dei cavalli da sella. I purosangui destinati alla monta, più nervosi dei cavalli da traino, possiedono ognuno un loro box nel quale vengono lasciati liberi. Le pareti hanno perso, negli anni ’50, il loro rivestimento originario in legno laccato. Le porte basse erano ricoperte di tappeti di protezione per evitare che i cavalli potessero feririsi alle ginocchia. Una galleria a volta molto stretta, non visibile dall’esterno, situata dietro i box permetteva al personale di recarsi più facilmente e direttamente dalla cucina alle scuderie dei cavalli da traino.

Il grande cortile dà anche accesso alla cucina e alla selleria di lavoro. Questa grande sala, con tre pareti intonacate, funge sia da selleria di lavoro dove d’inverno gli addetti puliscono i finimenti da traino dopo ogni loro uso (smontaggio, pulizia, essiccamento, lubrificazione, rimontaggio) che da cucina nella quale si prepara il "mash" dei cavalli (cibo a base di cereali cotti). Due lampade ad arco, orginariamente montate sotto l’atrio, simili a quelle del teatro all’opera e del municipio di Parigi, testimoniano il modernismo delle scuderie dotate, sin dal 1898, di una illuminazione a regola d’arte.

La selleria di gala si trova nelle vicinanze della selleria di lavoro. Questa stanza, che non ha subito alcuna modificazione dalla fine del XIX secolo, nonché l’importante collezione di finimenti da traino, acciai e fruste che racchiude, viene ritenuta essere, oggi, una delle più belle sellerie di Francia. Tutti gli oggetti esposti nella selleria provengono dalle imprese più prestigiose operanti nel XIX secolo: Hermès, Clément, Adler, Adam... La presentazione dei finimenti (sportivi con pettorali e sonagli, di gala con collare inglese ed ornamenti in bronzo dorato, per poney), singoli o doppi, sospesi in tutta la selleria, rispecchia l’antica maniera tradizionale di sistemare questi oggetti ingombranti e complessi.

Grazie alla sua posizione centrale ed alle sue grandi dimensioni, l’atrio costituisce il cuore della scuderia. Il suo ampio tetto offre, in tutte le stagioni, un riparo che facilita il lavoro del personale addetto alle scuderie. Vi si puliscono le vetture dopo ogni loro uso, vi si lavano i cavalli per ricoprirli con i finimenti prelevati nella selleria attigua. L’orologio ritma lo svolgimento di tutte le attività (strigliare i cavalli, spazzolarli, sellarli, indossare la propria livrea). Inoltre, il pannello degli ordini indica ad ogni membro del personale (groom, postiglione, cocchiere, palafreniere,…) i compiti che dovrà compiere durante la giornata.

Seguono due rimesse per vetture ippomobili. La prima ospita quattro vetture un tempo proprietà della famiglia de Broglie, la seconda rimessa racchiude una berlina di Gala.

Un piccolo maneggio coperto avente un diametro di circa dodici metri, allestito in un angolo del cortile, permette di lavorare i cavalli con la longia sotto lo sguardo del principe Enrico-Amadeo di Broglie e dei suoi ospiti confortevolmente installati nella galleria circolare che sormonta la pista. Per edificare questo maneggio, l’architetto Paul-Ernest Sanson ha riutilizzato la sottostruttura del forno, usato per la cottura della terracotta o del vetro, della fabbrica creata da Jacques-Donatien Le Ray a Chaumont-sur-Loire. Soltanto le pareti situate al di sopra della galleria di circolazione fanno parte di questo forno, il livello del suolo essendo stato da allora abbassato. La parte inferiore delle pareti è stata realizzata dall’architetto Sanson così come il ricoprimento e il tetto di forma conica.

La scuderia riservata ai pony comprende quattro box che occupano gli angoli della scuderia e tre box allestiti tra i due box della parete nord. Conservata nel suo stato originario con i suoi intonachi, battifianco, mangiatoie e rastrelliera, la scuderia sfoggia lo stesso lusso della scuderia dei cavalli da traino. L’unica eccezione tra le due scuderie consiste nel fatto che i box sono singolarmente chiusi da porte dotate di un sistema di sicurezza che impedisce la loro apertura da parte degli animali, il che evita che possano ferirsi sfregandosi contro le maniglie.

Vetture ippomobili della famiglia De Broglie

IL PICCOLO DUCA - Vettura da città e da passeggiata, scoperta, con una cassa ampiamente aperta ed abbassata, questo piccolo duca per signore fu realizzato su richiesta della principessa Enrico-Amadeo de Broglie, dai carrozzieri Belvalette. Con la parte posteriore della cassa dotata di un sedile per uno o due domestici e sprovvista di sedile per il cocchiere, questa vettura era direttamente guidata, dall’interno, dal suo proprietario.

IL VIS-A-VIS - Questa vettura da passeggiata, leggera, con due fondi e due sedili in vimini intrecciato per quattro persone sedute due a due le une di fronte alle altre, fu progettata dai fratelli Dosme (carrozzieri a Blois). Dotata nella sua parte posteriore di una cesta in vimini, questo vis-à-vis era utilizzato dalla famiglia de Broglie e dai loro ospiti per recarsi ai loro picnic nonché per realizzare gite in campagna o partite di caccia.

IL LANDÒ - Ordinato a Mühlbacher (carrozziere prediletto della corte all’epoca di Napoleone III), questo landò veniva usato dalla principessa di Broglie per le sue varie e numerose compere a Parigi o per assistere alle rappresentazioni dell’Opera Garnier. Questa vettura, che era in grado trasportare quattro passeggeri e dotata di due fondi e due portiere, poteva scoperchiarsi o eichiudersi interamente grazie a due capotte di cuoio che ricoprivano ogni fondo e si congiungevano al di sopra delle portiere.

L’OMNIBUS - Incredibilmente lussuosa, questa vettura chiamata omnibus da castello fu creata da Mühlbacher. Trainata da tre o quattro cavalli, questo omnibus veniva usato per gli spostamenti tra la stazione (la più vicina essendo quella di Onzain) ed il castello nonché per il trasporto dei bagagli e degli ospiti. Veniva anche usato per recarsi alle partite di caccia o alle corse ippiche.

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