Castelli della Valle della Loira
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2000

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C'era una volta un bel castello, il castello di Samur, residenza di vacanze, talmente bello che René d'Anjou, il re poeta, lo scelse tra i tanti per descrivere il castello d'Amore nel suo romanzo Le Coeur d'Amour Espris. E per più chiaramente darlo a intendere, il detto bel castello aveva l'aspetto stesso del castello di Saumur in Anjou che è adagiato lungo il fiume Loira.

Successivamente sulla roccia di smeraldo erano sorte numerose costruzioni: quella di Thibault le Tricheur, conte di Blois, di cui s'impadronì il terribile conte d'Anjou Foulques Nerra, quella di Geoffroy Plantagenet, di cui forse esistono tuttora alcuni resti del vecchio castello ai piedi dell'ala sud-est ed infine quella di San Luigi, con la quale comincia la storia dell'attuale castello.

Dalla dominazione dei conti di Blois, poi d'Anjou, Saumur era passato a quella del Re di Francia. Infatti nel 1203 Filippo Augusto, rivale dei Plantageneti, se n'impadroniva e l'incorporava nei possedimenti reali insieme al territorio che esso controllava.

È tra il 1227 e il 1230, sotto la reggenza di Bianca di Castiglia, che gli storici collocano la costruzione di una fortezza a Saumur per permettere alla Corona di riconquistare Angers e la parte d'Anjou che aveva appena perso col Trattato di Vendôme.

Il suo ruolo propriamente militare termina due anni dopo la sua costruzione, allorché San Luigi fa edificare ad Angers, ritornata piazza reale, l'enorme fortezza che vi si trova tuttora.  

Il castello di San Luigi aveva la forma d'un quadrilatero irregolare ed aveva ad ogni angolo una torre rotonda approssimativamente orientata verso ciascun punto cardinale. Le torri sud ed ovest hanno conservato la quasi totalità delle loro basi del XIII secolo e a pianterreno la loro volta originale a sei nervature. La torre est, benché ristrutturata all'esterno, possiede la volta più elaborata e la sua chiave si orna delle armi dell'Anjou.

È necessario giungere alla seconda metà del XIV secolo per veder trasformare il rude edificio dei tempi di San Luigi in una residenza di vacanza, grazie a Luigi I d'Anjou, secondogenito del re Giovanni il Buono, che nel 1360 riceve in appannaggio l'Anjou, eretto poi a ducato. Luigi I non distrugge la fortezza del suo antenato, ma la trasforma, ne riprende la pianta, utilizzando come basamento le sue torri rotonde, sulle quali egli fa costruire delle torri poligonali munite di alti contrafforti che sostengono il camminamento di ronda dalle caditoie merlate.

Sappiamo che il “bon roi René”, nipote di Luigi I d'Anjou, aveva cantato Saumur come castello d'Amore, lasciandovi anche la sua impronta.  

I canti e i memoriali del suo direttore dei lavori, conservati agli Archivi Nazionali, rivelano che egli fece iniziare dei lavori al castello, la cui durata – dal 1454 al 1472 – e il cui costo ne dimostrano l'importanza. Dell'intervento apportato ai tempi del re René, rimangono due piccole stanze a volta nella torretta quadrata che fiancheggia la torre: l'oratorio al primo piano con i suoi stemmi scolpiti sulla chiave di volta e “il corridoio che va dalla scalinata alla torre”, la cui chiave di volta è abbellita dai “nodi d'amore”, realizzati senza dubbio in onore di Jeanne de Laval sposata nel 1454.

Alla morte di re René, nel 1480, il ducato d'Anjou torna alla Corona e il castello di Saumur accoglie una guarnigione reale. Un secolo più tardi, la Riforma modificherà i destini del castello: il re Enrico III è costretto a chiedere aiuto al re di Navarra per salvare il trono e concludere una tregua con lui. Col Trattato di Tours, egli gli cede Saumur, dove i protestanti sono numerosi. Il futuro Enrico IV ne concede il governo generale militare al suo ambasciatore ed amico Philippe Duplessis-Mornay, autore dei negoziati.  

Il 15 aprile 1589 Duplessis-Mornay entra a Saumur e v'introduce la guarnigione. L'indomani il re di Navarra penetra a sua volta nella città, estremamente soddisfatto di possedere questa chiave sulla Loira. Egli dà ordine al nuovo governatore di fortificare la piazzaforte “con tutta la diligenza e senza nulla risparmiare” e gli lascia Bartholoméo, il suo ingegnere, per progettare e seguire i lavori.

È questi che, oltre alle fortificazioni attorno alla città, fa costruire, rivestita in pietra di taglio, la cinta d'aggetti e di bastioni che tuttora circonda il castello. Disgraziatamente questa cinta ha perso il maggior numero di garitte in aggetto che permettevano la sorveglianza degli angoli sporgenti dei bastioni.

Al suo arrivo a Saumur, Monray e la sua famiglia abitano “la casa di città” al numero 45 della Grande Rue, poiché “il castello è tutto in rovina”. Tuttavia nel 1596, in seguito “ad un tentativo fatto da alcuni abitanti del posto d'impadronirsi della sua persona e di fargli abbandonare la piazza”, egli decide di stabilirvisi ma, per renderlo abitabile, deve farlo riparare con grande spesa.

Uomo di guerra, diplomatico accorto, Duplessis-Mornay è anche un teologo erudito. Nel 1593 egli fonda a Saumur un'accademia protestante che per quasi un secolo rende famosa la città. Per trentadue anni governatore di Saumur, Duplessis-Mornay è stato fedele servitore della Corona per due regni e, malgrado ciò, egli riceve nel 1621 avviso della sua grazia: Luigi XIII lo sostituisce con un governatore cattolico.

Sembra ormai terminato il ruolo politico e militare del castello; da questo momento inizia un' era meno gloriosa. La vecchia cittadella, le cui costruzioni lasciate all'abbandono si deteriorarono lentamente, servirà per quasi due secoli da prigione dorata per alcuni scervellati o gentiluomini di rango imprigionati su ordine del re e che godono d'un trattamento molto liberale. Accompagnati spesso da un valletto, possono uscire in città e il luogotenente del re che comanda la piazza li accoglie alla sua tavola.  

Il marchese de Sade visse al castello una quindicina di giorni nel 1768, prima d'essere incarcerato a Pierre-Encise (vicino a Lione); l'ammiraglio di Kerguelen, l'esploratore dei mari australi, scontò sicuramente qui per quattro anni (1774-1778) una condanna inflittagli al ritorno da una spedizione disgraziata, per aver abbandonato in mare un'imbarcazione.

Nel 1779, durante la Guerra d'indipendenza americana, nel maniero come pure nella cappella del corpo della Piazza e in altre dépendences sui bastioni, furono rinchiusi ottocento prigionieri inglesi, per la maggior parte marinai, come stanno ad indicare i graffiti che essi vi hanno lasciato. Qui il loro nome e la data della loro cattura sono spesso accompagnati dall'immagine di una nave.

Nuovi lavori di restauro iniziarono nel 1811 e terminarono nel 1814. È senza dubbio in questo momento che le gallerie dell'ala nord-est furono frazionate in celle, dato che l'ingegnere preposto ai lavori era stato pregato di non perdere di vista il fatto “che in una prigione è necessario avere il maggior numero possibile di stanze isolate, salvo a lasciarne alcune comuni per le persone che non avessero abbastanza fortuna da una stanza da sole”.

La prigione aveva appena cominciato a funzionare allorché il governo provvisorio ordinò la scarcerazione di tutti i detenuti.

Nel 1889 il maniero non è più ritenuto edificio militare ed alcuni anni dopo diventa monumento storico. Sino alla fine dell'Ottocento il dottor Peton, sindaco di Saumur, pensa di trasformarlo in museo. Il suo sogno diventerà realtà nel 1906, allorché la città acquista il maniero dallo Stato per la somma eccezionalmente bassa di 2500 franchi e decide d'iniziarne il restauro a spese comuni con l'Amministrazione delle Belle Arti. Furono ritrovate le grandi finestre scolpite delle stanze di ritiro e di paramento, i resti dei grandi camini, la vetrata della cappella, la piastrellatura smaltata sotto i terrapieni, e soprattutto una moneta con l'effigie di Luigi XIV, che permetteva di datare l'epoca della trasformazione in prigione. È comunque evidente che il restauro condotto nel XX secolo, anche se eseguito con estremo rigore, non ha potuto riprodurre la decorazione scolpita delle porte, delle finestre e dei camini, con quella magnificenza che doveva possedere nel XIV secolo.

Costruito su un’altura che domina incontrastata il corso della Loira e visibile nel raggio di chilometri, il Castello di Saumur rappresenta l’immagine di un castello delle favole, con alle spalle una lunga e tortuosa storia.

Di gusto Medievale e Rinascimentale, la costruzione si caratterizza architettonicamente per le alte ed imponenti torri a costoloni, che ricordano le imponenti fortificazioni medievali.  

Al suo interno troviamo sia il Museo municipale che il Museo del Cavallo.

Il Museo municipale, nato nel 1912 offre una ricca collezione di scienze naturali, dipinti, pezzi archeologici e sculture; le ceramiche contenute nel Museo, ritenute le più belle di Francia, costituiscono un importante punto di riferimento per tutti gli appassionati.

Al secondo piano del Castello, invece, troviamo il Museo del Cavallo, installato nel 1912.

Creato da un gruppo di appassionati, ufficiali di cavalleria, veterinari, allevatori, il Museo ha lo scopo di conservare tutto ciò che riguarda i cavalli e l’equitazione.

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