La Borgogna è
una regione storica ed ex regione
amministrativa della Francia.
Il suo capoluogo è Digione.
Le città principali, oltre a
Digione, sono Chalon sur Saône, Auxerre, Mâcon e Nevers.
Il territorio della regione
confina con Île-de-France a
nord-ovest, Champagne-Ardenne a
nord, Franca Contea ad
est, Rodano-Alpi a sud, Alvernia a
sud-ovest e Centro a
ovest.
Caratteristiche
della Borgogna sono le dolci
ondulazioni e il verde senza fine:
questa regione mantiene una densità
abitativa bassa, di genere rurale
e l'urbanizzazione è legata
fortemente alle attività
agricole, anche se poco prospere
in quest'area della Francia, per
via della scarsa produttività
della regione; per questo essa ha
conservato il suo notevole
patrimonio naturale.
La
regione è quasi interamente
occupata dal Plateau de Langres,
modeste alture collinari che
difficilmente arrivano a quote di
montagna (639 m
s.l.m.), scavato da
numerosi fiumi e torrenti, tutti
immissari della Saona, su cui si
trovano le uniche, piccole zone
pianeggianti. Dalla Saona parte
anche il Canale di Borgogna, che
la unisce alla Yonne e quindi alla
Senna.
La
Borgogna deve il suo nome
all'antica popolazione germanica
dei burgundi, che nel V
secolo fondarono un reame nella Gallia romana
centro meridionale. L'attuale
regione francese della Borgogna
corrisponde solamente a una parte
di questo antico regno, vale a
dire quella che in epoche
successive formò il cosiddetto Ducato
di Borgogna.
Con storia
della Borgogna si fa
riferimento alle vicende storiche
che riguardarono tale
regione. L'insediamento della tribù germanica dei Burgundi in quella che oggi è la Svizzera occidentale e la Francia sud-orientale, la prima che ebbe un impatto rilevante sulla Borgogna,
avvenne nel corso delle invasioni
barbariche del V secolo.
A collegare le varie entità
statali che si insediarono nella
regione si ritrovano spesso
numerosi collegamenti culturali,
economici e dinastici. A ogni
modo, i sovrani medievali, ovvero
attivi nel periodo in cui la
Borgogna avrebbe potuto aspirare a
una maggiore autonomia, non
riuscirono mai a diventare sovrani
completamente indipendenti, in
quanto erano rimasti vassalli del
re di Francia per il Ducato di
Borgogna, per l'Artois e per le Fiandre,
mentre allo stesso tempo erano
vassalli dell'Imperatore per la
Franca Contea di Borgogna, la
Gheldria, l'Hainaut, il Brabante, Lussemburgo. Oggi, la francese Borgogna-Franca
Contea richiama
la regione storica nel suo nome.
Il
popolo dei Burgundi,
affiliato ai tedeschi
orientali,
giunse nella tarda
antichità nella
regione del Reno nel corso della invasioni
barbariche del V secolo e
si insediò grosso modo nella Borgogna venendo riconosciuto nel 413 in qualità di foederatus nell'impero
romano.
I centri principali risultavano le
città di Borbetomagus (Worms) e Noviomagus (Spira). Sebbene la Borgogna venne a malapena toccata dagli
attacchi degli Unni nel 436, tale episodio non venne completamente dimenticato: le canzoni
degli eroi, in particolare quella
dei Nibelunghi,
scritte intorno all'inizio del
XIII secolo, narravano in maniera
sentita gli eventi. Politicamente e per la successiva formazione dell'identità, il primo
impero della Borgogna rimase privo
di un reale peso effettivo.
Dopo
nuovi conflitti e sconfitte
riportate contro i romani, il
generale dell'esercito romano Flavio
Ezio riposizionò
i Burgundi intorno al 443 nel
distretto militare della Savoia nell'area
del lago
Lemano, in quella zona che è oggi la Svizzera
occidentale.
Lì fondarono un regno e vissero
di nuovo come federati romani in
guarnigioni con il compito di
proteggere i passi alpini contro
gli Alemanni,
insediatisi nel nord, ed essere
rapidamente disponibili come
truppe ausiliarie contro gli
attacchi degli Unni. Essendo i Burgundi in inferiorità numerica rispetto alla popolazione
celto-romana locale, lo stato
maggiore della tribù germanica
andò presto incontro ad un
processo di romanizzazione.
Nel
corso del V secolo i resti
dell'amministrazione romana ancora
esistenti furono fusi con quello
del Regno
dei Burgundi.
Intorno al 507, il nome Burgundia fu
registrato per la prima volta come
nome per la nuova entità. Dopo la caduta
dell'impero romano d'Occidente, i Burgundi conquistarono ulteriori aree a nord dell'area di Troyes, a ovest della Loira,
a sud di Orange e ad est della dorsale alpina, il Reno e l'Aar.
Sebbene questo impero non sia
esistito nemmeno un intero secolo,
sopravvissero in seguito tracce
evidenti nella memoria collettiva
dei suoi abitanti.
Intorno
all'anno 506, il re burgundo Sigismondo abbracciò
la fede cristiana: fece poi
giustiziare suo figlio Sigerico per
presunto tradimento, atto che suo
nonno, il re gotico Teodorico
il Grande,
considerava alla stregua di
dichiarazione di guerra. Avendo intrapreso una simile azione, Sigismondo perse un prezioso
alleato contro i vicini, gli
ugualmente germanici Franchi, la cui posizione di potere continuava a crescere. Nel 534 questi ultimi,
guidati dai figli del Merovingio re Clodoveo,
soggiogarono i Burgundi e
annessero quanto apparteneva loro
prima. Tuttavia, le persone che vivevano lì iniziarono a riferirsi alla zona
come Borgogna per ribadire il
proprio senso di estraneità nei
confronti dei nuovi padroni. Il
termine Borgogna appariva
associato al paesaggio compreso
tra il Giura e
il Morvan, l'altopiano di Langres e le Alpi
marittime. Nel VI e VII secolo, quando vi era una disputa relativa alla
successione, una parte del regno
franco si dichiarò per due volte autonoma in Borgogna, ma in entrambi i casi
le ribellioni vennero sedate. Una
volta giunti al potere i Carolingi, la Borgogna continuò a non essere presente sulle mappe politiche del
tempo come potenza indipendente,
ma solo come regione geografica. Quando
il Regno franco nel trattato
di Verdun fu
nuovamente diviso, l'unità
territoriale della vecchia
Burgundia cessò di esistere: le
aree a est della Saona caddero sotto la Francia
Media, quelle a ovest, che corrispondono più o meno alla regione attuale,
andarono all'impero dei Franchi
occidentali. Questa demarcazione
rimase invariata per un lungo arco
di tempo.
A
seguito di ulteriori partizioni e
spostamenti di confine (trattato
di Prüm,
di Meerssen,
di Ribemont,
acquisizione dell'Italia da parte
di Carlo
il Calvo dalla
Franconia occidentale dopo la sua
morte Ludovico
II il Giovane),
la Borgogna si sciolse dopo la
morte di Carlo il Calvo nell'877
in Ducato, Alta e
Bassa Borgogna.
Dopo la deposizione del re e imperatore della Franconia orientale Bosone
I di
Provenza nell'887, Carlo
il
Grosso fu eletto nell'888 dal membro della
casata dei Welfen Rodolfo
I,
re dell'Alta Borgogna:
quest'ultima regione rimase in
essere fino a quando, nel 1033,
andò in eredità al Sacro
Romano
Impero. Nonostante questo, 2 febbraio dello stesso anno l'imperatore Corrado
II il Salico a Payerne lasciò che i suoi seguaci eleggessero e dessero la corona a un re di
Borgogna.
Da quel momento in poi, il regno rimase formalmente in unione personale con
il rispettivo imperatore romano ma
a quest'ultimo sottoposto. Nel XIV
secolo, il modus operandi posto in
essere tempo prima non servì a
frenare l'espansionismo francese,
in quanto nel 1361 Ginevra e la
Savoia vennero scorporate dal
Regno di Borgogna e congiunte
direttamente nell'Impero, mentre
nel 1378 Carlo
IV di Lussemburgo rinunciò
al vicariato imperiale sul regno
di Borgogna, in modo da poter
proseguire la propria politica
come imperatore del Sacro Romano
Impero senza influenze esterne.
La regione storica si disintegrò sempre più in contee indipendenti, tra
cui la contea di Borgogna, che in
seguito divenne il Palatinato e la Franca
Contea. Molte di queste aree caddero sotto l'influenza della corona francese o
della Franconia occidentale.
La
parte della Borgogna che rimase
sotto il dominio dell'Impero della
Franconia occidentale fu
inizialmente chiamata Regnum
Burgundiae. A nome della
regalità carolingia, Riccardo
di Borgogna fondò
un ducato inizialmente personale
nella sua famiglia nel 918. Nel 1016 il re francese Roberto
II sconfisse
gli eredi del duca Enrico
Magno. Nel 1031 il duca di Borgogna Roberto,
secondo figlio del re di Francia
Roberto II dalla casa dei Capetingi,
assegnato come appannaggio. Dal
1031 al 1361 i duchi Capetingi
governarono come ramo cadetto
della famiglia reale francese nel
Ducato di Borgogna e furono la
casata più antica del Basso
Medioevo della Borgogna. Questi
raggiunsero una crescente
espansione dei loro domini fino a
quando Oddone
IV nel
1331, attraverso il suo matrimonio
con Giovanna
III,
dovette riconoscere la sovranità
feudale dell'imperatore romano.
L'ultimo duca della casata più antica di Borgogna, Filippo
I,
ottenne con le sue nozze celebrate
con Margherita
III nel
1357 un'estensione del suo dominio
a nord, includendo parti delle Fiandre. Questi fu in grado di porre la "pietra fondamentale" del
successivo potere
politico-dinastico dei successivi
duchi borgognoni, anche se la
linea dei duchi capetingi si
estinse con lui nel 1361 e
inizialmente quell'eredità andò
condivisa.
Prima
che questa comprensione dinastica
della Borgogna si affermasse nel
XIV secolo nell'unione del dominio
del ducato e del palatinato,
questa regione era già cresciuta
culturalmente nell'XI e XII secolo
e brillava ben oltre i suoi
confini con la costruzione di
castelli e monasteri. Frarranto, in ambito religioso il monastero
benedettino di Cluny fondato nel 910 funse da nucleo pulsante per la riforma
cluniacense,
la quale plasmò la vita
spirituale dell'Europa latina nel
periodo che seguì. Nel 1098, l'abbazia
di Cîteaux fu
fondata vicino a Digione e si sviluppò nel monastero madre dei Cistercensi dopo l'ingresso del Bernardo
di Chiaravalle.
Dal
1363 al 1482 i duchi della Casa
di Valois-Borgogna,
un ramo cadetto della famiglia
reale francese, governarono il
dominio della Borgogna e lo
portarono alla massima espansione
e prosperità economica e
culturale nelle aree oggi al confine
tra la Francia e la Germania. Dopo che la dinastia dei Capetingi con Filippo I si estinse nel 1361, il
re francese Giovanni
il Buono di
Valois concesse il ducato come
feudo della corona francese nel
1363 al figlio più giovane
Filippo l'audace, che fu il
capostipite della casa
di Borgogna.
Nel 1369 sposò la vedova del suo predecessore Margherita
III delle Fiandre,
figlia del conte Luigi
II e,
dopo la morte del suocero il 30
gennaio 1384, entrò in possesso
del feudo del Sacro Romano Impero
appartenente alla Franca Contea di
Borgogna e alla Contea
parzialmente appartenente alle
Fiandre. I duchi di Borgogna diedero vita a un'entità semi-indipendente tra
Francia e Sacro Romano Impero con
Digione come centro principali,
oltre ai Paesi
Bassi borgognoni con
i centri urbani economicamente
prosperi
di Gand, Bruges, Ypres e Lovanio. Mentre Digione fungeva da luogo di residenza e di sepoltura dei nobili
al potere, le città delle Fiandre permisero
in virtù degli introiti che
provenivano di rendere i duchi di
Borgogna tra i più ricchi
d'Europa. Alla ricerca
dell'autonomia e contro le elevate
richieste fiscali dei duchi per
finanziare le loro guerre di
conquista e le costose sentenze
dei tribunali, scoppiarono
numerose rivolte nelle province
dei Paesi Bassi borgognoni.
Duchi
della Casa di Valois-Borgogna
furono:
Filippo
l'Ardito (1363–1404),
Giovanni
senza Paura (1404-1419),
Filippo
il Buono (1419-1465),
Carlo
I (1465–1477).
I
duchi Filippo l'Ardito e Giovanni
senza Paura erano membri della
famiglia reale francese e si
consideravano principalmente
potenti principi francesi; questi
determinarono la politica della
Francia durante il regno di Carlo
VI (1380-1422)
in misura sensibile. La situazione cambiò sotto i due successivi duchi borgognoni, che si
consideravano sovrani di un impero
indipendente e la cui immagine di
sé trovò espressione nella
fondazione dell'Ordine
del Toson d'oro come
punto di riferimento centrale per
una cultura di corte indipendente. Lo storico olandese Johan
Huizinga nella sua opera principale Autunno
del Medioevo la
Borgogna come entità non la tappa
iniziale, ma quella finale di un
processo di maturazione terminato
alla fine del Medioevo.
Nel
corso della guerra
dei cent'anni tra Inghilterra e Francia, la Borgogna si interessò alla lotta per il possesso delle Fiandre come
centro dell'industria tessile
europea: i duchi perseguirono una
politica indipendente lavorando a
loro vantaggio a volte con uno e
talvolta con l'altro partito, ma
soprattutto in alleanza con gli
inglesi. Mentre Filippo il
Buono era riuscito ad arrotondare
e consolidare il suo territorio,
soprattutto nell'area degli
odierni Paesi Bassi, con grande
abilità politica e alla fine
governava un territorio ricco e
potente in cui Bruxelles accrebbe
la sua centralità, il suo
successore Carlo provò a
continuare l'espansione con la
forza militare. Nel 1474-1477, la
Borgogna intraprese guerre contro
la Confederazione
Svizzera:
nel 1475 lasciò che le sue truppe
occupassero il Ducato
di Lorena,
che separava i possedimenti della
Borgogna settentrionale e
meridionale. Il 5 gennaio 1477 la Borgogna fu sconfitta nella battaglia
di Nancy dai
confederati e della Lorena, e il
duca stesso fu ucciso nella
battaglia.
Dopo
la sconfitta di Carlo, gli Stati fecero dipendere il riconoscimento della figlia Maria di Borgogna da
concessioni politiche. L'11
febbraio 1477 Maria, in precarie
condizioni per via del malcontento
degli abitanti, fu costretta a
riconoscere il Gran
Privilegio, in cui effettuava grandi concessioni ai feudatari, i quali avrebbero avuto
voce in capitolo anche nelle
dichiarazioni di guerra e pace. La Corte Suprema, il Gran Consiglio di Mechelen e la Corte generale dei
conti, in quanto istituzioni
legate alla concentrazione del
potere ducale, dovettero essere
sciolte.
Il
19 agosto 1477, Maria di Borgogna
sposò Massimiliano
I d'Asburgo,
figlio dell'imperatore Federico
III,
a cui era stata promessa dal 1475. Questo matrimonio fu il punto di partenza del dominio asburgico
sull'eredità borgognona e della
secolare opposizione
tra Asburgo e Francia.
Il re
francese Luigi
XI dichiarò
che il ducato di Borgogna e le
contee
di Mâcon, Auxerre e Charolais erano di sua appartenenza e si insediò in quei territori.
Nella guerra
di successione borgognona (1477–1493),
Massimiliano cercò di
riconquistare militarmente queste
aree: nel 1479 riportò una grande
vittoria nella battaglia
di Guinegatte,
ma aveva bisogno dell'approvazione
dei feudatari per un ulteriore
finanziamento volto a proseguire
la
guerra. Questi non
solo rifiutarono, ma perseguirono
una politica indipendente volta a
negoziare una pace con la Francia,
suscitando l'ira di Massimiliano.
Le Fiandre si rivoltarono contro
il duca e dichiararono guerra
contro di lui con il sostegno
francese.
Quando
Maria morì nel 1482, dichiararono
duca Filippo
il Bello,
all'epoca di soli quattro anni.
Nel trattato
di Arras,
sottoscritto il 23 dicembre 1482,
su iniziativa dei feudatari, la
figlia di due anni di Maria e
Massimiliano Margherita
d'Asburgo fu
promessa in sposa al delfino
francese Carlo (più tardi Carlo
VIII). Il ducato di Borgogna e altre zone caddero in dote in Francia.
Massimiliano
si oppose ed entrò quindi al
tempo in conflitto con la Francia
e i feudatari: nel 1488 i
cittadini
di Bruges riuscirono
a catturarlo e a tenerlo
prigioniero per diversi mesi. Federico III venne
in suo aiuto con un contingente
imperiale e, di conseguenza,
Massimiliano riuscì ad ottenere
un maggiore seguito. La guerra con la Francia terminò nel 1493 col trattato
di Senlis.
Massimiliano recuperò la Franca
Contea e l'Artois, ma dovette rinunciare al Ducato di Borgogna, alla Ducato
di Rethel e
alla Piccardia. Essendo riuscito poi a sottometterle, il grande privilegio fu di fatto
annullato.
Filippo
il Bello fu dichiarato maggiorenne
nel 1494, ma morì tuttavia nel
1506. Erede divenne Carlo
V d'Asburgo,
anch'egli in tenera età come
quando fu nominato il suo
predecessore. Il dominio rimase in
mano a un consiglio provvisorio,
il quale nel 1515 dichiarò
prematuramente il duca già
maggiorenne. Carlo entrò presto in conflitto con il re di Francia Francesco
I,
anche perché questo voleva
riconquistare il Ducato di
Borgogna. Nella pace
di Cambrai del 1529, Carlo dovette rinunciare al possesso del Ducato di Borgogna,
riuscendo però a mantenere i
ricchi Paesi Bassi borgognoni.
Francesco I rinunciò anche alla
sovranità feudale sulle Fiandre
borgognone e sull'Artois. Ciò
risolse alcuni punti controversi e
permise alla Borgogna, negli anni
Trenta del Cinquecento, di non
assistere ai conflitti militari
tra Carlo e Francesco I, che
ebbero luogo principalmente in
Italia.
La guerra scoppiò di nuovo nel
1542 per il possesso del Ducato
di Gheldria e,
nel trattato
di Crépy,
i due governanti raggiunsero di
nuovo la pace nel 1544.
I
conflitti militari ostacolarono le
intenzioni di Carlo di espandere
ulteriormente il potere ducale,
anche se già nel 1521 trattò la
Borgogna nei trattati spartiti con
suo fratello Ferdinando
I come
se fosse un unico territorio
nazionale e lo rivendicò per sé
e per i suoi discendenti. Dopo la pace di Crepy, Carlo si assicurò la Borgogna con maggiore
sicurezza nel trattato di Borgogna
dal 1548. In quanto Provincia
Borgognona,
l'area rimase soggetta a questo in
termini di legislazione e
giurisdizione.
In
politica interna, Carlo continuò
la politica di consolidamento del
potere del suo predecessore e, nel
1531, il governo fu riorganizzato.
Si istituì un Consiglio delle
finanze, uno della politica estera
e uno degli affari giuridici. Ciò garantì la continuità dell'azione del governo anche in assenza
del sovrano o del suo governatore.
Per inciso, Carlo, insieme a
Margherita d'Austria e Maria
d'Ungheria,
contavano sulle donne della sua
casa come reggenti.
Gli
Stati Generali non perseguirono più
la politica indipendente
intrapresa in passato da Carlo,
cercando di preservare i propri
diritti, ad esempio
nell'approvazione delle tasse.
L'eccezione in termini di
resistenza attiva alle richieste
fiscali ducali si rivelò la città
di Gent nel 1536: Maria d'Ungheria, in qualità di governatore, reagì nel
1539 imponendo la rimozione del
magistrato locale. Il governo
della città nominato fu
rovesciato da una rivolta della
corporazione. Carlo V intraprese
un'azione militare contro il
centro urbano, fece costruire una
cittadella e reclamò i privilegi.
La
Borgogna era uno dei possedimenti
più importanti all'interno della
sfera d'influenza di Carlo V. La
ricchezza del paese contribuì in
modo significativo al
finanziamento della sua politica
di potere. Nel 1549, Carlo assegnò la Borgogna a suo figlio Filippo
II,
che sarebbe stato il suo
successore sul trono di Spagna e
risiedette a Bruxelles per alcuni anni. Dopo che Filippo II trasferì il suo centro di potere
a Madrid, i Paesi Bassi borgognoni divennero periferici nella sua sfera d'influenza,
tanto più che, dopo la
separazione dal Ducato storico,
"l'elemento borgognone nelle
province settentrionali si ritirò
presto", così che i Paesi
Bassi emergenti rimasero
"parte della storia
borgognona solo fino alla metà
del XVI secolo".
La
posizione periferica dei Paesi
Bassi nell'impero spagnolo dalla
metà del XVI secolo fu una delle
ragioni per cui le tenute
rinunciarono alla loro fedeltà al
sovrano di Madrid. Nella guerra
degli ottant'anni,
le Province
Unite del
nord ottennero l'indipendenza
dagli Asburgo
di Spagna. In virtù della pace
di Rastatt, i Paesi Bassi
spagnoli,
divennero austriaci. L'eredità borgognona degli Asburgo nella loro area di partenza
territoriale terminò con la
cessione della Franca Contea di
Borgogna alla Francia nella guerra
d'Olanda del 1678; tuttavia, le tradizioni asburgiche della corte borgognona
continuarono, ad esempio
trasformando l'ordine del Toson
d'oro nell'ordine domestico
asburgico.
Dopo
la confisca del feudo della corona
francese, il vecchio ducato di
Borgogna, nel 1477, non subì
trasferimenti territoriali durante
l'Ancien
Régime, ma rimase parte del dominio proprio della corona francese. Pur
divenendo parte del domaine
royal,
rimase autonoma come provincia con
un proprio parlamento.
I
governatori provinciali nominati
dalla corona furono in un elenco
parziale:
- Georges
II de la Trémoille
(nominato primo governatore
nel 1477)
- Louis
de la Trémoille (1506-1525)
- Philippe
de Chabot (1526-1543)
- Antonio
di Lorena (1543-1544)
- Claudio
I di Guisa (1544-1550)
- Cao
di Guisa (1570-1595)
- Carlo
di Gontaut (1595-1602)
- Roger
de Bellegarde (1602–1631)
- Enrico
II di Borbone-Condé (1631–1646)
- Luigi
II di Borbone-Condé,
il Grand Condé (1646-1686)
- Luigi
III di Borbone-Condé (1686-1710)
- Luigi
IV Enrico di Borbone-Condé (1710-1740)
- Luigi
V Giuseppe di Borbone-Condé (1740–1789)
Dopo
la Rivoluzione
francese nel
1790, la Francia fu divisa in dipartimenti.
Sia il Ducato che la Franca Contea
di Borgogna furono sciolti come
unità politica e rimpiazzati dai
dipartimenti che esistono ancora
oggi.
Quando
la Francia fu divisa in regioni nel
1956, furono formate le regioni
della Borgogna (Bourgogne)
e della Franche Comté,
ciascuna composta da quattro
dipartimenti. Nel 1972 le regioni
ottennero lo status di Établissement
public sotto la direzione
di un prefetto regionale; le leggi
sul decentramento del 1982
conferirono loro lo status di collettività
territoriale,
che fino ad allora solo i Comuni e
i Dipartimenti avevano
posseduto. Da allora, i poteri
delle regioni nei confronti del
governo centrale di Parigi sono stati gradualmente ampliati: dal 1986 i presidenti del consiglio
regionale venivano eletti
direttamente.
Il
1º gennaio 2016, la regione della
Borgogna fu fusa con la vicina
regione della Franca Contea a est,
riunendo così le parti
occidentali e orientali
storicamente e culturalmente
strettamente legate dell'area
centrale della Borgogna.
Architettura

L'architettura borgognona
raccolse l'eredità artistica dei
luoghi di culto situati nelle
cosiddette "vie della cultura romanica",
ossia delle vie che conducono i
pellegrini a Santiago di
Compostela. Tipiche
dell'architettura borgognona
furono la struttura delle piante a
"cappelle radiali" e
quella con "cappelle a
gradoni", che consentiva la
celebrazione di più messe
contemporaneamente, utilizzata
dagli ordini religiosi della congregazione
cluniacense, di derivazione benedettina,
di grande importanza per la
diffusione del gusto romanico in
Francia e nell'Europa occidentale.
Le
prime avvisaglie dell'architettura
borgognona si ebbero già con la
fase pre-romanica, storicamente
collocabile intorno al 1000
d.C. Tra gli esempi più
significativi e meglio conservati
si annoverano la basilica del
Sacro Cuore a Paray-le-Monial (XI
secolo) e la chiesa di Anzy-le-Duc (XII
secolo). In Borgogna si originò
oltre all'architettura cluniacense
anche quella cistercense.
Notevole fu l'importanza di queste
ultime strutture per la diffusione
di un gusto gotico severo
e austero, ben rappresentato
dall'abbazia di Fontenay.
La scultura borgognona
fu caratterizzata da una grande
energia espressiva e da una
profonda maestria. Il centro da
dove si irradiò questo nuovo
stile fu Cluny intorno
al XII secolo d.C., anche se
già nel secolo precedente si
riunirono presso il monastero
numerosi artisti per realizzare
pregevoli opere. La decorazione
borgognona si caratterizzò per il
vigore realistico, il dinamismo
delle innovative sculture dei
portali, la ricchezza e la vivacità.
Tra gli esempi più preziosi della
scultura borgognona si ricordano i
due portali della chiesa di Charlieu,
l'uno con l'Ascensione, l'altro
con le Nozze di Cana, oltre
alle decorazioni del coro della
chiesa di Semur-en-Brionnais e
il complesso del Paradiso
Terrestre presenti in origine
nell'abbazia di Cluny.
Uno
stile borgognone, di derivazione bizantina,
si diffuse anche nella pittura,
caratterizzato da figure maestose,
colori vivaci e fondi blu, scene
ispirate dal Vecchio e Nuovo
Testamento. Tra gli esempi
sopravvissuti nel secoli si
possono citare il Cristo e
quattro angoli su cavalli bianchi,
presente sulla volta della cripta
di Saint Germain d'Auxerre, e il Cristo
in maestà fra gli Apostoli,
visibile nella cappella
cluniacense di Berzé-la- Ville.
Di notevole spessore anche le
miniature per i colori e per i
temi come evidenziato nelle Vite
dei Santi e nelle opere dei
monaci della scuola di Citeaux.
Quando
la Borgogna raggiunse la sua
maggiore importanza politica,
intorno alla fine del XIV
secolo, Digione divenne il primo
centro artistico e pittorico di
Francia, potendo raccogliere i
migliori rappresentanti delle
correnti francesi, italiane e,
soprattutto, fiamminghe (i
duchi di Borgogna della dinastia
dei Valois possedevano la maggior
parte delle Fiandre durante il
Quattrocento). Interessante fu la
sintesi tra il gusto aulico e
cortese e quello realistico
borghese. Dalle Fiandre arrivarono
i contributi di Jean Malouel, Jan
van Eyck e di Rogier van
der Weyden per la pittura, Claus
Sluter per la scultura.
I
duchi Valois furono committenti di
numerose opere d'arte ed edifici,
tra i quali la certosa di
Champmol presso Digione che
comprende il pozzo dei Profeti di
Claus Sluter e ospitava opere di
Van Eyck e le famose tombe dei
duchi Filippo l'Ardito e Giovanni
senza Paura. I fedeli dei duchi
imitarono il loro patrocinio delle
arti: è particolarmente rilevante
la figura di Nicolas Rolin, nativo
di Autun, cancelliere del
duca Filippo il Buono, che fu
il fondatore del Hôtel-Dieu di Beaune per
il quale ordinò a Rogier van der
Weyden il monumentale Polittico
del Giudizio universale. È
inoltre rappresentato nella Madonna
del cancelliere Rolin di Jan
Van Eyck che commissionò.
L'arte
di corte ducale raggiunse il suo
vertice nella miniatura, che
espresse il gusto per le feste,
per le caccia, per le sfilate e
per i famosi banchetti. Non
inferiore la produzione nella oreficeria,
nella gioielleria, nel vasellame,
negli arazzi.
Gli
ultimi sprazzi di arte della
Borgogna ducale si ebbero nel XVI
secolo nella chiesa di
Brou, costruito in stile
tardo-gotico.
Nel
Cinquecento, l'arte del Rinascimento fa
irruzione in Borgogna, dove vari
castelli vengono eretti
ispirandosi dall'esempio dei castelli
della Valle della Loira: il castello
di Ancy-le-Franc, quello di Tanlay e
quello di Sully sono gli
esempi più famosi.
Nel
Seicento e nel Settecento,
nonostante un ruolo minore sul
piano politico in confronto ai
secoli precedenti, la Borgogna
resta una regione ricca e borghesi
e nobili fanno costruire nello
stile classico dell'epoca castelli
in campagna e hôtel
particuliers (palazzi
cittadini) nelle grandi città
come a Digione, dove il Palazzo
dei Duchi di Borgogna viene
ampliato nel corso del seicento e
del settecento dall'architetto del
re Jules Hardouin-Mansart (che
ha lavorato a Versailles) e da Jacques
Gabriel. Il palazzo ospita oggi il Museo
delle belle arti di Digione, uno
dei maggiori di Francia, che
espone, tra l'altro, alcune delle
opere più famose dell'arte
borgognona medievale.
La
regione possiede ben tre siti
iscritti al Patrimonio
mondiale dell'umanità dell'UNESCO.
Due sono eccezionali esempi
dell'architettura romanica di cui
la Borgogna fu una delle culle:
l'abbazia di Vézelay e
quella di Fontenay. L'altro
è l'antica zona viticola della
Borgogna, organizzata dal Medio
Evo intorno ad abbazie e castelli,
che si estende lungo un asse
nord-sud tra Digione e Mâcon.

Il
Vino
La
Borgogna è una zona di vini
caratteristici, i più pregiati di
Francia con quelli della regione
di Bordeaux. I vini borgognoni
vengono prodotti in una lunga e
stretta striscia che si estende da
nord a sud a partire da Digione su
decine di chilometri fino alla
regione di Lione. Le aziende
vinicole della Borgogna si
caratterizzano dalle loro piccole
dimensioni, la maggior parte non
superando i 10 ettari, e puntano
perciò più su la qualità che su
la quantità. La maggior parte
della produzione viene di fatto
esportata all'estero. I vini della
Borgogna sono sia bianchi,
prodotti con uve Chardonnay, sia
rossi da Pinot Noir. Da questo
vitigno in particolare, in
Borgogna viene prodotto il vino più
caro e pregiato del mondo, il
famoso Romanée-Conti,
prodotto su solo 1,8 ettari
dell'omonimo Grand Cru di
Vosne-Romanée, monopolio
dell'azienda. Altri vini prodotti
in Borgogna sono gli Chablis nella
regione di Auxerre e il
Beaujolais. Dalla Borgogna si
ritiene sia originario uno dei
vitigni più diffusi al mondo, lo Chardonnay,
che dovrebbe la sua denominazione
al paese di Chardonnay, nel
sud della regione.
Una
delle teorie è quella che vuole
lo Chardonnay importato in Francia
dai crociati di ritorno dalla
Palestina, di cui il vitigno
sarebbe originario, che portarono
con sé il vino e i semi di
quest'uva chiamata in ebraico
Shaar-Adonay, ovvero la
"Porta di Dio", in
riferimento alla città santa di
Gerusalemme, circondata da mura.
Sarebbe perciò una distorsione
francese della pronuncia ebraica
sha'har-adonay, divenuto
Char-donnay. Anche se la cosa non
è documentata e non vi è
bibliografia.

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