La
città di Gien – costruita
nella valle della Loira e
ricca di selvaggina – è
sempre stata un centro di
caccia molto importante, al
punto da essere battezzata:
“Capitale della Caccia”.
L’immensa foresta d’Orléans
(
34.000 ettari
), che costeggia
la Loira
da Gien alla Beauce, è stata
sempre ricca di selvaggina. È,
infatti, Gien la porta nordest
della Sologna e
la Loira
una tappa obbligata per gli
animali migratori.
Il
castello di Gien era quindi il
luogo più adatto per la
creazione di un Museo della
Caccia. L’edificio (di cui
è necessario rammentarne
brevemente la storia),
innalzato nell’area di un
ritrovo di caccia reale, fu
edificato nel 1484 da Anna di
Beaujeu, figlia primogenita di
Luigi XI e Reggente di
Francia, che aveva ricevuto
dal re questo possedimento
della Corona. Esso comprende
una vasta costruzione le cui
finestre si aprono a
Mezzogiorno scoprendo ai suoi
piedi la città e più avanti
la Loira
e, all’orizzonte, la
campagna. Ad est un altro
corpo di costruzione,
edificato perpendicolarmente
al primo, s’affaccia sul
fiume che scende pigramente
verso la valle fino
all’orizzonte dove
s’indovinano le colline di
Sancerre.
Le
facciate che danno sul cortile
interno, dalle linee meno
sobrie, sono piacevolmente
abbellite da tre torrette
ottagonali in mattoni e pietra
e che accolgono delle belle
scale a chiocciola in pietra,
con sopra delle stanze
quadrate, esse stesse
fiancheggiate da torrette che
racchiudono delle scale più
anguste.
Alla
morte di Anna di Beaujeu il
castello tornò alla Corona.
È fra queste mura che nel
1523 Francesco I firmò
l’atto che conferiva la
reggenza a Luisa di Savoia. Vi
soggiornò Enrico II, Caterina
de’ Medici e Carlo IX
durante le guerre di
Religione. Vi visse Enrico
III; Anna d’Austria e Luigi
XIV, che aveva allora tredici
anni, vi si rifugiarono al
momento della battaglia di Bléneau,
dalla quale Turenne uscì
vincitore.
Dopo
esser appartenuto a varie
grandi famiglie ed essendo
stata soppressa la contea di
Gien durante
la Rivoluzione
, nel 1823 il castello è
acquistato dal dipartimento di
Loiret (Loira) che ne è
ancora il proprietario.
Com’è
stato già detto, il castello
ospita il Museo della Caccia,
le cui collezioni sono vivaci
ed istruttive. Disposte
cronologicamente, raccontano
la storia della caccia nei
secoli attraverso le armi del
cacciatore. Accanto alle armi,
sono disposti disegni,
incisioni, pitture,
tappezzerie, ceramiche
decorate ed accessori. Ci sono
fucili a pietra focaia, dalle
canne lunghissime per
assicurare una portata
migliore ed anche per
permettere di tirare stando a
cavallo senza dover rischiare
di colpire la cavalcatura, e
fucili a due canne
“sovrapposte” o
“appaiate”: queste armi,
scolpite, incise, damascate,
incrostate d’avorio, di
tartaruga, di madreperla o di
metalli preziosi, sono esse
stesse delle vere opere
d’arte.

Nella
bellissima sala del primo
piano, si trovano raccolti più
di settantacinque dipinti e
studi di François Desportes
(1661-1743). Era in effetti
necessaria una presentazione
speciale per quest’insieme
straordinario e solamente
questa sala poteva essere
adatta a svolgere questa
presentazione.
Desportes,
com’è noto, fu certamente
il più grande pittore
francese d’animali di ogni
tempo. Addetto alla persona
del re Luigi XIV, lo seguiva a
caccia e dipingeva le più
belle prede che egli aveva
ucciso. Il pittore fece anche
i ritratti delle sue migliori
cagne: Blanche, Ponne, Zette,
ecc… Egli acquistò una
maestria che fu il solo a
possedere, lavorando per le
case reali e principesche e
grandi scene di caccia
d’ogni genere.
Vicino
alle pitture di Desportes,
sono state sistemate due
grandi tele di J. B. Oudry
(1686-1755) – che fu suo
successore come pittore delle
cacce del re – perché
potesse avere la possibilità
di metter a confronto i due
artisti. In effetti, per molto
tempo Oudry è stato più
conosciuto di Desportes e
tuttavia non sembra che egli
lo abbia mai eguagliato, salvo
nella grande “Caccia al
Lupo” conservata al Museo
che, agli occhi degli
specialisti, passa per una
delle migliori di Oudry.
Nel
1972, il Museo ha ricevuto in
dono la collezione dei trofei
personali di Claude Hettier de
Boislambert, Grande
Cancelliere dell’Ordine
della Liberazione e Presidente
Onorario del Consiglio
Internazionale della Caccia.
Protettore della natura e
degli animali innanzitutto,
Claude Hettier de Boislambert,
cacciatore esemplare, non
concepisce la caccia che come
uno sfruttamento misurato e
razionale delle sue risorse.
Questa
collezione, comprendente
cinquecento trofei, è stata
messa insieme nel corso dei
cinquant’anni di caccia
sportiva; gli animali uccisi
sono stati scelti
scrupolosamente e i loro
“avvicinamenti” sono stati
sempre fatti a piedi.
Un’intera
sala presenta una rara
collezione di cinquemila
bottoni di caccia, piccole
opere d’arte che chiudono e
decorano le tuniche dei
soprintendenti delle cacce
reali.
Una
collezione di più di
cinquanta corni da caccia,
presentata sullo sfondo dei
colori della Venatoria reale,
ci fa conoscere infine
l’evoluzione del corno dal
tempo di Luigi XIV ai nostri
giorni.
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