Castelli della Valle della Loira
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2000

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Il castello di Loches domina dall’alto il piccolo centro, sorto intorno a un monastero nel V secolo, sul fiume Indre, a metà strada tra Tours e Chateauroux. Tra le sedi predilette dei re di Francia, da Carlo VII a Luigi XII, fu una temuta prigione, dove venne rinchiuso e morì anche Ludovico il Moro.

Proprio dal castello di Loches partì l’ascesa di una delle più grandi dinastie d’Europa. Il 17 giugno 1128, infatti, Goffredo V il Bello di Loches, d’Angiò, di Touraine e del Maine, prendeva in moglie Matilde di Normandia, unica figlia del re d’Inghilterra Enrico I. Con queste nozze Goffredo poneva un’ipoteca sui domini d’Oltremanica. Suo figlio sarà infatti incoronato sovrano d’Inghilterra nel 1154, con il nome di Enrico II, dando origine alla dinastia dei Plantageneti.

La storia di Loches inizia nell’XI secolo, quando Foulques Nerra, conte d’Angiò, ereditò una dimora feudale, già più volte ricostruita. Verso il 1030 Nerra fece costruire sul posto un alto torrione di pietra (un “dongione”, come si diceva), al tempo stesso residenza e fortezza.

Nel XII secolo Enrico II Plantageneto, re d’Inghilterra e proprietario di Loches, rafforzò ulteriormente il sistema difensivo del castello. Verso il 1180, l’intero villaggio venne racchiuso da una lunga cortina muraria, rinforzata da torri e protetta da un fossato. Ma ciò non bastò a proteggere il luogo, che nel 1205 venne espugnato da Filippo Augusto di Francia, entrando a far parte stabilmente delle dimore reali francesi. Anche i nuovi padroni proseguirono nell’ingrandimento e rafforzamento del sito.

Tra il XIV e XVI secolo il complesso, ormai stabile residenza reale, assunse la configurazione attuale, con una cittadella fortificata che cingeva l’abitato, una serie di appartamenti di rappresentanza (Logis Royal, diviso a sua volta in Vieux Logis, trecentesco, e Nouveau Logis, rinascimentale) e una zona più militare (il Donjon), vero e proprio castello nel castello.

All’interno del complesso sorge anche una chiesa romanica, dalle forme decisamente singolari, in cui venne sepolto Ludovico il Moro: la collegiata di Saint Ours.

È tipico dell’architettura fortificata francese dei secoli XI-XIV il cosiddetto “donjon” (in italiano dongione): una grande e alta torre, quasi un castello verticale, a volte circondata da un recinto difensivo.

Il nome deriva dal latino “dominium”, pronunciato alla francese (dominiom) e indica esattamente lo scopo della costruzione: era l’abitazione fortificata del signore, che ne occupava i piani alti, mentre quelli inferiori erano destinati alla stalla, alle cucine, alla servitù, ai soldati. Il dongione di Loches è uno dei più grandi e meglio conservati d’Europa.

Carlo VII, soprannominato dai suoi nemici “il re di Bourges”, perché ridotto ad abitare in questa cittadina mentre Parigi era sotto controllo inglese, intraprese da Loches la riconquista del Regno di Francia, ormai quasi per tre quarti in mano inglese.

Infatti, proprio nel castello di Loches, dopo aver ripreso Orléans agli inglesi, nel maggio 1429 Giovanna d’Arco si presentò di nuovo al re, che aveva incontrato precedentemente a Chinon, per spronarlo ad agire.

La Pulzella persuase allora Carlo VII a recarsi a Reins per ricevere l’incoronazione, in modo tale da rafforzare la sua legittimità. Il viaggio permise al sovrano, lungo il cammino, di conquistare numerose province.

Una grande influenza sul re ebbe Agnés Sorel, damigella di corte divenuta l’amante di Carlo VII, al quale diede ottimi consigli sulla gestione della sua politica. Agnés Sorel, la cui tomba è tuttora visibile negli appartamenti reali, fu la prima nobildonna a essere riconosciuta ufficialmente dalla corte di Francia come maitresse en titre, favorita ufficiale del re: un ruolo destinato a diventare di grande importanza sotto i Borbone.

Durante la guerra dei Cent’Anni gli inglesi assediarono invano Loches, che Carlo VII aveva fatto fortificare con una nuova cinta di mura e con un nuovo torrione. Il castello assunse così il ruolo di caposaldo del regno.

Per contro il successore di Carlo VII, Luigi XI, re di Francia dal 1461 al 1483, trasformò il castello in una cupa prigione di Stato. Tra i prigionieri che vi furono rinchiusi, lo storico Philippe de Commynes, caduto in disgrazia dopo la morte di Luigi XI, e il duca di Milano Ludovico Sforza, detto il Moro, catturato a Novara e deportato in Francia. Fu imprigionato a Loches anche il cappellano di Luigi XI, Jean Balue, che, ironia della sorte, era stato il creatore delle fillettes, le gabbie di ferro di dimensioni estremamente esigue, installate nel torrione. Il castello continuerà a essere usato come prigione fino al 1926.

Non appena si accede al Castello di Loches attraverso il torrione, il visitatore è immerso nell’ambiente carcerario del Medioevo. La torre di Luigi XI, le carceri, le segrete, le fortificazioni sotterranee ed i graffiti dei prigionieri riportano alla mente episodi di dura crudeltà.

Per contro, poco lontano dalla casa del Governatore, i giardini con i suoi pergolati, prati e panchine, sembrano in qualche modo oscurare l’ambiente oppressivo che si respirava all’interno.

Nel Logis Royal, gli appartamenti reali, si trovano mobili, arazzi e dipinti del XV-XVII secolo. Si trova qui anche la tomba di marmo bianco di Agnés Sorel, ornata da sculture del XV secolo.

Arredata con gusto, in stile bretone, è la più piccola camera da letto di Anna di Bretagna (1477 – 1514), moglie dei re francesi Carlo VIII e Luigi XII. Da non perdere l’oratorio cinquecentesco.

La loggia reale, splendido gioiello del Rinascimento francese e residenza prediletta della dinastia dei Valois, è composta da una torre nella parte sinistra, una costruzione con feritoie e torre di guardia al centro ed un padiglione di caccia a destra.

Al suo interno troviamo una tappezzeria fiamminga che rappresenta gli strumenti musicali, un ritratto di Carlo V, la prestigiosa “Passione di Cristo“, attribuita a Jehan Poyet intorno al XV secolo, e la tomba in marmo bianco di Agnés Sorel, decorata con sculture del XV secolo.

Nella Tour du Martelet si trovano la prigione e la stanza delle torture. Attraverso una scala stretta si raggiunge il torrione, dal quale si può ammirare una veduta panoramica di tutto il complesso.

All’interno del complesso sorge inoltre una chiesa in stile romanico, la Collegiata di Saint Ours, dalle forme decisamente singolari, in cui venne sepolto Ludovico il Moro, che si innalza al centro degli edifici con i suoi due campanili.

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