Si
è soliti far cominciare la valle
della Loira a Gien e
considerare come punto estremo
Angers, città di confine tra
il Bacino di Parigi e il
Massiccio Armoricano. Le
province storiche della valle
della Loira (Orléannais,
Blésois,
Turaine
,
Anjou) si dividono oggi in
quattro dipartimenti (Loiret,
Loir-et-Cher, Indre-et-Loire,
Maine-et-Loire. Tuttavia le
antiche province hanno
mantenuto le proprie
caratteristiche geografiche e
solo sul fiume,
via di comunicazione in
passato e meta turistica oggi,
ha saputo creare un legame
comune.
I
castelli della Loira
sono più di 300 castelli
presenti nella Valle della
Loira ed in zone limitrofe,
nel centro della Francia.
Questi castelli
sono stati costruiti a partire
dal X secolo, quando i sovrani
di Francia, seguiti
dalla nobiltà di corte,
scelsero la valle per le loro
dimore estive.
A
seguito della presenza
del
gran numero di castelli
la valle della Loira è stata
dichiarata Patrimonio
dell'umanità
dall'UNESCO.
Verso
la metà del XVI secolo, Francesco
I di Francia, aveva
riportato il centro
del
potere a Parigi dalla valle
della Loira e con lui
se ne andarono dalla zona
anche i grandi architetti. La valle
della Loira continuò
però ad essere il luogo di
villeggiatura favorito della
corte e della nobiltà. Con
l'ascesa di Luigi XIV a metà
del XVII secolo la capitale
divenne sede permanente dei castelli
reali, anche con la
costruzione
del
Castello
di Versailles.
Tuttavia, coloro che godevano
dei favori
del
re e la ricca borghesia,
continuavano a rinnovare i castelli
o ne costruivano di nuovi come
residenze estive nella valle
chiamata giardino di Francia.
A
partire dal 1515, Francesco I
iniziò la costruzione di
sontuose dimore, per
rappresentare il nuovo stile
di vita di quei tempi. In
questi castelli
prevalse la concezione
simmetrica delle facciate e
l'arredamento fu oggetto di
cure particolari, come la
complessa struttura degli
scaloni. I castelli di Blois,
Azay-le-Rideau,
Chambord
e altri castelli
della Loira sono
risalente a quel periodo. Il
nuovo stile influenzò un gran
numero di costruzioni in
Francia, anche se, nella
stessa regione, gran parte
della borghesia continuò a
preferire lo stile
architettonico
del
tardo XV secolo.
A
metà del XVI secolo una nuova
generazione di architetti
francesi andava diffondendo
insegnamenti attraverso
numerose pubblicazioni e si
affermò una serie di
costruzioni o rimaneggiamenti.
Prima Diana
di Poitiers, poi Caterina
de' Medici
commissionarono a Philibert
Delorme una ristrutturazione
particolarmente originale
del
castello
di Chenonceaux. La
decorazione della facciata
del
castello di La Courtinière,
eseguita da Jacques Androuet
du Cerceau, segnò l'inizio di
una nuova interpretazione
dello stile architettonico
secondo un accostamento al
classicismo francese. Possiamo
infatti segnare in questa data
il netto passaggio tra i due
stili.

La
Rivoluzione
Francese vide distrutti
o saccheggiati molti dei castelli.
Al
momento la maggior parte dei castelli
della Loira sono
proprietà privata, alcuni
sono visitabili, anche solo in
parte, altri sono alberghi o
bed and breakfast. Alcuni di
questi castelli sono stati
rilevati da enti pubblici
mentre le strutture più
grandi, come il castello
di Chambord sono di
proprietà
del
governo francese, trasformati
in attrattive turistiche e
visitati da migliaia di
persone ogni anno.
La storia della Loira, come
residenza di reali ed
aristocrazia tutta, nasce
all'inizio del 1400, più
precisamente il 1414, anno in
cui i Borgognoni misero a
ferro e fuoco Parigi ed un
gruppo di fidati cavalieri,
per salvare il delfino di
Francia, il futuro Re Carlo
VII, lo scortarono lungo la
strada per Melun, sottraendolo
così alle insidie della
reggia del Louvre. Diventato
re, Carlo VII, trasferì la
corte da Parigi a Bourges e
poi a Chinon; tra Chinon e
Amboise trascorse tutta la sua
vita. E come lui tutti i suoi
successori. Così
la Loira
, per più di un secolo, ha
visto l'insediarsi di re,
nobili ed alta borghesia che
la elessero a loro residenza.
Restaurarono antichi manieri,
costruirono sontuose dimore e
castelli principeschi, amarono
le feste, i grandi i balli e
la battute di caccia.
Percorrendo la Loira e
soffermandosi ad ammirare tali
sontuose residenze, variamente
inseriti nel paesaggio, sembra
di rivivere tali atmosfere e
di far parte di quel mondo
fatato, che qui aveva trovato
il suo naturale insediamento.
I castelli di Azay-le-Rideau,
Chenonceau, Blois e Chambord
furono costruiti fra il 1508
ed il 1520. Si tratta di
castelli-residenza e non di
fortezze medioevali; la vita
che si svolgeva era diversa da
quella condotta dagli abitanti
dei castelli del medioevo.
Nei castelli della Loira le
finestre sono molto grandi e
numerose, le sale ampie e
lussuose, con camini e
pannelli di legno alle pareti.
Le mura di cinta sono solo un
ornamento, la torre è spesso
un gazebo.
I committenti di queste
meraviglie, Carlo VIII e
Francesco I, non erano ancora
stati in Italia quando
imposero ai propri architetti
ornamenti ed accostamenti
stilistici che avevano visto
solo su stampe e pitture
provenienti da ogni dove ma
principalmente dall'Italia.
    
Attualmente
molti dei castelli sono
proprietà privata, alcuni
sono visitabili, anche solo in
parte, altri sono alberghi o bed
and breakfast. Alcuni di
essi sono stati rilevati da
enti pubblici mentre le
strutture più grandi, come
Chambord sono di proprietà
del governo francese,
trasformati in attrattive
turistiche e visitati da
migliaia di persone ogni anno.
    

Tra
i castelli della Loira, quello
di Amboise è storicamente uno
dei più importanti. Vi nacque
Carlo VIII di Francia che fece
del castello una sontuosa
residenza reale, per molti
versi la reggia vera e propria
del Paese. Qui il sovrano morì
nel 1498. Con lui si estinse
la linea diretta dei sovrani
di Valois.
Amboise
entra
a far parte della storia verso
il 503 allorché Clodoveo, re
dei Franchi, incontrò
Alarico, re dei Visigoti,
nell’Ile St-Jean, situata al
centro della Loira,
al di sotto del castello
attuale.
Devastato
a più riprese dai Normanni,
il castello
di
Amboise
fu integrato
ai possedimenti dei conti
d’Angiò prima
d’appartenere alla celebre
casa di
Amboise
-Chaumont
e di passare nel 1422 a Luigi
visconte di Thouars in eredità.
Ma, colpevole di un complotto
contro il re, il proprietario
del
castello
d’Amboise si
vide condannato a spodestato
dei suoi beni. A partire dal
1431 il castello
fece parte dei possedimenti
reali. Il castello
d’Amboise
non fu più solamente una fortezza,
ma una dimora
reale e la
città ne trasse beneficio per
la concessione ottenuta di
riscuotere le franchigie.
In
questo castello
nacquero i figli
del
re Luigi XI e di Carlotta di
Savoia ed
Amboise
divenne quindi luogo di residenza
della
regina
e dei suoi
figli, mentre il sovrano
preferì stabilire la sua
corte a Plessis-les-Tours.
Uno
dei grandi avvenimenti
del
regno fu la creazione ad
Amboise
dell’Ordine
di San Michele
,
il
primo agosto 1469. Quel giorno
il re riunì nella cappella di
San Michele quindici fra i
suoi baroni più potenti per
far loro conoscere lo statuto
di quest’ordine di
cavalleria, la cui fondazione
aveva un significato politico.
L’Ordine di San Michele
rappresentava infatti
l’attaccamento dei grandi
signori e dei feudatari alla Corona
Reale.
Lussuosamente vestiti con
lunghi mantelli di damasco
ricamati di conchiglie d’oro
e foderati d’ermellino, la
testa coperta da cappelli di
velluto cremisi dalla lunga
cornetta, questi grandi
signori giurarono di vivere
secondo le regole della Chiesa
e della Cavalleria.
Quel
giorno
Amboise
fu luogo di una cerimonia
grandiosa che rimase negli
annali
del
regno di Francia.
La
regina
, che vi morì nel 1483, era
circondata da una grande corte
degna
del
suo rango: quasi
centocinquanta persone
componevano il suo seguito e i
suoi domestici. Gli
appartamenti erano stati
decorati, ammobiliati e
rivestiti per farne una
piacevole dimora.

Il regno di Carlo VIII - La
vita serena che vi aveva
condotto durante la propria
giovinezza spiega
l’attaccamento del
nuovo re Carlo
VIII verso il castello
nel quale era nato e dove era
stato allevato. È nella
Piazza du Carroir ad
Amboise
che, giovane delfino di
tredici anni, egli accoglie
Margherita d’Austria, nipote
di Carlo
il Temerario,
l'antico avversario di suo
padre, che proprio suo padre
aveva deciso di dargli per
moglie. Margherita, che non
aveva che tre anni al momento
del
suo brillante fidanzamento,
visse al castello
d’Amboise
fino al 1492, data in cui
dovette malinconicamente
tornare in Fiandra per far
posto ad Anna di Bretagna, che
Carlo
VIII aveva
sposato il 6 dicembre 1491.
A
quest’epoca risalgono i
grandi lavori ordinati da
Carlo VIII e per finanziare
quest’impresa fu fatto un
prelievo sui proventi delle
gabelle. I progetti erano
magnifici: "egli vuol
fare
del
castello una città”, esclamò
l’ambasciatore di Firenze
vedendo i progetti alla fine
del
1493.
La
superficie dell’edificio
doveva essere ampliata
considerevolmente. L’antica
fortezza medievale
lasciò il posto ad un grande
quadrilatero, a forma di
trapezio, diviso in tre
cortili: il cortile principale
con l’abitazione
del
re, a sud “l’alloggio
delle Virtù” ed infine il
cortile detto del Torrione,
all’estremità occidentale
del
promontorio. Le due
torri a chiocciola
– la torre des Minimes e la
torre Hurtalult – formavano
un’innovazione
architettonica di notevole
importanza.
Quanto
alla decorazione, dapprima
essa fu d’ispirazione
francese, ma in seguito
beneficiò della
collaborazione d’artisti
fiamminghi e naturalmente,
dopo il ritorno della
spedizione
del
1495, di quelli italiani. Il
mobilio era lussuoso:
tappezzerie delle Fiandre e di
Francia, tendaggi di Damasco e
tappeti di Turchia.
Questi
magnifici lavori e queste
sistemazioni, miranti a
trasformare l’antico oppidum
e l’antica fortezza dei
conti d’Anjou in una dimora
degna della Corona
di Francia,
furono interrotti a causa di
una grande disgrazia
sopravvenuta nel castello
d’Amboise il
7 aprile 1498. Mentre Carlo
VIII
accompagnava la
regina
nella galleria di Haquelbac
per assistere – si racconta
– al gioco della palla, egli
urtò la fronte contro una
porta bassa e spirò poche ore
dopo.


Luigi XII vi fece costruire
una seconda ala,
perpendicolare alla prima, in
stile rinascimentale.
Francesco I vi trascorse
l'infanzia e fece
ristrutturare l'ala Luigi XII.
Nel
1516 Francesco I ospitò ad
Amboise Leonardo da Vinci,
considerato il maggior genio
del suo tempo. Il poliedrico
artista, inventore e
scienziato, trascorse gli
ultimi tre anni della sua vita
nella residenza di Cloux, oggi
Clos-Lucé, ai margini della
città. A quell’epoca
Leonardo non riusciva più a
disegnare correttamente,
avendo il braccio
semiparalizzato, ma la mente
era ancora lucida, e la sua
conversazione sempre
avvincente.
Il
re era affascinato soprattutto
dagli studi anatomici
dell’artista, che non solo
aveva misurato e disegnato con
grande esattezza le
proporzioni esterne del corpo
umano, ma aveva anche
sezionato cadaveri (cosa assai
insolita per quel tempo) e
annotato precisamente la forma
delle ossa, dei muscoli, dei
nervi, delle vene e degli
organi interni.
Leonardo
portò ad Amboise, la Madonna
delle Rocce ed il suo
riconosciuto capolavoro la
Gioconda, che il re volle
acquistare. Il grande genio
morì nel 1519, nella bella
casa di Clos-Lucè, dove
ancora oggi dalla finestra
della sua camera è possibile
ammirare il paesaggio che più
volte ritrasse nei suoi
dipinti, uno dei quali è
conservato nella collezione
della Regina d'Inghilterra.

Leonardo
si spense il 2 maggio 1519 tra
le braccia del sovrano. Le sue
spoglie vennero inumate nella
cappella di Amboise, poi
abbattuta. Il suo teschio (o
quello che fu ritenuto tale)
fu rinvenuto con altre ossa
durante alcuni scavi
effettuati nel 1869, assieme a
una lapide con tracce della
scritta “LEON…
…INC…”. cinque anni più
tardi i resti del grande
artista trovarono nuova e
definitiva sepoltura nel
castello, nella Chapelle de
Saint Hubert, la cappella
di Sant’Uberto
L'INCENDIO
ALLA TORRE – Nel 1539
l’imperatore Carlo V si recò
in visita ufficiale ad Amboise
per rendere visita al re di
Francia Francesco I. i due
erano stati antagonisti nella
corsa al trono imperiale e
Francesco I, battuto nella
gara, volle almeno riservare
all’ex rivale
un’accoglienza davvero
solenne: che fosse tale da
“incenerirlo”. La Tour
Hurtault venne ricoperta
di arazzi e l’intera area
del castello illuminata con
fiaccole. Ma l’imprevisto
era in agguato. Quando
l’imperatore cercò di
entrare nella torre, un
portafiaccole inciampò, e in
una manciata di secondi intero
edificio andò a fuoco.
L’incendio fu spento, ma il
fumo quasi soffocò
l’illustre visitatore.
La Cappella Saint-Hubert, sita all'esterno del corpo principale, è in stile
gotico flamboyant e
adornata da scene di caccia
(Saint-Hubert è il patrono
dei cacciatori). Notevole
il bassorilievo sopra il
portone raffigurante la
leggenda del santo, al quale
sarebbe apparso nel bosco un
cervo con le corna a forma di
croce

Con
la scomparsa di Francesco I,
nel 1547, il destino di
Amboise ebbe una brusca
virata. Il successore Luigi
XII gli preferì Blois e
Francesco II, nel 1560, vi
fece massacrare 1.200
protestanti accusati di
complotto contro la Corona (la
Congiura di Amboise): molti
furono rinchiusi in sacchi e
gettati nella Loira, altri
vennero impiccati alle mura e
alle griglie di ferro forgiato
dei balconi e i loro corpi
lasciati appesi per giorni. Da
fulgida sede della corte di
Francia, Amboise diventava così
una residenza periferica tinta
di sangue. Nel Seicento, con
Luigi XIII, fece ancora da
sfondo a qualche battuta di
caccia, ma con Luigi XIV, il
Re Sole, si trasformò in una
tetra prigione di Stato.
Napoleone lo cedette a un
membro del Direttorio, Roger
Ducos, che, non disponendo di
adeguate finanze per
permettersi la manutenzione,
decise di demolirne una parte.
Dopo la caduta di Luigi
Filippo tornò a diventare
prigione: fu incarcerato qui
anche l'emiro Abd-el-Kader,
capo della resistenza algerina
antifrancese.
LE
SCALE DEL RANGO – Non
sono rare, nei castelli
tardo-medievali e
rinascimentali destinati a
sovrani e feudatari
notevolmente importanti, le
rampe elicoidali da risalire a
cavallo fino agli appartamenti
signorili senza scendere di
sella.
Le
prime realizzazioni furono
italiane, ma ben presto si
diffusero in tutta Europa.
Erano, non solo delle comodità,
ma soprattutto dei segni di
rango: la visibile
testimonianza
dell’importanza del loro
costruttore. Amboise ne vanta
una eccellente, di insolita
ampiezza, nel colossale
torrione detto Tour des
Minimes: uno vero
“ascensore” per sovrani.
CASTELLO,
PAGODA, MUSEO A CLOS-LUCE’
– L’ala cosiddetta di
Carlo VIII, il Logis Royal,
non ha molto della sua veste
quattrocentesca, essendo stata
profondamente rimaneggiata
nell’Ottocento, ma rimane
pur sempre un notevole
edificio, arredato con
pregevoli mobili antichi.
Prima
della campagna in Italia,
Carlo VIII fece innalzare le
due grandi torri del castello,
che furono terminate solo al
suo ritorno. Ciò spiega forse
i numerosi richiami alle
costruzioni italiane: la rampa
della Tour des Minimes,
lungo la quale si poteva
salire a cavallo dalla Loira
al castello, si ispira
direttamente, per esempio, a
un modello urbinate.

Nei
dintorni di Amboise sorge la
residenza
di Clos-Lucé, in cui
morì Leonardo da Vinci.
L’artista è ricordato da un
piccolo museo.
Sulla
riva della Loira si trova una
fontana realizzata dallo
scultore Max Ernst nel 1968,
la fontana della Tartaruga. La
pagoda di Chanteloup
apparteneva nel Settecento a
un castello del duca di
Choiseul, qui confinato da
Luigi XV. In questo edificio,
che rispondeva a una moda
architettonica assai diffusa
all’epoca, il nobile
allontanato dalla corte
riceveva gli amici venuti ad
allietare il suo periodo di
esilio.
Oggi
il castello di Amboise si
presenta con una superficie
pari a un quinto di quella che
aveva nel XVI secolo ma, a
dispetto delle mutilazioni,
resta uno dei manieri più
imponenti di tutta la Valle
della Loira. L'edificio domina
il fiume stretto tra due alte
torri a rampa elicoidale, la
Tour Hurtault e la Tour des
Minimes (dall'alto dei suoi 40
metri si gode la più bella
veduta d'insieme del
castello), un tempo
percorribili a cavallo e
perfino con carrozze fino alla
sommità.
Degli
appartamenti reali restano
alcune belle stanze, come la
Salle des États, con candide
volte in pietra poggianti su
una fila centrale di esili
colonne, e la Chambre Henri II
dall'effetto trompe-l'oeil
tanto nei mobili che nelle
tappezzerie, oltre a qualche
opera d'arte notevole, come il
ritratto di Adelaide di
Borbone realizzato nel 1789 da
Elisabeth Vigée-Lebrun.
Nessuna traccia invece dei
rinascimentali giardini
all'italiana tanto amati da
Carlo VIII ("Sembra che
manchino solo Adamo ed Eva per
farne un Paradiso
terrestre", disse).
Dall'ampia terrazza che ai
tempi di Carlo era un cortile
utilizzato per le feste più
importanti, la vista sulla
Loira e sui tetti a punta del
piccolo borgo di Amboise è da
cartolina.

Esterno
-
Palazzo reale - Il palazzo
si affaccia sulla Loira,
trovandosi in cima alla
collina. Primo esempio di
ispirazione italiana sulle
rive della Loira, costruito
tra il 1491 e il 1495 circa, riflette
la graduale transizione tra il
gotico e lo stile
rinascimentale.
-
Cappella di Saint-Hubert -
La cappella di Saint-Hubert è
stata costruita tra il 1488 e
il 1493 e decorata
con sculture tra il 1491 e il 1496 da
artisti fiamminghi, che
operarono in un puro stile gotico
fiammeggiante usando
pietra e gesso della Turenna.
Lavorarono su commissione di
Carlo VIII, prima che questi
scoprisse l'architettura
italiana. La cappella venne
poi utilizzata come oratorio
da Anna di Bretagna, prima di
diventare, presumibilmente, il
luogo di sepoltura di Leonardo
da Vinci.
L'architrave
della porta rappresenta la
caccia di Saint-Hubert. Le
vetrate, piuttosto recenti,
raccontano episodi della vita
di San Luigi e il
timpano del XIX secolo rappresenta
Carlo VIII e Anna di Bretagna.
-
Torre dei Minimi e torre
Heurtault - Le due torri,
entrambe molto massicce e
costruite tra il 1488 e
il 1495, permettevano
alle carrozze ed ai carri di
salire sul terrazzo,
raggiungendolo per comode
rampe anziché per le scale.
Si trovano rispettivamente sul
lato nord e ovest del castello
e sono in stile
rinascimentale.

Interno
Palazzo
gotico
-
Sala delle Guardie - Questa
sala, con archi e costoni
intrecciati, controllava
l'accesso allo spazio
riservato al re. La stanza è
arredata con cassapanche e
credenze in quercia del XV e XVI
secolo.
-
Passeggiate delle Guardie - Questa
galleria aperta consentiva di
controllare la Loira e i
dintorni di Amboise. Vi sono
esposte riproduzioni di
disegni di Jacques
Androuet du Cerceau che
illustrano l'importanza del
castello nel XVI secolo.
-
Sala delle Guardie nobili - La
guardia del corpo del sovrano
era composta principalmente da
nobili. Questa stanza
controllava le scale che
portano al piano superiore.
L'ambiente si articola intorno
ad un pilastro centrale che
sostiene tutta la volta. Ci
sono delle copie ottocentesche
di armature del XVI secolo,
tra cui una armatura da
combattimento detta à côté ed
una da parata, più leggera.
C'è anche una cassa della
marina del XVII secolo.
-
Sala dei Tamburini - Il
suo nome si riferisce alle
numerose feste e balli che
venivano organizzati al
castello durante il regno dei Valois.
Il pavimento è composto da
piastrelle in cotto che
rappresentano gigli, di
ispirazione cinquecentesca.
L'arredamento è costituito da
una tavola rinascimentale, una
sedia (più precisamente una cathedra gotica
ornata dagli stemmi del
cardinale Georges d'Amboise),
e da una cassa del regno di
Carlo VIII. Sulle pareti si
notano un arazzo delle Fiandre
del XVI secolo raffigurante
l'Omaggio della famiglia di
Dario ad Alessandro Magno.
-
Sala del Consiglio - È in
questa grande stanza (la più
grande del castello), che il
re si riuniva con il suo
consiglio, il vero centro del
potere reale. L'ambiente ha
due camini: uno, con una cappa
trapezoidale, è ancora
caratterizzato dallo stile
gotico, mentre il secondo,
all'altra estremità della
stanza, ha già influssi
rinascimentali. Il blasone di
Anna di Bretagna, dei gigli ed
un ermellino, decora molti
elementi della stanza: la
prima cappa del camino, i
pilastri centrali, le vetrate
sulla Loira. Anche l'emblema
di Carlo VIII adorna la cappa
del primo camino. Sul
soffitto ci sono dei
monogrammi di Carlo VIII e
Anna di Bretagna, composti
dall'intreccio delle lettere C e A.
Ai
lati, addossati contro le
pareti, ci sono i grandi
scranni decorati con teli
piegati, di stile gotico.
Sulle pareti sono esposti i
ritratti dei sovrani
appartenenti alla famiglia dei
Borboni: Enrico IV (dopo
Franz Pourbus) e Luigi
XIII (dopo Philippe de
Champaigne).

Appartamenti
rinascimentali
-
Sala del coppiero - Questo
ambiente mostra evidenti
cambiamenti dallo stile gotico
a quello rinascimentale, in
particolare in ciò che
concerne la tavola. La camera
è arredata secondo il gusto
gotico per la presenza di un
cassettone (chiamato anche
credenza o buffet), una
cassapanca, due sedie; gli
elementi rinascimentali sono
invece una sedia, un tavolo
"all'italiana"
allungabile, una grande cassa
di noce intagliata e dorata.
Le pareti sono decorate con
arazzi di Aubusson del XVII
secolo eseguiti su cartoni di
Le Brun.
Le
aperture delle finestre,
decorate con bastoni da
pellegrino, di borse piene di
monete e di bisacce ricordano
che Amboise era un luogo di
sosta per i pellegrini in
viaggio verso San Martino
di Tours, dove arrivavano
prima di continuare la loro
strada per Santiago di
Compostela.
-
Camera di Enrico II - La
camera di Enrico II dispone di
un letto in stile Enrico II di
grandi dimensioni (2,18 m x
1,82 m). Ci sono anche una
cassa con un doppio fondo,
porte e arazzi di Bruxelles e Tournai risalenti
alla fine del XVI secolo e al
XVII secolo.
-
Anticamera della Cordelliera -
Questa era l'antica
anticamera degli appartamenti
rinascimentali; ora l'ingresso
a quelli è scomparso. La
cappa del camino è decorata
con corde attorcigliate,
simbolo dell'ordine
francescano, e con il collare
dell'ordine di San Michele, il
tutto disposto intorno allo
stemma di Anna di Bretagna. Il
pannello di legno sopra il
camino è decorato con la
salamandra, emblema di
Francesco I.

Appartamenti
di Luigi Filippo
-
Gabinetto di Luigi Filippo - In
questa stanza è ricostruito
un tipico gabinetto dell'età
di Luigi Filippo. È possibile
ammirare un ritratto della
duchessa di Orleans, la madre
di Luigi Filippo, e, su una
credenza, un modello della
nave Belle Poule,
comandata dal principe di
Joinville, figlio di Luigi
Filippo, durante il ritorno in
Francia delle ceneri di
Napoleone I.
-
Sala della musica - I
mobili di questa vasta sala
sono composti principalmente
da un pianoforte Érard di palissandro impiallacciato
di Rio del XIX secolo, una
scrivania e una credenza in
stile
"Restaurazione" ed
una sedia in mogano. Sulle
pareti sono esposti un
ritratto di Luigi Filippo,
rappresentato con le insegne
della monarchia e la Carta
Costituzionale del 1830,
un ritratto della regina
Marie-Amélie, con due suoi
figli, il duca di Aumale e il
duca di Montpensier, e un
ritratto di
Louis-Philippe-Joseph, detto Philippe
Egalité. Su un cavalletto si
trova anche un ritratto di Abd
El-Kader.
-
Camera di Luigi Filippo - Questa
camera è arredata secondo lo
stile "Primo
Impero": ci sono un letto
a barca, una scrivania, un
tavolo con quattro colonne
alla base, una cassa di legno
di mogano. Sono presenti anche
alcuni mobili in stile Luigi
Filippo.
Sulle
pareti c'è un ritratto di
Madame Adelaide, dipinta da
Court, e un ritratto del duca
e della duchessa di Orleans,
di Franz-Xaver Winterhalter.

IL
GENIO CORREVA SUL FIUME - Arrivò
come uno tra tanti. Con un
allievo, due
servi e un paio di mule
cariche di libri.
Dentro a una cartella di cuoio
viaggiava anche
una tavola di legno di
pioppo dipinta su un lato col
"ritratto di certa donna
fiorentina", quella Monna
Lisa, moglie di Francesco del
Giocondo, destinata a fama
universale con il nome di
Gioconda.
Nel
1516, a 64 anni compiuti,
Leonardo da Vinci varcava la
soglia del castello di
Amboise, nella parte più
spettacolare della Valle della
Loira, in qualità di
"primo pittore, ingegnere
e architetto" del re di
Francia Francesco I di Valois.
L'artista aveva accettato
l'incarico in nome di
un'amicizia complice (a
dispetto dei quarantanni che
dividevano Leonardo e il
giovane sovrano) e in cambio
di una somma di 1.000 scudi
d'oro l'anno. Una cifra
immensa, espressione della
stima del re nei confronti del
genio toscano, che Francesco
considerava come un dio.
"Quando
il peso è posato, lì si
riposa", scrisse poco
dopo il suo arrivo Leonardo,
stanco di un'Italia dilaniata
da rivalità, invidie e
tradimenti; deluso dalla
Milano degli Sforza e dalla
Roma degli intrighi papali,
per non dire della sua
Firenze, che lo aveva quasi
dimenticato. La Francia di
Francesco I era tutto un altro
mondo. Il re amava l'arte e la
bellezza. La sorella,
Margherita di Navarra, era lei
stessa un'ardente poetessa.
Nella pace perfetta e
miracolosa di Amboise (la
residenza prediletta di
Francesco I, quella in cui
trascorse la giovinezza
imparando a cavalcare, a
cacciare e tutti i segreti del
mestiere delle armi) Leonardo
poteva finalmente abbandonarsi
allo studio, perfezionando le
ricerche di ingegneria e
anatomia, e dare libero sfogo
a quelle "infinite
pazzie", come le chiamava
il Vasari, generate dal suo
intelletto "divino e
meraviglioso".
A
Leonardo venne assegnato il
vicino castello di Cloux (oggi
Clos Luce), un gioiello in
mattoni rosa, tetti in ardesia
e ornamenti fioriti, già
appartenuto alla madre del
sovrano, Luisa di Savoia. Ieri
come oggi, dai giardini del
piccolo maniero si scorge il
castello reale; una tradizione
consolidata vuole che le due
dimore fossero collegate da un
passaggio segreto, ma finora
non si è riusciti a
individuarne il tracciato.
L'incontro
tra la vertiginosa fantasia
dell'artista toscano e
l'insaziabile ambizione del
monarca francese regalò ad
Amboise il suo periodo d'oro.
Tre anni di fulgore
ineguagliabile, durante i
quali Leonardo curò la regia
di feste da fiaba e di balli
in maschera dagli straordinari
effetti speciali, che
trasformarono il castello
nello sfarzoso, surreale
scenario di complicate
meraviglie. Memorabile il
ballo concepito a ispirazione
delle Nozze del Paradiso: per
simulare la volta stellata,
gli astri e i segni dello
zodiaco furono dipinti su una
tela blu notte installata su
una struttura in legno a
colonne di oltre 120 metri di
lunghezza per 60 di larghezza
e per dissipare le tenebre 400
candelabri abilmente
dissimulati s'illuminarono
simultaneamente.
Leonardo
morì ad Amboise nel 1519 e,
per sua volontà, fu inumato
all'interno del castello
nell'antica collegiata di
Saint-Florentin, poi demolita
(oggi al suo posto c'è un
busto in memoria
dell'originaria sepoltura). Il
corpo fu allora traslato nella
Chapelle de Saint-Hubert, dove
tuttora riposa al riparo delle
gotiche, perfette geometrie,
che sono tutto quello che
resta del grandioso palazzo di
Carlo VIII.
Il
borgo di Amboise è dominato
dall'impressionante castello
(1), che si erge a dominio del
fiume al pari di una
scogliera. Al tempo del suo
massimo splendore il maniero
era cinque volte più grande
rispetto a oggi; la parte più
antica giunta fino a noi è la
Chapelle de Saint-Hubert (2),
magnificamente decorata,
custode delle presunte spoglie
di Leonardo da Vinci.
L'artista trascorse gli ultimi
tre anni di vita nella pace di
Clos Luce (3), l'elegante
residenza in mattoni e pietra
appartenuta alla madre di re
Francesco I.
La
storia di Amboise è
raccontata in sintesi
esemplare nelle sale del Musée
de l'Hotel de Ville, che
raccoglie un piccolo nucleo di
arredi, dipinti, arazzi e
qualche busto di Leonardo.
Dall'altra parte della strada
sorge la quattrocentesca Église
de Saint-Florentin (5), che
custodisce all'interno un
pregevole fonte battesimale
decorato da ghirlande di fiori
di cardo.
1.
Alla parete della vasta Salle
de Musique troneggia il
ritratto di re Luigi Filippo
d'Orléans, ultimo
proprietario del castello di
Amboise.
2.
Ampiamente rifatta in epoca
neogotica, la Salle des États
è una delle più spettacolari
dell'edificio, scandita da
quattro colonne in marmo
bianco coi simboli di Francia
e di Bretagna.
3. La Tour des Minimes è
l'imponente torre circolare
che caratterizza il lato nord
del castello; è coronata da
una terrazza da cui si gode un
panorama stupendo.
4. All'interno della torre,
avvitata intorno al nucleo
centrale, si snoda la rampa a
elica un tempo praticabile da
cavalli e carrozze, che
conduce fino alla terrazza
sommitale.
5.
La facciata del castello che
guarda verso la Loira è
scandita da un'elegante
galleria a sette arcate, sulla
quale poggia il piano nobile
con altrettanti finestroni e
un tetto irto di pittoreschi
abbaini.
6.
Tra le sale più belle del
castello c'è la Salle des
Gardes, di grande effetto per
le ampie volte sorrette da
un'unica colonna centrale. La
sala si apre sulla galleria ad
arcate dell'ala gotica.
7.
La Chambre Henri II (il re
sposo di Caterina de' Medici)
riunisce un insieme di arredi
originali, destinati a
ricreare l'atmosfera di una
stanza da letto reale
dell'epoca rinascimentale.
8.
Luigi Filippo, ultimo re di
Francia (1830-1848), trasformò
Amboise in luogo di
villeggiatura estiva. I suoi
appartamenti si distinguono
per l'arredo classico, del
tutto diverso rispetto allo
stile del resto del castello.
9. L'ala Francesco I,
riconoscibile dalle due torri
cilindriche, è caratterizzata
da un'elegante decorazione in
stile primo Rinascimento,
tipica degli inizi del regno
del sovrano. L'edificazione di
questa parte del castello fu
avviata sotto Luigi XII.
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